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Ripubblicizzazione Acquedotto Pugliese: "Abbiamo scritto a Vendola ma non ci ha risposto"
- Subject: Ripubblicizzazione Acquedotto Pugliese: "Abbiamo scritto a Vendola ma non ci ha risposto"
- From: a.marescotti at peacelink.it
- Date: Mon, 11 Dec 2006 01:22:53 +0100 (CET)
- Importance: Normal
Vivace dibattito in Puglia Chi ha interesse a privatizzare l'Acquedotto pugliese? Le dimissioni di Riccardo Petrella da presidente dell'Aqp mettono in luce le contraddizioni fra promesse elettorali, linee di governo nazionale, politiche internazionali e interessi locali. Una nota di Osservatorio Sud e Comitato territoriale contratto mondiale sull'acqua Mentre il dibattito sull'acqua è aperto per difendere l'accesso a tutti di questo bene primario, e sono avviati i processi di ripubblicizzazione e il decreto Lanzillotta ha escluso il servizio idrico dalle liberalizzazioni, la Puglia, inspiegabilmente, va contro corrente. Sintomatiche sono le dimissioni di Riccardo Petrella da presidente dell'Acquedotto pugliese (Aqp), che hanno riaperto il dibattito «spa sì, spa no». Osservatorio Sud e Comitato territoriale contratto mondiale sull'acqua, in un comunicato fanno notare che «la discussione sulla forma dell'ente gestore dell'acqua è talmente centrale, al contrario di quanto sostenuto dal Presidente Nichi Vendola, che ha portato alla rottura della condivisione del percorso di ripubblicizzazione avviato un anno e mezzo fa con la nomina da parte della Regione del prof. R. Petrella alla Presidenza dell'Aqp e con le dichiarazioni rese in più occasioni dal Presidente Vendola o altri rappresentanti regionali (come per esempio i «Cantieri per la Democrazia» dell'autunno 2005, la Conferenza organizzata al Politecnico nel dicembre 2005, e al Forum di «Sbilanciamoci» del settembre di quest'anno) non solo sul riconoscimento dell'acqua bene comune ma sulla necessità della gestione pubblica e partecipata». Attualmente, l'Aqp è una società per azioni che gestisce il servizio idrico con un affidamento cosiddetto «in house» (il cui capitale è totalmente pubblico, detenuto dalla Regione). Per i cittadini pugliesi conta indubbiamente l'efficienza nella gestione dei servizi idrici, la riduzione delle perdite, il funzionamento reale del ciclo di depurazione, ma tali esigenze non solo non debbono essere in contrasto con una gestione effettuata da un ente di diritto pubblico, ma questo deve rimanere l'unico che per sua natura giuridica possa garantire realmente un governo pubblico dell'acqua e dei servizi idrici. «Al contrario una spa a capitale interamente pubblico – sottolinea il comunicato - resta, comunque, una società di diritto privato che, come tale, risponde alle norme a garanzia dell'interesse dei privati e non del rispetto dell'interesse della collettività nel suo insieme. La spa è una società finalizzata per legge al conseguimento del profitto (indipendentemente dalla natura dei suoi azionisti), mentre ai cittadini interessa che l'acqua ed i servizi idrici siano governati da un ente che garantisca gli interessi di tutti e non di pochi. «Una spa può subire variazioni nella proprietà degli azionisti; per questo l'attuale amministrazione Regionale deve rendere definitiva la chiusura ad ogni processo di privatizzazione dell'Aqp, al di là del proprio mandato. «A questo aggiungiamo che siamo preoccupati per i prestiti finanziari da capitale privato a cui è ricorsa l'Aqp, perché chi finanzia gli investimenti può condizionare la linea politica dell'azienda. A parte la dimensione territoriale, vogliamo ancora una volta ricordare come il principio secondo cui l'acqua è e deve rimanere pubblica nella proprietà e nella gestione, è contenuto nel programma elettorale del Governo nazionale ed ha trovato una conferma anche nel decreto Lanzillotta che ha escluso il servizio idrico dalle liberalizzazioni. «È incomprensibile che in Puglia il progetto di fare dell'Aqp il primo modello di gestione pubblico e partecipato si è arrestato, mentre a livello nazionale il Governo sta creando un nuovo quadro legislativo (che vieta la gestione privata dei servizi idrici) ed i Movimenti lanciano una legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione». La nota sottolinea che un mese fa fu inviato un appello, sottoscritto da decine di associazioni ed istituzioni, e centinaia di esponenti della società civile e della cittadinanza, per chiedere al Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, garante dell'impegno di ripubblicizzazione dell'Aqp assunto verso i cittadini pugliesi, ed alla Giunta Regionale, di ricreare le condizioni politiche per far ritornare pubblico l'Acquedotto. «A tale appello non abbiamo avuto risposta. Ricordiamo ancora una volta al Presidente Nichi Vendola gli impegni da lui assunti e la sollecitazione che ci fece in occasione delle elezioni quando ci chiese di non essere lasciato solo e di essere vigili sulla coerenza delle attività di governo rispetto al programma. Il non aver messo il prof. Riccardo Petrella nelle condizioni di portare a termine il suo compito è una drammatica resa alle logiche della privatizzazione». (10 Dicembre 2006) Fonte: http://www.vglobale.it/NewsRoom/index.php?News=2846 Altre info su http://italy.peacelink.org/tarantosociale/articles/art_19656.html
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