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militari caduti in tempo di pace
Mercoledì, 5 maggio 2004 ore 09,00
In Piazza Colonna presso la Presidenza del Consiglio a Roma
Il comitato sardo Gettiamo Le Basi unisce la sua voce alla protesta del
CoGeMil per denunciare ancora una volta la strage di Stato che
quotidianamente si compie nel poligono della morte Salto di Quirra ed
esigere la verità sulle troppe vite spezzate di militari e civili costretti
a convivere con le devastanti attività militari. I troppi casi di linfomi e
leucemie non sono una prerogativa della zona del Poligono Interforze Salto
di Quirra, si registrano in tutti i poligoni della Sardegna. Le varie
Autorità Competenti hanno finora risposto con tranquillizzanti chiacchiere
narcotizzanti per negare l'evidenza, indagini che non indagano, grotteschi
tentativi di dirottare l'attenzione che suonano come bruciante insulto alla
dignità del popolo sardo.
Denunciamo inoltre l'abnorme prezzo pagato dai militari sardi per le
politiche di guerre preventive, infinite, sedicenti umanitarie: il tasso di
tumori riconducibili all'uso di uranio impoverito è di tre volte superiore
alla media registrata nei contingenti delle altre Regioni
Comitato sardo Gettiamo Le Basi.
tel 070 823498 3386132753
Co.Ge.Mil.
COMITATO GENITORI DI MILITARI
CADUTI IN TEMPO DI PACE
Ref. Angelo Garro e Anna Cremona
Tel Fax 02.7389527 - 338.9351886
Via Castel Morrone, 5 - 20129 Milano
COMUNICATO STAMPA Milano, li 25 aprile 2004
Anniversario della liberazione dal nazi-fascismo: ma ci siamo veramente
liberati dall'oppressione? dalla prepotenza e dalla prevaricazione?
Temiamo di no! Ancora guerre in molte latitudini ed ancora occupazioni
anche se mascherate da "missioni di pace" o missioni umanitarie in barba
all'art. 11 della Costituzione recita: L'Italia ripudia la guerra come
strumento di offesa alla libertà dei popoli ecc. ecc.
E' vero, c'è anche l'art. 52: La difesa della Patria è sacro dovere del
cittadino. Il servizio militare è obbligatorio ecc. ecc.
Ma l'art. 50 dice anche: Tutti i cittadini possono rivolgersi alle Camere
per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità.
Ma qui non tornano più i conti. Da oltre tre anni in qualità di genitori di
militari morti durante lo svolgimento del servizio militare di leva
obbligatorio in tempo di pace, chiediamo al Parlamento quei provvedimenti
legislativi che riconoscano ai nostri figli morti nell'adempimento del Loro
dovere al servizio della Patria, quel riconoscimento della Loro dignità di
esseri umani che troppo spesso la Patria o meglio chi la Patria dovrebbe
rappresentarla con onore, si dimentica di questo ruolo. Niente tutela per
impedire o ridurre al minimo queste perdite di vite umane (se ne contano
oltre diecimila negli anni che vanno dal 1976 al 1996; e sono dati della
Commissione Difesa della Camera) niente risarcimenti per chi perde la vita
o rimane con una invalidità permanente.
Infatti da oltre tre anni giace in Parlamento una Proposta di legge nata
dalla fatica fisica, economica e psicologica di uno sparuto gruppo di
genitori rimasti orfani dei propri figli caduti in tempo di pace, che va
sotto il nome di "Proposta di Legge Unificata Ramponi (A.N.)-Ruzzante
(D.S.): Norme in favore dei militari di leva, volontari e di carriera
infortunati o caduti in servizio". Proposta di legge che nonostante sia
condivisa sia dalla Maggioranza di Governo che dall'Opposizione; nonostante
l'attuale situazione di "non belligeranza" che vede impegnati fra i
balcani, il Corno d'Africa, e il Medio Oriente, impegna una forza di nostri
soldati di circa (la cifra esatta è coperta da segreto di Stato) 30.000
uomini ed ampio impiego di mezzi meccanici, bellici e sanitari che costano
al nostro Paese quanto l'intero debito pubblico dei paesi Africani.
Nonostante questa grande mole di denaro spesa per "eventi non bellici" il
Ministro dell'Economia e Finanze on. Giulio Tremonti, il Ministro della
Difesa on. Antonio Martino, e lo stesso Presidente del Consiglio on. Silvio
Berlusconi respingono l'approvazione di questa proposta di legge per
mancanza di copertura finanziaria, cosicché essa non è mai arrivata fino
alla discussione in aula del Parlamento.
Tutto ciò alla faccia dei nostri figli soldati, ma è così anche per i
Poliziotti e per i Carabinieri che perdono la vita in servizio; o i
volontari mandati "spontaneamente" in "missioni di pace" all'estero.
E quando si parla di missioni all'estero non ci riferiamo a vacanze nei
paradisi ai Tropici; ma ci riferiamo alla Bosnia, Macedonia, Albania,
Afganistan e Iraq, cioè laddove migliaia di tonnellate di bombe con testate
di uranio impoverito hanno contaminato forse per sempre quelle terre e dove
i nostri soldati mandati privi di protezioni hanno sacrificato la loro vita
tra leucemie i linfomi di Hodgkin e/o non di Hodgkin, fra benzene ed
emissioni elettromagnetiche.
Soldati la cui lista interminabile non pubblichiamo per mancanza di tempo e
di spazio, ma che alcuni vogliamo nominare; soldati lasciati soli ad
affrontare dolori e spese per le lunghe malattie prima di morire ignorati e
dimenticati dallo Stato: Valere Melis, Stefano Melone, Riccardo Grimaldi,
Massimo Medda, Giuseppe Pintus, Salvatore Vacca, Corrado Di Giacobbe,
Sergio D'Angelo, Fabio Porru, ecc. ecc. ecc.
Tutto questo silenzio da parte delle Istituzioni, benché supplicate
continuamente con lettere, fax, e-mail, tutte rimaste sempre senza
risposte, ci hanno indotto ad organizzare una nuova manifestazione o
presidio di protesta nel giorno di:
Mercoledì, 5 maggio 2004 ore 09,00
In Piazza Colonna presso la Presidenza del Consiglio a Roma.
Dove contiamo di avere incontri di livello decisionale come già da tempo
richiesto.
Saranno presenti provenienti da varie parti d'Italia, poche persone, non
essendo noi categoria di massa, ma fra questi ci saranno genitori di
militari deceduti a causa dell'uranio impoverito provenienti dalla Sardegna.
Invitiamo quanti come noi hanno, o hanno già avuto in passato problematiche
simili alle nostre o a chiunque interessi il tema che andremo a dibattere,
di venire in P.zza Colonna e ci troveranno dietro alla Colonna Antonina
laddove le nostre stesse Istituzioni vorranno nasconderci, oppure una
telefonata sperando che ci allunghi la vita: Cell. 338.9351886 - 340.2541611
Naturalmente organi di stampa e vari mezzi di informazione tv, sono
invitati !
x il Comitato Genitori di Militari caduti in tempo di pace
angelo garro e
anna cremona