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lettera al Corriere del Giorno - la nostra voce per la pace
- Subject: lettera al Corriere del Giorno - la nostra voce per la pace
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Fri, 31 Jan 2003 09:25:13 +0100
Alla redazione del Corriere del Giorno Chiediamo la pubblicazione della seguente lettera. Grazie e buon lavoro. Alessandro Marescotti Giovanni Matichecchia --------------------------------------------- A Taranto si moltiplicano le iniziative per la paceNell'intera Europa, ma anche in America, hanno avuto luogo numerose manifestazioni pacifiste per gridare un forte no alla guerra. Anche a Taranto, in forme meno visibili ma comunque significative, stanno prendendo corpo iniziative che esprimono la volontà di pace. Ne è testimonianza la recente veglia di preghiera promossa nella Chiesa Madonna della Fiducia da Pax Christi e dalla Comunità Valdese. Il pastore valdese Francesco Carri ha avuto modo di affermare: "No a tutte le guerre, sono onicidi contro l'umanità. Quella " preventiva" prevista in Irak è una vera e propria bestemmia di fronte a Dio e agli uomini". Il coro della parrocchia ha intonato il Bonum est confidere in Domino, bonum sperare in Domino. Momento forte è stato l’ascolto della voce di don Renato Sacco, consigliere nazionale di Pax Christi. Egli - insieme ai Beati i Costruttori di Pace, Libera, Intersos e Social Forum - si è recato in Iraq per tentare di avviare un dialogo di pace con le autorità irachene. Suggestiva è stata la sua testimonianza la quale è giunta tramite un cellulare che - accostato al microfono - è giunto a tutti i presenti in chiesa. Amplificata dagli altoparlanti è giunta la calda voce di questo testimone di pace che ha potuto vedere l'Iraq da vicino. E' stato non solo un momento suggestivo di ascolto ma un momento di dialogo. Don Renato Sacco, su interrogativi che gli poneva Giandomenico Tacente, ha sottolineato come la guerra non ancora dichiarata può annoverare già un milione e mezzo di vittime, un terzo delle quali è purtroppo costituito da bambini. Queste sono purtroppo le statistiche dell'embargo nei confronti non di un dittatore ma di un'intera popolazione. Nessun uomo del popolo, nessun cittadino iracheno vuole veramente la guerra, ha aggiunto don Renato. C’è bisogno di pace, di sviluppo, di lavoro, di assistenza medica. L’unica risposta che la nostra civiltà ha in serbo sono invece le “bombe intelligenti” che hanno ripetute volte dimostrato la propria follia. Lo diciamo a tutti i concittadini: ci preoccupa moltissimo che si diffonda l'idea e l'immagine di una città disattenta, insensibile verso un tema che non ci tocca direttamente tutti. Individualmente. Alcuni pensano che la guerra avviene tanto lontano da noi che non ci toccheranno neanche i riverberi. Intanto molte madri tarantine hanno i figli su navi in perlustrazione nel Golfo Persico. Ma la guerra non è soltato lampi e bagliori e perdita di vite umane, è anche frenata delle economie, disoccupazione, incertezze dei mercati, recessione. E' ridurre l'orizzonte delle nuove generazioni. La città è indifferente o solo silenziosa? Pensiamo che la città si stia interrogando, che questo lo stiano facendo non tutti ma sicuramente in tanti. Noi a Taranto stiamo partecipando ad un interessante processo di aggregazione di associazioni che si stanno riunendo ogni mercoledì nella Chiesa valdese e, ogni giorno, attorno al sito web www.tarantosociale.org che è basato su un software "aperto"; in tale sito ogni associazione può inserire la propria pagina web e l'informazione che produce. Inoltre una lista di coordinamento invia e-mail tenendo informati quanti fino ad ora abbiamo incontrato, producento un fenomeno partecipativo sotteraneo ma nuovissimo. Questa idea, nata tecnici e amici che collaborano PeaceLink, si sta sviluppando ulteriormente con una "newsletter" di Tarantosociale distribuita via Internet che può essere stampata e diffusa nelle scuole, nei luoghi di lavoro e ovunque si facciano inziative di dibattito e sensibilizzazione. Il foglio informazioni tarantosociale è scaricabile dal sito internet www.tarantosociale.org e riteniamo sia un contributo alla creazione dal basso di un'informazione solidale e attenta alla pace. Di pace occorre da ora in poi ce ne dobbiamo occupare tutti. Non sembrano infatti esserci soverchie possibilità di risoluzione incruenta della controversia Usa-Iraq. Le ore che stiamo vivendo potrebbero essere drammaticamente quelle dell'inizio del conflitto. Le armi potrebbero ancora una volta essere chiamate a far salire il tono dello scontro. Contrari eravamo e contrari rimaniamo ad una guerra che lascia intoccati i centri di potere e che colpisce le popolazioni inermi (dalla parte dei militari e dalla parte dei civili). Non ci sentiamo di approvare nessuna guerra. Non ci sentiamo di ratificare una presenza di figli di Taranto sulle navi presenti nel teatro di guerra. Sarebbe interessante sentire le mamme di questi ragazzi. Chiedere loro che cos'è una guerra. Le organizzazioni pacifiste presenti sul territorio tarantino sono a disposizione di chiunque voglia collaborare. Noi diciamo chiaro: mai nessuna guerra venga dichiarata nel nostro nome. Per noi non ci sono guerre sante o giuste o preventive. Apprezziamo il fatto che il sindaco di Taranto abbia esposto la bandiera della Pace. Noi distribuiremo da ora in poi bandiere della pace e da oggi le esporremo dai nostri balconi.
Chi volesse una bandiera della pace può telefonare ai seguenti numeri: 0997303686 - 3471463719Sarebbe bello che anche le scuole esponessero la bandiera con i colori dell'arcobaleno. Di fronte ad un'opinione pubblica schierata all'80% contro la guerra, questi piccoli gesti rappresentano grandi segnali, punte di un iceberg enorme, sommerso, che si chiama volontà di pace.
Alessandro MarescottiGiovanni Matichecchia
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