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La nonviolenza e' in cammino. 343
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO
Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 343 del 15 gennaio 2002
Sommario di questo numero:
1. Azione nonviolenta a Kisangani in Congo il 3-8 aprile
2. Un appello per una forza internazionale di protezione in Palestina
3. Severino Vardacampi, fuggiaschi a Porto Alegre
4. Letizia Tomassone, nella dimensione della liberta' e della grazia
5. Jean-Marie Muller, il conflitto
6. Un seminario sull'azione nonviolenta dal locale al globale
7. Aggiornamento de "Il paese delle donne"
8. Il programma per il 2002 di "Missione oggi"
9. Immagini del sud del mondo a Viterbo
10. Riletture: Annie Cohen-Solal, Sartre
11. Riletture: Bernard Crick, George Orwell
12. Riletture: Barbara Lanati, Vita di Emily Dickinson
13. Riletture: Hans Jonas, Dalla fede antica all'uomo tecnologico
14. Riletture: Emmanuel Levinas, Totalita' e infinito
15. Riletture: Paul Ricoeur, Il conflitto delle interpretazioni
16. La "Carta" del Movimento Nonviolento
17. Per saperne di piu'
1. INIZIATIVE. AZIONE NONVIOLENTA A KISANGANI IN CONGO IL 3-8 APRILE
[Da Giorgio Gatta, di Pax Christi, riceviamo e diffondiamo. Per contatti:
ggatta@racine.ra.it]
"... anch'io a Kisangani!", azione internazionale nonviolenta di pace in
Africa: 3 - 8 aprile 2002.
Partecipazione al Simposio Internazionale per la Pace in Africa (Sipa 2)
"Liberons la paix".
Kisangani, Repubblica Democratica del Congo.
Carissimi,
Come vi avevo preannunciato nelle mie email precedenti, quest'anno siamo
particolarmente impegnati come movimento Pax Christi a promuovere e a
sostenere la costruzione di un "evento" di pace rivolto a tutta l'Africa,
in continuita' con l'azione di pace dello scorso anno "anch'io a Bukavu" che
ha dato come voi saprete risultati ampiamente positivi.
Il nuovo progetto "anch'io a Kisangani" ha bisogno di uno slancio superiore
a quello di "anch'io a Bukavu", proprio a causa del clima creato dal
contesto di guerra dell'Occidente.
Siamo in controtendenza: le torri gemelle e quel che ne e' seguito hanno
monopolizzato tutto, ma noi continuiamo a fare storia mantenendo la
solidarieta' con le vittime, tutte, anche quelle anonime e dimenticate e
vogliamo tenere i fari dell'informazione e dell'attenzione internazionale
accesi sui poveri.
A Kisangani vorremmo che quante piu' persone possibili da tutt'Europa
incontrassero i rappresentanti della societa' civile della regione dei
Grandi Laghi per ascoltarli, affiancarli, farsene portavoce, dando anche
alla nostra azione e ai nostri rapporti maggiore continuita' e concretezza.
Partendo dalla situazione concreta dei Grandi Laghi e' come se tutta
l'Africa ci interpellasse.
Kisangani e' una citta' martire dove tutti gli eserciti si sono scontrati,
al centro delle contraddizioni di tutte le parti attualmente in conflitto.
Rimangono le difficolta', le incertezze, le precarieta' africane di sempre.
Anche questa volta alla volonta' e alla determinazione, si contrappongono le
condizioni di grande lacerazione della popolazione locale e la particolare
difficolta' di comunicazione tra Kisangani e l'Europa.
C'e' poi da aggiungere che anche quest'anno dipendiamo da una condizione
logistica importante: a Kisangani ci si arriva solamente con l'aereo.
L'aeroporto e' attrezzato anche per voli internazionali, ma e' chiuso da
tempo per questi voli. Attualmente vi arrivano aerei privati da trasporto e
gli aerei della Monuc (Onu).
Mons. Monsengwo, l'arcivescovo di Kisangani, si e' gia' attivato per avere
l'agibilita' politica per il Simposio Internazionale per l'Africa (Sipa 2).
Per questo vi chiedo non solo di aderire, ma di farvi promotori in prima
persona del progetto, partecipando magari al Convegno internazionale di
Ancona "Dalla schiavitu' degli aiuti alla liberta' dei diritti" dal 22 al 24
febbraio prossimi e al Sipa 2 "Liberons la paix" a Kisangani dal 3 all'8
aprile 2002.
Vi elenco una serie di indicazioni utili per mettere in rete il vostro
impegno insieme a quello di tutti:
1. Divulgare il progetto a quante piu' persone possibili: amici,
associazioni ed enti locali, comunita' ecclesiali, giornalisti;
2. Ottenere adesioni di personalita' di tutti i campi e possibilmente la
loro presenza e partecipazione a Kisangani;
3. Sostenere il progetto raccogliendo anche finanziamenti e organizzando
momenti di informazione e sensibilizzazione;
4. Partecipare al convegno sull'Africa ad Ancona.
La segreteria dei "Beati i costruttori di pace" si fa carico della parte di
progetto che riguarda Kisangani, mentre per il convegno di Ancona referente
e' "Chiama l'Africa". A fine messaggio ci sono tutti i rifermenti con gli
indirizzi.
A meta' settimana saranno pronti locandine e depliants di "... anch'io a
Kisangani", da richiedere alle rispettive segreterie.
Sul sito internet: www.paxchristi.it, ci sono tutti i programmi e le
informazioni che possono servire e nei prossimi giorni si potranno scaricare
i pieghevoli per una migliore vostra diffusione.
- Segreteria del convegno di Ancona: Chiama l'Africa, via Baldelli 41, Roma,
e-mail: info@chiamafrica.it, fax: 065417425, tel. 065430082; Chiama
l'Africa, via Cavestro 14/A, Vicomero, e-mail: muungano@libero.it, tel.
0521314263.
- "Beati i costruttori di pace", via Antonio da Tempo 2, 35131 Padova, tel.
0498070522, tel./fax: 0498070699, e-mail: beati@libero.it, sito:
http://www.beati.org, c/c postale n. 13752357, c/c bancario n. 369123L Cassa
Risparmio PD/RO - Abi 6225 - Cab 12183.
2. APPELLI. UN APPELLO PER UNA FORZA INTERNAZIONALE DI PROTEZIONE IN
PALESTINA
[Non e' abitudine del nostro notiziario pubblicare documenti di proposta o
dibattito interni a singoli partiti politici. Nel caso dell'appello seguente
facciamo un'eccezione, ci sembra che esso abbia infatti un valore ed un
interesse piu' ampi. il testo, redatto in forma di lettera aperta alla
segreteria nazionale dei Ds, abbiamo estratto dal quotidiano "Il manifesto"
del 15 gennaio]
Siamo un gruppo di iscritti ai Ds di diverse zone di Italia che hanno
partecipato alla Action For Peace (insieme di gruppi, associazioni, Cgil,
singoli che si sono ritrovati a Gerusalemme) in Palestina e vorremmo
riuscire a trasmettere la sensazione drammatica di quanto abbiamo visto e
sentito direttamente: infatti la realta' e' terribilmente piu' tragica di
quanto non si possa pensare.
Abbiamo visto a Nablus, Ramallah, Betlemme, Gaza famiglie intere costrette a
portare a mano viveri e vettovaglie perche' i soldati israeliani non
permettono di passare con vetture i check point che circondano queste
citta'. E anche chi, tanti, abita in campagna e deve approvvigionarsi nei
centri abitati. Il riutilizzo del mulo riporta i palestinese indietro nel
tempo, i tanti check point sorvegliati militarmente rendono le citta' enormi
carceri.
Abbiamo visto al check point di Hebron coloni armati indicare ai militari
quello che dovevano fare e li' non e' stato possibile alla nostra
delegazione entrare per incontrare il sindaco.
Abbiamo visto a Nablus, in un centro di rieducazione al linguaggio per
bambini con problemi psicologici, le presenze ridotte a meta'; non possono
piu' passare i bus che trasportano i bambini (tra gli adulti la percentuale
di disabili mentali raggiunge il 2%).
Abbiamo visto a Nablus, a una manifestazione pacifica contro il blocco,
carri armati sparare raffiche a tre metri dai manifestanti.
Abbiamo visto a Gaza, alberi e case abbattuti e terreni confiscati per
costruire un ponte e collegare due insediamenti, vecchi e bambini senza piu'
casa e terra, vivere o meglio sopravvivere nelle tende.
Abbiamo sentito di dieci bambini nati al check point di Ramallah di cui
quattro morti, con la morte di una madre perche' anche le autoambulanze
devono aspettare ore e ore per passare.
Abbiamo sentito di un villaggio agricolo nella striscia di Gaza in cui i
soldati israeliani hanno proibito di costruire pozzi e di accedere con
automobili (i malati, e persino i morti, devono essere portati a piedi sino
al check point).
Abbiamo visto paesaggi deturpati per fare strade veloci e collegare gli
insediamenti dei coloni, riservate solo ad essi, impedendo spesso ai
contadini palestinesi di raggiungere i loro terreni.
Abbiamo visto, in territori ed in vecchi villaggi palestinesi, colline
spianate per costruire enormi insediamenti per decine di migliaia di coloni
che forse arriveranno o usati come seconde case da abitanti di Tel Aviv.
Abbiamo visto a Gaza come puo' morire un villaggio: palazzi di civile
abitazione distrutti dalle bombe, negozi abbandonati, un villaggio che
arretra di fronte alle postazioni militari israeliane a difesa di
insediamenti di coloni. Come puo' morire o come puo' impazzire nel
terrorismo.
Abbiamo visto ragazzi palestinesi di 18 anni davanti a soldati israeliani di
18 anni, umiliarsi ed elemosinare il diritto di andare a trovare i genitori
o di studiare in un'altra citta'.
Abbiamo sentito una ragazza dire: basta con i check point, non mi alzo,
resto a dormire finche' tutto non e' finito; ed un'altra, attraversando un
check point con pacchi in mano: e parlano di pace.
Abbiamo visto arrestare e rilasciare per ben due volte Mustafa Barguti,
autorevole leader della societa' civile palestinese al termine della
conferenza stampa di chiusura, colpevole solo di essersi recato a
Gerusalemme, la sua citta', per partecipare alla conferenza stampa insieme a
due eurodeputate e a rappresentati dei pacifisti europei.
Abbiamo incontrato israeliani di origine italiana. Ci hanno chiesto di
aiutarli a far riconoscere la Croce Rossa Israeliana ed a far trasferire il
consolato nella parte ovest di Gerusalemme. Non si rendono conto di quanto
stanno vivendo i palestinesi, ed attribuiscono tutte le responsabilita' ad
Arafat. Nessuna disponibilita' a riconoscere diritti come la capitale
palestinese a Gerusalemme est o il ritiro degli insediamenti.
Abbiamo sentito anziane donne israeliane, cresciute negli anni in cui
sognavano il socialismo dei Kibbuz, provare vergogna di essere israeliane, e
giovani israeliani che lavorano con giovani palestinesi; insieme per opporsi
a progetti di autostrade che deturpano l'ambiente, tolgono terreni e isolano
comunita' palestinesi; insieme per opporsi all'abbattimento di case
palestinesi.
Abbiamo visto bambini israeliani di 10-13 anni, colpiti nei loro affetti per
amici coinvolti negli attentati terroristici; non sorridono, alla loro eta',
gridano parole di odio ed innalzano cartelli che dicono: i palestinesi tutti
in Giordania. Ma mentre fanno questo discutono animatamente con palestinesi
dell'altra parte della strada.
Ci siamo detti spesso insieme: questa situazione e' senza via di uscita. Ma
in queste ultime immagini c'e' forse una speranza, un filo, forse l'ultimo.
A esso vogliamo, dobbiamo aggrapparci.
Vi chiediamo, per questo, di fare e far fare uno scatto al partito ed a
tutte le forze del centro sinistra e della sinistra perche' cresca la
consapevolezza della tragica gravita' della situazione e perche' si trovi la
forza quantomeno a livello europeo, dopo il veto Usa all'Onu, di inviare una
forza internazionale di protezione.
Le condizioni che abbiamo trovato di violazione dei diritti umani, di clima
di odio e di violenza, l'accelerazione degli insediamenti, l'occupazione
militare ci fanno ritenere difficile che nel breve periodo si possano creare
condizioni per una pace duratura.
Serve intanto bloccare la spirale della violenza e dell'odio, bonificare i
giacimenti di odio, affermare subito il diritto nei propri territori di
muoversi per vivere e lavorare (gli occupati palestinesi in territorio
israeliano sono scesi da 130.000 a 40.000), ricostruire un clima di dialogo
premessa indispensabile per costruire una pace, controllare che l'acqua sia
distribuita a tutti (l'80% delle risorse idriche dei territori assegnati da
Oslo ai palestinesi ed oggi zona A sono controllate dagli israeliani).
Vi chiediamo con forza, percio', di operare perche' l'Europa decida di
inviare una forza di protezione che possa operare per riaffermare i diritti
violati e bloccare la violenza.
Abbiamo sentito con forza avanzare la richiesta di un ruolo dell'Europa: e'
una necessita', e' una occasione da non perdere.
E' nata il 28 dicembre una Coalizione per la Pace israelo-palestiniana
(presentata con la partecipazione di Bassolino). Il documento indica:
- Garanzia per israeliani e palestinesi di due stati indipendenti; due
popoli due stati nei confini del 67;
- Rimozione degli insediamenti in territorio palestinese;
- Gerusalemme capitale dei due stati;
- Giusta ed equa soluzione per i rifugiati.
Solo cosi' sara' possibile dare una soluzione al conflitto. Noi torniamo
convinti che questo vada fatto e formeremo, insieme a tutti i partecipanti,
"gruppi di testimonianza" disposti a partecipare a tutte le iniziative di
partiti ed associazioni.
Chiediamo per questo al nostro partito in primo luogo di impegnarsi
decisamente a sostegno di questa campagna e, nell'immediato, per una forza
di protezione internazionale.
Chiediamo anche di inviare un gruppo volontario di nostri osservatori che
possano promuovere un dialogo con-tra palestinesi ed israeliani.
Aldo Carra, Silvana Pisa, Gianfranco Benzi, Riccardo Nencini, Massimiliano
Morettini, Massimo Almagioni, Andrea Facchini, Franco Zavatti, Giuseppe
Strazzullo, Laura Cappelli, Fabrizio Marchi, Sirio Conte, M. Grazia Tafuri,
Paolo Tamiazzo, Mario Gaeta, Fausto Bertoncini, Gianni Rinaldini, Stefano
Cimicchi
3. DIBATTITO. SEVERINO VARDACAMPI: FUGGIASCHI A PORTO ALEGRE
[Severino Vardacampi e' un collaboratore del Centro di ricerca per la pace
di Viterbo]
Leggo sui giornali che con toni trionfalistici ed atteggiamenti gongolanti
viene annunciato che al prossimo forum sociale mondiale di Porto Alegre la
delegazione italiana sara' la piu' numerosa. Vivissimi applausi.
Poi volgo il capo dalla parte di qua: e vedo un paese in cui e' andato al
potere (vincendo le elezioni, lo so, anche Mussoli e Hitler le vinsero, e
poi le dismisero) un blocco sociale e un sistema di potere che tutti
sappiamo cosa siano ne' mascherano affatto le loro intenzioni di eversione
dall'alto; vedo un paese in cui e' stata infranta la legge fondamentale e
giorno dopo giorno si susseguono atti di governo che definire sciagurati e'
un eufemismo; vedo un paese in cui governo, parlamento e capo dello stato
hanno tradito la Costituzione cui avevano giurato fedelta' e ci hanno
trascinato in una guerra che potrebbe metter fine alla civilta' umana (ed
intanto ha gia' messo fine alla civilta' giuridica e al diritto
internazionale, oltre che alle vite di migliaia di poveri innocenti, di
innocenti poveri).
Domando: non sarebbe preferibile fare un po' meno turismo, un po' meno
trionfalismo, ed adoperarsi piu' e meglio per difendere la legalita', la
democrazia, la civile convivenza, i diritti umani, e le stesse istituzioni
repubblicane, nel nostro paese? Non sarebbe meglio adoperarsi hic et nunc
per far uscire l'Italia dalla guerra illegale e criminale? Non sarebbe
necessario contrastare oggi con tutte le nostre forze la deriva eversiva e
criminale, l'imbarbarimento del nostro stesso paese?
O sono solo io a sentire come una sconfitta, ed anzi una rotta, dell'intero
fronte democratico quanto e' accaduto ed accade in Italia?
O sono solo io a pensare che dopo non essere stati capaci di impedire la
partecipazione italiana alla guerra, dopo non essere stati capaci di
impedire lo sfondamento e la vittoria della destra eversiva nel nostro
paese, dovrebbe essere quantomeno imbarazzante andare a fare i pavoni o
peggio i professori (di cosa, poi) altrove?
Sono solo io a percepire un che di escapista ed irresponsabile in certi
proclami altromondani e quasi ultramondani mentre la nostra stessa casa
brucia?
Piu' modestia, occorre; e piu' rigore morale (morale, si'), piu' impegno
civile (si', civile): qui e adesso. Senza scaricare su altri le
responsabilita' nostre, senza fughe dalla realta' che cooperano alla sempre
piu' pervasiva fuga dalla liberta'.
4. MAESTRE. LETIZIA TOMASSONE: NELLA DIMENSIONE DELLA LIBERTA' E DELLA
GRAZIA
[Dall'intervento di Letizia Tomassone, teologa e pastora valdese, in AA.
VV., Sulla inutilita' del cristianesimo, fascicolo monografico di "Segno",
n. 230/2001, p. 174]
In tutte le culture non ancora toccate cosi' profondamente dal demone del
consumo come e' la nostra, il dono verra' ricambiato con un dono piu'
grande; e proprio questa asimmetria che provoca gratitudine e gioia e'
quella che salva le relazioni dall'uso strumentale e le colloca nella
dimensione della liberta' e della grazia.
5. MAESTRI. JEAN-MARIE MULLER: IL CONFLITTO
[Da Jean-Marie Muller, Lessico della nonviolenza, Satyagraha, Torino 1992,
p. 39.
Jean Marie Muller è nato nel 1939 a Vesoul in Francia, docente, ricercatore,
è tra i più importanti studiosi del pacifismo e delle alternative
nonviolente, oltre che attivo militante nonviolento e fondatore del MAN
(Mouvement pour une Alternative Non-violente). Opere di Jean-Marie Muller:
Strategia della nonviolenza, Marsilio, Venezia 1975; Il vangelo della
nonviolenza, Lanterna, Genova 1977; Significato della nonviolenza, Movimento
Nonviolento, Torino 1980; Metodi e momenti dell'azione nonviolenta,
Movimento Nonviolento, Perugia 1981; Lessico della nonviolenza, Satyagraha,
Torino 1992; Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo
Abele, Torino 1994; Le principe de non-violence. Parcours philosophique,
Desclee de Brouwer, Paris 1995; Vincere la guerra, Edizioni Gruppo Abele,
Torino 1999. Si veda inoltre il volume del MAN (Mouvement pour une
Alternative Non-violente), Una nonviolenza politica, Movimento Nonviolento,
Perugia 1977]
Le relazioni con il prossimo sono costitutive della nostra personalita':
abbiamo bisogno degli altri per diventare noi stessi. Nonostante cio', il
nostro primo incontro con gli altri e' spesso conflittuale. Si tratta di una
reazione di avversita', di tensione, di confronto: l'altro e' colui i cui
desideri si oppongono ai miei, i cui progetti contrastano i miei, i cui
diritti impediscono i miei diritti, la cui liberta' minaccia la mia
liberta', la cui esistenza minaccia la mia esistenza. E' dunque attraverso i
conflitti che mi faccio riconoscere dall'altro e che egli si fa riconoscere
da me.
Cosi' il conflitto e' al centro dei rapporti tra persone e tra collettivita'
umane. La sua funzione e' di costruire tra le persone relazioni di
giustizia. Ogni situazione politica e' di per se' conflittuale, almeno
potenzialmente. Ne risulta che l'azione politica consiste essenzialmente nel
gestire i conflitti tra gli individui e i conflitti sociali.
D'altra parte la nonviolenza non presuppone un mondo senza conflitti: anzi,
non si puo' parlare di azione nonviolenta se non in situazione di conflitto.
I vari discorsi pacifisti, sia giuridici che spirituali, cadono in errore
allorquando stigmatizzano il conflitto a favore di una apologia esclusiva
del diritto, della fiducia, della fratellanza, della riconciliazione, del
perdono e dell'amore.
6. INCONTRI. UN SEMINARIO SULL'AZIONE NONVIOLENTA DAL LOCALE AL GLOBALE
[Riceviamo e diffondiamo. Per contatti: tel. 0354254155, e-mail:
philosophe@inwind.it]
Le situazioni critiche in cui ci troviamo gettati nella nostra societa'
civile e a livello globale denotano una ramificazione e una crescita della
violenza, sempre piu' presente e virulenta. E noi ci sentiamo spesso
impotenti. Siamo poveri di strumenti per costruire il mondo che sogniamo...
Abbiamo bisogno di trovare strumenti adeguati e vie percorribili per
incamminarci verso un mondo piu' vivibile, in cui i conflitti vengano
risolti in modo non distruttivo ma costruttivo. Sentiamo di dover apprendere
a vivere il conflitto in maniera positiva, come risorsa di cambiamento e
crescita.
* Programma:
19/20 gennaio: Le tecniche dell'azione nonviolenta da Capitini a Sharp
(Fulvio C. Manara).
23/24 febbraio: Violenza ed eziologia del conflitto. Dal micro al macro
(Luciano Capitini).
16/17 marzo: L'esperienza del Portello a Genova. Strategie e dinamiche
dell'azione nonviolenta (Pace e dintorni; Antigone; Achimaie).
Condurremo il percorso secondo le modalita' ormai abituali e lo stile in uso
nelle nostre pratiche formative. L'interazione dialogica, piu' che la
lezione o la conferenza, il lavoro di gruppo, l'animazione.
* Informazioni utili
Tre incontri residenziali con la possibilita' di una verifica finale in data
da destinarsi.
Il seminario si terra' durante i tre fine-settimana indicati, con inizio
alle ore 14 presso l'Eremo.
Con l'iscrizione e' prevista la cena del sabato e il pranzo della domenica.
La conclusione dei lavori e' prevista sempre per la domenica alle ore 18.
Chi lo desidera puo' chiedere ospitalita' per il pernottamento presso
l'Eremo il sabato sera.
Non e' richiesta alcuna quota d'iscrizione per la partecipare agli incontri,
ma si lascia a ciascuno la discrezione di contribuire alle spese di gestione
dell'Eremo, per il pranzo e l'organizzazione del corso stesso.
Eremo di S. Maria d'Argon, via Monte Grumello 3, S. Paolo d'Argon, tel.
0354254155, e-mail: philosophe@inwind.it
7. INFORMAZIONE. AGGIORNAMENTO DE "IL PAESE DELLE DONNE"
[Da "Il paese delle donne" (e-mail: pdd@isinet.it, sito: www.womenews.net)
ricveviamo e diffondiamo]
E' uscito il nuovo aggiornamento del sito de "Il Paese delle donne",
www.womenews.net
In questo numero si parla di
* Femminismi
- Riannodare i fili della politica. Il documento che proponiamo e' stato
votato all'unanimita' all'assemblea delle donne della Camera del Lavoro di
Bologna il 14 novembre scorso, poi, come ordine del giorno in sei congressi
di categoria e in quello camerale. Non e' stata una operazione facile, molte
erano infatti le storie delle donne presenti, e spesso diverse le loro
posizioni politiche e congressuali.
- Primum intelligere, di Lidia Cirillo. Si e' tenuta a Marina di Massa nei
giorni 4-5-6 gennaio il seminario della rete femminista "Ora! Donne per un
movimento politico organizzato". Pubblichiamo stralci della relazione di
Lidia Cirillo.
- Rosa Luxemburg: nubi, uccelli e lacrime umane... di Anna Picciolini. Il
seminario organizzato dall'Associazione Rosa Luxemburg (della Convenzione
permanente di donne contro le guerre), l'8 dicembre scorso a Firenze, ha
coinvolto una sessantina di donne e un paio di uomini. Le relazioni e le
comunicazioni hanno portato a condivisione un lavoro denso, individuale in
qualche caso, collettivo in altri, ma sempre tale da stimolare la
riflessione, che con il seminario si intende soltanto avviata.
* Diritti
- Contro il ddl razzista Bossi-Fini, diritti di cittadinanza per tutti e
tutte. A Roma, sabato 19 gennaio 2002 manifestazione nazionale. Pubblichiamo
il testo di convocazione del Migrant's Social Forum.
- Arrabbiati, pensa alla salute! La Regione Piemonte sta per varare il Piano
Sanitario del prossimo triennio che, nei fatti, avvia lo smantellamento del
Servizio Sanitario pubblico nella Regione. Il piano sanitario che Ghigo
intende varare provochera' il progressivo abbandono da parte della Regione
della scelta di obiettivi di salute su cui investire risorse e mezzi.
* Scuola
- Il tubista e la O di Giotto, di Silvia Tangherlini. "E' compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che,
limitando di fatto la liberta' e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il
pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
* Pace e guerra
- In nome della liberta'? di Maria Grazia Campari. Pubblichiamo il testo
dell'intervento di Maria Grazia Campari all'iniziativa organizzata dalle
firmatarie del documento "Non in nostro nome" in collaborazione con il
nostro foglio, tenutasi il 9 dicembre a Roma.
- Altri contributi contro la guerra.
* Social forum
- Roma 18 e 19 gennaio: un incontro nazionale dei socialforum. Con una
lettera aperta ai social forum, alle organizzazioni nazionali, ai gruppi e
ai collettivi, una serie di reti e organizzazioni nazionali e i social forum
territoriali promuovono un incontro nazionale del movimento a Roma per il 18
e il 19 gennaio 2002, in occasione della manifestazione nazionale per i
diritti dei migranti e contro il decreto legge Bossi-Fini che sara' una
nuova straordinaria occasione di impegno per tutti noi.
* Scienze
- Nuove soglie di conoscenza e nuove responsabilita' per la scienza, di Ines
Valanzuolo. Elena Gagliasso, filosofa della scienza presso l'Universita' "La
Sapienza" di Roma, ha aperto il ciclo di seminari che si svolgeranno
nell'aula del Polo Biologico del CNR fino all'estate 2002 "per approfondire
aspetti ed implicazioni della ricerca scientifica contemporanea, con lo
scopo di aiutare il dibattito che investe i rapporti tra scienza e societa'
ad assumere forme piu' avanzate e costruttive".
* Ed inoltre: brevi e agenda.
8. RIVISTE. IL PROGRAMMA PER IL 2002 DI "MISSIONE OGGI"
[Riportiamo l'editoriale del fascicolo di gennaio della rivista "Missione
Oggi", mensile dei missionari saveriani. Per contatti:
missioneoggi@saveriani.bs.it]
Programma di "Missione Oggi" per il 2002
Ci accingiamo ad affrontare il nuovo anno con lo spirito che abbiamo voluto
richiamare in copertina: nell'ascolto della voce delle vittime, il futuro
del nostro mondo. La figura di Alberto Cairo, uno che in Afghanistan c'e'
andato non con strumenti di morte ma per camminare insieme, indica la
direzione giusta per i nostri lavori: dobbiamo farci giudicare dalle vittime
e tracciare con loro il cammino. Avra' percio' questi temi di fondo:
* Dopo l'11 settembre
Ci sembra importante cercare di capire cosa sta succedendo. Gli Usa e i loro
aiutanti come pensano di governare il mondo? Gli interessi economici devono
continuare a determinare le scelte o e' tempo di un nuovo protagonismo della
politica? Ma per fare questo gli Stati sono chiamati a convertirsi, a
superare le miopie nazionali e a farsi carico della vita di tutti gli uomini
del nostro pianeta. Si fa sempre piu' urgente il rilancio dell'Onu, come
autorita' di fatto al di sopra delle parti.
* Tra guerra e pace
Nell'ultimo decennio c'e' stata una forte ripresa della guerra: e' in atto
un riarmo, anche nel nostro paese, e si moltiplicano i muri di difesa del
nostro benessere e le esclusioni dei poveri. Sono realta' che ci
interpellano. Per focalizzare il nostro impegno e' importante approfondire
gli interessi economici nelle aree di guerra, come pure le radici del
terrorismo attuale, il suo rapporto con le oppressioni e con i
fondamentalismi. Non meno importante e' vigilare sul rischio di un nuovo
totalitarismo per le nostre democrazie, con la limitazione dei diritti e
liberta' personali e la crescita del potere delle istituzioni militari.
* Islam
Per il superamento delle paure e delle diffidenze e' fondamentale la
reciproca conoscenza, oltre che l'affrontare insieme i comuni problemi e le
sfide attuali. Quest'anno ci proponiamo, attraverso personaggi significativi
e pensatori del mondo musulmano, di approfondire il rapporto dell'islam con
la modernita', con particolare attenzione al contesto europeo, dove questo
incontro si pone con particolare evidenza. Ci interrogheremo anche sulle
radici e le motivazioni degli islamici radicali.
* Immigrati
Quest'anno ci proponiamo di approfondire la lettura di due aspetti: il
disagio degli immigrati in Europa, tra cittadinanza e discriminazione; la
funzione identitaria delle religioni nelle comunita' degli immigrati in
Italia.
* Globalizzazione
Intendiamo accentuare il contatto con esperienze popolari del Sud e del Nord
del mondo, sbriciolando i grandi problemi in storie di impegno concreto nel
territorio, nel quotidiano: a dimostrazione che azioni e cambiamenti sono
possibili, gia' da subito. Una rubrica fissa ci dara' modo di accostare, nel
corso dell'anno, i movimenti piu' significativi dei vari continenti. Sara'
il nostro apporto specifico nella resistenza alla globalizzazione, per
contribuire a far crescere una cultura e prassi "dal basso", in direzione
opposta alla tendenza imperante.
Un'altra rubrica, fara' ogni mese sia un aggiornamento sulle Campagne
promosse da Missione Oggi, sia la presentazione di altre Campagne, da noi
ritenute valide e appoggiate.
* Cristiani - Vangelo
Come i nostri amici sanno, la terza parte della rivista (piu' alcuni
Dossier) e' dedicata a un esplicito e non banale riferimento cristiano.
Quest'anno ci proponiamo di continuare a offrire riflessioni critiche sui
"temi di fondo" quali la testimonianza evangelica della pace, la chiesa
povera e dei poveri, il giudizio cristiano sull'attuale sistema economico.
Insisteremo sulla chiesa "delle differenze", aperta al pluralismo di vita e
di teologia, generato dai differenti contesti socioculturali. Continueremo a
presentare la profezia di esperienze di chiese e figure significative in
fatto di convivenza, collaborazione, dialogo, particolarmente con i credenti
musulmani.
9. CINEMA. IMMAGINI DAL SUD DEL MONDO A VITERBO
[Da Dario Mencagli (e-mail: kandersen@iol.it) riceviamo e diffondiamo]
Una rassegna internazionale di undici film di qualita' per undici giovedi,
alle 21,30, a Viterbo.
- 17 gennaio: Faat-Kine', regia di Sembene Ousmane, Senegal, 2000, v. o.
francese e wolof, s/t in italiano (120');
- 24 gennaio: The legend of love, regia di Farhad Mehranfar, Iran, 2000, v.
o. farsi e kurdo, s/t in italiano (83');
- 31 gennaio: La vita e' un fischio, regia di Fernando Perez, Cuba/Spagna,
1998, versione doppiata in italiano (106');
- 7 febbraio: Tornando a casa, regia di Vincenzo Marra, Italia, 2001,
versione originale italiana (88');
- 14 febbraio: La petite vendeuse de soleil, regia di Djibril Diop Mambety,
Senegal, 1999, v. o. wolof, s/t in italiano (45') e Souko, le cinematographe
en carton, regia di Issiaka Konate', Burkina Faso, 1998, v. o. bambara,
francese, s/t in italiano (30');
- 21 febbraio: ABC Africa, regia di Abbas Kiarostami, Iran, 2001, versione
doppiata in italiano (84');
- 28 febbraio: Viaggio a Kandahar, regia di Mohsen Makhmalbaf, Francia/Iran,
2001 versione doppiata in italiano (85');
- 7 marzo: La Genese, regia di Cheick Oumar Sissoko, Mali, 1999, v. o.
bambara, s/t in italiano (102');
- 14 marzo: Adanggaman, regia di Roger Gnoan M'Bala, Burkina Faso/Costa
D'Avorio/Francia/Svizzera, 2000, versione doppiata in italiano (90');
- 21 marzo: Le biciclette di Pechino, regia di Wang Xiaoshuai,
Cina/Francia/Taiwan, 2001, versione doppiata in italiano (113');
- 28 marzo: La vie sur terre, regia di Abderrahmane Sissako, Mali/Francia,
1998, v. o. bambara, francese, s/t in italiano (61').
La rassegna si svolge a Viterbo presso il cinema Trieste (chiesa
dell'Ellera), inizio delle proiezioni alle ore 21,30, ingresso libero (ad
offerta).
L'iniziativa e' a cura dell'AUCS (associazione universitaria cooperazione e
sviluppo).
10. RILETTURE. ANNIE COHEN-SOLAL: SARTRE
Annie Cohen-Solal, Sartre, Il Saggiatore, Milano 1986, pp. 686. Una accurata
biografia del grande intellettuale.
11. RILETTURE. BERNARD CRICK: GEORGE ORWELL
Bernard Crick, George Orwell, Il Mulino, Bologna 1991, pp. 758. Una bella
biografia dello scrittore che poco prima di morire aveva chiesto che non si
scrivessero biografie su di lui. Ed e' un'opera che ne aumenta la grandezza.
12. RILETTURE. BARBARA LANATI: VITA DI EMILY DICKINSON
Barbara Lanati, Vita di Emily Dickinson. L'alfabeto dell'estasi,
Feltrinelli, Milano 1998, 2000, pp. 196, lire 12.000, euro 6,20. Con grande
finezza Barbara Lanati interroga le tracce e l'enigma di Emily Dickinson.
13. RILETTURE. HANS JONAS: DALLA FEDE ANTICA ALL'UOMO TECNOLOGICO
Hans Jonas, Dalla fede antica all'uomo tecnologico, Il Mulino, Bologna 1991,
1994, pp. 482, lire 54.000. Una raccolta di saggi rappresentativa
dell'intero percorso intellettuale del grande pensatore del "principio
responsabilita'".
Hans Jonas è nato a Mönchengladbach nel 1903, è stato allievo di Heidegger e
Bultmann, ed uno dei massimi specialisti dello gnosticismo. Nel 1933 si è
trasferito dapprima in Inghilterra e poi in Palestina, dal 1949 ha insegnato
in diverse università nordamericane, dedicandosi a studi di filosofia della
natura e di filosofia della tecnica. E' uno dei punti di riferimento del
dibattito bioetico. Al suo "principio responsabilità" si ispirano
riflessioni e pratiche ecopacifiste, della solidarietà, dell'etica
contemporanea. E' scomparso nel 1993. Opere di Hans Jonas: sono fondamentali
Il principio responsabilità, Einaudi, Torino 1993; la raccolta di saggi
filosofici Dalla fede antica all'uomo tecnologico, Il Mulino, Bologna 1994;
Tecnica, medicina ed etica, Einaudi, Torino 1997; Organismo e libertà,
Einaudi, Torino 1999; una raccolta di tre brevi saggi di autobiografia
intellettuale è Scienza come esperienza personale, Morcelliana, Brescia
1992. Si vedano anche Il concetto di Dio dopo Auschwitz, Il melangolo,
Genova 1995, e La filosofia alle soglie del Duemila, Il melangolo, Genova
1994; cfr. anche Lo gnosticismo, Sei, Torino 1995. Un utile libro di
interviste e conversazioni è Sull'orlo dell'abisso, Einaudi, Torino 2000.
14. RILETTURE. EMMANUEL LEVINAS: TOTALITA' E INFINITO
Emmanuel Levinas, Totalita' e infinito, Jaca Book, Milano 1980, 1990, 1995,
pp. 380, lire 36.000. Uno dei capolavori di Levinas.
Emmanuel Levinas è nato a Kaunas in Lituania il 30 dicembre 1905 ovvero il
12 gennaio 1906 (per la nota discrasia tra i calendari giuliano e
gregoriano). "La Bibbia ebraica fin dalla più giovane età in Lituania,
Puskin e Tolstoj, la rivoluzione russa del '17 vissuta a undici anni in
Ucraina. Dal 1923, l'Università di Strasburgo, in cui insegnavano allora
Charles Blondel, Halbwachs, Pradines, Carteron e, più tardi, Guéroult. L'
amicizia di Maurice Blanchot e, attraverso i maestri che erano stati
adolescenti al tempo dell'affaire Dreyfus, la visione, abbagliante per un
nuovo venuto, di un popolo che eguaglia l'umanità e d'una nazione cui ci si
può legare nello spirito e nel cuore tanto fortemente che per le radici.
Soggiorno nel 1928-1929 a Friburgo e iniziazione alla fenomenologia già
cominciata un anno prima con Jean Hering. Alla Sorbona, Léon Brunschvicg. L'
avanguardia filosofica alle serate del sabato da Gabriel Marcel. L'
affinamento intellettuale - e anti-intellettualistico - di Jean Wahl e la
sua generosa amicizia ritrovata dopo una lunga prigionia in Germania; dal
1947 conferenze regolari al Collegio filosofico che Wahl aveva fondato e di
cui era animatore. Direzione della centenaria Scuola Normale Israelita
Orientale, luogo di formazione dei maestri di francese per le scuole dell'
Alleanza Israelita Universale del Bacino Mediterraneo. Comunità di vita
quotidiana con il dottor Henri Nerson, frequentazione di M. Chouchani,
maestro prestigioso - e impietoso - di esegesi e di Talmud. Conferenze
annuali, dal 1957, sui testi talmudici, ai Colloqui degli intellettuali
ebrei di Francia. Tesi di dottorato in lettere nel 1961. Docenza all'
Università di Poitiers, poi dal 1967 all'Università di Parigi-Nanterre, e
dal 1973 alla Sorbona. Questa disparato inventario è una biografia. Essa è
dominata dal presentimento e dal ricordo dell'orrore nazista (...)"
(Lévinas, Signature, in Difficile liberté). E' scomparso a Parigi il 25
dicembre 1995. Tra i massimi filosofi contemporanei, la sua riflessione
etica particolarmente sul tema dell'altro è di decisiva importanza. Opere di
Emmanuel Lévinas: segnaliamo in particolare En decouvrant l'existence avec
Husserl et Heidegger (tr. it. Cortina); Totalité et infini (tr. it. Jaca
Book); Difficile liberté (tr. it. parziale, La Scuola); Quatre lectures
talmudiques (tr. it. Il Melangolo); Humanisme de l'autre homme; Autrement qu
'être ou au-delà de l'essence (tr. it. Jaca Book); Noms propres (tr. it.
Marietti); De Dieu qui vient à l'idée (tr. it. Jaca Book); Ethique et infini
(tr. it. Città Nuova); Transcendance et intelligibilité (tr. it. Marietti);
Entre-nous (tr. it. Jaca Book). Per una rapida introduzione è adatta la
conversazione con Philippe Nemo stampata col titolo Ethique et infini. Opere
su Emmanuel Lévinas: Per la bibliografia: Roger Burggraeve, Emmanuel
Lévinas. Une bibliographie première et secondaire (1929-1985), Peeters,
Leuven 1986. Monografie: S. Petrosino, La verità nomade, Jaka Book, Milano
1980; G. Mura, Emmanuel Lévinas, ermeneutica e separazione, Città Nuova,
Roma 1982; E. Baccarini, Lévinas. Soggettività e infinito, Studium, Roma
1985; S. Malka, Leggere Lévinas, Queriniana, Brescia 1986; Battista Borsato,
L'alterità come etica, EDB, Bologna 1995; Giovanni Ferretti, La filosofia di
Levinas, Rosenberg & Sellier, Torino 1996; Gianluca De Gennaro, Emmanuel
Levinas profeta della modernità, Edizioni Lavoro, Roma 2001. Tra i saggi,
ovviamente non si può non fare riferimento ai vari di Maurice Blanchot e di
Jacques Derrida (di quest'ultimo cfr. il grande saggio su Lévinas, Violence
et métaphysique, in L'écriture et la différence, Editions du Seuil, Parigi
1967). In francese cfr. anche Marie-Anne Lescourret, Emmanuel Lévinas,
Flammarion; François Poirié, Emmanuel Lévinas, Babel.
15. RILETTURE. PAUL RICOEUR: IL CONFLITTO DELLE INTERPRETAZIONI
Paul Ricoeur, Il conflitto delle interpretazioni, Jaca Book, Milano 1977,
1995, pp. 326, lire 60.000. Di una densa raccolta di saggi si compone questo
volume del '69 del grande pensatore.
Paul Ricoeur, filosofo francese nato nel 1913. Amico di Mounier,
collaboratore di "Esprit", docente universitario. Dal sito dell'Enciclopedia
multimediale delle scienze filsofiche rirpendiamo questa breve scheda: "Paul
Ricoeur nasce a Valence (Drome) il 27 febbraio 1913. Compie i suoi studi di
filosofia prima all'Universita' di Rennes, poi alla Sorbonne, dove nel 1935,
passa l'agregation. Mobilitato nel 1939, viene fatto prigioniero e nel campo
comincia a tradurre con Mikel Dufrenne Ideen I di Husserl. Dal 1945 al 1948
insegna al College Cevenol di Chambon-sur-Lignon, e successivamente
Filosofia morale all'Universita' di Strasburgo, sulla cattedra che era stata
di Jean Hyppolite, e dal 1956 Storia della filosofia alla Sorbona. Amico di
Emmanuel Mounier, collabora alla rivista "Esprit". Dal 1966 al 1970 insegna
nella nuova Universita' di Nanterre, di cui e' rettore tra il marzo 1969 e
il marzo 1970, con il proposito di realizzare le riforme necessarie a
fronteggiare la contestazione studentesca e, contemporaneamente, presso la
Divinity School dell'Universita' di Chicago. Nel 1978 ha realizzato per
conto dell'Unesco una grande inchiesta sulla filosofia nel mondo. Nel giugno
1985 ha ricevuto il premio "Hegel" a Stoccarda. Attualmente e' direttore del
Centro di ricerche fenomenologiche ed ermeneutiche". Opere di Paul Ricoeur:
segnaliamo i suoi libri Karl Jaspers et la philosophie de l'existence (con
Mikel Dufrenne), Seuil; Gabriel Marcel et Karl Jaspers, Le temps présent;
Filosofia della volontà I. Il volontario e l'involontario, Marietti; Storia
e verità, Marco; Finitudine e colpa I. L'uomo fallibile, Il Mulino;
Finitudine e colpa II. La simbolica del male, Il Mulino; Della
interpretazione. Saggio su Freud, Jaca Bok, poi Il Melangolo; Entretiens
Paul Ricoeur - Gabriel Marcel, Aubier; Il conflitto delle interpretazioni,
Jaca Book; La metafora viva, Jaca Book; Tempo e racconto I, Jaca Book; Tempo
e racconto II. La configurazione nel racconto di finzione, Jaca Book; Tempo
e racconto III. Il tempo raccontato, Jaca Book; Dal testo all'azione. Saggi
di ermeneutica II, Jaca Book; Il male. Una sfida alla filosofia e alla
teologia, Morcelliana; A l'école de la fénoménologie, Vrin; Sé come un
altro, Jaca Book; Lectures 1. Autour du politique, Seuil; Lectures 2. La
contrée des philosophes, Seuil; Lectures 3. Aux frontières de la
philosophie, Seuil; Le juste, Esprit; Réflexion faite. Autobiographie
intellectuelle, Esprit; La critica e la convinzione (colloqui con François
Azouvi e Marc de Launay), Jaca Book. Segnaliamo inoltre: Kierkegaard. La
filosofia e l'«eccezione», Morcelliana; Tradizione o alternativa,
Morcelliana, e l'antologia Persona, comunità e istituzioni, ECP.
16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.
17. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ;
per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta@sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben@libero.it ;
angelaebeppe@libero.it ; mir@peacelink.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per
contatti: info@peacelink.it
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO
Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 343 del 15 gennaio 2002