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Banca Nazionale del Lavoro, fuori dall'Ecuador
Oltre "Telethon" buone azioni anche in Ecuador
Mobilitazioni in tutta Italia contro le estrazioni petrolifere sostenute da BNL
Si è tenuta oggi in varie città dItalia una forte mobilitazione della
Campagna contro lOCP - organizzata tra gli altri da Rete Lilliput e
Campagna per la Riforma della Banca Mondiale -, per chiedere pubblicamente
alla Banca Nazionale del Lavoro di uscire dal devastante progetto di
estrazione petrolifera OCP in Ecuador.
LOCP trasporterà per 20 anni circa 400.000 barili di greggio pesante al
giorno di proprietà delle compagnie petrolifere straniere, fino al completo
esaurimento della risorsa. Attraverserà ben 11 Aree protette e 40 centri
abitati dell'Ecuador. Torrenti, fiumi, foreste tropicali primarie e terreni
agricoli di ottima qualità a rischio di incendi e sversamenti di petrolio,
per un totale di due milioni e mezzo di ettari di territorio amazzonico che
verrà sfruttato con la costruzione dellopera. Comunità indigene costrette
all'emigrazione o, nel migliori dei casi, sfruttati per la manodopera nel
primo periodo dei lavori. Per non parlare della percentuale di malati di
cancro nella zona di foresta già distrutta dalle attività petrolifere degli
ultimi 30 anni. Sono questi i numeri del folle progetto per la costruzione
dei 500 km di oleodotto che spaccheranno in due il polmone verde
dell'Ecuador, e che ha visto negli ultimi mesi la massiccia mobilitazione
di associazioni, rappresentanti delle popolazioni locali e esponenti del
mondo politico. Anche oggi numerosi attivisti hanno distribuito volantini
ed inscenato piccole azioni dimostrative davanti alle filiali della BNL di
Milano, Firenze, Napoli e di altre città, per far presente alla BNL che,
dopo quella di Telethon, può compiere unaltra buona azione: non procedere
con il finanziamento di unopera come questa.
A Roma una trentina di attivisti si sono dati appuntamento davanti alla
filiale BNL di via del Corso, esponendo uno striscione, sostenuto da
palloncini colorati, in cui si leggeva la scritta BUONE AZIONI ANCHE IN
ECUADOR. A Roma erano presenti anche unesponente dellorganizzazione
ambientalista ecuadoriana Accion Ecologica e due indigeni delle comunità
impattate dal progetto. Mario Santi, della comunità di Sarayacu, ha potuto
testimoniare come il livello della tensione legata alla costruzione
delloleodotto stia aumentando. Proprio la sua comunità dopo numerose
denunce inascoltate riguardo l'invasione del suo territorio, nelle scorse
settimane ha trattenuto pacificamente per alcuni giorni tre lavoratori
dell'impresa CGC, coinvolta nella costruzione delloleodotto, liberandoli
solo dopo lottenimento di un accordo che vincola la compagnia a rimanere
fuori dalle loro terre. Ma la repressione da parte del governo ecuadoriano
di qualsiasi forma di protesta continua, anche a dispetto dei diritti delle
popolazioni locali.
Anche per questa ragione la Campagna internazionale contro lOCP sta
crescendo e si sta mobilitando sempre più in vari paesi, tra gli altri la
Germania, lInghilterra, gli Stati Uniti, la Spagna e lArgentina. La
speranza è che sia proprio unazienda italiana, la BNL, che partecipa al
finanziamento del progetto per una quota di 50 milioni di dollari e che
dimostra tutti gli anni la sua sensibilità al sociale sostenendo
uniniziativa come Telethon, a riconoscere che le devastazioni
socio-ambientali del progetto non ne giustificano la realizzazione. Un
primo segnale importante è già venuto dal presidente della BNL Abete, che
nei giorni scorsi ha affermato, per la prima volta in un anno, di voler
incontrare gli esponenti della Campagna contro lOCP. Continuiamo a subire
soprusi semplicemente perché vogliamo esercitare il nostro legittimo
diritto di protestare pacificamente contro la distruzione delle nostre
terreha affermato Mario Santi della comunità di Sarayacu. Alle popolazioni
dellEcuador lOCP porterà solo altra povertà e disagi, non certo lo sviluppo
che ci vogliono far credere. Proprio per coerenza con il suo lodevole
impegno su Telethon, la BNL dovrebbe uscire dal progetto OCPha dichiarato
Marco Scinto di Legambiente.