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lettera 3 da Kabul di Luca Lo Presti di Pangea



I giorni a Kabul passano veloci e non mi accorgo di non avervi scritto da 
alcuni giorni....

Scusate, la promessa era di farlo ogni giorno ma sinceramente risulta 
difficile pensare cosa scrivere, questa sera mi trovo davanti al PC e mi 
sto ancora chiedendo: cosa vi raccontero'...?

La citta' risulta familiare per tutti i conoscitori di quella parte di Asia 
che si estende dal Kurdistan Turco all'estremita' orientale dell'India. 
Negozi polverosi infilati lungo il ciglio della strada in piccoli 
"bugigattoli" scuri, alcuni in container e altri completamente all'aperto.

È scavalcando le cose e le persone che ci si trovano davanti che si riesce 
a raggiungere la parte piu' vera della citta'....la zona povera!

In Afghanistan i profughi che tornano a casa alla ricerca di qualcosa che 
hanno lasciato, ma non troveranno mai piu', sono per lo piu' stipati in 
ruderi fatiscenti che non par vero stiano in piedi.
Segni di mitragliatrici e fori di artiglieria sono la caratteristica comune 
di questi che sono i nuovi alloggi degli afghani piu' poveri ovvero della 
maggioranza di loro.

Ci si chiede quante persone potrebbero morire se ci fosse una piccolissima 
scossa di terremoto o piovesse poco di piu' di quanto non accada di solito.

Ed ecco cio' che vedi:
....coperte stese per creare delle pareti e per dare un minimo di 
impressione di "casa".....
.... volti che appaiono e scompaiono da dietro quel che rimane di questi 
muri color sabbia...
...... volti con sguardi attenti  che ti scrutano con grande 
curiosita'...giochiamo con alcuni di loro,
i bambini sono uguali ovunque e comunque....
occhi meravigliosi, verdi o azzurri o di un nero cosi' profondo che ti ci 
perdi.., questi sono gli afgani del futuro, come non vedere in questi 
sguardi la loro voglia di giocare, come non pensare a cio' che hanno 
passato e come non preoccuparci che tutto cio' possa a breve ritornare!

L'attenzione di Stefania viene attirata da una porticina dietro la quale si 
intravedono volti di giovani donne...vi si avvicina e la invitano ad 
entrare....
In un cortile povero, ma molto decoroso si trova innanzi tre giovani 
sorelle, la nonna e il nonno ....cominciano una breve, ma intensa 
conversazione e come spesso accade tra donne si fanno confidenze e si 
raccontano sogni:
"Mi piacerebbe studiare perche' almeno non dovrei  dipendere dai miei 
fratelli maschi...non posso entrare in un  negozio e scegliere la merce 
perche'  non so leggere le confezioni, non posso prendere un autobus 
perche' non so distinguerne il numero e la destinazione.....mi prendono in 
giro e non lo posso sopportare!".
Un'altra: "io vorrei studiare perche' vorrei fare la maestra!".
Ed ancora un'altra "io vorrei studiare perche' se fossi istruita 
potrei  pensare di trovare un marito con una famiglia di ceto piu' elevato 
e cosi' non farei la schiava per tutta la vita!".

Piccoli, grandi sogni tra la polvere .......

Abbiamo visitato istituti di orfani con piu' di 1000 bambini...e abbiamo 
raccolto storie e sorrisi! Abbiamo riso e giocato con tutti loro, li 
abbiamo guardati studiare e ora li portiamo tutti nel cuore!!
Il pensiero fisso rimane su cosa fare...
Incontriamo Alberto Cairo, grande uomo!, ci raccontiamo vicendevolmente, 
gli piace Pangea, ci racconta storie di piccoli interventi che potrebbero 
essere fatti, storie che sembrano quasi inventate per quanto sono 
drammatiche, storie di invalidi mutilati, cechi che si affidano a piccole 
donne, bambine che non hanno il tempo per le bambole, ma devono provvedere 
alla famiglia e non essendo ancora diventate donne la cosa risulta quasi 
impossibile ...allora ecco piccoli prestiti per piccolo attivita', tutori 
che le seguono e dignita' che rinascono educate ad un futuro diverso di 
diritti che devono riacquisire, "potreste pensare di fare qualcosa per loro!?"

Storie, storie e storie che si accavallano nelle nostre menti, che non ti 
lasciano mai che non ci lasceranno mai e che quindi mai abbandoneremo!!

Molti di voi ci conoscono molto bene altri meno, ma sappiate tutti che 
anche questa volta di ritorno dal nostro viaggio verremo a chiedervi ... 
"voi da che parte state!?" e "la bandiera della pace l'avete ancora 
appesa!? Cosa rappresenta per voi quell'arcobaleno!?"
Questo vi chiederemo e se non avrete la forza di porvi veramente 
l'interrogativo...bhe' allora  togliete pure la vostra bandiera, ma se 
invece sceglierete di tenerla appesa ....allora noi saremo li ad aspettarvi!!
A presto Luca Stefania e Simona




[Nota: A partire dal 1 Maggio 2003 il sito www.peacelink.it pubblica le
lettere inviate da Luca Lo Presti, presidente della Fondazione Pangea
Onlus, che insieme alla fotografa e ricercatrice Stefania Scarpa sara' a
Kabul per seguire l'avvio del progetto Jamila, promosso da Pangea insieme
all'associazione locale HAWCA (Humanitarian Assistance for Women and
Children of Afghanistan)].