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DIRITTO ALL'INFORMAZIONE NELL'ITALIA DI BERLUSCONI
Da, clicca: <http://www.adista.it/>ADISTA n°19 dell'11 marzo 2002
"LIBERI DI"... ESPRIMERCI. LA DIFESA DEL DIRITTO ALL'INFORMAZIONE
NELL'ITALIA DI BERLUSCONI
31274. ROMA-ADISTA. "Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il
proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di
diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure".
E' questo il testo dell'articolo 21 della Costituzione Italiana che sancisce
un diritto quanto mai attuale e in pericolo nell'Italia di Berlusconi,
imbavagliata da un sistema radiotelevisivo in mano al patron di Mediaset e
governata da un premier che si è ritagliato una legge ad hoc sul conflitto
di interessi. A partire da queste constatazioni è nata l'"Associazione
Articolo 21- Liberi di" su iniziativa di giornalisti, scrittori,
edicolanti, giuristi, docenti e utenti della comunicazione che vogliono
difendere il diritto alla libera espressione e al dissenso e l'operato
della magistratura. Tra i firmatari dell'appello (che è possibile
sottoscrivere via e-mail all'indirizzo
<mailto:art21liberidi@yahoo.it>art21liberidi@yahoo.it, per telefono allo
06.67602245 o via fax allo 06.67609651) vi sono numerosi giornalisti e
personalità impegnate nella società civile come Federico Orlando, Miriam
Mafai, don Vinicio Albanesi, Rosi Bindi, don Luigi Ciotti, Domenico Gallo,
Paul Ginsborg.
Nel manifesto fondativo dell'associazione, presentata alla stampa il 27
febbraio, si denuncia la politica della maggioranza di centro-destra tesa a
usare il Parlamento e la legge per proteggere gli interessi privati di
Silvio Berlusconi e della sua parte politica, i frequenti attacchi alla
magistratura, continuamente dileggiata e delegittimata nella sua funzione
super partes di difesa della legge e dell'uguaglianza dei cittadini. Dal
punto di vista dell'informazione, i firmatari mostrano preoccupazione per
il "rapidissimo allineamento di gruppi editoriali al potere politico", il
progressivo restringimento degli spazi di diversità al di fuori del
duopolio televisivo Rai-Mediaset, con il fallimento nei mesi scorsi del
progetto di "terzo polo" (dopo l'acquisizione de "La 7" da parte di
Tronchetti Provera, alleato d'affari di Berlusconi), l'omologazione - con
le recenti nomine al Consiglio di Amministrazione della Rai - del servizio
pubblico radiotelevisivo, nei contenuti e nello stile, alla televisione
privata. L'impegno dell'associazione è dunque di vigilare su abusi, censure
ed autocensure, e di costituirsi come un punto di riferimento per
iniziative culturali, legislative e giuridiche per elevare la qualità
dell'informazione nel Paese.