[TarantoOnLine] Proteste contro maggiori sfornamenti della cokeria di Taranto, ma per Acciaierie d'Italia la produzione di coke oggi è sottodimensionata rispetto alla produzione di acciaio autorizzato



Ex Ilva: proteste su carbone. Azienda, noi sottodimensionati 

Pubblicato: 09/12/2021 14:16 
(AGI) - Taranto, 9 dic. - Monta il dissenso contro la richiesta avanzata dall’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia, di ridurre a 18 ore i tempi di distillazione del carbon coke nelle batterie delle cokerie, ora fissati a 24 ore, in modo da avere più sfornamenti di coke per il ciclo produttivo dell’acciaio. Hanno preso posizione contraria l’associazione Peacelink, Legambiente e l’ex sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci (il Comune è commissariato da qualche settimana per le dimissioni di 17 consiglieri su 32). Voci critiche, queste, che hanno denunciato il negativo impatto ambientale che ciò determinerebbe. Acciaierie d’Italia, invece, sostiene che la produzione di coke oggi è sottodimensionata rispetto alla produzione di acciaio autorizzata e anche portando a 18 ore la distillazione del coke, la produzione di quest’ultimo resterebbe comunque inferiore alla soglia autorizzata. Nella richiesta al ministero della Transizione ecologica - perché quella dell’azienda è una richiesta di modifica dell’Autorizzazione integrata ambientale -, Acciaierie d’Italia afferma che, in attesa di completare il piano ambientale, lo stabilimento di Taranto è autorizzato a produrre 6 milioni di tonnellate di acciaio l’anno. (AGI) 
TA1/GIN

Ex Ilva: proteste su carbone. Azienda, noi sottodimensionati (2) 

Pubblicato: 09/12/2021 14:16 
(AGI) - Taranto, 9 dic. - E questo, scrive l’azienda al ministero, “equivale a dire che sono autorizzato a produrre il relativo coke necessario”. Che per 6 milioni di tonnellate di acciaio - si specifica - è pari a 2,232 mnl tonnellate di coke. Si tratta di 106mila sfornamenti di coke l’anno. “Se ipotizziamo di marciare con 4 batterie e che ciascuna batteria ha 43 forni - scrive l’azienda al ministero guidato da Roberto Cingolani -e quindi un totale di 172 forni, vuol dire che ciascun forno è autorizzato, con una capacità produttiva massima di 6 milioni di tonnellate, ad effettuare 616 sfornamenti l’anno”. Acciaierie d’Italia chiede quindi di ridurre i tempi di distillazione del coke da 24 a 18 ore e fa presente che “la richiesta di rimuovere il vincolo delle 24 ore per sfornamento e portarlo al valore di 18 ore, con 4 batterie adeguate in marcia, anche nell’ipotesi irrealistica che tutte le batterie possano essere in esercizio tutti i giorni per 24 ore al giorno, equivarrebbe ad avere un numero di sfornamenti annui ben al di sotto del valore collegato alla produzione già oggi autorizzata: 486 sfornamenti anno contro i 616 autorizzati”. L’ex sindaco di Taranto, Melucci, si chiede “come si fa a decarbonizzare un impianto aumentando l'uso di carbone? Acciaierie d’Italia - afferma - ci fa trovare sotto l'albero un bel paradosso al posto del regalo che tutta Tarantodesidera: l'abbandono di tecnologie obsolete e inquinanti”. “Far marciare di più i forni”, significa, prosegue Melucci, “un conseguente carico di emissioni che non possiamo permetterci”. “Valuti con molta attenzione questa richiesta, un passo indietro sarebbe irricevibile. Non vogliamo più sentir parlare di assetti produttivi che prevedano la vecchia area a caldo, la decarbonizzazione deve partire con un atto concreto e temporeggiare ancora sarebbe colpevole” dice infine Melucci al ministro Cingolani. (AGI)  
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