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Cossiga scrive a PeaceLink; PeaceLink risponde



Lettera di Francesco Cossiga all'Associazione Peacelink


Senatore
Francesco Cossiga
Presidente emerito della Repubblica

Roma, 18 febbraio 2002

A: Dott. Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
Taranto

Ho ricevuto la Sua richiesta di un mio concorso per bloccare il disegno di legge 1927. Le scrivo con molta sincerita' che non intendo appoggiare questa richiesta.

Sono da cinquant'anni in politica e posso testimoniare in coscienza che l'indebitamento dei Paesi del Terzo Mondo e' avvenuto solo e soltanto perche' i dittatorelli africani e asiatici, colpevoli dei massacri razziali molto di piu' che non i governatori britannici e francesi, hanno usato i prestiti o i donativi dei cosiddetti paesi ricchi per arricchirsi o per comprare armi per lo sterminio di massa, e cosi' continuano a fare.

A cagione del peccato originale, le cui conseguenze sulla natura umana non sono state cancellate dal sacrificio di Cristo, come sempre avremo i poveri, sempre avremo le guerre e sempre avremo le armi, ne' d'altronde sembra che Associazioni come PeaceLink, Pax Christi Italia, Lunaria, Rete Lilliput siano tanto avversari della violenza... naturalmente contro il mondo dei ricchi e cioe' i cartolai, i benzinai, i netturbini della Genova devastata dai no-global, con la benedizione delle porpore rosse.

Francesco Cossiga
un cristiano che crede che le nuove terre e i nuovi cieli saranno realizzati dopo l'Apocalisse e che il Pacifismo e' stato sempre unidirezionale e ha sempre in fondo benedetto le guerre!

Risposta dell'Associazione Peacelink

Egregio Senatore Cossiga,

innanzitutto la ringraziamo per aver risposto alla nostra sollecitazione scritta, che ha cercato di sollevare la sua attenzione sulla necessita' di fermare l'iter parlamentare del disegno di legge n.1927 che faciliterebbe l'esportazione di armi verso paesi repressivi, modificando la legge 185/90 che nel nostro paese regola il commercio delle armi.

Ci siamo rivolti a lei anche in qualita' di ex-capo dello stato, facendo appello alla sua grande cultura istituzionale, per impedire che il commercio delle armi italiane venga sottratto al legittimo controllo democratico esercitato fino ad oggi dal Parlamento Italiano, cosi' come avverrebbe se dovessero essere approvate le modifiche alla legge 185/90 che anche lei sara' chiamato a votare.

Nella sua lettera abbiamo apprezzato inoltre anche il richiamo ai valori etici del cristianesimo, che sono uno dei punti di riferimento su cui si basa - per molti di noi - l'impegno per essere degni della beatitudine che Cristo ha riservato ai costruttori di pace nel suo discorso della montagna.

Ci dispiace aver letto che, secondo lei, non sembra che associazioni come la nostra "siano tanto avversarie della violenza", in quanto il nostro impegno personale sin dal 1991 e' stato improntato ai principi della nonviolenza, chiaramente enunciati dall'italiano Aldo Capitini, da Mohandas Gandhi e dallo stesso Gesu' Cristo molti secoli prima di loro. Il fatto che questo non sia cosi' evidente ci induce a riflettere sul fatto che dovremmo studiare il modo di comunicare meglio le nostre finalita' anche a persone che conoscono poco il nostro operato.

Detto questo vorremmo esprimere la nostra profonda divergenza dalle opinioni riportate nella sua lettera di risposta, e lo facciamo scendendo nel merito delle sue osservazioni.

1) Lei parla delle responsabilita' dei "dittatorelli africani e asiatici" che hanno comprato "armi per lo sterminio di massa". Dal punto di vista etico noi riteniamo di dover fare un passo avanti rispetto a quanto lei afferma, estendendo la responsabilita' morale dello sterminio di massa non solo a chi lo compie materialmente, ma anche a chi mette a disposizione gli strumenti e i mezzi affinche' questo sterminio sia realizzato.

E' per questo che siamo contrari alle modifiche della legge 185/90 che renderebbero molto piu' semplice il commercio delle armi verso gli stati governati dai "dittatorelli africani e asiatici" che lei giustamente condanna per le loro azioni di sterminio. Ci piacerebbe inoltre approfittare della sua voce autorevole e della sua conoscenza in materia per denunciare congiuntamente gli stermini di massa da lei citati, facendo i nomi e i cognomi di tutti governanti che si sono resi responsabili di tali crimini e che lei - tramite le alte cariche istituzionali e politiche da lei ricoperte - avra' avuto modo di conoscere meglio di noi.

2) Lei sostiene che "a cagione del peccato originale (...) sempre avremo i poveri, sempre avremo le guerre, sempre avremo le armi". Siamo stupiti che una simile affermazione provenga da un uomo con una cultura religiosa, cristiana e cattolica profonda come la sua, dal momento che gli stessi documenti del Concilio Vaticano II esortano tutti i credenti a non arrendersi di fronte all'eterno ripetersi della guerra cosi' come non ci si arrende davanti al continuo ripetersi del peccato nel mondo e nella nostra vita. Citando testualmente i documenti conciliari, le ricordiamo che nella Costituzione Pastorale Gaudium et Spes (datata 7 settembre 1965) e' scritto a chiare lettere che "gli uomini, in quanto peccatori, sono e saranno sempre sotto la minaccia della guerra fino alla venuta di Cristo; ma in quanto riescono, uniti nell'amore, a vincere il peccato essi vincono anche la violenza, fino alla realizzazione di quella parola divina: 'Con le loro spade costruiranno aratri e falci con le loro lance; nessun popolo prendera' piu' le armi contro un altro popolo, ne' si eserciteranno piu' per la guerra' (Isaia, 2,4)".

3) Lei afferma che "il pacifismo e' stato sempre unidirezionale e ha sempre in fondo benedetto le guerre". Ci piacerebbe incontrarci personalmente con lei per confrontare le nostre opinioni rispetto a questa dichiarazione, anche per discutere con lei di tutte le "direzioni" percorse dal pacifismo italiano e mondiale, che nel corso degli anni ha sicuramente rischiato strumentalizzazioni politiche di parte, ma nonostante questo rischio ha saputo muovere delle critiche ferme a governi di qualsiasi colore, senza sconti per nessuno.

Confidiamo nella sua disponibilita' al dialogo per ottenere una risposta alle nostre obiezioni, e in attesa di un suo riscontro le auguriamo cordialmente buon lavoro.

Alessandro Marescotti
Carlo Gubitosa