[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
"Il Nuovo" sulla legge 185
Fonte: Il Nuovo
http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,115772,00.html
La lobby delle armi mette d'accordo destra e sinistra
di Carlo Ottaviano
·Tutti concordi nella ratifica di un accordo europeo
·Ma un cavillo modifica una legge buona ·Le proteste di missionari e new-global
·Sì all'accordo ma senza cambiare la legge 185
"Al comma 1 dell'articolo 27 della legge 9 luglio 1990, n. 185, dopo le
parole: ‘dall'articolo 2’ sono inserite le seguenti:’fatta eccezione per le
operazioni in utilizzo di licenza globale di progetto’." E’ questo il testo
dell’articolo 11 della progetto di legge 1927 in discussione, nel
disinteresse generale, alla Camera dei Deputati. Firmato da 4 ministri del
governo Berlusconi, il progetto prevede la ratifica di un accordo quadro
europeo per facilitare la ristrutturazione e le attività dell'industria
europea per la difesa, "nonché modifiche alla legge 9 luglio 1990, n. 185."
E’ proprio la congiunzione nonché , lasciata cadere nel finale, a destare
qualche sospetto: che zitti zitti si stia modificando la legge 185 che
imponeva vincoli ben precisi ai cosiddetti mercanti di armi. Una legge del
1990 osteggiata dalle industrie di armamenti -leggeri e pesanti- che
"finalmente" sta per essere modificata. Presentata dal Governo in novembre,
la proposta ha ricevuto la scorsa settimana l’ok sostanziale anche del
centro-sinistra ulivista. Il tutto nel silenzio generale, se si escludono
gli articoli de il Nuovo , le pagine di denuncia del mensile dei missionari
comboniani "Nigrizia", del settimanale "Vita" e le annunciate
manifestazioni di protesta che si svolgeranno questa settimana a Brescia in
occasione della 21^ edizione di Exa, una delle fiere più importanti nel
mondo per i produttori di armi leggere e di piccolo calibro. Quest’anno,
dopo tante stagioni di crisi, i produttori si presentano nella città
lombarda con maggiore ottimismo e fiducia. Finmeccanica, la maggiore
azienda italiana del settore, nel 2001 è tornata a macinare utili e molti
di più spera di farne nei prossimi anni, grazie alle "licenze" concesse
dalla nuova legge, una volta approvata. Con la scusa della "licenza globale
di progetto", le aziende europee potranno infatti fare accordi con le
industrie dell’est europeo che hanno meno vincoli in fatto di esportazione
di armi. Siria, Angola, Iran, India, Togo, Etiopia, sono alcuni dei clienti
migliori delle industrie di armi di Polonia, Ungheria, Repubblica ceca. E
presto, grazie alle nuove triangolazioni, anche le industrie di Italia,
Spagna, Francia, Svezia, Gran Bretagna e Germania torneranno a rifornire le
santabarbara dei paesi del sud del mondo. Quel breve articolo 11 citato in
apertura, faciliterà le esportazioni di armi senza bisogno di certificato
di uso finale in caso di vendita a paesi terzi, senza alcuna trasparenza
sulle informazioni, allentando il vincolo della violazione dei diritti
umani. Trattandosi di accordi tra imprese private e non tra governi saranno
sicuramente scarse le informazioni sul tipo di materiale esportato, sul
numero dei pezzi, sul valore, sui compensi per le intermediazioni
finanziarie, sulla documentazione doganale e sul destinatario finale.La
lobby dei mercanti di armi -mercanti di morte, secondo i missionari- sta
quindi per mettere a segno la sua vittoria tanto da sentire l’esigenza di
stringere alcuni nuovi rapporti di collaborazione proprio con i paesi
dell’est. L’Alenia -ma questo è solo un esempio- ha già in programma la
produzione di torrette con cannoni automatici negli stabilimenti in Polonia
della Hsw. E tutto sta avvenendo in un clima di silenzio generale: della
stampa e dei politici. Come sta avvenendo per la discussione alla Camera
del Progetto di legge 1927 di modifica della legge 185. Una discussione che
vede sullo stesso fronte maggioranza e minoranza. Addirittura con una non
celata punta di orgoglio nella seduta del 25 marzo Marco Minniti dei DS ha
dichiarato (testuale) "il consenso del suo gruppo sul provvedimento, che
ratifica un Accordo da lui personalmente sottoscritto in rappresentanza del
Governo allora in carica." Secondo Minniti, "l'Accordo quadro rappresenta
uno straordinario passo in avanti nel campo dell'esportazione delle
tecnologie e dello scambio delle informazioni classificate". Parole
analoghe del deputato di An Gustavo Selva che nella stessa seduta ha
definito "eccellente l’accordo che ... è nell'interesse del paese e della
nostra produzione". A completare l’idilliaco quadretto d’armonia
parlamentare c’ha pensato nientepocodimenoche Cesare Previti, secondo cui
il provvedimento "concorre a definire l'identità europea nel campo della
sicurezza e della difesa." (Previti e Selva hanno però glissato ogni
riferimento al fallimento, decretato proprio dal governo Berlusconi, del
progetto di aereo militare comune europeo.) Voce discordante quella della
Verde Laura Cima. "La legge 185 -ha ricordato la parlamentare verde-
conteneva un primo principio di fondamentale importanza, dal quale non
dovremmo mai recedere: le esportazioni di armamenti devono essere
subordinate alla politica estera italiana, alla Costituzione e ad alcuni
principi del diritto internazionale da cui discendono alcuni divieti, ad
esempio il divieto di esportare armi se queste contrastano con la lotta al
terrorismo internazionale, il divieto di esportare verso Stati responsabili
di violazioni delle convenzioni internazionali sui diritti umani e il
divieto di esportare verso paesi in stato di conflitto". Una voce nel
silenzio, perchè con ogni probabilità già prima dell’estate il Parlamento
approverà la ratifica dell’accordo internazionale. La speranza è che lo
faccia senza modificare la precedente (buona) legge italiana. (8 APRILE
2002, ORE 16:50)