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Taranto, un futuro a stelle e strisce. Ulteriori conferme



Il 2 febbraio arriva a Taranto la Uss LaSalle, ossia la nave-comando della 
Sesta Flotta Usa.

Dove attracca?

Proprio nel molo polisettoriale di Taranto in cui da alcune settimane 
denunciamo che possa sorgere la terza base navale, questa volta con la 
bandiera Usa. Come volevasi dimostrare.

Qualcuno potrebbe dire che la "visita" della nave LaSalle è casuale e che è 
attraccata nel molo polisettoriale perché non ci sarebbe spazio nella nuova 
base navale di Chiapparo in Mar Grande.
La Uss LaSalle misura 173 metri, esattamente quanto la portaerei Garibaldi, 
ed è più piccola della nuova portaerei prevista dalla Marina Militare. 
Parlare di "scarso spazio" nella nuova base navale è quindi da escludere. 
La verità è che si tratta di una visita esplorativa.

La Sesta flotta americana, con quartier generale a Gaeta, in provincia di 
Latina, potrebbe presto cambiare sede e lasciare l'Italia. Lo prevedono i 
nuovi piani del cosiddetto "ridispiegamento strategico globale" delle forze 
americane voluto dal segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld.
Questo si legge sul sito www.analisidifesa.it che dà spazio a fonti di 
stampa come "Il Riformista" del 17/12/03 a cui Il Corriere del Mezzogiorno 
aveva fatto riferimento per il suo scoop sulla base Usa a Taranto.

Se avvenisse il trasferimento a Taranto avvenisse concretamente la 
nave-comando Uss LaSalle si porterebbe dietro altre 40 navi di appoggio con 
a bordo 21 mila marinai nonché 175 aerei che rappresentano la maggiore 
componente operativa delle forze navali Usa in Europa.

A dare l'annuncio di un probabile trasferimento da Gaeta è stato il 
sottosegretario per la "policy" del Pentagono, Douglas Feith, il quale a 
dicembre ha incontrato il ministro della Difesa Antonio Martino e i vertici 
militari italiani per valutare altre destinazioni.

La politica del governo è orientata a mantenere le basi Usa in Italia per 
mantenere un aggancio diretto con la potenza militarmente egemone. Ma tale 
posizione sembra essere condivisa anche in settori chiave dell'opposizione. 
Taranto è una sede ideale per mantenere tale aggancio, avendo installato il 
sistema di intelligence americano C4i. Gli Stati Uniti valutano invece una 
pluralità di siti e non escludono la Turchia.

"Nulla è stato ancora deciso" ha detto Feith che ha iniziato un giro di 
consultazioni a 360 gradi.
E' in corso, ha detto, un "riaggiustamento strategico". Feith ha annunciato 
che dei 116 mila soldati americani impiegati attualmente nel vecchio 
continente 42 mila dovrebbero essere trasferiti nelle basi dell'Europa 
orientale. II paese che subirà i tagli maggiori sarà la Germania, che in 
questo momento ospita 77 mila militari Usa. Per quanto riguarda l'Italia, 
rimarranno le basi aeree di Aviano e di Sigonella. Anzi quest'ultima sarà 
ulteriormente potenziata perché diventerà la sede di alcuni nuclei delle 
truppe speciali americane da impiegare in caso di emergenza sia in Europa 
sia in Medio Oriente.

La conferma dell'accondiscendenza del governo italiano rispetto alla base 
Usa a Taranto sta nella recente visita di personale del ministro dei lavori 
pubblici nella città jonica. La scorsa settimana è infatti è stato ammesso 
l'inserimento di Taranto tra i possibili siti per le grandi opere 
infrastrutturali del Sud. Motivazione? Lavori di ulteriore ampliamento 
degli attracchi di navi della Nato. Sono ulteriori conferme di quanto 
andiamo dicendo: è in corso una trattativa segreta che ha per oggetto il 
futuro militare (e nucleare) di Taranto. Come è nella tradizione della 
diplomazia segreta, il parlamento non ne sa nulla, Taranto men che meno. Ma 
i soliti "bene informati" sono già all'opera e sottobanco qualcuno già 
starà trattando, in nome del proprio "particulare", il futuro della città.
Un baratto che non accettiamo.

Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink

Approfondimenti su http://italy.peacelink.org/disarmo
Su questo sito verrà aggiornato il dossier sulla nuova base Usa che il 
governo "auspica" a Taranto

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