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[TarantoOnLine] Amianto ILVA, sentenza di risarcimento danni
- Subject: [TarantoOnLine] Amianto ILVA, sentenza di risarcimento danni
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.org>
- Date: Wed, 2 Feb 2022 22:58:20 +0100
(AGI) - Taranto, 1 feb. - Diciassette anni dopo aver smesso di lavorare nella ex Ilva di Taranto ha scoperto di aver contratto un mesotelioma pleurico. Per 26 anni l’uomo ha rivestito gli incarichi di addetto alla discarica scorie e operatore piattaforma nelle acciaierie 1 e 2. Adesso il giudice del lavoro del Tribunale di Taranto, Lorenzo De Napoli, gli ha riconosciuto con sentenza un risarcimento danni di 430mila euro. L’uomo, tarantino, è sposato ed ha due figli.
L'Inail ha riconosciuto all’operaio una rendita vitalizia dovuta alla malattia. Nella sentenza il giudice scrive che il lavoratore “è rimasto continuativamente esposto ad amianto; in particolare, egli modellava e applicava un cordone di amianto affinché la colata non fuoriuscisse dallo stampo; tale attività determinava il distacco del coibente e la conseguente dispersione di polveri di amianto nell’ambiente di lavoro, che era chiuso; inoltre, l’azienda forniva solo mascherine senza filtro”. Il processo é durato un anno e mezzo ed è stata anche riconosciuta “la sussistenza del nesso causale tra l’attività lavorativa svolta dal ricorrente con particolare riferimento alla sua esposizione ad amianto, e la patologia da cui egli è affetto (mesotelioma pleurico)”. Per Contramianto, associazione che difende la posizione di lavoratori che risultano esposti all’amianto, afferma che “il risarcimento certamente non ridarà la salute a quell’operaio ma riconosce la prolungata ed ultra decennale esposizione all’amianto nell’Italsider/Ilva di Taranto quale causa del mesotelioma pleurico sviluppatosi ad oltre quarant’anni dalla prima esposizione”. (AGI)
TA1/FAB
L'Inail ha riconosciuto all’operaio una rendita vitalizia dovuta alla malattia. Nella sentenza il giudice scrive che il lavoratore “è rimasto continuativamente esposto ad amianto; in particolare, egli modellava e applicava un cordone di amianto affinché la colata non fuoriuscisse dallo stampo; tale attività determinava il distacco del coibente e la conseguente dispersione di polveri di amianto nell’ambiente di lavoro, che era chiuso; inoltre, l’azienda forniva solo mascherine senza filtro”. Il processo é durato un anno e mezzo ed è stata anche riconosciuta “la sussistenza del nesso causale tra l’attività lavorativa svolta dal ricorrente con particolare riferimento alla sua esposizione ad amianto, e la patologia da cui egli è affetto (mesotelioma pleurico)”. Per Contramianto, associazione che difende la posizione di lavoratori che risultano esposti all’amianto, afferma che “il risarcimento certamente non ridarà la salute a quell’operaio ma riconosce la prolungata ed ultra decennale esposizione all’amianto nell’Italsider/Ilva di Taranto quale causa del mesotelioma pleurico sviluppatosi ad oltre quarant’anni dalla prima esposizione”. (AGI)
TA1/FAB
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