Taranto base NATO: invitiamo a NON VOTARE chi non parla del rischio nucleare



Dunque lo Stato Maggiore della Marina Militare ha confermato quanto PeaceLink aveva comunicato lo scorso anno e cioè che Taranto era diventata base Nato. Ora vi è la certificazione ufficiale. Tutto ciò è avvenuto in spregio alle regole più elementari della democrazia: il Parlamento non ne era informato. Neppure le Commissioni Difesa sapevano. PeaceLink l'informazione l'ha cercata sul sito Internet del Pentagono e l'ha diffusa, fra l'incredulità e lo scetticismo.

Ora è ufficiale: Taranto è diventata Comando Nato con tanto di "certificato". Ora è la base di una Forza di pronto intervento (Hrf-M, High Readiness Force Maritime), proiettabile in qualsiasi parte del mondo, disponibile per la VI Flotta Usa, per le sue portaerei e i suoi sommergibili atomici. Taranto ha un piano di emergenza nucleare che prevede l'evacuazione della città.

Ciò comporta la responsabilità non solo del Prefetto ma anche del Sindaco. Ma il Sindaco, non possedendo il NOS (Nulla Osta di Segretezza) attualmente non può conoscere il piano che dovrebbe attuare per la protezione civile. E' un sindaco dimezzato e cieco perché il segreto militare gli preclude l'accesso all'informazione.

Purtroppo fino ad ora questi sono stati argomenti non ancora affrontati nel dibattito elettorale e ci auguriamo che divengano una questione centrale. Taranto è dichiarata nel suo statuto "città operatrice di pace e libera da armi di sterminio di massa", ma tutto questo viene vanificato se la città diventa sempre più punto di snodo delle rotte di navi e sottomarini Nato dotati di reattori nucleari.

L'Autorità Portuale dovrebbe sapere che ogni transito di tal genere comporterebbe l'automatica paralisi del traffico civile, ai sensi delle attuali norme di navigazione che non consentono il contemporaneo flusso di navi civili e natanti a propulsione nucleare. E dovrebbe esprimersi, così come ha fatto l'autorità portuale di Napoli.

Ma vi sono ulteriori dati che i politici dovrebbero sapere e affrontare.

Poiché i cittadini non sono informati dei rischi nucleari a cui vanno incontro, una procedura di infrazione in merito è stata avviata dalla Commissione europea per violazione delle Direttive che impongono l'informazione della popolazione nelle aree a rischio nucleare. Si sta replicando l'inadempienza cronica dell'Italia, già nota a suo tempo con la non ossservanza della direttiva Seveso.

Attendiamo una risposta dalle autorità, e anche dai candidati che si presentano alle elezioni.

Non è una questione secondaria: Taranto può diventare una seconda Chernobyl.

I reattori nucleari che tutti i sottomarini Usa hanno a bordo sono un pericolo per il nostro mare e per tutta la popolazione.

Invitiamo a NON VOTARE chi finge di non sapere, chi mostra indifferenza, chi crede che la politica non debba occuparsi del rischio nucleare.

Chiunque invece vuole dichiararsi contro il rischio nucleare è pregato di segnalarcelo con una e-mail a volontari at peacelink.it

Metteremo su Internet chi prenderà posizione con sincerità e coraggio.

Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink