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solidarietà a Report e ai ferrovieri



In merito ai licenziamenti dei ferrovieri e alla denuncia contro il
programma di Rai 3 "Report", (vedi articolo più in basso) vi chiediamo di
sottoscrivere il seguente appello e di inviarlo a questiÝÝindirizzi:
licenziamentiFFSS@katamail.com; carta@carta.org; lettere@lastampa.it;
online@lastampa.it; larepubblica@repubblica.it; lettere@unita.it;
redazione@ilsecoloxix.it; franca.ferri@quotidiano.net;
prioritaria@ilmessaggero.it; lavori@liberazione.it; interni@avvenire.it;
internetmail@iltirreno.it; redazione@ilmanifesto.it

Primi firmatari:
Daniele Barbieri -ÝÝGiornalista - Imola
Alessandra CecchiÝÝ- Tecnico della sicurezza sui luoghi di lavoro - Bologna
Luca Bianchi -Impiegato - Rimini
Agostino Renda - Palermo
Rimini Social Forum

APPELLO:

Le ferrovie italiane sono state costruite dai cittadini, attraverso i soldi
pubblici, e dai ferrovieri, attraverso il loro lavoro. Per questo hanno
verso cittadini e lavoratori un debito da ripagare in termini di rispetto e
trasparenza.
Scriviamo perché oggi rispetto e trasparenza non vengono garantiti.
Le denunce ai giornalisti e i licenziamenti di lavoratori in seguito alla
trasmissione di "Report" sono un pesante attacco alla libertà di
informazione e un grave monito verso tutti i ferrovieri che ardiscano a
difendere la propria incolumità e la nostra.
Sono un insulto alla memoria di tutti quei lavoratori che hanno pagato con
la propria vita le carenze nella sicurezza in ferrovia.
ÝÝChiediamo il ritiro di questi provvedimenti.
ÝÝChiediamo che le indagini vengano fatte sulla mancanza di sicurezza, e
non sui lavoratori.
ÝÝChiediamo che gli investimenti siano rivolti al personale di guida e
manutenzione, ai sistemi diÝÝ
ÝÝripetizione di segnale, alle bonifiche dall'amianto, piuttosto che a
stupidi spot televisivi.
ÝÝEsigiamo che si possa parlare di una problematica di interesse collettivo
senza censure e
ÝÝrappresaglie.

NOME E COGNOME	PROFESSIONE	CITTA'



Il testo della trasmissione si trova su:
http://www.report.rai.it/2liv.asp?s=171

DA "IL MANIFESTO" 09/01/04

CENSURA . Chi parla troppo perde il posto . Quattro ferrovieri licenziati e
un programma, «Report», sotto accusa. Imputazione: aver denuciato in tv
l'insicurezza dei treni
La replica Milena Gabanelli: «Scandaloso. Non si contesta la realtà dei
fatti ma il tono `allarmistico' e il danno d'immagine. Le mancanze
denunciate, per le Ferrovie, sono `irrilevanti'. Ma il nostro programma
tornerà di certo sull'argomento»

CARLA CASALINI. Sette ferrovieri sottoposti a «indagine» da Trenitalia, di
cui quattro licenziati; e una trasmissione di Rai3 nota per il rigore delle
sue inchieste, Report, messa ugualmente sotto accusa - a ispessire il clima
plumbeo di pressioni, e repressione della libertà di parola e di
informazione dell'era berlusconiana. La cosa che non si può dire, e che per
averla detta provoca lo scandalo e la reazione violenta delle Ferrovie è
l'insicurezza dei treni per chi ci lavora e per chi viaggia: un'esperienza
largamente comune, oramai, in Italia, che gli incidenti sempre più
frequenti, con l'aggravio dei casi di morti e feriti confermano con la
crudezza dei «fatti». La notizia dei licenziamenti compare sul sito
«Ferrovieri in lotta», che denuncia il silenzio dei sindacati confederali
sul «messaggio pesante: vietato criticare, chi parla paga con il posto di
lavoro». Indymedia la diffonde e escono i giornali locali: ieri con un
ampio servizio il Secolo XIX, quando anche i res!
 ponsabili di categoria di Cgil e Cisl - cui sono iscritti i ferrovieri
colpiti - confermano i licenziamenti dei macchinisti di Savona e
Alessandria, dei capitreno a Imperia e Acqui.

L'accusa di Trenitalia e i licenziamenti, per i lavoratori che hanno
denunciato in tv i problemi di sicurezza, è paradossalmente proprio la
«violazione» delle norme di sicurezza. I segretari nazionali di Filt-Cgil e
Fit-Cisl Franco Nasso e Vito Tedesco oggi decideranno iniziative unitarie;
Nasso anticipa: «Chiediamo il ritiro immediato di questi provvedimenti».

Le «violazioni» contestate da Trenitalia sarebbero: giornalisti e operatori
fatti salire sui locomotori senza autorizzazione; addirittura il blocco di
un treno in galleria per consentire le riprese tv, e manomissione della
«scatola nera» per coprire il ritardo. Ma figuriamoci, reagisce Giovanna
Corsetti, che per Report si è fatta «viaggi su viaggi» per quella puntata
andata in onda il 7 ottobre, ascoltando macchinisti e passeggeri: «Ho visto
treni incendiati, gallerie senza luci; quel treno si era fermato perché
guasto, altro che alterazioni delle `scatole nere', che poi hanno gli
orologi quasi sempre guasti. E poi come fanno a dire `sette ferrovieri',
nell'inchiesta ne parlavano molti di più».

«Non li abbiamo mica creati noi giornalisti, gli `incidenti' che abbiamo
visto: perché nessuno ha reagito invece sentendo un consulente di quel
`progetto macchinisti' programmato da Cimoli proprio per un'inchiesta sulla
sicurezza, raccontare delle `minacce personali' per chi segnala le cose che
non vanno?». Alla preoccupazione di Corsetti, risponde indirettamente un
Rls, ossia un delegato della sicurezza dei macchinisti, Dante De Angelis:
«I provvedimenti disciplinari fioccano, con una recrudescenza negli ultimi
sette, otto mesi, e l'accanimento soprattutto contro gli Rls, ogni volta
che si toccano i temi della sicurezza».

A Milena Gabanelli, che dirige il programma-inchiesta Report, subissata
ieri dalle telefonate, poniamo alcune brevi domande. «Scandaloso», è il suo
commento prima dell'intervista. Poi le chiediamo qual è la motivazione
della denuncia con cui Trenitalia ha colpito lei, chiedendo un
risarcimento, perché qui viene fuori la vera ragione anche dei
licenziamenti - altro che «violazioni della sicurezza».

Risponde Gabanelli: «La citazione che mi riguarda contesta tutto quello che
nella puntata è stato detto e mostrato, perché `fazioso'. Si contesta non
tanto la veridicità dei fatti, bensì il tono `allarmistico' e la
generalizzazione di mancanze, secondo Ferrovie, irrilevani e in via di
soluzione. Tutto questo avrebbe causato all'azienda ferroviaria un danno
d'immagine calcolabile attorno ai 26 milioni di euro. Il giudice stabilirà
se abbiamo sbagliato oppure se abbiamo fatto il nostro dovere».

Gabanelli precisa che «l'inchiesta partiva da un rapporto interno a
Ferrovie del `97, nel quale si evidanziavano gravi carenze legate alla
sicurezza su alcun tratte. All'epoca l'ing. Cimoli diede vita al `Progetto
macchinisti', nel quale venivano date indicazioni `prioritarie e urgenti'.
A distanza di 6 anni siamo andati su quelle tratte per verificare cosa era
stato fatto».

Veniamo a una delle accuse ai ferrovieri, `complici' dei giornalisti: «E'
vero che era stato fermato un treno in galleria? «Mi risulta che il treno
su cui viaggiava Giovanna Corsetti, autrice dell'inchiesta, si asia fermato
in galleria per un guasto». E la `scatola nera'? «Se il riferimento è al
tachigrafo mostrato nella puntata, quel tachigrafo non funzionava, e non
credo che qualcuno lo abbia manomesso».

Report è una trasmissione di denuncia, adesso quattro persone sono state
licenziate, e le chiediamo cosa «intende fare» la rai. Risponde asciutta, e
precisa: «Io so che gli incidenti ferroviari, purtroppo, non sono più una
rarità, so che quattro persone si sono esposte per denunciare fatti che
riguardano la sicurezza di tutti: posso solo augurarmi che questa vicenda
non passi sotto silenzio. Report, come è suo costume, torna sui pezzi
trattati con degli aggiornamenti. Torneremo anche su questo».