lettera di una comuntà parrocchiale ad Emilio Riva, proprietario dell' ILVA



Al termine della celebrazione domenicale del 17 agosto sul tema del pane eucaristico è stata indirizzata una lettera aperta ad Emililo Riva, proprietario dell'ILVA, dal titolo provocatorio: "Morire per un pane o un pane per vivere?"; se ne propone il testo ai fini della sua diffusione.

info: 335.6273269 - 099.7772528


MORIRE PER UN  PANE O UN PANE PER VIVERE?

Lettera aperta a Emilio Riva, proprietario ilva



Egregio sig. Riva,

può sembrarle strano che a scriverle sia un sacerdote, ma come parroco della comunità Regina Pacis di Lama condivido le preoccupazioni delle famiglie i cui congiunti, padri o figli, lavorano presso il suo stabilimento di Taranto. Le notizie sui frequenti infortuni che avvengono nel siderurgico sono fonte di apprensione soprattutto quando si rivelano mortali come nel caso dei due giovani operai schiacciati da una gru alcuni mesi fa. Riflettendo come comunità cristiana sulla dignità del lavoratore, alla luce della dottrina sociale della chiesa, ci siamo convinti che un lavoro, per quanto necessario e indispensabile, non possa essere fatto costi quel che costiperché il costo può essere la stessa vita. Si può morire per un pane? È linterrogativo angoscioso che ci siamo posti; non dovrebbe il lavoro procurare il pane per vivere? Non sono un esperto di economia né un sindacalista, ma ho limpressione che il lavoro e con esso il lavoratore siano ridiventati una merce e come tale trattata con il solo criterio del suo costo. Prima del mero calcolo viene la salvaguardia del lavoratore, la sua protezione, la sua dignità come persona, che si concretizzano nella sicurezza sul lavoro, nel riposo dalla fatica, nella protezione dalla malattia, nell'aumento della professionalità, nella formazione, in una parola tutto quello che riguarda letica del lavoro.

La mia richiesta, che dà voce alle silenziose ansie delle famiglie, è che non venga risparmiato nulla in termini di sicurezza degli impianti, di prevenzione, di formazione per i giovani operai al fine di evitare che si ripetano tragedie già vissute; pensi non solo come un imprenditore ma anche come un padre& sono certo che non le manchino le idee e gli strumenti per procedere verso questa umanizzazione del lavoro che dia non solo un salario ma anche serenità e fiducia nel futuro.

Certo della sua sensibilità la saluto cordialmente a nome di tutta la mia comunità.

Sac. Cosimo Damasi

Parroco della chiesa Regina Pacis


LAMA - TARANTO