Dimissioni di Petrella: la "rivoluzione gentile" della Regione Puglia è in crisi



Lettera a Liberazione

"Non si è mai discusso di consulta dei cittadini, di coinvolgimento dei
cittadini. La gestione interna dell’Acquedotto resta orientata da una
cultura autoritaria e da pratiche tecnocratiche che non hanno trovato
nella Regione alcuna reale opposizione, almeno per quanto abbia potuto
constatare personalmente. A mio parere le ragioni di fondo che hanno
permesso che i «fatti» riportati accadessero sono da imputare alla
tirannia dei rapporti di potere tra i partiti della maggioranza
regionale".

Le dimissioni del prof. Riccardo Petrella - che era stato nominato da
Nichi Vendola presidente dell'Acquedotto Pugliese in quanto economista di
fama mondiale nell'ambito del "pensiero critico" - rilevano un malessere
che provo anche io come pacifista e come ecologista. Più volte PeaceLink
ha tentato di offrire argomenti e proposte alla Regione Puglia. Dalla
questione dei porti a rischio nucleare ai poligoni di tiro. Ma i risultati
sono praticamente vicini allo zero. Se poi passiamo alla questione del
rigassificatore a Taranto siamo di fronte ad una vicenda preoccupante.
Nella Regione c'è pochissima trasparenza come documentano le informazioni
che abbiamo inserito su www.tarantosociale.org
Mettere sul web della Regione le informazioni sulla Valutazione di Impatto
Ambientale è un miraggio. Pochi giorni fa l'assessorato all'Ambiente ha
risposto che non è in grado di fornire in formato digitale i verbali del
Comitato Tecnico Regionale sul rigassificatore di Taranto. L'obiettivo
della trasparenza sembra fallire di fronte ad una sorda resistenza che
trasforma le istituzioni in un bunker da difendere.
Viene purtroppo in tal mondo confermata la tesi di Petrella secondo il
quale "la gestione interna dell’Acquedotto resta orientata da una cultura
autoritaria".
Se poi si aggiunge il fatto che la Regione Puglia si è fatta sponsorizzare
dalla multinazionale Gas Natural (che propone il rigassificatore a Taranto
e che deve essere esaminata in ambito di Valutazione di Impatto Ambientale
dalla Regione stessa) e dall'Ilva (che è la massima fonte di inquinamento
in Puglia)... allora ci scontriamo con qualcosa di ancora più
preoccupante. Per cui le dimissioni di Petrella non possono che spingere i
movimenti e la società civile a non delegare agli apparati di potere della
Regione quella "rivoluzione gentile" che la vittoria di Nichi Vendola
aveva fatto sognare e che in questo momento è in piena crisi.

Alessandro Marescotti
www.peacelink.it