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tre glosse
Ai mezzi d'informazione
e ad alcuni amici
Vi inviamo come anticipazione l'intervento del responsabile del Centro di
ricerca per la pace di Viterbo, Peppe Sini, che apparira' sul notiziario
telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" di domani in calce a, e
a commento di, due interventi di Gerard Lutte e di Paolo Flores d'Arcais
sulla vicenda dei recenti arresti di alcune decine di persone impegnate
contro i crimini della globalizzazione neoliberista.
In appendice una breve notizia sull'autore.
Centro di ricerca per la pace di Viterbo
strada S.Barbara 9/E, 01100 Viterbo
e-mail: nbawac@tin.it
Viterbo, 18 novembre 2002
*
6. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: TRE GLOSSE AI PRECEDENTI ARTICOLI DI GERARDO E
DI FLORES D'ARCAIS
Primo: se non fossi d'accordo su parte essenziale del contenuto di questi
articoli non li riprodurrei in questo foglio che esce sotto la mia
responsabilita' (il che ovviamente mi espone con gli autori di tutti gli
articoli ad essere imputato di diffamazione a mezzo stampa, imputazione per
la quale da tre decenni subisco e ho tuttora in corso numerosi processi
penali e civili intentatimi da politicanti e pubblci amministratori
corrotti, imprenditori legati ad affari e poteri criminali, rappresentanti
di poteri occulti, faccendieri di affari sporchi e gruppi mafiosi).
*
Secondo: alla luce di quel poco che ancor oggi sappiamo delle indagini, mi
pare di poter confermare l'impressione che la detenzione preventiva di
alcuni militanti di gruppi impegnati contro i crimini della globalizzazione
neoliberista sia non adeguatamente motivata, e quindi possa e debba essere
ritenuta ingiusta.
E mi pare altresi' di dover confermare che la magistratura debba essere
rispettata nel suo lavoro sempre, non solo quando colpisce gli avversari
politici. Naturalmente rispettare il lavoro della magistratura non significa
non criticare l'operato dei magistrati, o la gestione delle inchieste. Le
critiche sono non solo legittime, ma necessarie ed utili all'accertamento
stesso della verita' dei fatti. Ed infine: nessuno a questo mondo e'
infallibile, e personalmente ho visto troppi processi, sia dal banco degli
imputati che dai banchi del pubblico, per non sapere che anche in questo
ambito gli errori sono possibili e frequenti, troppo frequenti, troppo
terribilmente frequenti.
*
Terzo: ma quel che trovo sbagliato ed irresponsabile in molti interventi di
varie persone e strutture in questi giorni, ed anche purtroppo in certi
insufficientemente meditati passaggi degli interventi di Gerardo, che e' un
luminoso maestro e un amico carissimo, e di Flores d'Arcais, la cui
attivita' di studioso e di operatore culturale di stupendo impegno civile
ammiro profondamente, e' il rischio che essi passaggi ed esse formulazioni
siano interpretati come un appiattimento delle posizioni tale per cui o si
e' solidali condividendo le posizioni e le responsabilita' degli arrestati o
si e' - lasciate che prolunghi cio' che e' implicito - qualcosa di simile a
degli idioti, o dei mascalzoni. E questa e' una scempiaggine che, implicita
o esplicita, non accetto.
*
Sono con tutto il cuore schierato da sempre in difesa dei diritti umani di
tutti.
Alcune delle cose spacciate per scoperte odiernissime che in questi ultimi
anni sono ripetute da molti giovani personalmente le penso e le dico e le
scrivo da tre decenni.
Chi mi conosce sa che ho pur pagato qualche prezzo per restare su posizioni
rigorose mentre altri chiudevano un occhio su fatti su cui un occhio non si
poteva chiudere, o davano l'assalto alla diligenza dei soldi pubblici (con
quali soldi si pagano gli stipendi dei burocrati dei partiti democratici e
di molte apprezzabilissime ong?), o facevano la scalata alle redazioni
prestigiose ed alle alte cattedre (che per solito, ahime', non si fa senza
qualche patronage o cordata).
E poiche' negli anni '70 ero gia' un militante in Italia ricordo bene quante
persone furono assassinate anche per l'irresponsabilita' di molti che
dicevano "brucia, ragazzo, brucia" o che escogitavano e propalavano motivi
per giustificare i deliranti inneggiamenti alla violenza che poi i piu'
stupidi prendevano sul serio (dovrebbe essere resa obbligatoria la lettura
dei Fratelli Karamazov in tutte le scuole e nelle pubbliche piazze, penso da
allora).
E detto tutto questo mi prendo il privilegio di dire:
a) difendiamo i diritti umani degli arrestati, e credo - per quel poco che
ne so - ingiustamente arrestati, ed auspichiamo la loro scarcerazione in
attesa del processo, se non vi siano i gravissimi motivi che l'ordinamento
prevede perche' una persona sia detenuta prima di una condanna;
b) contrastiamo ogni ideologia e prassi favorevole alle violenza; e se
facciamo questo diciamo anche che certi proclami e pratiche dei cosiddetti
"Disobbedienti" sono inammissibili, e che i loro "leader" non sono nostri
compagni di lotta, ma nostri avversari, e tra i nostri avversari piu'
netti;
c) la si pianti tutti di gridare slogan insensati inneggianti ala
"sovversione"; se lo dice Gerardo, che e' uno degli uomini piu' buoni del
mondo, tutti sappiamo che intende una cosa buona e giusta, ovvero il
rovesciamento di tutte le ingiustizie e le sopraffazioni, un generoso venire
in soccorso di tuti gli oppressi e i sofferenti; ma la stessa parola ha per
altri ben altro significa, e cosi' come abbiamo il dovere di opporci alla
prassi eversiva di Bossi e Berlusconi, mi si permettera' di dire che mi
oppongo anche a quella di chi usa le spranghe e la menzogna e il militarismo
e insomma la violenza pensando che cosi' costruisce "un mondo diverso
possible" ed invece col suo agire contribuisce alla ricostituzione di quel
mondo di cui fu teorico e ministro quel Giovanni Gentile - ahilui - che
faceva l'elogio della "filosofia col manganello";
d) non ci lanciamo in proclami insensati che pretendono di far credere che
in Italia ogni residuo barlume di liberta' sia gia' spento; e soprattutto
non si lancino in cio' persone (e non parlo certo di Gerardo, e naturalmente
non mi riferisco adesso qui neppure a Flores d'Arcais) che in questo paese
godono di privilegi enormi. E' in corso in Italia una lotta assai grave e
profonda tra l'eversione di destra al potere e il campo che vuol difendere
la democrazia, la legalita' costituzionale, lo stato di diritto, i diritti
umani (non necessariamente in quest'ordine, e non necessariamente tutti
tutte queste cose, lo so: ma sono comunque un medesimo campo); non aiutiamo
l'eversione al potere consentendo al suo attacco alla magistratura, alla
Costituzione, all'ordinamento giuridico democratico, ai diritti umani. Non
diamo per persa una lotta che e' in corso;
e) ed ancora: non proponiamo iniziative folli: solo chi gode di enormi
privilegi puo' proporre di "autodenunciarsi", moltissime delle persone
migliori vivono gia' una situazione cosi' esposta che a simili iniziative
non possono consentire; e moltissimi giovani ingenui potrebbero essere messi
nei guai da appelli irresponsabili;
f) ed infine, per non farla troppo lunga: nessuno pretenda di avere la
verita' in tasca: esprima le proprie opinioni limitandosi a quanto sa ed a
quanto sinceramente ritiene, poiche' potrebbe accadere - e voglio sperare e
credere che cosi' non sia - che domani si potrebbe venire a sapere che
alcuni gravi reati (concreti ed effettivamente avvenuti) davvero siano stati
commessi anche da persone insospettabili di tanto, e da povero vecchierello
ricordo come negli anni '70 amici carissimi ed autorevolissimi si
sbracciavano a negare che tizio o caio potessero essere responsabili di
questo o quello, e la realta' aronianamente li smenti'.
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Auguro di tutto cuore agli arrestati di essere liberati al piu' presto,
poiche' cosi' come recita un fondamentale principio giuridico li considero
innocenti finche' una loro eventuale colpevolezza di qualche effettivo reato
non dovesse essere provata.
E spero che l'attivita' della magistratura giunga a conclusioni certe al
piu' presto.
E chiedo a tutti di misurare le parole e di farla finita con atteggiamenti
irresponsabili.
E chiedo a quanti sono impegnati nel movimento per la pace, per i diritti
umani a tutti gli esseri umani, e contro l'ingiustizia globale, di prendere
una posizione netta contro la violenza.
Personalmente poi credo che se non si fa la scelta della nonviolenza non si
puo' lottare efficacemente contro la violenza, il sessismo, il razzismo, lo
sfruttamento, l'inquinamento e la guerra. Ma anche senza pretendere che
altri facciano questa scelta nonviolenta che e' la mia, ebbene, almeno la
scelta di opporsi alla violenza tutti coloro che vogliono difendere
l'umanita' dalla catastrofe devono farla; la scelta di opporsi alla
violenza: davvero "senza se e senza ma".
*
Appendice ad uso dei mezzi d'informazione: breve notizia sull'autore di
questo intervento
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo fin
dalla sua fondazione negli anni '70, e' stato per anni consigliere comunale
e provinciale caratterizzando la sua attivita' amministrativa
particolarmente con l'impegno contro la criminalita' e la corruzione, e per
la difesa dell'ambiente.
Come pubblico amministratore, come giornalista e come socio del
"Coordinamento Antimafia" di Palermo ha condotto dagli anni '80 iniziative
di inchiesta, sensibilizzazione e denuncia contro il regime della corruzione
e la penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio.
Ma l'impegno principale, fin dagli anni '70, e' quello pacifista,
antimilitarista ed antirazzista, per i diritti umani: e' stato il principale
animatore dell'opposizione alle servitu' militari nel viterbese.
Nel 1987 e' stato coordinatore per l'Italia della campagna internazionale di
solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime
razzista sudafricano.
Per le sue iniziative di opposizione nonviolenta alla guerra e in difesa
della legalita' costituzionale nel '91 e nel '99 ha subito procedimenti
giudiziari risoltisi con esito a lui pienamente favorevole.
Nel 1999 ha ideato e realizzato l'azione diretta nonviolenta delle
"mongolfiere per la pace" con cui bloccare i decolli dei bombardieri dalla
base militare di Aviano ostruendo lo spazio aereo di decollo antistante la
base.
Ha promosso e tenuto corsi di educazione alla pace presso enti locali, enti
di servizio civile e scuole.
Ha promosso la proposta di legge per la formazione alla nonviolenza degli
operatori delle forze dell'ordine.
Dirige il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".
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