18 febbario: marcia della pace anche a Massafra




Carissimo Alessandro,

facendo seguito al documento che ti ho precedentemente inviato e che ha
visto salire a 44 il numero delle associazionie e dei gruppi che hanno
firmato, ti invio il documento ufficiale dell'Amministrazione del comune di
Massafra che è stato approvato il 31 gennaio in una seduta del Consiglio
Comunale. Tutti favorevoli meno uno che si e' astenuto. L'amministrazione,
occorre precisare, è di destra e con una massiccia maggioranza.
Il documento di condanna della guerra che e' frutto del lavoro della conferenza dei capigruppo e del presidente del consiglio comunale, contiene anche
un accenno alle modifiche che il governo cerca di apportare alla 185,
modifiche che vengono condannate anche se espresse in maniera un po'
confusa.
All'inizio della seduta consiliare che ha visto l'approvazione del
documento, abbiamo ottenuto di leggere un breve documento col quale il
Comitato donava al Comune la Bamdiera della Pace con preghiera di esporla
nell'aula, cosa che puntualmente e' stata fatta.

Sabato alle ore 18 ci sara' una Marcia della pace che partirà da Piazza Garibaldi e si concluderà al Palazzetto dello Sport, messo a disposizione gratuitamente dalla amministrazione comunale, ove ci sara' un momento di riflessione. Durante la Marcia non saranno ammessi bandiere di appartenenza a gruppi, partiti o associazioni, ma solo bandiere della pace, drappi bianchi o striscioni con frasi di pace.

E' proprio certo che nessuno di voi, di Peacelink possa venire alla conclusione della marcia per dare una testimonianza ?


Ecco il documento.

----------

A Sua Santita' Papa Giovanni Paolo II

Roma



Al Presidente della Repubblica

Carlo Azelio Ciampi



Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Senatore Pera



Al Presidente della Camera dei Deputati

Onorevole  Casini



Al Ministro della Difesa

On. Martino



Al Senatore Lino Nessa



All'On. Carmelo Patarino



All'Ambasciatore Americano in Roma





L 'Italia ripudia la guerra come strumento per la risoluzione dei conflitti
internazionali '

(art. 11 della Costituzione)



Il Consiglio Comunale approva in data 31.1.2003, all'unanimità, il seguente
documento:



Tacere sarebbe un crimine di guerra

Siamo, probabilmente, alla vigilia di un nuovo drammatico e sanguinoso
conflitto contro l'Iraq che sarà pagato essenzialmente dal popolo iracheno e
non dalla spietata oligarchia degli Hussein che fornisce alibi per
l'eventuale attacco

Le ripetute ed esplicite condanne del Papa contro l'assurdo teorema della
"guerra preventiva", non solo ci trovano in completa sintonia, ma rafforzano
in noi la convinzione della falsa giustificazione

di una guerra che vuole ripristinare nel mondo "pace duratura" e "libertà
infinita".

Noi cristiani e tutti quelli che credono, invece, nella dignità umana, nella
giustizia sociale e nella fratellanza, abbiamo l'obbligo morale di
smascherare la logica delle guerre che sottende alle scelte politiche dei
potenti della terra che, troppo spesso, osano definirsi cristiani.

La strada che Cristo ha indicato senza equivoci è quella della denuncia e
della testimonianza nonviolenta.

Riteniamo che la denuncia del Papa deve essere accompagnata da concreti
gesti di disobbedienza

civile e d'obiezione di coscienza a partire da tutti i gruppi sociali e da
tutte le comunità per ammutolire i proclami di guerra.

Dobbiamo convincerci che la guerra è contro l'uomo, contro la persona umana
per la distruzione della persona stessa, a cominciare chiaramente dalla
distruzione dei più indifesi.



Riteniamo che la razionalità sia dell'uomo, sia espressione della dignità
dell'uomo, sia l'etica dell'uomo; dall'applicazione della stessa scaturisce
il dialogo, il colloquio, il saper discutere, il convincere, il
confrontarsi.

Le alleanze tra i popoli sono un movimento naturale delle persone.

Le alleanze servono per potersi difendere e vivere meglio, per sentirsi più
sicuri, per creare quel cerchio" simbolico che tanti uomini hanno proposto,
nel corso della storia, quale simbolo d'imitazione, quel cerchio che pone
gli uomini alla pari tra loro, al rispetto dell'individuo perché tale,
essere vivente, e al rispetto delle norme democratiche che regolano le
società.

La storia purtroppo, ci ha insegnato anche che esistono uomini e popoli che
c'impongono la 'linea' simbolica, che in contrapposizione al cerchio, è quel
simbolo strutturato dal capo e dalla coda, quella linea che simboleggia lo
schieramento di quelle forze bellicose che non creano alleanze ma
predominano sulle stesse creando posizioni di dominio e d'imposizione,
ebbene quella non è alleanza.

Non ci sono argomenti che possano in alcun modo giustificare una
partecipazione dell'Italia alla guerra che gli Stati Uniti si stanno
preparando a scatenare contro l'Iraq.

Signori Presidenti, garanti della Costituzione e della vigilanza
sull'osservanza dello Statuto, noi siamo certi che Le S.S.V.V. dispongano
dell'autorevolezza, dell'esperienza, della lucidità, della prudenza e della
forza morale necessarie a richiamare i suoi colleghi internazionali ad una
più equa e concreta valutazione dell'attuale momento politico, che di tutto
ha bisogno meno che di un nuovo indiscriminato uso delle armi e della
violenza contro un popolo.

Vi esortiamo a farvi carico della ferma volontà dei popoli d'Europa: che
vogliono essere protagonisti non di guerre, bensi' di pace; che intendono
farsi portatori di soluzioni della crisi attuale nel segno della legalità
internazionale e della ragionevolezza, non in quello dell'arroganza e della
prevaricazione.

Una riabilitazione della guerra equivarrebbe alla dissoluzione dell'Onu, la
cui ragion d'essere risiede precisamente nella messa aI bando della guerra e
nel mantenimento della pace, attraverso un complesso sistema di misure che
include un uso regolato e controllato della forza sotto la costante
direzione del Consiglio di Sicurezza.

Il popolo italiano disapprova con tutte le sue forze il massacro d'innocenti
nel nome degli interessi di chi controllano le risorse energetiche del
pianeta.

Considerando, inoltre, paradossale che mentre da un lato si vuole combattere
contro il terrorismo, dall'altro si allarghino le maglie del controllo della
vendita di armi con tutti i rischi che ne conseguono, ovvero, il disegno di
legge che modifica la legge 185; e, nel chiedere ai membri del parlamento di
votare contro questo disegno di legge che costituisce un grave passo
indietro per la pace e la giustizia; si invitano, altresì, i parlamentari
eletti nei collegi della Provincia ad attivarsi affinché ltltalia si faccia
promotrice, a livello internazionale, di un'iniziativa volta a una maggiore
severità nel controllo del commercio di armi e ad un maggiore impegno nella
prevenzione dei conflitti.

Onorevoli Signori, esterniamo i nostri intenti senza nutrire alcuna
intenzione intimidatoria né ricattatoria.

Al contrario, che si accolga lealmente la nostra voce facendola propria, con
preghiera di ricordare ai governi ed ai popoli del mondo, ben alte le
ragioni della pace e della giustizia. Se questa sarà la Vostra scelta,
potrete, senza riserve, contare sul nostro fermo sostegno e sul nostro
sincero impegno.




Il Consiglio Comunale di Massafra


Seduta del 31.01.2003


Il   Presidente del Consiglio

Dott. Giuseppe Cardillo