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Traffico illegale rifiuti a Taranto
- Subject: Traffico illegale rifiuti a Taranto
- From: "Legambiente Taranto" <legambiente.taranto at mail.legambiente.com> (by way of Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>)
- Date: Fri, 17 Mar 2006 17:58:37 +0100
Vi inviamo il comunicato stampa del circolo Legambinte Taranto a proposito del traffico illegale dei rifiuti che ha interessato il nostro territorio.
Questa è una vicenda molto grave e ci piacerrebbe tanto che si manifestasse una corale indignazione morale verso questo stato di cose, per dire basta alla disattenzione colpevole nei confronti del nostro ambiente, della salute e delle risorse di tutti noi. Proponiamo delle cose molto precise e concrete, chi può ed ha la responsabilità di governo, evitasse di girare la testa dall'altra parte.
Agli organi d’Informazione
TRAFFICO ILLEGALE DEI RIFIUTI A TARANTO
GLI ENTI LOCALI E LA POLITICA SAPPIANO REAGIRE CON RESPONSABILITA’
La bruttissima vicenda del traffico illegale dei rifiuti, che ha visto coinvolta la Hidrochemical e purtroppo il nostro mare e la nostra salute, rende evidente a tutti che il nostro territorio è fuori controllo e particolarmente preda di inquinatori senza scrupoli.
Ci auguriamo che la magistratura possa andare fino in fondo e fare subito chiarezza. Così come denunciato da Legambiente nazionale e Regionale Puglia, è incredibile credere che siano potuti transitare sul nostro territorio circa 3mila tra autocisterne e Tir pieni di rifiuti senza che nessuno se ne accorgesse.
Questa vicenda, secondo noi, chiama in causa responsabilità che vanno ben oltre quelle criminali degli inquinatori; chiama in causa la politica, gli enti locali, la classe dirigente che ha governato e governa il nostro territorio.
La nostra speranza è che questa vicenda, non potendo sottoscrivere “protocolli d’intesa”, diventi un’occasione per riflettere seriamente ed in modo approfondito sullo stato dell’ambiente del nostro territorio, sulle scelte da compiere e realizzare per controllarlo e gestirlo al meglio. Anche se, la polemica politica che abbiamo letto questa mattina sui giornali, fa temere che dopo i fuochi d’artificio di questi giorni, diventi, come tante altre volte, polvere da mettere sotto il tappeto, in attesa del prossimo evento eclatante.
Per far avanzare il confronto, Legambiente sottopone all’attenzione di tutti, a partire dalle istituzioni locali e dalla Regione Puglia, alcune questioni concrete e puntuali:
1) Dopo che la Hidrochemical è stata interessata dallo scoppio di una cisterna nel maggio 2004 provocando un ferito grave, la sospensione del transito dei treni e un’alta nube scura, cosa è successo? Come è stato possibile che, nonostante l’inchiesta, ci fosse (continuasse?) questo intenso traffico illegale di rifiuti?
2) L’istituto Talassografico del CNR circa tre anni fa ebbe l’incarico dall’allora Amministrazione Provinciale di redigere il censimento degli scarichi industriali. In quel censimento non risultava quello scarico. Il decreto di autorizzazione del Ministero dell’Ambiente all’esercizio della piattaforma di trattamento di rifiuti liquidi industriali della Hidrochemical Service s.r.l. risale al 12/12200. In tale decreto venivano elencate tutte le prescrizioni da ottemperare tra cui “la richiesta del rilascio dell’autorizzazione allo scarico delle acque reflue…” che avrebbero dovuto rilasciare le Amministrazioni interessate. Perché nessuno si è preso la briga di leggere quel decreto e di tenere sotto controllo la realizzazione e l’esercizo delle opere?
3) Perché, dopo il censimento degli scarichi di 3 anni fa, non è stato rinnovato l’incarico all’Istituto Talassografico, o ad altro ente, per svolgere un continuo monitoraggio degli scarichi industriali? Il buon senso, in un’area industriale ad alta densità, suggerirebbe qualche strumento ordinario e continuativo di controllo, non analisi “una tantum”, magari sollecitate dalla magistratura.
4) Chiediamo con forza alle istituzioni locali e al Ministero dell'ambiente che le, purtroppo lentissime, operazioni di bonifica del sito di interesse nazionale di Taranto, individuato dalla Legge 426/98, tengano conto anche dell'inquinamento causato da questo fatto criminale. Si mettano in atto tutte le procedure ed i contatti istituzionali perché vengano svolti subito gli studi di caratterizzazione dell’area al fine di metterla in sicurezza e procedere successivamente alla bonifica.
Ci aspettiamo qualche risposta per cogliere la volontà di cambiare rotta.
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