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Giorgio La Malfa risponde alle lettere dei lillipuziani
- Subject: Giorgio La Malfa risponde alle lettere dei lillipuziani
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa@peacelink.it>
- Date: Sun, 29 Feb 2004 01:36:34 +0100
Riportiamo di seguito il carteggio tra Giorgio La Malfa e una delle persone
che ha aderito alla campagna "chiedi un voto di pace", e ha scritto
all'onorevole.
X-Sieve: CMU Sieve 2.2
From: "Iton Segreteria" <segreteria@iton.it>
To: "Giorgio La Malfa" <Lamalfa_G@camera.it>,
"PEACELINK" <info@peacelink.it>
Subject: Re: Chiedi un voto di pace
Date: Fri, 27 Feb 2004 11:00:49 +0100
X-Mailer: Microsoft Outlook Express 6.00.2800.1158
X-Spam-Score: -1 - Req. 5: ORIGINAL_MESSAGE,REFERENCES
X-Scanned-By: MIMEDefang 2.36
X-Spam-Checker-Version: SpamAssassin 2.61 (1.212.2.1-2003-12-09-exp) on wau
X-Spam-Status: No, hits=0.0 required=3.5 tests=none autolearn=ham version=2.61
X-Spam-Level:
Gentile Onorevole,
è comprensibile che si possano scrivere messaggi uguali (per semplicità),
ma nel momento stesso in cui vengono sottoscritti diventano personali, e
questo
vale per noi e per lei, quindi la comprendo benissimo.
Mi spiace (in modo particolare perchè è Lei a dirlo), che si possa avere
un'opinione
favorevole sull'intervento militare in Iraq, e soprattutto che si possa
avere ancora
oggi questa opinione.
Non vedo un mondo migliore adesso che manca un dittatore, e nemmeno mi sento
più sicura.
Anzi, vedo i popoli arabi coalizzarsi contro l'occidente e finire facilmente
preda di pericolosi
criminali (chè però conoscono le loro debolezze e problemi), vedo dittatori
indisturbati in tutto
il 3^ mondo, vedo finanziamenti a governi spesso dittatoriali dati
sull'urgenza di tamponare
qualche "area di pericolo", senza curarsi delle ripercussioni e dei problemi
futuri (lo stesso IRAQ),
non vedo i morti iraqeni ma so della loro esistenza.....
tutto questo, e molto altro che non cito, mi convincono sempre di più che è
la forza della democrazia,
dei diritti, del rispetto per altre culture, del lavoro, dei valori "puliti"
che sconfiggono i dittatori,
non le guerre fatte a qualsiasi titolo e le successive ricostruzioni che si
trasformano i lotte economiche.
Grazie della sua attenzione, faccia del suo meglio per capire quale
sentimento possa animare
milioni di persone in tutto il mondo.
Non siamo una massa di esaltati o di allocchi (a seconda che si tratti di
cittadini di sinistra o cattolici),
ci anima la speranza.
Cordiali saluti e buon lavoro
Nadia Gibertini
----- Original Message -----
From: "Giorgio La Malfa" <Lamalfa_G@camera.it>
To: <segreteria@iton.it>
Sent: Thursday, February 26, 2004 6:25 PM
Subject: Re: Chiedi un voto di pace
Gentile Signora Gibertini,
ricevo centinaia di messaggi, tutti eguali e dunque scritti da qualcuno e
sottoscritti da persone che evidentemente pensano con la loro testa, per
dire che la maggioranza degli italiani la pensa come lei. Ne è certa? E non
le sembra che in qualche caso anche le maggioranze possano sbagliare e che i
parlamentari abbiano il dovere di usare la loro testa? Penso che l'Italia
abbia fatto bene a sostenere politicamente un'azione militare contro un
regime totalitario come quello irakeno. Il mondo di domani sarà migliore di
quello di ieri con una dittatura in meno e forse si aprirà uno spiraglio di
pace in medio oriente.
Per questa ragione considero giusto avere inviato un contingente militare
nel dopoguerra e intendo sostenere in Parlamento il rifinanziamento della
missione.
Grazie comunque per avermi scritto.
Giorgio La Malfa
PS: Molti rispondono a questa mia lettera facendo notare che essa è inviata
a tutti nella stessa forma. Ma rispondendo a lettere eguali fra loro, posso
dare solo una risposta che ovviamente risponde a quel testo.
----- Original Message -----
From: <segreteria@iton.it>
To: <LAMALFA_G@camera.it>
Sent: Thursday, February 26, 2004 4:32 PM
Subject: Chiedi un voto di pace
Gentile Parlamentare,
Le scrivo per chiederle di votare affinché la missione militare e civile
in Iraq non venga rifinanziata: nonostante l'uso dell'espressione
"missione umanitaria" si tratta di una missione sotto il comando di una
forza di occupazione, nel quadro di un'operazione di guerra specificamente
vietata dalla nostra Costituzione.
Si unisca alla maggioranza della popolazione italiana, si faccia portavoce
dei milioni di bandiere di pace che ancora sventolano dai balconi delle
nostre città. Faccia un gesto che contribuisca con chiarezza a
ripristinare la legalità internazionale. Saremo in tanti, ma proprio
tanti, a camminare al suo fianco.
Mai una guerra fu tanto contestata, prima ancora di essere scatenata, al
suo solo annuncio, come la guerra all'Iraq. Oggi, gli stessi massimi
responsabili di quella guerra riconoscono che l'accusa delle "armi di
distruzione di massa" che l'Iraq avrebbe posseduto, era priva di
fondamento; lo stesso Segretario di Stato degli USA, Colin Powell, ammette
che forse la guerra non era necessaria. Sono tutte cose che Lei sa, non
può non saperle, vista la responsabilità di cui è investito. Le chiedo di
considerarle, serenamente ma responsabilmente.
Le forze di occupazione non riescono a garantire la sicurezza nemmeno a sé
stesse, e di fatto tutelano solo un numero ristretto di presidi economici,
militari e delle comunicazioni, oltre agli impianti di estrazione
petroliferi. Tutte le infrastrutture civili sono esposte all'abbandono e
al saccheggio, nell'indifferenza o nell'assenza delle forze di
occupazione. Gli approvigionamenti alimentari, l'erogazione di acqua
potabile e luce elettrica, i servizi sanitari, tutto è compromesso e
deficitario. Queste cose da sole non fanno la libertà, ma senza tutte
queste cose, quale popolo può dirsi libero? Senza queste cose la vita è
quotidiana sofferenza ed umiliazione.
E' amaro e tragico doverlo ammettere, per chi crede nella democrazia e ha
in odio la dittatura -e sono certo che in questo io e Lei coltiviamo
profondamente gli stessi sentimenti- è amaro doverlo ammettere, dicevo, ma
la popolazione irakena oggi sta peggio di quanto non stesse sotto il
regime di Saddam Hussein: vive molto peggio. E anche chi, nella variegata
società civile irakena, era nei primi mesi di occupazione "rimasto alla
finestra", oggi si oppone con forza crescente alla occupazione. E' tempo
di ammetterlo: in Iraq non c'è nessuna "missione di pace".
Non c'è nessuna "forza" di pace, se non quelle (la cui "forza" poggia sull
'umanità e sulla natura preziosa del servizio che prestano a comunità
bisognose), dei volontari civili umanitari, delle strutture di
cooperazione impegnate nella ricostruzione di infrastrutture civili o nei
presidi elementari di sanità, in quelle di monitoraggio sul rispetto dei
diritti umani. Saprà che l'ultimo voto in materia del Parlamento di cui
Lei fa parte, ha tolto risorse a questo tipo di interventi -cioè alla
cooperazione internazionale delle Organizzazioni Non Governative- per
riversarle sulla missione militare (chiamandola "di pace"). E' un errore,
è una beffa, è una grave e imperdonabile offesa alla giustizia e alla
verità. La prego di fare ciò che è in suo potere, perché il nostro
Parlamento cancelli quell'errore, ponga fine alla complicità italiana nell
'umiliazione del popolo irakeno e nella copertura di una guerra e di una
occupazione ingiuste e disgraziate.
Non c'è nessuna "missione di pace" in Iraq: non prenda, il Parlamento, in
giro con leggerezza e cinismo gli italiani, non prenda in giro con
leggerezza e cinismo i militari tuttora là impiegati e le loro famiglie,
non prenda in giro il sentimento della maggior parte dei cittadini
italiani, amanti della democrazia, della pace, della solidarietà, ed
alieni a ogni comportamento o pregiudizio coloniale o neocoloniale.
Le chiedo scusa per la lunghezza, che le avrà sottratto un po' del suo
tempo, ma credo che comprenderà. Per chi non ha voluto ascoltare voci che
potevano -lo comprendo- parergli di parte, c'erano quei milioni di
bandiere a ricordarlo per mesi e mesi: le ragioni della pace e della non
aggressione sono le ragioni della maggior parte degli Italiani.
Per tutti questi motivi, Le chiedo un voto che sia NO alla guerra, NO all'
ulteriore coinvolgimento italiano in una occupazione ingiusta e nefasta.
NO a compromessi ambigui (astensioni o uscita dall'aula) che guardino agli
equilibri fra partiti, alle alchimie verbali, e neghino la realtà, e le
responsabilità che essa comporta. Non tradisca questa richiesta. Non
deluda l'attenzione con cui io -e tanti, come me e con me- guardo a ciò
che il Parlamento dirà e a ciò che verrà deciso.
La ringrazio.
NADIA GIBERTINI
CADELBOSCO di SOPRA
42023 Cadelbosco di Sopra (RE)
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