lettera al Corriere del Giorno



Gentile Direttore,
Le scriviamo per informarLa che è in corso un appello al Papa in favore dell'obiezione di coscienza alla guerra. L'appello ha raccolto altre 2000 adesioni, tra le quali anche la nostra.

Siamo la voce di un popolo: tra noi vi sono cattolici, cristiani di diverse confessioni, fedeli di altre religioni e non credenti.

Siamo in tanti: uomini e donne diversi per credo religioso e politico, per provenienza e cultura, per condizioni e scelte di vita. Ci lega un filo: non vogliamo guerre, non vogliamo questa guerra.

Temiamo che ormai gli organi istituzionali e le diplomazie, molti Capi di Stato e politici, non abbiano la volontà o la forza per evitare un altro massacro.

Ci siamo rivolti al Papa perché chiedesse, ancora una volta, a governanti e governati di non fare questa guerra, invitando ogni uomo e donna di buona volontà a porre ad essa obiezione di coscienza. Gli abbiamo chiesto un'affermazione semplice e univoca, che non lasci scappatoie per gli incisi e i distinguo: l'obiezione di coscienza a questa guerra.

Ora vogliamo rivolgerci anche a lei, Direttore, ai militari, ai politici, e a tutti i cittadini e le cittadine per chiedere anche a voi, quanto abbiamo chiesto al Papa in relazione alla guerra: che i parlamentari non la deliberino, che i militari non la combattano, che ogni persona, secondo le sue possibilità, percorra attivamente la strada dell'obiezione e della non collaborazione.

Ci sentiamo accanto al popolo iracheno, che da una guerra vedrebbe solo accresciute le proprie sofferenze. Ci sentiamo accanto alle vittime di ogni guerra, di ogni terrorismo e a tutti i crocefissi della storia.

Confidiamo che anche lei, Direttore, si unisca a questo popolo, pubblicando questa lettera e unendosi all'appello. Grazie.


don Daniele D'Elia
Alessandro Marescotti
Giovanni Matichecchia