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Scandalo diossina a Taranto. Confindustria critica PeaceLink
- Subject: Scandalo diossina a Taranto. Confindustria critica PeaceLink
- From: "Alessandro Marescotti" <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Sat, 16 Jun 2007 23:57:03 +0200 (CEST)
- Importance: Normal
Diossina, Confindustria vuole chiarezza sui dati L’analisi dell’inquinamento a due istituti certificati Taranto-diossina parte seconda. Non ci sta il capoluogo ionico a passare per la pecora nera che inquina l’Italia con la più alta concentrazione di diossina nell’aria e corre ai ripari, affidando la rilevazione delle molecole tossiche a due istituti certificati. È stata presentata ieri mattina nella sede locale di Confindustria l’importante iniziativa che vede coinvolte l’Ilva, il Cnr, l’Arpa Puglia e l’Istituto nazionale di tutela ambientale. Un altro importante passo di quel protocollo d’intesa firmato da Emilio Riva, Regione e Provincia, con l’ambizioso obiettivo di armonizzare il siderurgico con la città, ormai devastata. Una risposta ai dati pubblicati da “Peacelink” e da L’Espresso che hanno presentato al mondo il capoluogo ionico come l’ultima della classe in fatto di ambiente. La finalità è raccogliere e schedare con esattezza i dati sulle emissioni di diossina dal camino dell’agglomerato dell’Ilva. «Un atto dovuto – ha commentato il presidente di Confindustria Taranto, Luigi Sportelli – perché troppe volte si è puntato il dito contro le fabbriche sulla base di dati imprecisi o di proiezioni. Bisogna tenere conto che molte di queste industrie sono nate decine di anni fa, quando le tecnologie attuali non esistevano. È naturale che con il progresso si dà la possibilità di misurare i livelli di inquinamento che le fabbriche producono e trovare i sistemi migliori per frenarlo. Quello che chiediamo con forza alle istituzioni è che facciano una foto obiettiva della situazione ambientale, solo dopo aver avuto questi dati». Le misurazioni, cominciate ieri mattina, prevedono sei sessioni di campionamento di otto ore ciascuna, effettuate a giorni alterni dai due istituti di ricerca (uno pagato dall’Arpa, l’altro dall’Ilva). I risultati delle analisi saranno disponibili entro la fine di luglio. L’Arpa metterà a disposizione dei ricercatori informazioni affidabili sulla situazione ambientale di base prima dei rilievi, così da consentire un confronto il più obiettivo possibile. «La mia richiesta a Riva – ha detto Giorgio Assennato, direttore di Arpa Puglia – è che i dati finali siano presentati nel corso di un convegno perché ritengo che la verità, anche se negativa (e spero non sia questo il caso), va detta fino in fondo». L’associazione industriali tarantini ha già presentato un progetto per la creazione di un distretto tecnologico dell’ambiente, con tanto di centro di ricerca universitario nella sede dell’attuale Cisi. «Ci auguriamo – ha aggiunto Sportelli – che l’iniziativa diventi presto concreta perché sarebbe un segnale importante per il territorio». Perché la decisione di attivare questi rilievi proprio ora? «Perché l’Ilva vuole attivarsi per capire il fenomeno e prendere i provvedimenti conseguenti – ha spiegato Girolamo Archinà, responsabile dei rapporti istituzionali del siderurgico – il primo passo è adeguarsi alle linea del piano Bat e individuare i percorsi validi». Utopia? Per gli esperti del Cnr, no. «In Friuli, dove le misurazioni avvengono periodicamente (come previsto da una legge regionale) – sottolinea Ivo Allegrini, direttore del Cnr – si tengono sotto controllo le emissioni di diossina. Speriamo di arrivare a questo risultato anche a Taranto». 12.06.2007 ore 14:30:00. http://www.ilmeridiano.info/articolo.php?Rif=13547 Per altre informazioni: http://www.tarantosociale.org --- Sostieni la telematica per la pace, versa un contributo sul c.c.p. 13403746 intestato ad Associazione PeaceLink, C.P. 2009, 74100 Taranto (TA)
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