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G8: parla il free-lance tedesco picchiato alla Diaz
G8: parla il free-lance tedesco picchiato alla Diaz
di Paul Ricard (info@vita.it)
01/03/2002
Il giovane, che oggi sarà interrogato dal pm Enrico Zucca, ha dichiarato di
essere andato a Genova durante il G8 per scrivere un articolo
Mesut Dunan, 26 anni, un giovane giornalista free-lance di origine turca ma
cittadino tedesco, presente nella scuola Diaz la sera dell' irruzione da
parte delle forze dell' ordine, ha partecipato ieri ad una conferenza stampa
dei legali di Suna Yasar Gol. Il giovane, che oggi sarà interrogato dal pm
Enrico Zucca, ha dichiarato di essere andato a Genova durante il G8 per
scrivere un articolo. Di quella notte ricorda che stava dormendo nel suo
sacco a pelo e così pure Suna. ''Ad un tratto - ha raccontato - sentii dei
colpi forti perche' fu sfondata la porta. Entrarono delle persone con le
divise ed il casco in testa. Urlavano in italiano e tutti abbiamo alzato le
mani''. ''Poi - ha proseguito - hanno preso Suna per i capelli, l'hanno
trascinata fuori dal sacco a pelo e l' hanno colpita con calci ed a
manganellate. In quel momento la luce era accesa. Anch'io fui picchiato ed
ebbi un braccio rotto''. Di Suna, anch' essa giornalista, ha parlato poi
l'avvocato Pastore: ''Quando, dopo la scarcerazione, le comunicarono
l'espulsione, per lei fu uno shoc terribile. Se dovesse tornare in Turchia
sicuramente rischierebbe la vita''. Il legale ha poi chiesto che ''cessi
questa ignobile campagna di stampa che, a più riprese, ha associato il nome
di Suna Yasar Gol a ipotetici collegamenti terroristici. ''Per questo - ha
detto - abbiamo sporto querela per diffamazione ad alcuni organi di
stampa''. Il legale ha anche parlato dell'audizione del prefetto La Barbera
davanti alla commissione parlamentare. ''La Barbera citò la presenza a
Genova della giovane turca indicandola come appartenente ad un gruppo
rivoluzionario - ha riferito Pastore - ma non disse che è rifugiata politica
e che, quindi, protetta dalle Nazioni Unite, non puo' essere estradata in
Turchia''. ''Chiediamo - ha aggiunto il legale - che la richiesta di
estradizione della Turchia non abbia alcun valore in Italia perché Suna è
una rifugiata e perché la corte che l' ha condannata non è riconosciuta
legittima dalla Corte Europea''. Ha poi spiegato che il ricorso, depositato
presso il consolato di Basilea nell'agosto scorso, inviato a Genova per
raccomandata non è mai arrivato. L' avvocato Pastore ha raccontato che Suna
Gol fu arrestata in Turchia nel marzo '95, dopo una rivolta in un quartiere
di Istanbul repressa nel sangue dalla polizia (17 morti e 400 feriti).
''Suna, accusata di appartenere ad un gruppo di matrice marxista leninista,
fu torturata selvaggiamente nelle celle di sicurezza turche'' ha riferito il
legale. ''In quell' occasione - ha proseguito - ebbe la possibilità di
togliersi dagli occhi la benda che veniva messa ai prigionieri e pote'
vedere un uomo che, secondo quanto apprese successivamente, risultava
ufficialmente scomparso. Il cadavere di quell' uomo, Hasan Ocak, fu poi
ritrovato nella fossa comune del cimitero di un villaggio. Suna ebbe il
coraggio di denunciare pubblicamente di aver visto quell' uomo nelle celle
di sicurezza. Lo ha però pagato a caro prezzo: ha dovuto lasciare il suo
paese rifugiandosi in Svizzera''. Il legale ha poi confermato il racconto
del free-lance precisando che Suna, la sera dell'irruzione alla Diaz riportò
diverse ecchimosi ed una ferita alla testa. Medicata in ospedale fu condotta
nella caserma di Bolzaneto dove rimase sul pavimento per tutta la notte. L'
indomani fu accompagnata nel carcere di Voghera e tre giorni dopo, assistita
dall' avvocato Stefano Bigliazzi, fu interrogata dal gip che non convalido'
l' arresto ordinando la scarcerazione. Quindi fu espulsa.