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I ricordi di Porto Alegre - la prima puntata
Carissimi amici lillipuziani e non,
intendevo farmi viva da Porto Alegre, ma l'intensita' eccezionale delle
giornate
del Forum Sociale Mondiale metteva in evidenza tutta la fiacchezza mia - fisica
nonche' mentale -, cosi' sono rimasta in silenzio. In piu' quel poco che avevo
scritto come gli appunti dei primi 2 giorni ho fatto sparire nel nulla per un
piccolo incidente accaduto al PC. Pazienza.
Ma ora che sono tornata a casa, noto che molte cose sono gia' state dette o
scritte dagli altri.
Quindi, vi raccontero' soltanto di cio' che altri non avranno probabilmente
sentito ne' visto, aggiungendovi qualche impressione mia personale.
Sono arrivata a Porto Alegre quasi alla mezzanotte del 30 gennaio da
Firenze per
via Parigi e San Paolo. Tenete conto che questo viaggio a Porto Alegre e' stata
per me la prima esperienza assoluta nella America Latina, addirittura nel mondo
al di fuori dei G8! (se si escludono alcuni piccoli paesi europei).
Forse per questo, arrivando all'aeroporto di San Paolo mi e' tornata in mente
l'atmosfera di qualche aeroporto asiatico dove sono transitata una ventina di
anni fa. E' cosi' spoglio, ma soprattutto l'illuminazione scarsa che mi
colpisce.
Ma a parte quell'attimo in cui ho sentito la distanza dall'Italia e
dall'Giappone, devo dire che, per tutto il tempo che ero a Porto Alegre,
ho fatto fatica a ricordarmi di stare nell'altra parte del globo.
Benche' il caldo si faceva sentire, l'unico momento in cui prendevo
la consapevolezza di trovarmi sull'emisfero meridionale era, pensate un po',
quando ho visto su una bottiglia dell'acqua un invito alla Sagra dell'uva che
avrebbe avuto luogo fra poco la fine del mese di febbraio!
Insomma, la citta' di Porto Alegre mi pareva decisamente occidentale -
europea e
soprattutto nordamericana - con tante automobili di marche tedesche, americane,
italiane ecc., e i ben 5 McDonalds trovati nell'arco di primi 36 ore del mio
soggiorno portoalegrense mi deludevano non poco. Poi, molti grattacieli -
piuttosto brutti - e i prodotti delle multinazionali dappertutto.
Ma notavo anche altri particolari. La citta' era molto pulita. Almeno io,
nell'arco di sei giorni, ho visto per strada pochi cartacci e, soltanto UNA
volta
l'escremento canino. Tra l'altro, qui anche gli esseri umani fanno i loro
bisognini in un modo molto piu' discreto, a quanto pare. Neanche una volta
mi e' capitato un bagno pubblico sporco!
(In seguito causalmente, questa constatazione e' stata riconfermata anche da
una decina di italiani.)
Anche l'aria e' decisamente respirabile, nonostante l'abbondanza del traffico.
Probabilmente grazie alle zone verdi molto ampie sparse per la citta', ma ho
avuto una netta sensazione che anche il gas inquinante emesse dagli autobus,
ad esempio, non fumava cosi' nero come si vede qui in Italia o in Inghilterra.
Tutto questo avra' a che fare con il famoso "Bilancio Partecipativo (Orçamento
partecipativo in portoghese)", il metodo di democrazia diretta adottata
dall'amministrazione di questa citta' 13 anni fa e negli ultimi 3 anni anche
dallo Stato Rio Grande do Sul (di cui Porto Alegre e' la capitale)?
Il Bilancio Partecipativo era, appunto, al primo posto nel mio elenco dei temi
che volevo seguire durante questo Forum.
Ma di questo, per non stancarvi gli occhi, parlero' nella prossima puntata
che inviero' forse domani.
Con un abbraccio allegro,
yukari