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"Più controlli ambientali nel Porto di Taranto". Comunicato di PeaceLink
- Subject: "Più controlli ambientali nel Porto di Taranto". Comunicato di PeaceLink
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Mon, 19 Dec 2011 18:29:13 +0100
PeaceLink
sottoscrive e rilancia l'iniziativa del CoCeR di richiedere
maggiori controlli ambientali nel porto di Taranto installando
nuove centraline che svolgano un campionamento in continuo
nell'area portuale, uno dei punti più critici su cui già la
magistratura ha concentrato la propria attenzione per la
dispersione di polveri e l'inquinamento di aria e acqua.
Questa iniziativa del CoCeR è riuscita a
richiamare l'attenzione della Capitaneria di Porto locale e
anche, a livello nazionale, del Capo di Stato Maggiore della
Marina che dichiara di aver "dato disposizione agli organi sanitari di prestare
la massima attenzione al fine di verificare se nell’ambito dei
previsti controlli periodici o in qualsiasi altro momento
dell’attività lavorativa del personale dipendente, dovessero
sorgere indizi di patologie correlabili all’ambiente di lavoro”.
Antonello
Ciavarelli, delegato del Cocer, ha dichiarato: "E'stata
accertata la presenza di diossina nel latte materno; centinaia
di capi di bestiame sono stati abbattuti perché ammalati a causa
della diossina che hanno ingerito con gli alimenti; 800
mitilicoltori si sono ritrovati disoccupati perché nelle famose
(fin dai tempi della Magna Grecia) cozze del Mar Piccolo è stata
trovata una esagerata presenza di diossine, tale da ordinarne la
distruzione, vietarne la vendita e l’allevamento. Lo scenario
infernale è agli occhi di tutti coloro che entrano in città. Le
strade sono di colore rosso, il cattivo odore è costante.
Addirittura le cappelle mortuarie dell’adiacente cimitero, sono
colorate di rosso per non dare l’impressione di essere sporche
di minerali".
Sono
parole che evidenziano una presa di posizione forte e
significativa che - occorre sottolinearlo - proviene dall'ambito
del CoCeR, il Consiglio Centrale di Rappresentanza,
che è l'organo centrale che rappresenta unitariamente il
personale delle Forze Armate a livello nazionale.
Il fatto
che ad occuparsi di ambiente non siano più solo le
associazioni ambientaliste ma interi settori del mondo del
lavoro, è il sintomo della fine dell'isolamento di una
questione - quella dell'inquinamento - fino a qualche anno
fa "confinata" nella dimensione dell'attivismo sociale e del
volontariato civico-sanitario.
Sento di
condividere pienamente le parole del Delegato del CoCeR
Antonello Ciavarelli, e in particolare queste: "L’aspetto
più rilevante delle azioni dei vertici Marina Militare e
Guardia Costiera, oltre che delle rappresentanze Militari, è
sicuramente quello pedagogico nei confronti delle Istituzioni
locali e dei cittadini. Infatti, un controllo più puntuale in
varie zone della città e soprattutto nel porto, di cui si
spera un potenziamento, porterà ad una maggiore presa di
coscienza fra i cittadini della reale situazione
ambientale/sanitaria. Per le industrie, le centraline che
monitorizzano h24 soprattutto nella zona industriale del
porto, saranno la prova del “9” per poter dimostrare il
rispetto delle norme e quindi delle salute dei cittadini che
convivono con la stessa industria. Viceversa, potrà essere
l’occasione per migliorare la condotta e diminuire
l’inquinamento".
Siamo
in presenza di un'iniziativa ambientale e sanitaria importante e
nuova che rivela quanto ormai sia matura la coscienza ambientale
nell'ambito dei lavoratori della Marina Militare e proprio per
questo sarebbe auspicabile che - sulla scia di quanto hanno
fatto i rappresentanti dei militari - facessero
altrettanto le rappresentanze sindacali dei tanti civili
presenti nell'Arsenale Militare e nella Marina Militare in
generale.
E'
veramente positivo inoltre che anche il Siulp, un autorevole
sindacato di polizia, a Taranto sia intervenuto anch'esso
richiedendo una tutela della salute in particolare di coloro che
operano dell'area portuale.
A
Taranto occorre creare e consolidare un'alleanza fra lavoratori,
cittadini e mondo delle professioni. I tanti danneggiati, dai
mitilicoltori agli allevatori che hanno subito la mattanza dei
capi di bestiame contaminati, e la popolazione tutta devono far
sentire la propria voce. Se poi anche i lavoratori della Marina
Militare diventano soggetto attivo, vuol dire che Taranto ha una speranza in più e che la politica ha un alibi in meno per scansare le proprie
responsabilità.
Presidente di PeaceLink |
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