[TarantoOnLine] Entra oggi in vigore il nuovo scudo penale per chi gestisce lo stabilimento ILVA. PeaceLink: "Il decreto legge del governo altera l'equilibrio fra i tre poteri su cui si basa lo stato di diritto. Occorre promuovere un sostegno popolare alla magistratura sotto attacco"



COMUNICATO STAMPA DI PEACELINK

Entra oggi in vigore il nuovo decreto legge 2/2023 del governo Meloni che ha lo scopo di fermare la magistratura di Taranto che indaga nuovamente sull'inquinamento ILVA e vuole capire se il sistema dei controlli sui lavori di messa a norma degli impianti ILVA ha funzionato o no. 

Ricordiamo che c'è ancora un eccesso di mortalità nelle zone vicine allo stabilimento e un preoccupante incremento del benzene (potente cancerogeno emesso dalla cokeria) con picchi denunciati pubblicamente da PeaceLink e confermati da Arpa e Asl. Si verificano situazioni poco chiare nel quartiere Tamburi di Taranto con eccedenze del cosiddetto "valore REL acuto" pari a 27 µg/m3 come media oraria (si veda pagina 8 del report "BENZENE IN ARIA AMBIENTE NELLE PROVINCE DI BRINDISI, LECCE E TARANTO ANNO 2021", curato dalla Struttura Qualità dell’aria di BR-LE-TA del Centro Regionale Aria di Arpa Puglia). Il quartiere Tamburi, vicino al quale sorse negli anni Sessanta lo stabilimento siderurgico, presenta ancora un eccesso di rischio cancerogeno attribuibile alle emissioni industriali e tutte le valutazioni predittive del danno sanitario lo confermano.

Ma le finalità del decreto legislativo che oggi entra in vigore, invece di mettere la salute degli abitanti di quel quartiere al primo posto, sono quelle di garantire la continuità produttiva, costi quel che costi, neutralizzando le "sanzioni interdittive" della magistratura.

Nell'articolo 5 del nuovo Decreto Legge 2/2023 c'è scritto infatti: "In ogni caso, le sanzioni interdittive non possono essere applicate quando pregiudicano la continuita' dell'attivita' svolta in stabilimenti industriali o parti di essi dichiarati di interesse strategico nazionale ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge 3 dicembre 2012, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 dicembre 2012, n. 231, se l'ente ha eliminato le carenze organizzative che hanno determinato il reato mediante l'adozione e l'attuazione di modelli organizzativi idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi".

La magistratura, con la sentenza di Ambiente Svenduto, ha disposto la confisca degli impianti inquinanti dell'ILVA mentre ad agosto di quest'anno il governo vuole garantire il dissequestro, una volta che sulla carta verranno dichiarati eseguiti i lavori di messa a norma. Attualmente gli impianti ILVA considerati - con sentenza di primo grado - pericolosi per la salute e l'ambiente sono sotto sequestro dal 2012 (ordinanza di sequestro del GIP Patrizia Todisco). Ciò nonostante quegli impianti hanno la facoltà d'uso, cosa molto complicata da spiegare ai giornalisti della stampa estera, per via dei provvedimenti salva-ILVA.

Qui c'è il testo del nuovo decreto legge 2/2023 che punta al dissequestro degli impianti ILVA e a garantire lo scudo penale a chi li continua a gestire:

Il provvedimento del Consiglio dei ministri sull'ILVA prevede la non punibilità della condotta dei soggetti che agiscono al fine di dare esecuzione a provvedimenti che autorizzano la prosecuzione dell’attività produttiva di uno stabilimento industriale dichiarato di "interesse strategico nazionale". Quindi siamo in presenza di un nuovo scudo penale.

PeaceLink ha preso posizione con un comunicato contro questo decreto, visionabile qui https://www.peacelink.it/ecologia/a/49323.html
e intende operare, in collaborazione con altre associazioni e con gli ordini professionali e le rappresentanze economiche e sociali di Taranto, per sostenere la magistratura puntando sulla riconversione e l'uso intelligente dei nuovi fondi europei per la transizione ecologica (più di un miliardo e 200 milioni, riporta il Sole 24 Ore).

Il nuovo decreto legge del governo è uno sconfinamento di poteri. Lo consideriamo una grave intromissione nella sfera di autonomia della magistratura che a Taranto ha operato per la difesa della salute dei cittadini e per contrastare il disastro ambientale in atto disponendo la confisca e il sequestro degli impianti inquinanti.
 
Siamo dell'avviso che quando un governo entra a gamba tesa per fermare la magistratura, altera l'equilibrio fra i tre poteri su cui si basa lo stato di diritto.

Occorre promuovere un sostegno popolare alla magistratura sotto attacco.

Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink


Questo testo è inviato ai giornalisti e sarà reso visibile in giornata nell'archivio digitale di PeaceLink https://lists.peacelink.it/taranto/2023/01/maillist.html