[TarantoOnLine] Quando la politica si rivolge ai tecnici



Stando ai media il nuovo governo Meloni vorrebbe attingere a figure tecniche per diversi ministeri. E’ accaduto con tutti gli ultimi esecutivi e con i 5S che non trovavano al loro interno persone in grado di ricoprire ruoli di governo.
Se così è il ruolo del politico sta finendo per diventare unicamente (in verità lo è da tempo) quello di portavoce di poteri finanziari e capitalistici diversi, per cui sono sufficienti delle buone agenzie di comunicazione e il carisma del leader di turno per carpire la fiducia dell’elettore. Una politica fatta di slogan senza idee per cui a vincere è spesso chi è all’opposizione, dove è facile creare illusioni gratis perché si pensa di poter fare a meno della serietà con cui si dovrebbe governare. Poi capita di vincere e non si sa come guidare la macchina perché sbraitare e agitare le paure più basse non è più sufficiente (questo al netto delle infinite e giuste considerazioni che meritano le ultime elezioni). 
Tutto questo pone un ulteriore limite alla politica attuale che, oltre a non formare competenze, non rappresenta più la gente e neppure i propri iscritti: non esistono più le sezioni di partito, non si fanno più congressi e si prova a far credere che non esistano più le ideologie (impossibile, dato che le ideologie rappresentano l’angolo dal quale vedere le cose). 
Siamo all’ultimo atto di un processo che parte da lontano e che fa dei partiti esclusivamente un organismo di distribuzione e conservazione del potere. 
La democrazia di questo paese va rivista profondamente, prima che ne venga smantellato anche quel poco, pochissimo, che resta.

Massimo Ruggieri 
Giustizia per Taranto