[TarantoOnLine] Padre Kizito ricorda Luciano Marescotti. Oggi il saluto dei parenti e degli amici



E' venuto a mancare Luciano Marescotti, nato nel 1921, testimone della
lotta di Liberazione in Romagna, cittadino impegnato umanamente e
civilmente su molti fronti.

Lo ricorda padre Renato Kizito Sesana con questo messaggio:
http://www.peacelink.it/voltana/a/44451.html


Qui sotto riporto il discorso che ho pronunciato durante il rito civile
celebrato oggi nel cimitero di Talsano (Taranto).


--- IN RICORDO DI LUCIANO MARESCOTTI ---

Vogliamo ringraziare chi è voluto venire qui a ricordare e salutare il
nostro papà.

Ringraziamo tutte le persone che in queste ore ci stanno mandando messaggi
di affetto e di vicinanza.

Il nostro papà, Luciano, ci ha lasciato ieri serenamente, in punta di
piedi. Lo avevamo dissetato con il contagocce. Gli avevamo massaggiato la
schiena. Dormiva, aveva il capo reclinato, il viso tranquillo, ci siamo
accorti che il suo cuore aveva smesso di battere, non ha neppure avuto un
momento di agitazione, sembrava che si fosse preparato a questa uscita di
scena discreta, per non dare problemi e per non farci soffrire.

In realtà lui non esce di scena. Perché le sue idee si sono ben radicate
in noi, in profondità nella coscienza. Finché vivranno i suoi ideali,
anche lui vivrà.

Scrisse un partigiano nella sua ultima lettera prima di morire: "Io non
sono che una cosa piccola. Il mio nome sarà presto dimenticato, ma
l'amore, l'ispirazione che mi guidarono continueranno a vivere. Li
incontrerai ovunque: sugli alberi in primavera, negli uomini sul tuo
cammino, in un breve dolce sorriso. Incontrerai ciò che ebbe un valore per
me, l'amerai e non mi dimenticherai".

Queste parole ci hanno guidato e ispirato per lungo tempo. Sentiamo che
Luciano è qui fra noi, in noi, nelle speranze e nei progetti che ci fanno
crescere, credere, piangere e sorridere.

In queste ore stiamo cercando di riordinare i ricordi, i tantissimi
ricordi che ci lascia. Per noi è impossibile pensare che oggi lui vada
via. Ci piace pensare che si è solamente addormentato e che lui è qui in
mezzo a noi noi, sornione, con le sue idee di saggezza, con la sua voglia
di ballare, con il suo ottimismo e la sua voglia di resistere sempre e
comunque.

Luciano ci ha trasmesso un inguaribile ottimismo e una sana volontà di
resistere alle alla sconfitte. Luciano era un disarmante idealista e al
tempo stesso un uomo pragmatico. Era stato un muratore, prima di diventare
un insegnante.

Quando andavamo a trovarlo ci chiedeva di raccontare quello che facevamo e
quando gli parlavamo avvertivamo che le nostre vite avevano un senso, che
le nostre storie avevano un senso e che il senso di tutto era fare felici
le persone, farle sentire sentire vive e piene di speranza.

Noi oggi non celebriamo una funzione religiosa perché papà era laico, lui
avrebbe voluto così. E non dispiacerà alla nostra mamma sentire ricordare
papà in questo modo, senza liturgie ma con tanto affetto e tanta vibrante
voglia di celebrarne la memoria.

A parlare di Luciano vogliamo essere noi che lo abbiamo amato e che lo
abbiamo conosciuto come un padre premuroso, presente, allegro e pieno di
attenzione nei nostri confronti.

Papà ha riassunto in sé la storia del Novecento.

Luciano è nato a Voltana, un piccolo paese della Romagna, nel 1921 e nel
1943 si è unito alla Resistenza quando le truppe nazifasciste avevano
occupato l'Italia. Di quella esperienza papà ha coltivato la memoria e ce
l'ha trasmessa. Ma soprattutto ci ha insegnato a non rassegnarci
all'ingiustizia. E ogni volta che ci sentivamo in difficoltà e avevamo la
tentazione di mollare c'era sempre il pensiero di papà: se ha resistito
lui in condizioni così difficili, dobbiamo resistere anche noi. E così
questo ci ha aiutato ad essere diversi dai rassegnati, dai rinunciatari,
dagli ignavi, dagli opportunisti. Papà è stato garanzia della pulizia
della nostra anima, e della sua resistenza. O anche della resilienza, cioè
di una resistenza intelligente e attiva.

Papà è venuto assieme alla mamma a Taranto nel 1956 e la mamma rimase
affascinata dalla bellezza di questa città. Allora Taranto era un paradiso
e la mamma decise che noi saremmo nati qui. E così è stato, io e Marinella
siamo nati a Taranto.

Papà e mamma sono stati bellissimi, hanno ballato fino a pochi anni fa il
tango. E fino a pochi giorni fa si sono sfidati a dama, in interminabili
partite. E negli ultimi giorni li abbiamo visti parlarsi con gli occhi,
come due fidanzati. La mamma lo ha seguito con un affetto che non ha
eguali, con un buon umore, un garbo e una leggerezza che ci faceva
ricordare il modo con cui lei ci trattava da bambini, con la stessa
premura e le stesse attenzioni che sono una donna può avere. La mamma lo
ha amato come un bambino che nasce mentre stava morendo.

Vorremmo concludere questo nostro saluto collettivo a Luciano leggendo le
parole di Tiziano Terzani, un grande scrittore e testimone di pace, che
disse: "E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell'aria. Allora ogni tanto,
se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci
si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio".

Vi chiediamo un minuto di silenzio per sentirlo qui con noi.

Luciano, papà, grazie.