[TarantoOnLine] Ilva: per i morti e i malati per lavoro si può ancora avere giustizia
- Subject: [TarantoOnLine] Ilva: per i morti e i malati per lavoro si può ancora avere giustizia
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.org>
- Date: Sun, 24 Oct 2021 12:11:08 +0200
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. Published on 20/10/2021
La Corte d’appello di Lecce condanna due ex dirigenti dello stabilimento di Taranto per la morte da mesotelioma di alcuni operai esposti per anni ad amianto
Indice
- La sentenza
- Il processo
- Una (buona) morale
1) La sentenza
Ieri la Corte d’appello ha condannato due ex dirigenti dello stabilimento Italsider \ Ilva di Taranto per l’omicidio colposo di sei lavoratori morti di mesotelioma pleurico; per altri tre ha dichiarato la prescrizione del fatto: è passato troppo tempo da quando sono morti e il reato così è andato in fumo.
2) Il processo
Si chiude una vicenda processuale che chi scrive ha iniziato a seguire – come difensore dell’Associazione Italiana Esposti Amianto costituita parte civile – da quando è iniziato il dibattimento, nell’ottobre 2012, innanzi al Tribunale di Taranto.
Sono stati nove anni di udienze lunghe e faticose, di gradi e sedi diverse di giudizio – dal primo e secondo grado a Taranto fino ai due processi di Cassazione, a Roma, per tornare, in sede di giudizio di rinvio, a Lecce – di questioni giuridiche complesse, di contraddittori aspri, di pietre d’inciampo processuali, più o meno giustificate, tra diritti di garanzia degli imputati e diritti di giustizia delle vittime.
Nove anni di lavoro duro e appassionato; che forse non è ancora finito, dato che c’è ancora la possibilità di un altro ricorso per Cassazione degli imputati condannati.
Ma ieri questo lavoro, quello di altre parti civili e quello della Procura Generale di Lecce hanno sortito un risultato importante.
Nessun trionfalismo e la consapevolezza che in Cassazione può cambiare di nuovo tutto.
3) Una (buona) morale
Ma c’è una notizia che merita di essere adeguatamente evidenziata e comunicata: secondo una Corte d’appello di questa Repubblica, è ancora possibile affermare il nesso causale tra l’esposizione a una micidiale sostanza tossica come l’amianto e la morte da mesotelioma di uno o più sventurati che a quella sostanza sono stati esposti, a lungo esposti: sul posto di lavoro, per ragioni di lavoro.
E, sulla base di questa evidenza, secondo quella stessa Corte si può, si deve condannare penalmente chi ha esposto quelle persone a quella sostanza senza garantire loro le necessarie e adeguate protezioni.
Vuol dire che in questo Paese la tutela penale della salute dei lavoratori e dei cittadini non soffre (ancora) di zone franche; neanche in quei terreni bui e dolorosi che sono le malattie da lavoro, quelle da inquinamento ambientale, fuori o dentro le fabbriche.
Non è una notizia da poco, specie di questi tempi.
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