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18 febbario: marcia della pace anche a Massafra
- Subject: 18 febbario: marcia della pace anche a Massafra
- From: "Giovanni Tammaro" <tammaro at digitalfreedom.it> (by way of Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>)
- Date: Wed, 12 Feb 2003 22:42:07 +0100
Carissimo Alessandro, facendo seguito al documento che ti ho precedentemente inviato e che ha visto salire a 44 il numero delle associazionie e dei gruppi che hanno firmato, ti invio il documento ufficiale dell'Amministrazione del comune di Massafra che è stato approvato il 31 gennaio in una seduta del Consiglio Comunale. Tutti favorevoli meno uno che si e' astenuto. L'amministrazione, occorre precisare, è di destra e con una massiccia maggioranza.Il documento di condanna della guerra che e' frutto del lavoro della conferenza dei capigruppo e del presidente del consiglio comunale, contiene anche
un accenno alle modifiche che il governo cerca di apportare alla 185, modifiche che vengono condannate anche se espresse in maniera un po' confusa. All'inizio della seduta consiliare che ha visto l'approvazione del documento, abbiamo ottenuto di leggere un breve documento col quale il Comitato donava al Comune la Bamdiera della Pace con preghiera di esporla nell'aula, cosa che puntualmente e' stata fatta.Sabato alle ore 18 ci sara' una Marcia della pace che partirà da Piazza Garibaldi e si concluderà al Palazzetto dello Sport, messo a disposizione gratuitamente dalla amministrazione comunale, ove ci sara' un momento di riflessione. Durante la Marcia non saranno ammessi bandiere di appartenenza a gruppi, partiti o associazioni, ma solo bandiere della pace, drappi bianchi o striscioni con frasi di pace.
E' proprio certo che nessuno di voi, di Peacelink possa venire alla conclusione della marcia per dare una testimonianza ?
Ecco il documento. ---------- A Sua Santita' Papa Giovanni Paolo II Roma Al Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi Al Presidente del Consiglio dei Ministri Senatore Pera Al Presidente della Camera dei Deputati Onorevole Casini Al Ministro della Difesa On. Martino Al Senatore Lino Nessa All'On. Carmelo Patarino All'Ambasciatore Americano in Roma L 'Italia ripudia la guerra come strumento per la risoluzione dei conflitti internazionali ' (art. 11 della Costituzione) Il Consiglio Comunale approva in data 31.1.2003, all'unanimità, il seguente documento: Tacere sarebbe un crimine di guerra Siamo, probabilmente, alla vigilia di un nuovo drammatico e sanguinoso conflitto contro l'Iraq che sarà pagato essenzialmente dal popolo iracheno e non dalla spietata oligarchia degli Hussein che fornisce alibi per l'eventuale attacco Le ripetute ed esplicite condanne del Papa contro l'assurdo teorema della "guerra preventiva", non solo ci trovano in completa sintonia, ma rafforzano in noi la convinzione della falsa giustificazione di una guerra che vuole ripristinare nel mondo "pace duratura" e "libertà infinita". Noi cristiani e tutti quelli che credono, invece, nella dignità umana, nella giustizia sociale e nella fratellanza, abbiamo l'obbligo morale di smascherare la logica delle guerre che sottende alle scelte politiche dei potenti della terra che, troppo spesso, osano definirsi cristiani. La strada che Cristo ha indicato senza equivoci è quella della denuncia e della testimonianza nonviolenta. Riteniamo che la denuncia del Papa deve essere accompagnata da concreti gesti di disobbedienza civile e d'obiezione di coscienza a partire da tutti i gruppi sociali e da tutte le comunità per ammutolire i proclami di guerra. Dobbiamo convincerci che la guerra è contro l'uomo, contro la persona umana per la distruzione della persona stessa, a cominciare chiaramente dalla distruzione dei più indifesi. Riteniamo che la razionalità sia dell'uomo, sia espressione della dignità dell'uomo, sia l'etica dell'uomo; dall'applicazione della stessa scaturisce il dialogo, il colloquio, il saper discutere, il convincere, il confrontarsi. Le alleanze tra i popoli sono un movimento naturale delle persone. Le alleanze servono per potersi difendere e vivere meglio, per sentirsi più sicuri, per creare quel cerchio" simbolico che tanti uomini hanno proposto, nel corso della storia, quale simbolo d'imitazione, quel cerchio che pone gli uomini alla pari tra loro, al rispetto dell'individuo perché tale, essere vivente, e al rispetto delle norme democratiche che regolano le società. La storia purtroppo, ci ha insegnato anche che esistono uomini e popoli che c'impongono la 'linea' simbolica, che in contrapposizione al cerchio, è quel simbolo strutturato dal capo e dalla coda, quella linea che simboleggia lo schieramento di quelle forze bellicose che non creano alleanze ma predominano sulle stesse creando posizioni di dominio e d'imposizione, ebbene quella non è alleanza. Non ci sono argomenti che possano in alcun modo giustificare una partecipazione dell'Italia alla guerra che gli Stati Uniti si stanno preparando a scatenare contro l'Iraq. Signori Presidenti, garanti della Costituzione e della vigilanza sull'osservanza dello Statuto, noi siamo certi che Le S.S.V.V. dispongano dell'autorevolezza, dell'esperienza, della lucidità, della prudenza e della forza morale necessarie a richiamare i suoi colleghi internazionali ad una più equa e concreta valutazione dell'attuale momento politico, che di tutto ha bisogno meno che di un nuovo indiscriminato uso delle armi e della violenza contro un popolo. Vi esortiamo a farvi carico della ferma volontà dei popoli d'Europa: che vogliono essere protagonisti non di guerre, bensi' di pace; che intendono farsi portatori di soluzioni della crisi attuale nel segno della legalità internazionale e della ragionevolezza, non in quello dell'arroganza e della prevaricazione. Una riabilitazione della guerra equivarrebbe alla dissoluzione dell'Onu, la cui ragion d'essere risiede precisamente nella messa aI bando della guerra e nel mantenimento della pace, attraverso un complesso sistema di misure che include un uso regolato e controllato della forza sotto la costante direzione del Consiglio di Sicurezza. Il popolo italiano disapprova con tutte le sue forze il massacro d'innocenti nel nome degli interessi di chi controllano le risorse energetiche del pianeta. Considerando, inoltre, paradossale che mentre da un lato si vuole combattere contro il terrorismo, dall'altro si allarghino le maglie del controllo della vendita di armi con tutti i rischi che ne conseguono, ovvero, il disegno di legge che modifica la legge 185; e, nel chiedere ai membri del parlamento di votare contro questo disegno di legge che costituisce un grave passo indietro per la pace e la giustizia; si invitano, altresì, i parlamentari eletti nei collegi della Provincia ad attivarsi affinché ltltalia si faccia promotrice, a livello internazionale, di un'iniziativa volta a una maggiore severità nel controllo del commercio di armi e ad un maggiore impegno nella prevenzione dei conflitti. Onorevoli Signori, esterniamo i nostri intenti senza nutrire alcuna intenzione intimidatoria né ricattatoria. Al contrario, che si accolga lealmente la nostra voce facendola propria, con preghiera di ricordare ai governi ed ai popoli del mondo, ben alte le ragioni della pace e della giustizia. Se questa sarà la Vostra scelta, potrete, senza riserve, contare sul nostro fermo sostegno e sul nostro sincero impegno. Il Consiglio Comunale di Massafra Seduta del 31.01.2003 Il Presidente del Consiglio Dott. Giuseppe Cardillo
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