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IRAQ: DIRETTORE NIGRIZIA, FALLACI ODIA E DISINFORMA



ASCA (ALR) - 14/03/2003 - 11.31.00
IRAQ: DIRETTORE NIGRIZIA, FALLACI ODIA E DISINFORMA

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Padre Curci, sorpreso da tanto odio pensa che la scrittrice semplifica le 
cose viste solo con la lente del Nord del mondo (ASCA) - Verona, 14 mar - 
Fallaci odia troppo e disinforma, anche sul papa e sull'Islam. Ne e' 
convinto padre Carmine Curci, missionario comboniano, neo direttore di 
''Nigrizia'' che dopo aver letto di buon mattino l'ennesimo intervento 
della Fallaci sulla guerra all'Iraq, resta un po' interdetto. Padre Curci 
e' appena rientrato dall'Africa dove e' stato 10 anni tra Malawi, Kenya e 
poi, in qualita' di direttore del bimestrale ''New People'' ha scarpinato 
per le tragedie di guerra di mezzo continente nero. E sulla Fallaci e' 
lapidario. ''Lei parla come una persona che abita ai piani alti di un 
grattacielo, vede e giudica le cose con la sua cultura di persona 
benestante del Nord. Non la sfiora nemmeno che altri punti di vista possano 
avere la stessa dignita' culturale dei suoi. Il Sud e' un'appendice, un 
incidente della storia da utilizzare per i propri interessi, al massimo per 
aiutare perche' restino subalterni in eterno ai giochi economici 
occidentali. Noi missionari anziche' al sesto piano abitiamo al piano 
terra, quello della gente comune. E ora addirittura stiamo emigrando nelle 
strade, dove cammina gente senza speranze e senza futuro degno di essere 
vissuto da esseri umani. E le assicuro che leggere il mondo dal punto di 
vista di questa gente, si vedono cose in modo del tutto diverse dalle lenti 
di Bush che tanto piacciono alla Fallaci''. A padre Curci poi non va giu' 
''il modo semplicistico'' con cui l'Oriana scrive del papa e dell'Islam. 
''Sull'azione di Papa Wojtyla, la Fallaci e' molto riduttiva. L'azione del 
pontefice va letta nel grande contesto della pace mondiale che e' diventato 
l'obiettivo strategico della Chiesa ribadito a 40 anni dalla Pacem in 
terris. Non per mancanza di coraggio, ma perche' considerando gli abitanti 
del mondo la grande famiglia umana, il Papa non vede spazi per conflitti di 
sorta che non si possano appianare senza dover ricorrere, come un rito o 
come una maledizione, di volta in volta alla violenza di lupare, fucili, 
missili e bombe di ogni sorta. Ricevere Tareq Aziz non significa per il 
papa chiudere gli occhi di fronte alle ingiustizie e alle sofferenze della 
gente. E neppure significa condividere in pieno il punto di vista 
dell'interlocutore. Ha ricevuto Blair, Aznar, Berlusconi, per ripetere a 
tutti il primato della pace che deve ispirare l'azione politica e 
diplomatica. Se si parte demonizzando l'interlocutore di turno bisogna 
sparare piu' volte al giorno a vicini e lontani. Il mondo sarebbe un 
inferno di violenza molto maggiore dell'attuale situazione di sofferenza 
per milioni di persone. Il papa si e' fatto voce di milioni di persone di 
ogni cultura e religione che dicono basta alle armi e alla violenza, basta 
alla spartizione disuguale delle risorse garantita con la forza''. 
dic/cdc/sl (segue) 141136 MAR 03


ASCA (ALR) - 14/03/2003 - 11.32.00
IRAQ: DIRETTORE NIGRIZIA, FALLACI ODIA E DISINFORMA (2) =

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IRAQ: DIRETTORE NIGRIZIA, FALLACI ODIA E DISINFORMA (2) = (ASCA) - Verona, 
14 mar - Ma poi, il direttore di Nigrizia, allarga la sua riflessione. 
''Fallaci, per dare legittimita' alle sue tesi agressive, torna in 
continuazione al ricordo delle sue esperienze di guerra, denuncia gli 
orrori delle guerre. Anche noi missionari siamo per questa denuncia. Ma noi 
non ci siamo dimenticati di questi orrori neppure quando viviamo in 
ambienti e contesti fortunati mentre altrove, i pveri della terra, muoiono 
ancora come le mosche. Diciamo no alla guerra perche' chi la soffre davvero 
e' la povera gente. Gli inviati di guerra occidentali rischiano 
volontariamente la vita per informare. Ma non si puo' confondere la loro 
esperienza della guerra con l'esperienza dei poveri nel cui territorio si 
combatte. L'inviato di guerra puo' uscire quando vuole. I poveri no. La 
fame e i disagi per gli inviati sono un'esperienza, per la gente povera una 
condizione schiavizzante. Mi pare che sia il punto di vista della Fallaci 
che e' fallace. Lei parte da Bush e dal suo punto di vista. Noi missionari 
partiamo dalla dignita' dei popoli compreso quello iracheno. E questo punto 
di vista e' molto umano perche' ci fa vedere anche il popolo americano con 
simpatia. Sbaglia la Fallaci a credere che l'odio con cui lei vede islam e 
avversari di turno, sia lo stesso metro di misura con cui il movimento per 
la pace vede il popolo americano. Troppo comodo identificare l'America con 
Bush. Per fortuna del mondo l'America e' piu' grande, pluralista e 
articolata della visione interessata del suo attuale presidente. Ma alla 
polemica ricorrente di questa scrittrice fa comodo presentare le critiche a 
Bush come odio per l'America. Se cosi' non fosse tutta la sua polemica si 
sgonfierebbe da sola''. dic/cdc/sl (segue) 141138 MAR 03


ASCA (ALR) - 14/03/2003 - 11.34.00
IRAQ: DIRETTORE NIGRIZIA, FALLACI ODIA E DISINFORMA (3) =

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IRAQ: DIRETTORE NIGRIZIA, FALLACI ODIA E DISINFORMA (3) = (ASCA) - Verona, 
14 mar - ''La Fallaci - aggiunge padre Curci - e' abile come Bush nell'arte 
della propaganda. Sa usare i fumogeni. Bush tira in ballo Dio per le sue 
guerre. Usa Dio come un prodotto di consumo, e' un Dio privato, quasi un 
idolo prezioso, alla stregua di tutti gli altri beni di cui si dispone a 
piacimento. Difendendo il papa dagli attacchi della Fallaci, non escludo la 
possibilita' di critica, ma perche' cosi' penso di difendere i valori della 
pace. Fallaci si permette di banalizzare ecumenismo e terzomondismo senza 
pensare che contro la guerra si difende la prospettiva del Sud del mondo. 
Penso che sia tempo che il Nord si adatti non a malincuore ma con 
disponibilita' a riconoscere uguale dignita' al Sud del mondo, alle sue 
culture e alla sua storia. E' un passo difficile dal momento che per 
persone come la Fallaci si fatica a capire una pluralita' all'interno dello 
stesso Occidente e sprizza veleni contro l'Europa. Riconoscere il punto di 
vista del Sud non significa beatificarlo. Anche il Sud ha le sue debolezze 
e le sue responsabilita', ma cio' non deve giustificare l'attuale sistema. 
E non puo' significare che se ne debba scrivere con odio e risentimento . 
Ho qui, sul tavolo, accanto all'articolo della Fallaci, alcune lettere di 
missionari. Uno dal nord Uganda scrive di non tacere di fronte ai massacri 
che accadono contro la gente sottoposta a molti anni di querra. Un altro 
dal Centrafrica, dove sono in corso scontri dimenticati, chiede di parlare, 
di denunciare la spirale di morte che avvolge come una nube tossica tanti 
paesi''. dic/cdc/sl 141140 MAR 03