PeaceLink: "Giornalisti cercate il volto della nonviolenza, non il sangue dei violenti"



Inviamo questi articoli del giornale "Vita" (versione on-line www.vita.it) a testimonianza dello sforzo che PeaceLink ha tentato di fare nei giorni scorsi affinché i media fossero strumento di pace e di informazione e non "avvoltoi" alla ricerca della notizia drammatica e dello scoop, che purtroppo c'è stato.
A.M.


G8: al Public Forum Gubitosa accusa i media

di Paul Ricard (info at vita.it)

18/07/2001

Carlo Gubitosa, (Peacelink): "Siete diventati strumenti di violenza''

Il Public Forum "Un altro mondo è possibile" ha visto questa mattina l'intervento di Carlo Gubitosa, alla sessione tematica sulla “pace”. Gubitosa, rappresentante di PeaceLink, ha stigmatizzato l'atteggiamento dei media, sottolineando il dispiacere nel dover riconoscere che “in questi giorni, e in particolare durante l'apertura del Public Forum organizzato dalla società civile in occasione del G8, i mezzi di informazione si sono trasformati in uno strumento di violenza che ha ignorato le mille anime e le mille voci di questo forum, regalando le prime pagine a chi si nasconde dietro la violenza delle bombe. Questa logica non ci piace”.
Una logica perversa, per Gubitosa. “Non ci riconosciamo in un sistema d'informazione in cui vince chi fa la voce più grossa – ha continuato - o l'esplosione più rumorosa, ed è per questo che insieme a questi compagni di strada lanciamo una sfida a tutti i giornalisti e gli operatori dei mezzi di informazione”. Egli ha sfidato i mezzi di informazione a dire che “l'Italia è un Paese fuorilegge, perché dopo essersi impegnata, durante il vertice Onu di Rio del 1992, a destinare almeno lo 0,7% del Pil a iniziative di cooperazione internazionale, non ha mai mantenuto questo impegno, e come lei molti altri Paesi membri del G8”. Ha sfidato poi i media “a parlare di Uranio Impoverito oggi, quando non fa più notizia, per rispondere a due grandi domande ancora senza risposta: quante e quali armi all'Uranio Impoverito sono in dotazione agli eserciti Nato? Perché la Nato non dovrebbe essere tenuta a rispettare le convenzioni di Ginevra, che proibiscono l'impiego di armi anche solo potenzialmente dannose per l'ambiente?”.
Ma le “sfide” di Gubitosa ai sistemi informativi non sono finite qui: “Vi sfidiamo a dire che mentre l'Europa costruisce cacciabombardieri da 130 miliardi di lire l'uno, nel sud dell'Italia ci sono città con centinaia di migliaia di abitanti dove mancano da sempre le strutture sanitarie per la cura e la prevenzione dei tumori. Vi sfidiamo a denunciare le violazioni dei diritti umani compiute in tutti i paesi del mondo, anche se questi paesi sono membri della Nato e ottimi clienti di armi italiane, come la Turchia, o potenze militari come la Russia, o "amici" dell'occidente come il Sudan. Vi sfidiamo a pubblicare i rapporti dell'osservatorio italiano sul commercio delle armi, denunciando tutte le violazioni della legge 185 che regola l'esportazione di armamenti, e chiamando per nome le aziende italiane che esportano armi in paesi repressivi o in conflitto. Vi sfidiamo – ha continuato - a commentare i bilanci del ministero della difesa italiano e a chiedere conto del perché l'italia, e assieme a lei molti paesi del G8, oggi investe in armi più di quanto investiva durante la guerra fredda.Vi sfidiamo infine a intervistare il sig. Berlusconi e il Sig. Rutelli per indagare sugli intrighi politici che finora hanno ostacolato la piena attivazione dell'agenzia regionale lombarda per la riconversione dell'industria bellica”.
Ma la “sfida” più importante Gubitosa l'ha lanciata al termine del suo discorso: “Date voce anche alle piccole formiche silenziose che ogni giorno lavorano per la Pace, la Giustizia e la Salvaguardia del Creato. Togliete il microfono ai ricchi, ai potenti e ai bombaroli, e unitevi a noi per rivelare che il Re è finalmente nudo”.
Fonte: http://web.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=6944



G8, Peacelink: giornalisti più coraggio

di Carlotta Jesi (c.jesi at vita.it)

19/07/2001

Il segretario Gubitosa critico verso l'atteggiamento dei media: 542 persone che scrivono solo delle bombe. Intervista del nostro inviato a Genova

Sono 542 i giornalisti della stampa tradizionale accreditati presso l'Indymedia del Genoa Social Forum. Ben 951 invece i redattori dei media indipendenti o alternativi: il vasto mondo dell'informazione (o della controinformazione) sociale sui temi della globalizzazione.
Malgrado questo ampio dispiegamento di forze della stampa tradizionale, i resoconti su Genova non soddisfano il popolo anti-G8. Carlo Gubitosa, segretario di Peacelink, associazione ecopacifista, polemizza duramente: “L'80% dell'informazione sul G8 è costituito dalle notizie sulle bombe: quelle vere, quelle false, quelle promesse. Poco o niente sul movimento che sta nascendo in queste ore in città e in tutta Italia”.
Gubitosa ricorda l'episodio del ferimento del carabiniere di San Fruttuoso: “In alcuni quotidiani nazionali”, ricorda, “quella vicenda pur drammatica ha avuto quattro pagine in cronaca mentre alla toccante testimonianza di don Oreste Benzi sulla schivitù delle prostitute, avvenuta lo stesso giorno, non è stata riservata nemmeno una riga”.
Insomma, l'accusa agli oltre cinquecento giornalisti tradizionali, è di non saper raccontare l'anti-G8.
“Siate più coraggiosi”, dice loro, “prendetevi un buco di più (una notizia mancata ndr) ma raccontate il vero volto di questa manifestazione”.
Fonte: http://web.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=6993