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Cgil Cisl Uil in difesa dei poligoni della morte
ANCHE SE SI MUORE DI LEUCEMIA
ANCHE SE NASCONO BAMBINI SENZA ANO
EVVIVA IL LAVORO PER LA PATRIA NEI POLIGONI MILITARI
Mentre i parlamentari delle commissioni Difesa di Camera e Senato si
occupavano delle modifiche alla legge 185/90 per renderla più consona
alle aspettative dei mercanti di armi, nel frattempo in Sardegna nei
poligoni militari e attorno ad essi si moriva.
Sì, proprio così, in Sardegna si muore dentro e attorno ai poligoni
militari per una sindrome di cui stanno occupando non i parlamentari di
tali commissioni ma alcuni giornalisti locali.
Non tutti i parlamentari sono però così distratti. Il deputato sardo
Tonino Loddo ha infatti presentato una proposta di legge per
l'istituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare sull'utilizzo
di munizioni all'uranio impoverito nei poligoni militari italiani:
"A ridosso del Poligono Interforze del Salto di Quirra - afferma
l'on. Loddo - in seguito alla denuncia di un medico della frazione di
Villaputzu, sarebbe stato riscontrato negli ultimi anni un abnorme
aumento di casi di linfomi di Hodgkin e di lucemia linfatica acuta".
Ma la cronaca non è avara di sorprese. Cgil, Cisl e Uil scendono in
piazza "a difesa dei lavoratori". Per tutelarne la salute? No:
per tutelare il poligono militare. A Perdasdefogu infatti
"Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs hanno dato infatti la loro
adesione allo sciopero proclamato dal comitato dei cittadini pro-poligono
del 4 marzo. Eppure meno di due mesi prima un melanoma al dorso aveva
stroncato Francesco Baldi, 58 anni, maresciallo in servizio fino al '98
del poligono militare di Quirra.
Su queste vicende due pacifisti sardi, Antonello Repetto e Mariella Cao,
hanno raccolto un'abbondante documentazione sviluppando la loro
precedente ricerca sul rischio nucleare nella regione.
Quirra vi è un'escalation di linfomi e leucemie. Negli ultimi dieci anni
dieci persone si sono ammalate di tumori del sistema emolinfatico in
quest'area ben delimitata della Sardegna. Stiamo parlando di Quirra:
neppure 150 anime. In questa mesta contabilità devono essere computati
altri tre casi che, pur essendosi verificati tra persone che hanno
vissuto in quest'area ristretta, sono stati denunciate altrove. "Per
essere più precisi, si deve addirittura parlare di tredici casi di tumore
al sistema emolinfatico", afferma Piero Mannironi, giornalista de La
Nuova Sardegna, che aggiunge: "Troppi, decisamente troppi per
codificare il fenomeno in una semplice anomalia statistica, dettata dalla
bizzarria delle probabilità. I casi sono concentrati in un'area molto,
molto ristretta. Cioè intorno alla base di Capo San Lorenzo e alla
Vitrociset, una fabbrica che produce componenti per sistemi d'armamento
molto sofisticati".
Le indagini dei giornali locali di orientano subito sul sospetto che nei
poligoni di tiro vengano utilizzato armi all'uranio impoverito. A
confermare la credibilità di questa pista d'indagine vi è la morte di
Lorenzo Michelini, collegata all'uranio impoverito. Con una sentenza
ormai definitiva, la Corte dei Conti di Venezia ha riconosciuto il
diritto all'indennizzo al padre di un giovane soldato di Padova morto di
leucemia, a 27 anni, durante il servizio militare di leva nel Poligono di
Perdasdefogu. "Il giudice ha accolto la tesi del difensore: a
provocare la malattia furono le radiazioni emesse dall'uranio impoverito
contenuto nelle munizioni utilizzate nelle esercitazioni", spiega
Stefano Lenza su L'Unione Sarda. Il fatto risale al 1977 in quanto
l'uranio impoverito - pur salito alla ribalta di recente - è cosa
vecchia: "Gli americani lo usavano già in Vietnam e sicuramente è
stato sperimentato anche nelle basi italiane", afferma Falco Accame,
già ufficiale della Marina Militare e poi deputato.
Ma il sottosegretario alla Difesa, Salvatore Cicu, rassicura: "Nel
poligono missilistico di Perdasdefugu - Capo San Lorenzo non è mai stato
usato munizionamento contenente uranio impoverito".
Intanto a metà febbraio muore dipendente civile della base di
Perdasdefogu, per una leucemia.
Vi è poi il dramma nascosto di Escalaplano: nove nascite anomale in dieci
anni.
"Escalaplano è a un tiro di schioppo dal poligono sperimentale
interforze di Salto di Quirra. Un'area militare in questi giorni nella
bufera, per i tredici casi di tumore del sistema emolinfatico riscontrati
intorno e dentro la base di Capo San Lorenzo", ci illustra Piero
Mannironi, che aggiunge: "Ecalaplano conta una popolazione di circa
2.600 anime e il tasso di natalità che oscilla tra i 19 e i 21 neonati
l'anno. Nell'88, statisticamente, si è varificato il 23,8% di nascite
anomale". Ma vediamo nel dettaglio i fatti, riferendo le anomalie
riscontrate. Due bambini (uno nato nel 1984, e deceduto purtroppo due
anni dopo, e l'altro nell'88) hanno presentato gravi deformazioni al
capo. A due (uno nato nel 1980 e uno nel 1988) sono state riscontrate
condizioni patologiche del sistema genitale. Si tratterebbe di
ermafroditismo o pseudo ermafroditismo. Una bimba (nata nel 1988)
presentava l'apparato digerente incompleto: era senza ano. Poi, due casi
di manifestazioni patologiche agli arti. Nel primo, il neonato era senza
le dita di una mano, nell'altro non c'è stato un normale sviluppo dele
gambe. Infine gli ultimi due casi: una neonata con la bocca attaccata
all'orecchio, che ha dovuto affrontare una lunga serie di interventi di
chirurgia plastica, e una con una malformazione alla spalla. "Questi
i casi di cui siamo venuti a conoscenza", afferma Mannironi, che con
la sua ricerca è riuscito a documentare più di quanto non abbiano fatto
le autorità di governo. "Avere informazioni - aggiunge - è difficile
se non impossibile. L'interrogativo, inquietante, è quasi naturale: in
quel poligono sono state utilizzate armi all'uranio impoverito o è stato
stoccato materiale radioattivo che può aver concorso a provocare malattie
e deformazioni?"
Tutte queste cose il ministro della Sanità Sirchia le ignorava fino a
quando non lo hanno intervistato sulle patologie riscontrate a ridosso
del poligono missilistico interforze di Perdasdefogu. "Se i dati che
mi riferite sono veri - ha detto il ministro - c'è da prestare massima
attenzione e il governo indagherà per individuare le cause". Preso
in contropiede, il ministro ha cercato di aggiustare il tiro dopo qualche
ora: "Prima dobbiamo analizzare attentamente i dati - ha detto
diplomaticamente - e poi si potrà discutere. Ci troviamo davanti a
piccoli numeri e i piccoli numeri possono condurre a falsi
risultati".
Emerge chiaramente che un testardo giornalista come Mannironi si è
dimostrato più documentato del ministero della Sanità che allo stato
attuale non dispone di alcuno studio epidemiologico sul caso, anche
perché le autorità militari si sono ben guadate dal richiederlo.
In connnessione a quanto verificatosi vi sono stati dei sequestri di
documenti negli uffici della base militare: segno inequivocabile che ci
sono indagini in corso, proprio mentre moriva stroncato da leucemia un
civile che lavorava nel poligono: rientrava nella lista dei dieci casi
denunciati dal medico di base di Villaputzu, Paolo Pili. I documenti sono
stati sequestrati all'interno delle basi di Perdasdefogu e di Capo San
Lorenzo. Impossibile però sapere da chi siano stati ordinati i sequestri.
Oltre all'inchiesta della procura militare esiste infatti anche
un'indagine della procura della Repubblica di Cagliari. "Tutto è top
secret e nessuno parla", annota Mannironi.
La procura militare minimizza: "Dagli atti che le autorità militari
ci hanno messo a disposizione, non abbiamo notizie di impiego di uranio
impoverito nel poligono del Salto di Quirra". Ma L'ex presidente
della commissione Difesa della Camera Falco Accame ricorda di aver
denunciato già dal 25 settembre 2000 che "in Sardegna vengono
scaricati da paesi alleati che usano armi all'uranio impoverito grandi
quantità di proiettili, specie nel Salto di Quirra".
Alessandro Marescotti