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Ultimo appello per i Referendum
- Subject: Ultimo appello per i Referendum
- From: "PRENESTE ANZOLIN" <p.anzolin at deor.com> (by way of Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>)
- Date: Fri, 13 Jun 2003 19:35:34 +0200
Facciamo girare una parola d'ordine: alle 08.00 di domenica 15 tutti a votare....al primo rilevamento delle 11.00 deve essere plausibile a tutti che il quorum sarà raggiunto.
Ciao Tito In allegato le ragioni dei 2 SI: facciamoli girare fino all'ultimo momento. APPELLO PER IL SI’ AL REFERENDUM PER LA ABROGAZIONE DELLA SERVITU’ COATTIVA DI ELETTRODOTTOLe norme che si vogliono abrogare (art. 119 T.U. elettricità e acque e art. 1056 C.C.) impongono che il proprietario di un fondo non si può opporre al passaggio delle linee elettriche in media e in alta tensione (elettrodotti). Non riguardano i cavi elettrici in bassa tensione (380 o 220 V), Tali norme vengono invocate tutte le volte che deve essere costruito un elettrodotto, per imporre automaticamente la servitù di elettrodotto sui terreni interessati e quindi pagare il costo di utilizzo del suolo con una somma simbolica. Le norme sono state adottate negli anni ’30 quando l’Italia era un Paese agricolo e occorreva elettrificare il Paese. Oggi non è più così. Come ricordato dalla Corte Costituzionale nella sentenza che ha dichiarato la ammissibilità del quesito referendario, una rete di centinaia di migliaia di chilometri copre la Penisola. Ciò ha favorito un modello di sviluppo, basato sul trasporto mediante grandi elettrodotti dell’energia elettrica prodotta principalmente nelle centrali che sfruttano combustibili fossili come il petrolio e il carbone e le cui emissioni sono alla origine dell’effetto serra, del buco dell’ozono, dei cambiamenti climatici. Al contrario. La abrogazione delle norme sottoposte a referendum ricorda ancora la Corte favorirà il riequilibrio del mercato dell’energia distorto dall’ incentivo agli elettrodotti costituito dalle norme di legge da abrogare, promuovendo lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile: l’energia solare su tutte che viene consumata in prossimità del luogo di produzione e non abbisogna del trasporto mediante elettrodotti.
Un secondo e non minore obiettivo del referendum è: il contenimento dell’elettrosmog.L’elettrosmog è l’inquinamento causato dal campo magnetico e dal campo elettrico prodotti dal passaggio della corrente elettrica. La fonte più importante di tale forma di inquinamento sono gli elettrodotti. Molti studi epidemiologici hanno constatato che i bambini esposti al campo magnetico, anche di debole intensità, generato da elettrodotti ammalano di leucemia infantile molto più frequentemente di quelli non esposti. Il NIEHS l’istituto federale americano per la salute ambientale ha classificato il campo magnetico generato dai cavi di corrente elettrica possibile cancerogeno già nel 1998. La IARC, la Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione, ha classificato lo stesso campo elettromagnetico possibile cancerogeno nel 2001: entrambi gli istituti attribuiscono tale classificazione alla aumentata incidenza della leucemia infantile in prossimità degli elettrodotti. Si è tentato di limitare la esposizione delle persone al campo magnetico generato dagli elettrodotti introducendo limiti di esposizione e distanze di rispetto degli elettrodotti dalle case: un decreto del 1992, voluto dall’allora ministro dell’ambiente Ruffolo, interpretato da successive circolari, decreti, leggi, non è mai stato rispettato, nel senso che i limiti di esposizione e le distanze di rispetto ivi previsti non sono attualmente osservati. Un sì a questo referendum porterà alla riduzione delle fonti di inquinamento magnetico: meno chilometri di elettrodotti, per i quali non ci sarà più il vantaggio economico della servitù coattiva dei suoli, significherà meno occasioni di esposizioni di bambini nelle case e nelle scuole oggi prossime agli elettrodotti. Il proprietario del fondo potrà contrattare con la compagnia elettrica il passaggio dell’elettrodotto e lo farà certamente pensando anche alla sua salute e a quella dei suoi figli o nipoti. Per lo stesso motivo: un sì a questo referendum porterà anche a uno sviluppo equilibrato della rete costituita dalle antenne radio per il servizio telefonico. Un recente decreto noto come decreto sblocca-antenne - pubblicato il 14 settembre 2002, quindi successivamente al deposito delle firme di sottoscrizione di questo quesito referendario avvenuto il 9 agosto 2002, aggrava la servitù coattiva di elettrodotto modificando l’articolo 230 del Codice Postale dove si prevede per gli edifici il passaggio di cavi per le antenne riceventi poste sugli edifici medesimi. La modifica trasforma tale obbligo di passaggio in una servitù di elettrodotto poiché estende l’applicazione della norma postale, pensate per le antenne di ricezione televisiva, ai cavi di alimentazione del segnale, in media tensione, alle antenne radio per la telefonia. La servitù è ulteriormente aggravata dalla legittimazione delle società licenziatarie del servizio di telefonia mobile ad agire in giudizio anche per risarcimento del danno emergente e del lucro cessante - nei confronti di quanti si oppongano alla servitù con la conseguente limitazione del diritto di difesa di cittadini e consumatori. In caso di vittoria del sì anche tale modifica dell’art. 230 del codice postale sarà abrogata, in quanto norma successiva che aggrava l’efficacia della norma che impone la servitù coattiva di elettrodotto sottoposta a referendum. Un ultimo ma non meno importante motivo per la abrogazione della servitù coattiva da elettrodotto è che in presenza di tale norma sottoposta a referendum gli elettrodotti sono costruiti senza concessione edilizia. Si tratta di opere il cui impatto ambientale è talmente elevato che la Comunità Europea ha stabilito con direttiva la necessità di una Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) preliminare alla costruzione degli elettrodotti in alta tensione. Il decreto italiano di recepimento DPR 27 aprile 1992 ha depotenziato la direttiva europea richiedendo la V.I.A. solo per gli elettrodotti da 220 e da 380 kV, non per quelli che sono comunque classificati in alta tensione da 60, 132, 150 kV. Opere tanto impattanti non richiedono né V.I.A. né concessione edilizia , laddove giustamente la concessione edilizia - oggi permesso di costruire - è richiesta non appena si metta mano alla costruzione anche solo di una piattaforma. In caso di vittoria del sì la edificazione di elettrodotti sarà sottoposta alla valutazione del Comune per il rilascio della concessione edilizia e dunque alla preventiva valutazione dei possibili effetti nocivi per la salute da parte della azienda sanitaria, ai sensi dell’art. 220 del T.U. delle leggi sanitarie.
Per·il riequilibrio del mercato dell’energia che favorisca le fonti rinnovabili, in particolare l’energia solare, VOTA SI’ AL REFERENDUM PER L’ABROGAZIONE DELLA SERVITU’ COATTIVA DA ELETTRODOTTO ·il contenimento dell’elettrosmog, mediante il mantenimento in funzione di un minor numero di chilometri di elettrodotti con la conseguente minore probabilità di esposizione dei bambini al campo magnetico e dunque una minore incidenza della leucemia infantile, VOTA SI’ AL REFERENDUM PER L’ABROGAZIONE DELLA SERVITU’ COATTIVA DA ELETTRODOTTO ·il contenimento dell’elettrosmog, mediante l’abrogazione della modifica del Codice Postale introdotta dal decreto sblocca-antenne che impone la servitù del passaggio del cavo di alimentazione del segnale alle antenne per la telefonia, VOTA SI’ AL REFERENDUM PER L’ABROGAZIONE DELLA SERVITU’ COATTIVA DA ELETTRODOTTO ·il contenimento dell’impatto ambientale degli elettrodotti e delle costruzioni elettriche, mediante l’esercizio da parte dei Comuni, adiuvati dall’autorità sanitaria, della potestà di rilasciare il permesso costruire e di perseguire l’abuso edilizio, VOTA SI’ AL REFERENDUM PER L’ABROGAZIONE DELLA SERVITU’ COATTIVA DA ELETTRODOTTO
Mai più un elettrodotto nel mio giardino. Mai più i bambini nelle scuole sotto i cavi di alta tensione. Mai più leucemie infantili da elettrosmog Dall’Italia, maggio e giugno 2003 Il Comitato Promotore del Referendum “Servitù coattiva da elettrodotto: abrogazione” IL 15 GIUGNO VOTIAMO SI PER ESTENDERE L’ART. 18 A TUTTE E A TUTTI COMITATO DELLA PUGLIA PER IL SI AI REFERENDUMLa Corte Costituzionale ha ammesso il referendum per estendere l'articolo 18 ai lavoratori ed alle lavoratrici delle aziende al di sotto dei 15 dipendenti. La possibilità di essere reintegrato sul posto di lavoro dopo un licenziamemo senza giusta causa è un diritto fondamentale di ogni lavoratore in quanto essere umano dotato di una dignità, non riducibile alle proprie condizioni di sfruttamento. E questo diritto non può essere subordinato al numero di dipendenti o a qualsiasi altra restrizione. Un diritto è una condizione universale che non può valere per alcuni e non per altri. Un diritto non è una iattura, ma una ricchezza di ogni persona; un diritto non può essere un ricatto sull'occupazione, ne racconta viceversa la civiltà. Questa decisione delta Corte Costituzionale è una prima vittoria di chi, come noi, intende la lotta contro il neoliberismo come la massima estensione dei diritti umani e sociali all'intera umanità, nel mondo del lavoro come nel complesso della società. Ora si tratta di vincere il referendum: ciò significherebbe invertire una tendenza per passare dalla tenuta difensiva alla pratica del cambiamento, riaccendere la fiducia in una politica diversa che parta dai bisogni reali delle persone e non solo dagli interessi dei più forti. L’approvazione popolare del referendum favorirebbe una nuova stagione dei diritti, dando impulso a iniziative legislative tese a garantire e regolare condizioni di lavoro anomale e irregolari, come quelle degli occupati a tempo determinato e dei “collaboratori continuativi”, e rilancerebbe la lotta contro il lavoro nero. Specialmente in Puglia, come nelle regioni meridionali, dove le condizioni di chi lavora sono prive, molto spesso, di tutele e di garanzie, la lotta per i diritti del mondo del lavoro verrebbe rafforzata da una vittoria del Sì. Il governo, in maniera del tutto abnorme e senza precedenti, annuncia di volersi impegnare con tutti i mezzi per la vittoria del No: una ragione in più per condividere fino in fondo la scelta del referendum, una scelta in nome della democrazia e della civiltà del lavoro. Rivolgiamo un appello agli organi della comunicazione di massa, affinché venga garantita un’informazione completa e corretta sulle ragioni del Sì, e venga contrastato il tentativo già in atto di oscurarle. A tutti e a tutte chiediamo di aderire alla campagna referendaria, di costituire ed appoggiare i Comitati per il Sì in ogni comune, fabbrica, ufficio, luogo di studio.
ADERENTI AL COMITATO Teresa Angelillo presidente direttivo regionale Cgil Scuola - Puglia Giovanna Aquaro docente di Latino e Greco liceo Socrate Bari Imma Barbarossa Casa delle Culture - Bari Rosina Basso docente di Storia e Filosofia liceo Scacchi Bari Michele Bellomo Portavoce nazionale Bari Pride Lea Borrelli del Forum per la scuola pubblica Bari Angelo Cardone Coordinatore Giovani Comuniste/i - Puglia Giancarlo Canuto di A Sinistra Brindisi Michele Cecere di Oltre il Girotondo Bari Alessandro Cobianchi presidente regionale Arci Puglia Giorgio Codardo segreteria Camera del Lavoro Cgil - Lecce Arturo Cucciolla architetto Bari Sabino De Razza coordinatore Rdb Puglia Michele Di Lorenzo segretario federazione dei Verdi Puglia Michele Di Schiena magistrato di Cassazione Brindisi Domenico D’Onchia Socialismo 2000 Ds Puglia Vito Favia segreteria Flai Cgil Puglia Giuseppe Filannino segreteria Camera del Lavoro Molfetta Tommaso Fiore primario di Rianimazione Policlinico di Bari Francesco Grelle preside di Giurisprudenza Lecce Francesco La Cava segretario Fiom Cgil Puglia Andrea Ligorio Associazione Rinnovamento della Sinistra Bari Domenico Lomelo consigliere regionale Verdi Bari Michele Losappio consigliere regionale Prc Bari Carlo Madaro consigliere regionale Italia dei Valori Lecce Pasquale Martino segretario Prc Puglia Michele Matera Rsu Osram, segreteria provinciale Filcea-Cgil Bari Antonio Mazzarella medico direttivo provinciale Funzione Pubblica Cgil Bari Luciano Mineo consigliere regionale Ds Taranto Isidoro Mortellaro ordinario di Dottrine Politiche Università di Bari Guido Pasquariello Cnr Bari Antonella Perrone segreteria Camera del Lavoro Cgil Lecce Giacomo Princigalli direzione regionale Ds Puglia Lino Romanelli federazione Cobas Puglia Antonello Rustico - Rsu Serono Pharma, segreteria provinciale Filcea-Cgil Bari Angelo Rossi Associazione per il Rinnovamento della Sinistra Foggia Ruggiero Crudele Direttivo prov.le Filtra Cgil - Bari Arcangelo Sannicandro consigliere regionale Prc Foggia On. Alba Sasso deputata della Puglia Giuseppe Scognamillo coordinatore Lavoro e Società Cgil Puglia Donato Sivo Medicina del Lavoro Bari Giuseppe Stea direzione nazionale Ds TarantoMarcello Strazzeri - direttore del Dipartimento di Scienze Sociali Università di Lecce
Vittorio Tanzarella Comitato per una pace giusta in Palestina - Bari Silverio Tomeo del Lecce Social Forum Romeo Tuosto Segreteria prov.le Funzione Pubblica Cgil - Bari On. Nichi Vendola deputato della Puglia Bruno Veneziani ordinario di Diritto del Lavoro Università di Bari Pasquale Voza ordinario di Letteratura Italiana Università di Bari Associazione A Sinistra Brindisi Associazione “Italia Giusta secondo la Costituzione” Bari Coordinamento “Diritti al Pride” - Bari Csoa Coppola Rossa Adelfia Csoa Fabbrica Sociale Trani Sinistra Giovanile sez. di Noci Redazione “Brecce, cantiere sociale” Ceglie Messapica Redazione “Le passioni della sinistra” Molfetta
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