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Pacifisti italiani raccontano i bombardamenti a Betlemme



05/02/2002

Guardiamo allucinati il cielo sopra di noi. Stanno bombardando Betlemme. Le 
luci intermittenti di sei elicotteri Apaches. Ci viene spontaneo pensare a 
delle stelle cadenti. Ma queste "stelle" non annunciano nessuna Nativita', 
sono morte e distruzione. E' paradossale il contrasto. Oggi abbiamo 
incontrato le associazione di Betlemme. Ci avevano dato speranza, avevamo 
percepito il loro sforzo nel creare una vera sensibilita' nonviolenta, 
soprattutto al loro interno, con lavoro su stessi, sui ragazzi, sulla 
leadership. Con questo bombardamento senza nessuna logica, vediamo da parte 
del governo israeliano un uso brutale della violenza e una irrazionale 
politica di aggressivita' e vendetta, il cui unico scopo e' di sfiancare 
tutte le aspirazioni di pace dei popoli palestinese e israeliano. Si 
chiudono le citta' ed i villaggi con i check-point, si stringe la 
popolazione civile in una morsa e poi si bombarda. La figlia di Noah, il 
nostro amico di Betlemme, ha tredici anni e l'altro ieri ha detto a suo 
padre: "Papa', vado a farmi scoppiare". Non sono allucinazioni, e' realta'. 
Dove porta questa spirale di violenza? Perche' una bimba di tredici anni 
aspira a diventare un kamikaze? La stessa bimba che stasera durante i 
bombardamenti quando abbiamo telefonato al padre stava piangendo disperata 
con i fratelli. Stasera non ti permettono neanche di respirare. Arriva un 
elicottero, tira un missile, tu pensi che sia finita, dopo cinque minuti ne 
arriva un altro, si ricomincia. E vanno avanti per ore. Tutto questo ci 
sembra stia avvenendo nel silenzio e nell'indifferenza generale. Diteci voi 
cosa dobbiamo rispondere quando qui tutti ci dicono: "Non lasciateci soli".

Francesca, Giovanni, Luca, Fabio

Progetto Go-El / APG23

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