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Io mi ricordo
Io mi ricordo del campo nomadi di Milano in fondo a via Cambini, una volta
ci ho portato i lupetti del mio gruppo scout per regalare agli immigrati il
cibo che era avanzato dal nostro campeggio estivo. Poi sono passate le
ruspe e quegli immigrati sono andati via. Le aveva chiamate il sindaco di
Milano, il leghista Marco Formentini.
Io mi ricordo di Jonathan, un bambino peruviano che era entrato nel nostro
gruppo scout, e che abitava a pochi metri da quel campo nomadi nelle case
di ringhiera di via Clitumno. In quelle case, oltre alla famiglia di
Jonathan, vivevano tanti altri immigrati del Peru'. Un giorno Jonathan non
e' piu' venuto alle riunioni degli scout, e abbiamo scoperto che in quelle
case c'era stata una retata. Lui e altri bambini del palazzo erano stati
portati in questura e sottratti ai loro genitori, trascorrendo una notte di
terrore senza sapere cosa era successo ai loro cari. Jonathan frequentava
regolarmente la scuola elementare del parco Trotter in via Padova, ma da
quella notte non ne abbiamo saputo piu' nulla. Quell'anno il sindaco di
Milano era il leghista Marco Formentini.
Io mi ricordo di un uomo che ha basato la sua campagna elettorale sullo
sgombero del centro sociale Leoncavallo, ingannando Milano con la paura dei
"diversi" per vincere le elezioni contro un candidato sindaco onesto.
Quell'uomo era il leghista Marco Formentini, e il suo avversario onesto si
chiamava Nando Dalla Chiesa, figlio di un Carabiniere ucciso dalla mafia e
fondatore del movimento chiamato "Societa' Civile", basato su una regola
ferrea: i politici di professione non erano ammessi.
Stanotte camminavo per le vie della citta' che mi ha adottato, e guardando
un manifesto ho scoperto che l'Ulivo mi chiede di dare il mio voto
all'ex-leghista Marco Formentini, per mandarlo al Parlamento Europeo a
decidere anche di immigrazione. Ho guardato a lungo quel manifesto, e sono
rimasto imbambolato per molti minuti di fronte al sorriso di quella foto,
mentre dentro di me la rabbia e il terrore danzavano un tragico valzer.
Ho ripensato a Jonathan, e alla dignita' con cui ripiegava ogni mattina i
vestiti che gli avevamo dato per partecipare all'unico campeggio scout
della sua vita, e di fronte all'antitesi della dignita' che mostrava il suo
ghigno da un manifesto elettorale ho pensato dentro di me "stai tranquillo,
Jonathan. Ovunque tu sia, sappi che io mi ricordo".
Carlo Gubitosa - 10 maggio 2004