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«Nel carcere di Viterbo si muore...in silenzio»



Fonte: Il Messaggero - Sabato 23 Agosto 2003
Condizioni dei detenuti e carenza d?informazione, Rifondazione accusa
«Nel carcere di Viterbo si muore...in silenzio»

di ANDREA ARENA
La morte è uguale per tutti? Dipende. Di certo chi muore in prigionia, 
dietro le sbarre, non fa notizia. Martedì 19 agosto un detenuto - un altro, 
verrebbe da dire, perché la lista dei decessi, suicidi, malori, malattie, è 
lunga - di nazionalità tunisina è spirato nel carcere viterbese di 
Mammagialla.
Lo si apprende da una lettera di un altro detenuto, pubblicata ieri dal 
quotidiano Liberazione. Niente agenzie, comunicati stampa o segnalazioni 
dalle forze dell?ordine: una lettera su un quotidiano politico, di nicchia, 
è l?unico modo per sapere della scomparsa di un uomo. «Oggi, 19 agosto, un 
uomo è stato trovato morto nel suo letto, nella sua cella - si legge nella 
lettera - Era un tunisino di 35 anni, emigrato, e di lui sapevamo soltanto 
che prendeva ?una cifra di terapia?. Cioé farmaci, centinaia di gocce di 
più tipi di psicotropi, ai quali probabilmente il suo cuore non ha retto».
L?autore della lettera - che appare sul quotidiano firmata in forma privata 
- spiega: «Qui le medicine non mancano mai, almeno quelle di un certo tipo. 
Perché altrimenti ci sarebbbe troppo caos, e per qualcuno è preferibile 
addormentare chi fa casino». Le condizioni dei detenuti, un tema sociale 
gravissimo: coinvolge associazioni e anche parlamentari e politici. 
All?inizio d?agosto un gruppo di esponenti politici (Bonadonna, Mascia, 
Deiana e il segretario provinciale di Rifondazione comunista, Giancarlo 
Torricelli), sono entrati a Mammagialla per un incontro con i reclusi, e 
per verificarne le condizioni di prigionia, i problemi, ciò che va migliorato.
Da Rifondazione scrivono: «Il 4 settembre si terrà a Viterbo il vertice dei 
ministri della Comunicazione dell?Ue. Potrebbe essere un?ottima occasione 
per affrontare uno dei tanti handicap sociali di cui soffrono i detenuti: 
la mancanza di comunicazione. È impossibile - dice un comunicato stampa del 
segreterio provinciale Giancarlo Torricelli - per loro utilizzare un 
computer, divieto del tutto arbitrario. E anche ricevere visite da terze 
persone non è affatto semplice». Anche i compagni di partito di Fausto 
Bertinotti sottolineano le condizioni durissime del carcere viterbese: «Nel 
giro di poco tempo si è assistito a diversi suicidi, ed ora questa morte 
inspiegabile del cittadino tunisino. Il clima che si respira a Mammagialla 
è particolarmente brutto: e tra i detenuti e tra il personale di custodia, 
per effetto della riduzione degli spazi di socialità voluta dalla nuova 
direzione».