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Report dal Summit mondiale dell'Informazione



News da Ginevra

Di
Marco Trotta,
Lorenzo Mazza
Stefania Milan,
Margot Becci
Iginio Gagliardone

1. Problemi di dialogo tra società civile e governi all'interno del world 
summit. Il ministro Stanca: "facciamo un tavolo comune verso Tunisi 2005"

Mentre Geneva03 stava risolvendo i problemi logistici nella sede ottenuta 
per il Polymedia Lab dopo lo sgombero, al teatro Palladium, nella sede 
ufficiale del Palaexpò le cose non andavano meglio. In una affollata 
riunione volante tenuta nella Hall 4, in mattinata, la società civile, 
ovvero i rappresentanti delle ONG e di quei soggetti che avevano 
partecipato al percorso preparatorio verso il Summit, hanno denunciato la 
mancanza di attenzione dei governi e degli organizzatori alle loro 
esigenze. Per ben due volte la sede della plenaria della società civile è 
stata spostata tra ieri ed oggi causando notevoli disagi e le defezioni di 
chi non è riuscito ad avere informazioni in tempo. Altri problemi sono 
sorti dalla mancata consegna alla società civile dell'ultima versione della 
dichiarazione finale in elaborazione durante la plenaria del pomeriggio, 
mentre diverse obiezioni sono state fatte dalla delegazione africana ad un 
incontro proposto nel pomeriggio direttamente nella sede dell'ITU nel 
centro di Ginevra. Si è deciso comunque di chiedere l'integrazione completa 
della proposta della società civile nella dichirazione finale e che il 
governo elvetico si faccia carico di supportarla anche finanziariamente 
durante i due anni di percorso verso Tunisi 2005.
D'altra parte la partecipazione alla plenaria del pomeriggio è stata 
notevolmente selezionata a dimostrazione della notevole complessità del 
sistema di delega e rappresentanza al vertice ufficiale. Gli unici che 
potevano entrare erano i delegati in possesso dell'overpass, ovvero un pass 
che si doveva chiedere ai rappresentanti del proprio caucous (il gruppo 
regionale o tematico al quale si aveva partecipato durante la fase 
preparatoria). Per questo motivo molte persone accreditate della società 
civile sono restate fuori e lo stesso è successo ai media ai quali era 
vietato l’accesso.

Alla fine del suo intervento il ministro Stanca ha incontrato una 
delegazione della società civile fuori dalla plenaria dove ha rinnovato 
l’invito a fare un “tavolo comune verso Tunisi 2005”. Molti i commenti 
favorevoli anche se si è fatto notare che non solo servirebbe una netta 
inversione di tendenza rispetto all’attenzione che il governo italiano ha 
dimostrato verso questi temi e chi se n’è fatto carico fino ad adesso, ma 
che leggi come la “Gasparri” recentemente approvata vanno in direzione 
contraria ai principi da sempre sostenuti dalle ONG presenti al WSIS.

2. Ben Ali accolto tra le ovazioni dello stand di Tunisi 2005, ma un 
articolo su “TerraViva” rovina la festa ai suoi supporter

Al termine del suo intervento in plenaria, il presidente tunisino Ben Ali è 
stato accolto tra applausi e grida di giubilo nello stand di Tunisi 2005, 
allestito dal governo per sponsorizzare il summit che si terrà nel 2005 a 
sancire il processo finale del WSIS, mentre veniva intervistato dalla TV di 
stato. Ma la festa al presidente in carica dal 1987 è stata rovinata da un 
articolo di “TerraViva” quotidiano indipendente sul WSIS. In un intervista 
al segretario di “Reporter sans frontieres”, Robert Ménard, definiva la 
candidatura di Tunisi “indecente” visto il controllo che il governo 
esercita su tutti i media, internet compreso (anche se non pochi sono 
itentativi di ripulirsi la faccia in vista del futuro summit : è infatti 
stato da poco liberato un cyberattivista incarcerato due anni fa solo per 
aver osato fare satira politica sul suo sito). RSF, esclusa con molte 
polemiche dal WSIS, ha annunciato la nascita di una radio pirata (95,8 Fm) 
durante i giorni del Summit

3. Tunisia 2005?


"E' un' aberrazione". Cosi Omar Mestiri, direttore di Kalima, quotidiano 
on-line tunisino dissidende, attualmente ospitato da un server francese, ha 
definito la decisione di tenere la seconda fase del Summitsulla società 
dell'informazione a Tunisi nel 2005; le forti limitazioni alla libertà di 
espressione nel paese ne renderebbero paradossale il coinvolgimento diretto 
nel Summit .
La dichiarazione ha immediatamente sollevato accese reazioni tra il 
pubblico nel dibattito sul futuro summit di Tunisi 2005. Sono stati 
soprattutto cittadini tunisini a prendere la parola.
Alcuni interventi hanno messo subito in discussione la posizione di 
Mestiri, assumendo toni patriottici. Altri hanno rivendicato il diritto 
della Tunisia di ospitare il Summit in quanto opportunità per attirare 
l'attenzione della comunità internazionale sullo stato delle libertà civili 
nel paese e per dare risonanza e legittimità alle ONG locali che operano 
nel settore. Tra gli intervenuti anche membri tunisini di Amnesty 
International e militanti in
associazioni africane per i diritti dell'uomo.


4. L’informazione per la Guerra.

Se esiste un tema che il WSIS non ha voluto mettere in agenda. questo è il 
del ruolo dell’informazione all’interno di situazioni di conflitto.
Interventi e racconti su come i media abbiano contribuito a mascherare il 
racconto della verità o addirittura ad alimentare situazioni di conflitto, 
sono stati possibili soltanto durante gli incontri organizzati dalla 
società civile a lato del Summit ufficiale.
Durante uno di questi Rene Baralt, rappresentante dell’associazione 
venezuelana Aporrea.org. ha dichiarato “In Venezuela i signori dei media 
hanno dichiarato un vera e propria guerra al governo democraticamente 
eletto, e attraverso il controllo dei maggiori canali televisivi hanno piu’ 
volte incitato la popolazione alla rivolta.. Internet e i media 
comunitari  rappresentano l’unica risorsa a nostra disposizione per 
neutralizzare questa guerra informativa”.


5. Ingacio Ramonet : la globalizzazione ha dato un nuovo volto alla censura.

Durante una delle conferenze organizzate all’interno del WSIS, Ignacio 
Ramonet, direttore di Le Monde Diplomatique, ha denunciato che, mentre nei 
paesi con regimi autoritari, la censura continua a prensentarsi nella sue 
forme tradizionali, attraverso l’incarcerazione dei giornalisti dissidenti 
e la chiusura di testate critiche nei confronti del regime, nei paesi 
democratici sta crescendo il rischio di nuove, piu’ subdole, forme di censura.

Queste sono dovute ai sempre crescenti processi di concentrazione 
proprietaria in atto nei paesi piu’ ricchi, che stanno destituendo la 
stampa ufficilae dal suo ruolo di quarto potere, di watchdog nei confronti 
del mondo politico ed economico.
L’informazione, destituita del suo valore sociale, è diventata sempre piu’ 
una merce, costretta a rispondere non piu’ a leggi proprie, ma a quelle 
della domanda e dell’offerta.

Questo provoca gradi deficit nel processo informativo e rende sempre piu’ 
necessaria l’istituzione di un quinto potere, di un organo di controllo che 
vigili sulla responsabilità sociale che i media devono avere nei confronti 
dei cittadini.
Per questa ragione è stata lanciata la proposta di istituire un global 
media watch che si prenda in carico questo compito.


6. Domani il World Forum on Communication Rights

Claudia Padovani presenta così il World Forum on Comunication Rights, 
l’assemblea plenaria di domani: “E’ stato promosso dal CRIS, Comunication 
Rights in Information Society, insieme APC (Association for Progressive 
Comunication), Heinrich Boll Foundation (fondazione tedesca vicino 
all’SPD), sarà una giornata dove si parlerà di diritti umani raccontati 
attraverso esperienze e storie di diritti negati o costruiti dal basso. Si 
prenderanno in considerazione diversi aspetti: povertà, informazione nei 
conflitti, concentrazione dei media, questione legate alla sicurezza, al 
controllo e alla sorveglianza. Si vorrebbe riflettere su aspetti 
fondamentali della società della conoscenza che sembrano passare in secondo 
piano per i governi che stanno elaborando la dichiarazione ufficiale 
finale. Si vorrebbe arrivare ad una visione condivisa sui diritti alla 
comunicazione. Per CRIS è parte di un percorso che è iniziato due anni fa, 
che passa da Ginevra ma anche Tunisi 2005, e che ha un tratto interessante 
nell’aver contribuito a far convergere realtà ed energie diverse intorno al 
diritto alla comunicazione. Alla fine verrà presentata una dichiarazione 
sui principi fondamentali che stanno alla base della società della 
conoscenza e che sono la partecipazione, la diversità, l’inclusività e la 
libertà”.

7. Ridurre le disparità tra generi e aprire la porta a nuovi contenuti

Uno dei risultati dell’incontro di Ginevra, sarà, il 12 Dicembre, la 
nascita del Foro mondiale sulla disabilità nella società dell'informazione, 
che agisce nell'ambito dell'invalidità tecnologica, soprattutto digitale. 
Si tratta di portare allo scoperto invalidità sociali che impediscono 
l'acesso alla libera circolazione delle informazioni. Prima ancora di 
risolvere il divario digitale tra il Nord e il Sud del mondo, si vogliono 
riemarginare quelle ferite provocate dagli scompensi connaturati ad una 
società ancora patriarcale.

Per un'inclusione di tutti i Generi nel mondo dell'informazione. Portando 
dentro le donne e le loro istanze di comunicazione paritaria. Portando 
dentro tutte quelle fasce produttivamente carenti dal punto di vista 
informazionale. Questa l'iniziativa del
“Gender Caucus”, una piattaforma d'azione promossa da Unifem (united 
Nations Development Fund for Women) in collaborazione con la società civile 
e le ong, che
agisce per l'effettiva entrata in vigore dell'articolo 19 della 
Dichiarazione Universale dei Diritti dell' uomo.
In questa sede viene presentata una piattaforma d'azione: esperienze in 
corso nelle aree piu' colpite di ciascun continente, la conoscenza diretta 
con gli operatori.

Nella prima giornata la testimonianza di donne della Giordania. Si tratta 
di vere e proprie professioniste. E' sicuramente singolare per il Medio 
oriente: la Giordania è uno dei pochi stato che garantisce libertà di 
acesso alla rete e ai contenuti, senza censura. Il progetto dell'Unifem ha 
avuto un forte finanziamento statale, perchè cerca e riesce a 
informatizzare piccoli villaggi attraverso ricerche ed d'intervento mirate 
a operazioni sul campo. La sfida principale risiede nella creazione di 
nuovi contenuti, a cui fasce della popolazione povere possano affezionarsi. 
Si procede partendo da una logica di edutainment, per arrivare fino a 
coinvelgere in prima persona nella creazione di contenuti utili e 
dilettevoli donne, uomini e bambini illeterati. Attraversol'universalismo 
dei linguaggi visivi si cerca di colmare un gap: la gente é culturalmente 
ricca di
tradizioni, ma tecnicamente analfabeta nel mondo delle ICT.

Interessantissima la volontà di creare una sensibilità condivisa su questi 
temi, allargando lo spazio alla collaborazionedei singoli.Un universo che 
proprio sulla bocca di tutti non è.