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IL SILENZIO SU RAFFAELE CIRIELLO. IO NON CI STO
Fonte: Il Barbiere Della Sera
http://www.ilbarbieredellasera.com/article.php?sid=2061
IL SILENZIO SU RAFFAELE CIRIELLO. IO NON CI STO
di Amedeo Ricucci
"Quel cecchino ha sparato a freddo, mirando, per uccidere"
Sta calando vergognosamente il silenzio sulla morte di Raffaele Ciriello.
Colpa probabilmente di Cogne e dell'indecente circo mediatico che si
esibisce su questo caso di cronaca. Ma il mio sospetto e' che si voglia
deliberatamente far passare sotto silenzio l'assassinio di Raffaele. Ed io
non ci sto.
Io c'ero e voglio raccontarvi come e' andata veramente. Perche' circolano
troppe versioni false e tendenziose, avallate da colleghi che a Ramallah
quel giorno non c'erano, o peggio ancora, non ci hanno mai messo piede, ne'
hanno svolto una vera inchiesta sull'accaduto.
E allora, procediamo con ordine, per punti, per ribadire la verita':
1. Raffaele e' stato ucciso nel centro di Ramallah, ad appena 200 metri
dalla Piazza centrale. Non eravamo percio' nella cosiddetta " zona di
operazioni", che fino alla sera prima gli israeliani avevano ufficialmente
circoscritto al campo profughi di Kaddurah, dove noi non siamo mai entrati.
2. Come si evince dai filmati, noi stavamo seguendo un gruppo di
palestinesi armati, in azione di pattugliamento. C'e' tensione nell'aria,
ma non si spara. All'improvviso, ad un incrocio, uno dei palestinesi che ci
precede vede qualcosa e spara una raffica (4 colpi, d'istinto, senza mirare).
Il suo capo-pattuglia lo redarguisce, probabilmente gli dice (e lo deduco
col senno di poi) che e' da stupidi attirare l'attenzione di un carro
armato nemico, che sta andando in un'altra direzione. I due litigano un
po', noi spegniamo le telecamere, e intanto il tempo passa.
3. PRECISAZIONE. Nella ricostruzione a caldo, sia io che il collega
Norberto Sanna ci eravamo completamente dimenticati, giuro, dello sparo
palestinese. Perche' eravamo entrambi sconvolti (com'e' normale, o no?,
quando ti ammazzano un amico a trenta centimetri da te, in un modo cosi'
brutale), ma anche perche' a quella raffica non avevamo assolutamente fatto
caso.
Era stata una raffica isolata, che non aveva provocato nessuna reazione
immediata, una sbruffonata come ne avevamo viste tante. Ripeto, la
situazione era calma, tant'e' vero che abbiamo spento tutti e tre la
telecamera.
4. Dopo tre, quattro minuti, mi affaccio all'angolo e nel mirino della
telecamera vedo il carro Merkava che se ne sta in fondo alla stradina
laterale, a 150-200 metri, di traverso, con la torretta puntata nella mia
direzione.
Ma non mi preoccupo: ci era gia' capitato tantissime volte di avere un
carro armato che ci puntava, ma non trovandoci in mezzo ad uno scambio di
colpi, ho ritenuto che non ci fosse pericolo.
Resto a filmare per 15, 20 secondi, cedo il mio posto a Raffaele, che fa
appena in tempo ad inquadrare ed a fare uno, due passi, che parte la
raffica rabbiosa, secca, maledetta.
5. Raffaele era l'unico di noi ad essere allo scoperto e dietro di lui non
c'erano palestinesi armati. La raffica e' arrivata senza ombra di dubbio
dalla stradina, dove non c'era anima viva, a parte il carro israeliano.
Non escludo che ci fossero dei tiratori scelti dietro il carro, anche
perche'a mio avviso la raffica era da arma automatica (un M16, molto
probabilmente). Ma dalle mie riprese, girate memo di un minuto prima che
Raffaele morisse, si vede il carro e nient'altro.
6. CONCLUSIONE. La dinamica dei fatti non lascia dubbi. Chi ha sparato ha
preso la mira su quell'angolo maledetto mentre io mi affacciavo ed ha
deciso di sparare su chiunque altro si fosse affacciato. Penso e spero che
non abbia visto le telecamere, la mia e quella di Raffaele. Ma questo nulla
toglie alla brutalita' del suo gesto. Quel cecchino ha sparato a freddo,
mirando, per uccidere.
7. APPELLO. Non mi interessano le polemiche politiche. Voglio solo sapere
chi ha ucciso Raffaele e perche'. Lo chiedo ovviamente all'esercito
israeliano, perche' non c'e' alcun dubbio che a sparare siano stati loro.
Che la smettano di tergiversare e procedano in tempi brevissimi per
appurare la verita'. Non ci restituira' Raffaele, ma gli rendera' un po' di
giustizia.
Amedeo Ricucci