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Iraq: i civili in ostaggio devono essere rilasciatiimmediatamente, dichiara Amnesty International
- Subject: Iraq: i civili in ostaggio devono essere rilasciatiimmediatamente, dichiara Amnesty International
- From: press@amnesty.it
- Date: Wed, 14 Apr 2004 15:36:31 +0200
Gent.mi tutti,
vi trasmettiamo il comunicato stampa di Amnesty International:
IRAQ: I CIVILI IN OSTAGGIO DEVONO ESSERE RILASCIATI IMMEDIATAMENTE,
DICHIARA AMNESTY INTERNATIONAL
Grazie per la cortese attenzione
Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
Amnesty International Ufficio Stampa
Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 e-mail: press@amnesty.it
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COMUNICATO STAMPA
CS40-2004
IRAQ: I CIVILI IN OSTAGGIO DEVONO ESSERE RILASCIATI IMMEDIATAMENTE,
DICHIARA AMNESTY INTERNATIONAL
Amnesty International e' preoccupata della sorte di diversi cittadini
stranieri tenuti in ostaggio in Iraq. L'organizzazione chiede ai gruppi
armati di porre fine alla pratica della cattura degli ostaggi e di
rilasciarli tutti immediatamente.
"Trattenendo ostaggi civili sotto minaccia di morte, i gruppi armati
iracheni stanno violando un principio fondamentale del diritto
internazionale umanitario" ha dichiarato Amnesty International.
La scorsa settimana, molti cittadini stranieri, fra cui giornalisti,
operatori umanitari e civili sono stati rapiti da gruppi armati. Tre
cittadini giapponesi, Noriaki Imai e Nahoko Takato, ambedue operatori
umanitari rispettivamente di 18 e 34 anni, e il fotografo Soichiro Koriyama
di 32 anni sono stati catturati giovedi' scorso e non si conosce ancora in
luogo in cui si trovino. Il gruppo armato che li tiene in ostaggio, "le
Brigate Mujahedeen", ha minacciato di ucciderli se il Giappone non
ritirera' le proprie truppe dall'Iraq. Inizialmente il gruppo aveva
stabilito un ultimatum di tre giorni che e' stato poi esteso sino a ieri
sera.
Ora l'ultimatum e' scaduto e Amnesty International teme per l'incolumita'
di queste tre persone.
L'11 aprile tre giornalisti cechi, Petr Klima, Michal Kubal e Vit Pohanka,
sono stati rapiti da uomini armati mentre erano a bordo di un taxi in
viaggio da Baghdad a Amman e non si sa ancora dove si trovino. Almeno 24
persone, fra cui un arabo israeliano, un canadese di origini siriane, 5
ucraini, 3 russi e altre di varie nazionalita', sono state rapite e non si
sa ancora ne' dove si trovino ne' quali siano le loro condizioni. Diversi
altri cittadini stranieri, fra cui cinesi e sudcoreani, sono stati rapiti e
poi rilasciati.
"Nessuna motivazione puo' giustificare la cattura degli ostaggi o
l'uccisione deliberata di civili" ha ammonito Amnesty International.
Gli ultimi avvenimenti
Negli ultimi 10 giorni l'aumento degli scontri tra le forze della
Coalizione e i gruppi armati che si oppongono all'occupazione ha causato la
morte di centinaia di persone in svariate citta' irachene. Sono stati
uccisi oltre 60 soldati della Coalizione. Secondo informazioni ricevute da
Amnesty, le vittime comprenderebbero almeno 600 civili rimasti uccisi a
Falluja - molti dei quali donne e bambini.
A partire dal 4 aprile vi sono stati molti combattimenti, nei quartieri
sciiti di Baghdad e in diversi centri dell'Iraq meridionale, tra le forze
della Coalizione e uomini armati appartenenti all'Esercito del Mahdi,
legati al leader radicale sciita Muqtada al-Sadr. Le forze armate
statunitensi hanno bombardato una zona di Falluja nella quale si trovava
una moschea, sostenendo che dal suo interno uomini armati stessero facendo
fuoco sui soldati Usa. Secondo alcune informazioni, gli iracheni uccisi
sarebbero almeno quaranta, mentre fonti militari statunitensi hanno
dichiarato che non vi sarebbe stata alcuna perdita tra i civili. I soldati
della Coalizione hanno ucciso otto dimostranti ad al-Huwayia. Nella notte
tra martedi' 6 e mercoledi' 7, venticinque persone sono rimaste uccise a
>Falluja quando un edificio e' stato colpito da un missile lanciato da un
elicottero Usa.
Gli scontri in cui e' coinvolto l'Esercito del Mahdi fanno seguito alla
chiusura del quotidiano al-Hawza al-Natiqa, organo d'informazione del
gruppo di Muqtada al-Sadr, e all'arresto di uno dei suoi piu' stretti
alleati, Mustafa al-Ya'qubi, accusato di essere coinvolto nell'assassinio
del leader sciita 'Abd al-Majid al-Khoie, avvenuto nell'aprile 2003. Il
quotidiano e' stato chiuso per ordine dell'ambasciatore Paul Bremer, capo
dell'Autorita' provvisoria della Coalizione, in quanto accusato di incitare
alla violenza.
Le forze militari statunitensi hanno lanciato operazioni su vasta scala a
Ramadi e Falluja a seguito dell'uccisione e del successivo scempio dei
cadaveri di quattro guardie private di sicurezza ad opera di uomini armati,
risalente alla scorsa settimana.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 13 aprile 2004
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Paola Nigrelli
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