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"Dopo La Maddalena denuclearizziamo gli altri porti": lettera a Nichi Vendola
- Subject: "Dopo La Maddalena denuclearizziamo gli altri porti": lettera a Nichi Vendola
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Fri, 25 Nov 2005 18:08:00 +0100
Ciao a tutti,oggi La Repubblica, nel suo inserto regionale, ha pubblicato con una discreta evidenza nella pagina delle lettere e delle opinioni, la lettera di PeaceLink a Nichi Vendola. Ieri i giornali locali ne avevano citato ampi stralci.
Riporto qui di seguito la lettera. Invito chi legge questo messaggio a diffonderlo e a scrivere a Vendola. E' necessario che si faccia promotore a livello nazionale di un movimento di governatori regionali che (come Soru) chiedano la denuclearizzazione dei porti. Ossia la fine del transito di sottomarini nucleari nelle acque territoriali. Una volta "saltato" il "tappo" della Maddalena, occorre sfruttare l'annuncio sardo per rivendicare in tutte le regioni interessate la fine del rischio nucleare in mare. Così come ha fatto La Maddalena e il movimento pacifista sardo dando una grande lezione a tutti noi.
Per scrivere a Vendola si può inviare una email a: segreteria.presidente at regione.puglia.ito si può inviare un fax allo 080.5406358 (per verifica telefonare allo 080.5522021)
Un cordiale saluto a tutti Alessandro Marescotti Per informazioni sui porti a rischio nucleare CLICCA su http://italy.peacelink.org/disarmo http://www.tarantosociale.org ---- Lettera a Repubblica --- Al Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola Caro Presidente,il ministro della Difesa Martino ha annunciato il ritiro dei sottomarini Usa dalla Maddalena.
L'incubo dei sottomarini nucleari e del pericolo radioattivo ha in questi anni mobilitato i cittadini della Sardegna. L'annuncio della smobilitazione dalla Maddalena è un importante risultato non solo della pressione pacifista ma anche della forte iniziativa del presidente della Regione Sardegna Renato Soru.
Vorremmo che anche tu facessi come Soru.Ti scriviamo per chiederti di essere la voce di noi tutti. Tu puoi incontrare il governo e dire che a Taranto e Brindisi non devono far più parte della "lista nera" dei porti in cui si può verificare un incidente nucleare. Tu puoi coordinarti con Soru e con tutti i presidenti delle regioni a rischio nucleare.
I porti ufficialmente a rischio nucleare sono Augusta, Brindisi, Cagliari, Castellammare di Stabia, Gaeta, La Maddalena, La Spezia, Livorno, Napoli, Taranto, Trieste. Per essi si dovrebbe applica il decreto lagislativo 230/95 che prevede un obbligo di informazione delle popolazioni interessate al rischio nucleare. Decreto che è restato lettera morta.
E' il momento di agire perché i sottomarini a propulsione nucleare, che comportano un pericolo radioattivo incombente, vengano mantenuti lontani dalle coste.
Il Ministero della Difesa ha il potere di autorizzare o non autorizzare l'accesso ai porti. E' pertanto possibile dire "no".
Occorre evitare che i sottomarini Usa "sfrattati" dalla Maddalena siano accolti in Puglia, la regione più militarizzata d'Italia assieme alla Sardegna. Non vogliamo che la bella vittoria dei pacifisti sardi si trasformi in una maledizione per le nostre coste.
A Taranto sorge la più grande base navale Nato del Mediterraneo ed è previsto un piano di emergenza nucleare in caso di incidente ad un sottomarino a propulsione nucleare. Anche a Brindisi è previsto un analogo piano di emergenza. Taranto e Brindisi devono uscire dalla "lista nera" dei porti a rischio nucleare. E dalla lista nera devono uscire tutti i porti italiani per cui è predisposto un piano in caso di catastrofe ambientale dovuta alla rottura di un propulsore nucleare.
A Taranto abbiamo nei mesi scorsi abbiamo realizzato assemblee pubbliche a Taranto con l'assessore alla Pace Silvia Godelli e all'ambiente Michele Losappio che hanno assicurato l'appoggio della Regione Puglia.
Nel 1968 il sottomarino nucleare Scorpion rischiò di esplodere a Taranto e abbiamo mandato al Prefetto di Taranto le foto del relitto squarciato al largo delle Azzorre, dove esplose poco tempo dopo essere transitato dal porto jonico. Il rischio di una Chernobyl in mare ci ha quindi sfiorato e pochi lo sanno: ma è tutto documentato sul sito www.peacelink.it
Caro Presidente, vogliamo garanzie che nessun sottomarino che lascerà La Maddalena attracchi nei nostri porti e si avvicini alle nostre coste.
Con sincera stima Alessandro Marescotti presidente di PeaceLink www.peacelink.it
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