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il Venezuela si ribella i golpisti.



(La Stampa del 14/4/2002 Sezione: Esteri Pag. 11)

IL PALAZZO DEL GOVERNO E´ STATO OCCUPATO DALLA FOLLA E DAI MINISTRI FEDELI 
A CHAVEZ
Caracas si ribella ai golpisti
Il neopresidente Carmona rifugiato in caserma
CARACAS
All'indomani della destituzione del presidente Hugo Chavez, la situazione 
in Venezuela si è fatta caotica. Il suo successore, l'ex presidente della 
confindustria Pedro Carmona, è stato costretto a fare marcia indietro per 
quanto riguarda lo scioglimento del Parlamento e di altre istituzioni e 
rischia di essere a sua volta destituito. Il comandante delle forze armate 
Efrain Vazquez ha condizionato infatti l'appoggio dei militari, decisivo 
nella destituzione di Chavez, al ripristino dell'Assemblea Nazionale, della 
Corte suprema e di altri organismi. Per quanto riguarda Chavez, che non ha 
ancora presentato le sue dimissioni per iscritto come si era vociferato 
ieri e che si troverebbe su una piccola isola, lontano da Caracas, Vazquez 
ha assicurato che il deposto presidente sta bene e viene trattato con ogni 
riguardo. «È stato affidato alle forze armate, ma non è in stato di 
arresto», ha puntualizzato in una dichiarazione ai giornalisti. Ha anche 
annunciato che nelle prossime ore lascerà il Venezuela, «com'è nei suoi 
desideri». Ma su questo non c´è alcuna certezza, anzi, gli ex ministri 
Aristobulo Isturiz e Maria Cristina Iglesias che, insieme a migliaia di 
seguaci «chavisti» hanno occupato l'edificio del governo, sostengono che 
«nelle prossime ore il presidente Hugo Chavez arriverà a Palazzo 
Miraflores». Lo hanno annunciato ieri sera, secondo il quotidiano on line 
«El Universal». Sempre secondo la stessa fonte, però, i vertici militari 
sarebbero impegnati in trattative con il deposto presidente per convicerlo 
a lasciare il Paese. Da parte sua, il presidente del Parlamento, William 
Lara, appena tornato in possesso delle sue funzioni, ha disconosciuto 
l'autorità del governo provvisorio costituito da Carmona e ha ribadito la 
sua fedeltà al deposto presidente, che a suo avviso è «vittima di una 
detenzione illegale». Lara ha dichiarato alla radio che «in Venezuela non 
c'è alcun governo transitorio» e ha aggiunto di non riconoscere il governo 
di Pedro Carmona, che dovrebbe «essere processato come golpista». Secondo 
il presidente dell'Assemblea Nazionale, Carmona ha commesso il reato di 
usurpazione di «funzioni presidenziali, e deve essere processato 
giudizialmente per questo reato, come un qualsiasi cittadino che si macchia 
di un reato contro lo Stato di diritto che vige in Venezuela». Come se non 
bastasse, continuano le manifestazioni di piazza a favore di Chavez. Mentre 
Carmona parlava, dalla caserma che fronteggia il palazzo presidenziale 
molti soldati hanno unito la loro voce a quelle di decine di migliaia di 
persone che invocavano il ritorno al potere del deposto presidente. 
Contemporaneamente la brigatata dei paracadutisti, di stanza nella base 
aerea della città di Maracay, nel centro del Paese, che ha a sua 
diposizione moderni caccia F-16, si sarebbe ribellata non riconoscendo il 
nuovo governo. Lo ha assicurato ieri il capitano dell'esercito a riposo, 
William Farias, un collaboratore di Chavez. Intanto familiari di ex 
ministri del precedente governo ed ex deputati hanno denunciato che sono in 
corso «perquisizioni» dei loro domicili, messe in atto «con ogni sorta di 
maltrattamenti, minacce, vessazioni ed umiliazione». In un comunicato, 
sottoscritto tra gli altri dai figli degli ex ministri della Pubblica 
Istruzione, dell'Ambiente, della Pianificazione e della Sanità, si afferma 
inoltre che «la giunta fascista di governo che attualmente occupa Palazzo 
Miraflores si dovrà assumere la responsabilità di tutto quando può accadere 
ai nostri congiunti». Con provvedimenti drastici per cancellare in poche 
ore i tre anni dell´era Chavez, un passato scomodo per il nuovo potere, non 
appena insediato, Carmona aveva sciolto il Parlamento, destituito la Corte 
Suprema e abrogato la Costituzione, approvata nel 1999 con il 70 per cento 
dei voti, ripristinando quella in vigore dal 1961. Disordini e saccheggi 
ieri sono dilagati in vari quartieri popolari della capitale e nella vicina 
località di Guarenas: la polizia è dovuta intervenire per sciogliere i 
manifestanti. In serata la folla si era raccolta attorno al palazzo di 
Miraflores, sede del governo e, prima che riuscisse a invaderlo, Carmona 
era stato portato, per motivi precauzionali, in una caserma dell´esercito. 
Carmona, presidente della Confindustria locale legato al settore 
petrolchimico, scelto per guidare la transizione, aveva inutilmente 
lanciato un appello alla calma e alla responsabilità e criticato il 
caudillismo del suo predecessore e i suoi atteggiamenti messianici. Dopo 
aver annunciato un intervento immediato per normalizzare le attività del 
settore petrolifero, vitale per l´economia venezuelana, il neo presidente 
si era impegnato, pur ammettendo la sua appartenenza alla classe 
imprenditoriale, a sviluppare politiche sociali per combattere la povertà 
nella quale è sommersa la maggior parte del Paese.
Francesca Ambrogetti