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ATTAC Taranto sugli arresti
- Subject: ATTAC Taranto sugli arresti
- From: Salvatore De Rosa <nautarea at libero.it> (by way of Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>)
- Date: Mon, 18 Nov 2002 21:39:37 +0100
DOPO IL TERRORISMO DEI MANGANELLI QUELLO DEGLI ARRESTI In merito agli arresti di militanti meridionali appartenenti alla rete del Sud Ribelle, contenitore di realtà non omogenee accomunate dalla critica alla globalizzazione liberista, ATTAC Taranto esprime solidarietà a quanti conosce impegnati nelle lotte sociali a difesa delle categorie più deboli; non dimentica la collaborazione offerta nel primo periodo della propria costituzione da Pierpaolo Solito né l'impegno del proprio associato Giancarlo Petruzzi, svolti nel pieno rispetto dei temi e dei metodi che caratterizzano la nostra associazione. Il provvedimento attuale ne segue di alcuni mesi un altro, simile nella sostanza, che colpì allora solo i militanti tarantini; pronta fu, allora come adesso, la risposta delle associazioni cittadine e della chiesa valdese in difesa degli arrestati, a cui fece seguito quella di alcune federazioni locali di partito. Anche allora si configurava il reato di opinione, essendo stato per l'occasione rispolverato il famigerato articolo 270 del codice fascista (incredibilmente sopravvissuto all'interno delle nostre leggi) che fu emanato per colpire le attività politiche contrarie al regime. Il provvedimento attuale è stato emesso per "cospirazione politica mediante associazione, al fine di: 1) turbare l'esercizio delle funzioni del governo; 2) effettuare propaganda sovversiva; 3) sovvertire violentemente l'ordinamento economico costituito nello stato". Il terzo punto deriva dagli altri due, non essendo stati trovati depositi di armi che potessero autonomamente reggere tale addebito, e neppure materiale inneggiante alla lotta armata. in definitiva, secondo la logica che si evince, chi esercita il proprio diritto di opposizione non può, se ha consenso, che turbare l'esercizio delle funzioni del governo, dando via libera a qualsiasi teorema. Questa deriva italiana la si può ritenere figlia dell'incontro tra la logica affermatasi con l'introduzione del maggioritario, espediente dell'allora superstite ceto politico italiano per reagire al discredito derivante dall'operazione "Mani Pulite" e comprimere contemporaneamente la democrazia, e la globalizzazione liberista, che mira di per sé a far diventare l'esercizio democratico o sussidiario alle politiche dei potentati economici o puramente formale. Non è un caso che nello stesso periodo in cui si lavora per la riabilitazione di tangentisti e corruttori il movimento di opposizione alla globalizzazione liberista viene bersagliato da proiettili, manganellate e arresti e viene trattato da gran parte dell'informazione come un mero problema di ordine pubblico. Tra gli arrestati c'è chi ha subito le torture di Bolzaneto, ma visto che la strategia violenta contro il movimento non ha pagato si cerca non solo di dividerlo e di screditarlo con gli arresti ma di inserire questa operazione in un disegno di contrazione dell'equilibrio dei poteri. Mettere sullo stesso piano inchieste serissime, come quelle sulle grandi corruzioni o quella sui fatti di Genova, e montature giudiziarie come questa non può che delineare la magistratura non come un organismo indipendente ma come una serie di aggregati di magistrati che non possono fare altro che affiliarsi politicamente. Contro questa deriva non basta chiedere la scarcerazione di tutti gli arrestati e l'abolizione di quanto rimane del codice fascista; occorre combattere la cultura della delega che ci ha portato alle tangenti, al maggioritario, alla globalizzazione con, per noi del Sud, l'aggravante della storica e mai sconfitta interazione tra malavita e politica. ATTAC Taranto
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