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in carcere cyberdissidente del Vietnam
E' stato condannato a quattro anni di carcere il cyber-dissidente
vietnamita Le Chi Quang. Le accuse contro di lui sono di "azioni di
propaganda contro la Repubblica Socialista del Vietnam" e "comunicazione
con stranieri via internet". Le Chi Quang ha ammesso la pubblicazione in
internet di alcuni suoi saggi, tra cui "attenzione alla Cina imperialista",
ma non ha voluto riconoscere in ciò un'azione criminale. La pronta risposta
della censura vietnamita è stata però per l'ennesima volta quella di
fermare con la forza la democratizzazione e di libero scambio delle idee
attraverso internet. Altri sono infatti i vietnamiti incarcerati per aver
pubblicato o consultato on line materiale considerato sovversivo. Reporters
senza Frontiere e Free Vietnam Alliance denunciano queste gravi violazioni
dei diritti civili, compreso quello fondamentale all'informazione. Intanto
oltreoceano il Congresso statunitense chiede il finanziamento dei progetti
degli hacker che stanno lavorando su tecnologie anti-censura, sistemi
capaci cioè di assicurare "il libero flusso delle informazioni". 100
milioni di dollari è la cifra che la proposta di legge americana vorrebbe
conferire a chi sviluppa tecnologie capaci di aggirare le censure cinesi e
vietnamite. La proposta è stata accolta con soddisfazione da chi si batte
per la libertà di comunicazione, tuttavia ciò non basta per tutelare chi in
quei paesi è vittima di ritorsioni per l'uso di tecnologie considerate
"fuorilegge". [16.11.2002]
» Fonte: © Digital Freedom Network, Reporters senza Frontiere, Free Vietnam
Alliance, Punto Informatico;
» Approfondimento: © Digital Opportunity Channel ;
Fonte: sito http://www.unimondo.it/