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[Riflessioni] - E' morto Elvio Tortora... un uomo antico...
- Subject: [Riflessioni] - E' morto Elvio Tortora... un uomo antico...
- From: Roberto Del Bianco <delbia@casamia.org>
- Date: Sat, 22 Nov 2003 18:48:08 +0100
- Organization: Dal notebook :-)
Riporto un articolo da un'amica di Peacelink, iscritta alla lista free.
Anche se non parla espressamente di "pace", è tuttavia testimonianza di
uno stile di vita semplice, "pacifico", che era di alcuni uomini
"antichi" e che è sempre più difficile da trovare.
----- Original Message -----
From: nadiadarco@iol.it
E' morto Elvio Tortora.. un uomo antico....
E' morto Elvio Tortora,
nell'oggi un nessuno, schiacchiato dalla corsa al benessere borghese
delle nostre campagne.
Era figlio d'arte, frutto di quella civiltà contadina oggi sempre più
sommersa dalla commercializzazione della civiltà agricola delle nostre
campagne del bolognese.
Faceva l'apicoltore, esportava in tutto il mondo api regine, produceva
miele, pappa reale naturale, propoli l'antibiotico naturale; fin
dall'Ottocento. Suo padre cominciò più di cent'anni fa, esportava le
sue api regine in tutto il mondo in piccole cassette, era richiesto
dall'Australia, dalle Americhe, era per quel piccolo mondo artigianale
antico un numero uno.
Mai l'amministrazione comunale di queste nuove provincie di Bologna gli
ha riconosciuto il merito che aveva, tutte tese ad elevarsi al ruolo
borghese; vedi la trasformazione del territorio da rupestre e campestre,
in residenze di campagna per neoricchi e nuovi borghesi, che comprano
ex case coloniche, pollai, stalle, per farne esclusivi luoghi
residenziali, dando ai terzisti senza scrupoli - sull'impatto del
territorio - la coltivazione degli ettari di terra, dove per ottimizzare
il lavoro dei trattori, abbattono siepi, gli alberi, le quinte,
depauperando i terreni, cambiando la fisionomia del territorio,
impoverendo i terreni.
E' morto con Elvio una generazione, una cultura contadina che è la
perdita della memoria di ognuno di noi.
Lo intervistai nel lontano 1986, era felice di mostrare il suo
silenzioso e oscuro ai più, lavoro. Come ogni contadino, nei lunghi
inverni lavorava come artigiano, per la memoria di tutti,
riproducendo vecchi arcolai, lavorando il ferro, mitiche le sue
riproduzioni di antichi mestieri.
Con orgoglio mi mostrò il gallo spargivento che aveva costruito in
metallo sopra il suo pozzo, le foto ingiallite dal tempo e le sue
collezioni degli antichi mestieri, persi dall'ambizione di queste
campagne di diventare cittadine.
Oggi viene sepolto, nell'anonimato pubblico, nel silenzio con cui noi
sotterriamo con lui la nostra civiltà contadina. Sopraffatti dai piani
regolatori, dalle spinte espansionistiche locali e le ambizioni di un
paesotto che vuole la sua torta di ''benessere''. Questo ricordo di un
uomo ''sconosciuto'' dai mass media, dalla nostra quotidianeità
frenetica dell'oggi, tutta tesa alla politica del consumismo, è un atto
dovuto a quella grande immensa civiltà contadina schiacciata dal
''progresso'', che Elvio Tortora rappresentava.
Con grande stima lo ricordo, come tutti coloro che sono stati grandi
nell'umiltà del loro quotidiano rurale.
Con tristezza e grande affetto.
Nadia d'Arco Ozzano Emilia