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IL GRILLO PARLANTE N.52
il GRILLO parlante
per un'informazione equa e solidale nell'Est veronese
supplemento a "la Voce Civica", Aut.Trib.VR n.1215 del 27 maggio 1996
Direttore Responsabile ed Editoriale: Amedeo Tosi
Redazione: località Praissola 74/b - 37047 San Bonifacio (VR)
La responsabilità degli articoli e delle informazioni è tutta ed esclusiva
dei rispettivi autori. il GRILLO parlante ospita volentieri ogni opinione e
si assume la responsabilità degli articoli a cura della Redazione e di
quelli non firmati.
ilGRILLO parlanteN. 52 è stato inviato a 1414 recapiti e-mail
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PRUDENZA
"Ogni corso d'acqua ha la sua sorgente"
(proverbio Zulu - nazione: Sudafrica)
Appuntamenti da non perdere
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PIGOTTE PER L'UNICEF
Alcuni bambini della scuola Giuliari di Verona, assieme ad altri, di molte
scuole d'Italia, hanno costruito delle pigotte, meravigliose bambole di
pezza simili a quelle di una volta. Hanno collaborato, oltre alle
insegnanti, anche mamme, nonne e zie: un vero lavoro di squadra!Verranno
"adottate" da chi le vuole acquistare e il ricavato servirà per aiutare
l'Unicef.Le nostre pigotte sono state esposte sabato 8 dicembre all'interno
della libreria Demetra di Via Leoni e domenica 9 dicembre nel banchetto
Unicef in Piazza Bra (angolo Via Roma) Verona. Le nostre pigotte vi
aspettano. PER INFORMAZIONI: i3zanca@libero.it
11/12/01 - Praissola di San Bonifacio (VR) - Scuola del villaggio con Enzo
Coltro e Antonio Corain
Presso la "Scuola del villaggio" della parrocchia di S.Giuseppe Lavoratore
in Praissola (quartiere di San Bonifacio) i poeti-scrittori Enzo Coltro e
Antonio Corain parleranno di «Natale al focolare". Inizio ore 20,30, Sala
San Giuseppe.
11/12/01 - Verona - Incontro con Richard Mason
Sei invitato al «Punto Einaudi» di Via Fama 6c (Verona), "CAMMINANDO
POESIA" martedì 11 dicembre 2001, dalle ore 16.00 alle 20.00, nello spazio
aperto di via Fama " GIOVANI SCRITTORI PER GIOVANI LETTORI" a colloquio
con: RICHARD MASON, autore di "Anime alla deriva". Introduce: Laura
Zanetti. Intervengono: Zeno Fatti (musicista) e Christian Cristoforetti
(poeta), Finalisti Premio Campiello Giovani, Acrostici e dintorni, Giovani
Poeti della Valpolicella, Marco Campedelli e... Coordina: Nadia Scardeoni
12/12/01 - Arcole (VR) - Incontro con Gaetano BellorioL'Università Popolare
di Arcole è felice di invitarti mercoledì 12 dicembre ore 21,00 presso la
sala civica per un serata speciale. incontreremo e "ciacolaremo" con lo
scrittore veronese, GAETANO BELLORIO, autore de "IL SILENZIO DEI PROFETI".
Saranno presenti anche la professoressa Elisa ZOPPEI e l'attore Franco
CAPPA che ci aiuteranno ad entrare nel testo con la lettura di alcuni
brani scelti Sarà una serata ricca di belle emozioni e saremmo felici di
condividerle anche con te... TI ASPETTIAMO.
12/12/01 - Venezia - Endometriosi
ll Comitato Pari Opportunita' dell'Unviersita' Ca' Foscari di Venezia
organizza il giorno 12 dicembre 2001 una tavola rotonda sull'endometriosi.
Informazioni: lamon@oink.dsi.unive.it
13/12/01 - San Bonifacio (VR) - Globalizzare la pace, la giustizia, la speranza
L'Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani di San Bonifacio promuove
un incontro con Edo Patriarca (Presidente nazionale dell'AGESCI, e padre
Silvano Nicoletto (Superiore Provinciale dei padri Stimmatini)
sull'attualissimo tema: «Globalizzare la pace, la giustizia, la speranza».
L'incontro si terrà presso la sala civica "Barbarani" di via Marconi (San
Bonifacio), alle ore 20,45.
13/12/01 - S. Zeno di Colognola ai Colli - ACQUE MINERALI IN BOTTIGLIA E SALUTE
Il Gruppo CONSUMO CRITICO Val d'Illasi - Bilanci di Giustizia organizza un
incontro pubblico su: "ACQUE MINERALI IN BOTTIGLIA E SALUTE". Relatore
Paolo Berni, Naturopata e Presidente della Coop. Alimentazione e Scienza,
Giovedì 13 dicembre 2001, ore 20,30 presso Sala parrocchiale di S. Zeno di
Colognola. Siete tutti invitati a partecipare
14/12/01 - Verona - «Digiuniamo insieme»... per la Pace/1
Venerdì 14 dicembre: digiuniamo insieme. Aderiamo all'invito, rivolto dal
Papa a cattolici e persone di buona volontà, ad osservare venerdì 14
dicembre una giornata di digiuno durante la quale "pregare con fervore Dio
perché conceda al mondo una pace stabile, fondata sulla giustizia, e faccia
sì che si possano trovare adeguate soluzioni ai molti conflitti che
travagliano il mondo". L'Avvento dei cristiani e il Ramadam dei musulmani
entrano così in reciproca relazione. Digiuniamo insieme, in modo
conviviale, per una meditazione comune rivolta alla pace. Troviamoci
venerdì 14 dicembre, dalle ore 13 alle 14 (digiuno del pasto), dalle ore 19
alle 20 (digiuno della cena) alla Casa per la Nonviolenza, in via Spagna 8
(vicino alla Basilica di San Zeno) per leggere e commentare insieme testi
di Gandhi, Lanza del Vasto e Aldo Capitini sul digiuno e la nonviolenza.
L'invito è rivolto a tutti, laici e religiosi, credenti e non credenti.
"Il digiuno è un esercizio per non avere fame. E' semplice, basta
concentrare l'attenzione sulle ragioni del digiuno. Il digiuno è l'arma
favorita dei nonviolenti, perché l'aggressività naturale ha le sue radici
nella fame; la fame dà i denti al lupo e lo getta contro la preda. L'aver
fame esaspera gli istinti aggressivi. Dunque il digiuno li placa" (Giuseppe
Giovanni Lanza del Vasto - Shantidas)
Chi lo desidera potrà versare il denaro corrispettivo dei pasti non
consumati, per sostenere iniziative nonviolente. E' un modo concreto per
opporsi alla guerra: SE VUOI LA PACE, FINANZIA LA PACE
14/12/01 - Verona - «Digiuniamo insieme»... per la Pace/2
Una resistenza spirituale contro le violenze e le guerre: Digiuno per la
pace a Verona. Davanti alla spirale di violenze che sta insanguinando
l'Afghanistan e altri luoghi come il Medio Oriente, Pax Christi di Verona
partecipa al digiuno nazionale promosso da Pax Christi Italia e dai
Beati costruttori di pace, inteso come "forma di resistenza spirituale
contro le violenze e le guerre" e come protesta verso il digiuno coatto di
tanti popoli e di tante persone (ogni giorno muoiono di fame circa 40.000
esseri umani!) ; aderisce con entusiasmo al grande digiuno inter-religioso
convocato dal papa Giovanni Paolo II per il 14 dicembre e all'iniziativa
veronese, promossa dal vescovo Flavio Roberto Carraro (e da altri) "luce
per Betlemme" che può diventare momento significativo di una urgente
diplomazia di pace. Per quanto riguarda la situazione medio-orientale, Pax
Christi ribadisce l'idea che la sicurezza comune si basa sul rispetto dei
diritti umani e della giustizia espressi più volte da varie risoluzioni
dell'ONU; ripropone Gerusalemme come sede dell'ONU fino al termine dei
conflitti armati; ritiene essenziale promuovere il valore e il metodo
della nonviolenza come mezzo per superare la realtà di oppressione del
popolo palestinese e la spirale devastante delle vendette, delle ritorsioni
e delle violenze. La città di Verona può diventare ambasciatrice di pace
sia rilanciando il gemellaggio con la palestinese Betlemme e con
l'israeliana Ranana, sia sollecitando un'azione adeguata del governo
italiano e della comunità europea. Nei giorni del digiuno (10-15 dicembre),
assieme alla campagna "luce per Betlemme", si ritiene importante sostenere
iniziative di solidarietà con strutture sanitarie e assistenziali
palestinesi (al riguardo, fin dal 2000 è in atto una campagna di
solidarietà, promossa da numerose associazioni, per la quale è aperto un
conto corrente -n. 507080 presso la Banca Popolare Etica di Padova,
intestato "Solidarietà Palestina"; sono anche attive linee di cooperazione
che fanno riferimento alle "donne in nero") . Al termine della settimana,
Pax Christi si troverà sabato 15 (ore 16) presso il Santuario della Madonna
dell'Uva Secca a Povegliano per un incontro di spiritualità, per
contemplare il mistero di Gesù Cristo bambino, "nostra pace" e novità di
vita.
15/12/01 - Verona - Assemblea Rete Lilliput
«UN MONDO DIVERSO E' POSSIBILE!». RETE LILLIPUT - NODO DI VERONAconvoca
l'ASSEMBLEA PROVINCIALE SABATO 15 DICEMBRE, alle ore15 presso la sede della
Fraternità, piazza San Francesco d'Assisi (lato chiostro del convento di
San Bernardino) ORDINE DEL GIORNO: funzionamento del nodo di Verona:
costituzione dei gruppi di lavoro; ruolo della segreteria; sviluppo dei
gruppi tematici: impronta ecologica, pace, stili di vita praticabili,
osservatorio politico, ruolo del coordinamento; ruolo dell'assemblea. Non
vogliamo occuparci solo di problemi organizzativi. Vogliamo continuare a
promuovere concretamente gesti e spazi di informazione e solidarietà, con
l'intento di suscitare una giusta coscienza critica nella convivialità ed
in libertà. Sulla attuale situazione internazionale, la Rete Lilliput
afferma con forza che LA GUERRA NON ELIMINA IL TERRORISMO, PERPETUA LA
STRAGE DI INNOCENTI TRA I PIU' POVERI DELLA TERRA, SVILISCE RADICALMENTE IL
RUOLO DEGLI ORGANISMI INTERNAZIONALI POSTI A TUTELA DELLA PACE E DEI
DIRITTI UMANI. Chiuderemo quindi la nostra assemblea con un
corteo-fiaccolata per la pace che partirà alle 18,30 dallo stradone Provolo
(lato Castelvecchio) e raggiungerà piazza Brà. Soprattutto a questa
conclusione in corteo sono invitati tutti, uomini,donne e associazioni, che
si sentono accomunati dal rifiuto della guerra come soluzione dei problemi.
Facciamo nostro l'appello di Emergency e invitiamo tutti a partecipare con
un segno bianco (un fiocco, uno straccio o qualsiai cosa) che renda
visibile la nostra scelta.
15/12/01 - Velo Veronese - Il prete dei castagnari
La Falìa di Velo Veronese sarà presente SABATO 15 dicembre alle ore 21.00
presso il teatro di Santa Teresa a Verona, per presentare il libro di
Alessandro Anderloni "Il prete dei castagnari". Il libro racconta la vita
di don Alberto Benedetti, parroco di Ceredo e prete "scomodo", "anarchico",
etichettato in vari modi, ma che noi chiamiamo semplicemente "prete
libero". Il coro raccontando il libro a più voci e intervallando le canzoni
di Bepi De Marzi, farà sentire la sua voce di protesta contro la Guerra,
contro tutte le guerre che si fanno per i soldi, soldi, soldi! E proseguirà
il grido disperato del prete costretto a tacere e a restare nella sua casa
di Ceredo fino alla sua morte, perchè diceva la VERITA'. (Fonte:
Associazione Culturale Le Falìe di Velo Veronese giuliacorradi@libero.it)
15/12/01 - Povegliano (VR) - Pensieri di pace
Sabato 15 dicembre, ore 16, presso la Madonna dell'Uva Secca (Povegliano -
VR) incontro di spiritualità conviviale sul tema: "Io penso pensieri di
pace" coordinato da fratel Marco Barozzi.
15/12/01 - Verona - Emergency e il popolo afghano
Il Circolo Fagiani nel Mondo, Legambiente ed Emergency organizzano presso
Corte Molon (via della Diga 17, proseguendo per il Lungadige Attiraglio)
una serata in appoggio ad Emergency, che presenterà le proprie attività in
Afghanistan. Seguiranno la cena (posti già esauriti) e la proiezione del
video Soran non aver paura. Ritrovo alle ore 19,45. Per informazioni, tel.
0458032387 e 045918145 .
15/12/01 - Verona - Diritti e doveri in carcere
Sabato 15 dicembre, presso la Sala Convegni della Banca Popolare (Palazzo
Forti - Via Zambelli - Verona) si terrà il convegno sul tema: «Diritti e
doveri in carcere» presentazione della "Guida per i detenuti" dei
penitenziari del Veneto. Molti gli enti pubblici e le associazioni
proponenti. Nel corso dell'incontro regionale interverranno: Carmelo
Cantone (Direttore della Casa di Reclusione di Padova), Lucia Cominato
(Presidente Centro di Servizio per il Volontariato di Rovigo), Antonio De
Poli (Assessore alle Politiche Sociali della Regione del Veneto), Ornella
Favero (Redattrice di Ristretti Orizzonti), Carlo Furlan (Presidente Centro
di Servizio per il Volontariato di Verona), Massimo Guglielmo (Referente
"Sportello giustizia" dei CSV del Veneto), Francesco Maisto (Sostituto
Procuratore presso la Procura Generale di Milano), Giuseppe Mosconi
(Docente Sociologia Diritto Università di Padova), Antonio Stivanello (Vice
Responsabile Dipart. Dipendenza ASL 16 di Padova), Giovanni Tamburino
(Direttore Ufficio VI "Studi e Ricerche" del D.A.P.), Ettore Ziccone
(Provveditore Triveneto Dipartimento Amm.ne Penitenziaria).
15/12/01 - Castel d'Azzano (VR) - Bilanci partecipativi. Invitati due
sindaci peruviani
SABATO 15 dicembre 2001 alle ore 10,00 presso l'Aula MAGNA Scuola MEDIAdi
Castel d'Azzano (VR) (ingresso laterale),con la collaborazione
del"MOVIMENTO LAICI PER L'AMERICA LATINA"è convocato il CONSIGLIO
COMUNALEaperto alla Cittadinanza per accogliereARNULFO MEDINA e DANIEL
ESIA, SINDACI in PERU'(America Latina). Ordine del Giorno:"CONFRONTO TRA
ESPERIENZE DI BILANCI PARTECIPATIVI". Il "bilancio partecipativo" è la
possibilità, per gli abitanti dei vari quartieri, di definire
democraticamente e molto concretamente l'uso dei fondi comunali. In altri
termini, di decidere quali infrastrutture creare o migliorare, e di seguire
passo passo l'evoluzione dei lavori e i percorsi degli stanziamenti.Si
tratta di costruire tra la popolazione e il Governo locale uno spazio
politico, costruito liberamente dalla partecipazione diretta della
popolazione combinando così l'idea di democrazia rappresentativa con quella
partecipativa.Per dare voce alle necessità e alle istanze della società
civile, con il coraggio di realizzare un'amministrazione trasparente,
migliaia di associazioni e movimenti si sono già riuniti per affermare che
"un altro mondo è possibile".Ognuno di noi con la propria "CITTADINANZA
ATTIVA" e il proprio "CONSUMO CRITICO" può contribuire a costruire una
nuova economia, un'economia reale in grado di garantire le condizioni
materiali necessarie per realizzare le libertà pubbliche e private.
15/12/01 - Verona - Laina Norrè presenta "Agharti"
La regista veronese Laina Norrè presenterà sabato 15 Dicembre ore 18,00 al
Cinema Centro Mazziano (Verona) il suo nuovo film "Agharti". Girato a
Verona in zone desolate e suggestive di città e provincia come scenario
post-apocalittico, Agharti è un progetto ambizioso, dalla sceneggiatura
complessa, un film corale e introspettivo, non senza momenti d'azione, una
storia simbolica sull'umanità in bilico tra la speranza e la disperazione.
E' incredibile l'attualità di questo lungometraggio per il quale sono stati
necessari due anni di riprese e sei mesi di montaggio. Agharti svelerà
l'inacessibile agli occhi degli spettatori? (Antonio Bulbarelli, Laina
Norrè, Marco Romagnoli jvrom@tin.it)
20/12/01 - San Bonifacio - "Le cassette" di Maffeo d'Arcole
Giovedì 20 dicembre, alle ore 20,30 presso il Cinema Cristallo di San
Bonifacio verrà proiettato il film di Maffeo d'Arcole "Le cassette". Tema
del film, il racconto della vita contadina e delle mondine nella zona
dell'Est veronese. Da non perdere! L'appuntamento rientra all'interno del
palinsesto "Natale Arcolese".
dal 29 al 31/12/01 - Locri - Percorsi di liberazione a partire dai Sud
Nei giorni immediatamente precedenti la Marcia per la pace (Senza perdono
non c'è pace) che - lo ricordiamo - quest'anno si svolgerà a Locri, si
terrà un convegno dal titolo:Le violenze della globalizzazione.Percorsi di
liberazione a partire dai Sud del mondo.L'incontro avrà luogo presso il
Teatro dei Salesiani a partire dalla sera del 29 fino al 31 dicembre
2001.Si prevedono gli interventi di Mons. Giancarlo Bregantini - Vescovo di
Locri-Gerace, Diego Cipriani, Tonino Perna, Beppe Lumia, Giovanni Mazzillo,
Vincenzo Salvati.Il convergno sarà arricchito dalla presenza di numerosi
testimonidel Sud del mondo.Mons. Bregantini parlerà del senso della
nonviolenza a partire dal vangelo (il re non si salva per un forte
esercito); la nonviolenza sarà posta a confronto dei temi cruciali
dell'economia di mercato, della criminalità organizzata, e della guerra. A
partire dalla parola di Dio e dalla profonda conoscenza delle condizioni di
vita del sud italia, don Gianni Mazzillo e don Vincenzo Salvati tracceranno
l'itinerario possibile per un autentico percorso di incontro tra le persone
e di liberazione da ogni schiavitù.L'accoglienza avverrà presso le famiglie
delle città di Locri e di Gerace e stiamo cercando di ridurre al minimo
tutte le spese di segreteria e soggiorno.Per questo aspettiamo numerosi
coloro che vorranno unire la partecipazione alla Marcia ad una vera e
propria preparazione che porti a conoscere meglio le strade da percorrere
per essere autenticamente nonviolenti e saper rispondere alle sfide
dell'oggi.Maggiori informazioni presso la segreteria nazionale di Pax
Christi (tel. 080/395.35.07 - e-mail: info@paxchristi.it).
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IN PRIMO PIANO
Ciotti: quel digiuno comune punta in Alto Per don Luigi Ciotti la proposta
del Papa di una giornata di digiuno per la pace è «enorme e necessaria». In
direzione di un'autentica fratellanza, che è molto di più del semplice
dialogo. Parla delle ferite poco raccontate di questa guerra, e del dovere
di accogliere «senza riserve» i «fratelli» dell'islam, «anche se - aggiunge
- non bisogna dimenticare che ci sono reti criminali che fanno riferimento
all'islamismo fondamentalista di grande pericolosità e diffusione. Presenti
anche in Italia, come recenti indagini stanno mettendo in evidenza. Reti e
criminali rispetto a cui occorre esplicitare, a voce forse più alta e
decisa di quanto non si stia facendo, una rigorosa denuncia morale,
culturale e politica, e auspicare una severa e decisa repressione. Sono
reti che da tempo lavorano nell'ombra, anche in città italiane, che
talvolta cercano e trovano alleanze anche con gruppi della criminalità
organizzata, come la 'ndrangheta. E' grazie a queste reti, e agli ambiti di
omertà e protezione di cui godono in Paesi europei e occidentali, che il
terrorismo stragista può più efficacemente e impunemente colpire. C'è un
grosso lavoro da fare - prosegue il fondatore del Gruppo Abele - anche in
materia di paradisi fiscali dove, come già per le mafie italiane e
internazionali, si intrecciano e coprono a vicenda gli interessi degli
assassini del terrorismo islamico, di al Qaeda in particolare, e quelli di
una finanza in doppiopetto, una criminalità di «colletti bianchi» e dalle
mani sporche. Talvolta sporche di sangue delle tante vittime del
terrorismo, rispetto alle quali la solidarietà dell'opinione pubblica
italiana e mondiale deve essere incondizionata e priva di ambiguità.
Don Ciotti, il Papa propone una giornata di digiuno per la pace il 14
dicembre. Una proposta senza precedenti e carica di significato...
Il significato è enorme, l'iniziativa inedita e necessaria. Purtroppo,
senza precedenti o quasi è anche il clima di grave e crescente tensione
internazionale, la capacità distruttiva e offensiva acquisita dal
terrorismo integralista di radice islamica. Inedita è fors'anche la
disattenzione con cui l'opinione pubblica occidentale pare seguire gli
eventi bellici: quali ne siano la legittimità e le motivazioni, occorre
infatti dire che di guerra si tratta. Le pagine dei giornali sono piene di
cronache, mappe e descrizioni delle forze in campo o delle polemiche
politiche, ma mi pare non sia sufficientemente raccontato il dramma umano,
le sofferenze e le morti che la guerra, ogni guerra, comporta. E questo
nonostante il coraggio, sino al sacrificio della vita, con cui i
giornalisti seguono sul campo gli avvenimenti. Dopo la «guerra televisiva»
del Golfo, dopo i missili intelligenti e chirurgici nell'Iraq o nei
Balcani, si è fatto strada una sorta di apatia emotiva, di separazione
asettica del fatto militare dalle conseguenze che comporta. Ora la proposta
del Pontefice ci richiama, con lungimiranza, generosità e autorevolezza, a
una riflessione morale, ma credo anche politica. In mezzo al disquisire
vuoto di troppi, il Papa ci dice una cosa semplice: il dialogo tra popoli e
religioni diverse costruisce e garantisce «una pace stabile, fondata sulla
giustizia». Verità semplice e potente, proprio come l'amore. Che, se
sapremo aprire le orecchie e i cuori, può essere capace di frenare la corsa
all'odio e di interrompere la catena di montaggio della morte alla quale
sembriamo rassegnati.
Che cosa la colpisce di più della proposta del Papa, l'idea in sé, la data
scelta, o il momento in cui viene lanciata?
La lettera apostolica "Novo millennio ineunte" del 6 gennaio scorso,
ricordando l'invito di Gesù a Simone a prendere il largo per la pesca, si
apriva e chiudeva con un invito a proseguire nella speranza Duc in
altum!Questa parola ci invita a fare memoria grata del passato, a vivere
con passione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro: Gesù Cristo è
lo stesso, ieri, oggi e sempre!. Ora, mentre sul filo dell'orizzonte si
scorgono non le reti dei pescatori, ma le reti del terrorismo
internazionale e le sagome di portaerei e cannoniere, il primo anno del
nuovo millennio sembra all'opposto chiudersi all'insegna della
disperazione, della sfiducia gli uni verso gli altri, dello scontro
terribile tra aree diverse e differenti riferimenti religiosi, della strage
dei fratelli nel cuore degli Usa quanto nella periferia di Kabul. Fratelli
e sorelle, gli uni e gli altri. Eppure, l'odierna proposta del Papa mi
sembra insista sul punto: Gesù Cristo è sempre lo stesso. Sono gli uomini
nel loro incurante egoismo, i governi nel loro realismo talvolta venato di
cinismo, gli integralismi che soffocano nel sangue le parole della fede,
siamo noi che non sappiamo riconoscerlo e accettarlo. Mi colpisce la
coerenza della testimonianza e delle parole di Giovanni Paolo II nel
proporci speranza. Senza speranza non c'è dialogo, senza dialogo non c'è
futuro, pace stabile. Ma il futuro e la pace sono bisogni insopprimibili
dell'uomo.
Più che perdersi nei dettagli, il Papa sembra invitare i credenti ad andare
a fondo, alle radici della fede e all'imitazione di Cristo. Offrendo
rispetto - con la data scelta - alla fede altrui come all'avvento cristiano.
Costruire la pace vuol dire scegliere la giustizia, arrendersi alla sua
radicalità, riconoscersi per davvero in Gesù Cristo. Il rispetto per il
Ramadan e per la fede dei seguaci di Allah è messaggio di coerenza
cristiana, non di «cortesia» o semplice attenzione. L'Onu, che ha
proclamato il 2001 «Anno internazionale del dialogo fra le civiltà», può
anche rimanere inerte di fronte ad avvenimenti che invece vanno in
direzione opposta. Ma chi crede in Cristo e nell'uomo non può esimersi
dall'accettazione senza riserve di suo fratello, uomo o donna, quale che
sia il colore della pelle, la lingua parlata o la religione professata. Per
«vivere con passione il presente», non solo nella verticalità dei
riferimenti di fede. Evitando di testimoniare per un giorno e poi magari
scordarcene per i rimanenti 364. Questo vale per il Natale, come per il 14
dicembre o per il 24 gennaio, quando cristiani e musulmani pregheranno
assieme ad Assisi.
Ma lei che conosce le esperienze in campo, ritiene che siano tuttora
prevalenti i segni di speranza, di dialogo fra cristianesimo e islam?
Certo, quando l'odio acceca i cuori e il rumore delle bombe assorda le
coscienze, si apre un fossato che può sembrare invalicabile. Però,
riavvicinare i bordi della ferita diventa necessario e urgente, perché
l'infezione non diventi cancrena. Nessuno, da solo, può arrivare a tanto.
Ma se tutti assieme, cristiani e islamici, europei e africani, americani e
asiatici, riprendiamo i piccoli passi che portano all'incontro allora il
ponte apparirà come d'incanto, la ferita sarà sanata. I segni della
speranza e della volontà sono ancora forse rinserrati dentro i cuori.
Bisogna costruire iniziative di pace, perché gli spiragli si allarghino e i
venti di guerra si smorzino, sino a spegnersi.
Qual è l'islam che lei ha incontrato e che induce a sperare?
Ha il volto del povero, del senza casa, del carcerato, del senza diritti.
Non tutti se ne sono accorti, ma a margine e a causa degli attentati
dell'11 settembre e del successivo clima di guerra, in tutto l'Occidente o
quasi, Italia compresa, si stanno approvando leggi di emergenza. Questo non
produrrà grandi difficoltà ai soldati di al Qaeda, ma ulteriore
emarginazione per i tanti immigrati, molti di fede musulmana, presenti
nelle nostre strade, negli anfratti della nostra società. L'eredità
tremenda che gli attentati dell'11 settembre e la guerra attuale
lasceranno, temo a lungo, è la paura e la diffidenza verso gli stranieri in
generale e i musulmani in particolare. Di recente sono stato a un convegno
nel carcere di Padova: proprio lì, nelle celle, ho trovato i segni della
speranza e la voglia di dialogo tra detenuti italiani e arabi che discutono
e lavorano assieme nella redazione del giornale del penitenziario. La
speranza, molto spesso, è un dono che ci viene dagli ultimi, da quelli che
releghiamo ai margini, per pregiudizio. Ma a noi che ci accapigliamo nei
dibattiti televisivi seduti in comode poltrone, è significativo che parole
di pace arrivino proprio da chi vive sulla propria pelle la tragedia
dell'odio, del sangue o dell'emerginazione. Sono i segni della speranza che
dobbiamo accogliere e fare nostri. (Angelo Picariello)
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SOLIDARIETA'
APPELLO: PACE IN PALESTINA
Nella riunione tenutasi il 24 ottobre 2001 a Milano, convocata
dall'Associazione di Amicizia Italia Palestina e dal Comitato Salaam è
stato deciso di lanciare un appello, sul quale raccogliere l'adesione di
singole personalità del mondo politico, sociale e religioso, nonchè di
tutti i cittadini che desiderano azioni concrete per la pace in Palestina,
e la fine delle sofferenze per la popolazione civile Vi chiediamo
urgentemente di comunicarci la Vs. adesione, e di cercare ulteriori
adesioni. La situazione è drammatica, e sulla base di tale appello sarà
possibile promuovere ulteriori iniziative sulla base di un consenso ampio e
diffuso. Vi preghiamo di fare il possibile per aiutare un popolo martoriato
da una occupazione militare intollerabile e contraria al diritto
internazionale.LE ADESIONI DEVONO ESSERE FATTE PERVENIRE ALLO SCRIVENTE.
GRAZIE PER LA COLLABORAZIONE
Avv. Rolando Dubini (rolando.dubini@fastwebnet.it)
EMERGENZA PALESTINA
Per la pace giusta in Palestina
Per la protezione della popolazione civile palestineseNoi sottoscritti
cittadini italiani e stranieri
Premesso che l'occupazione militare israeliana dei territori palestinesi
rappresenta una grave violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite e
dei diritti umani fondamentali della popolazione civile
chiediamo
al governo italiano, alle forze politiche, agli enti locali, alle
associazioni laiche e religiose, a tutta la collettività di agire
concretamente per i seguenti obiettivi: 1) protezione della popolazione
civile palestinese, anche attraverso l'invio di una forza internazionale
dell'Onu, per la difesa di tutte le vittime di una situazione
intollerabile, come dimostra anche l'occupazione con i carri carmati
israeliani di Betlemme (città gemellata con Milano), e i colpi sparati
contro la basilica della Natività di Gesù Cristo; 2) ritiro immediato e
permanente dell'esercito israeliano dai Territori dell'Autorità Nazionale
Palestinese, come richiesto dall'Unione Europea e dagli U.S.A.; 3) ripresa
immediata del processo di pace tra Israele e Autorità Nazionale
Palestinese, fondato sul rispetto delle risoluzioni dell'Onu, delle
convenzioni internazionali, sul riconoscimento del diritto inalienabile del
popolo palestinese ad un proprio stato indipendente.
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MASSMEDIA e TAM TAM vari
SITI DA VISITARE
1) Pedagogisti on line www.educare.it (buon compleanno!)
2) RAC DIS GIO' 2002: News dall'Informagiovani di San Bonifacio
http://infogiovani.interfree.it
3) Notiziario femminile www.femmis.org
4) Rete Lilliput: www.retelilliput.org
5) www.emergency.it
6) www.terrelibere.it
7) Da San Bonifacio... www.sanbonifacioonline.it
8) Da Monteforte d'Alpone... www.stilelibero.org
9) Agenzia giornalistica www.misna.org
10) Società Aperta: www.societaperta.it
11) Gruppo Solidarietà: www.comune.jesi.an.it/grusol
12) Il paese delle donne http://www.womenews.net
13) Agenziastampa per i Consumi Etici e Alternativi www.consumietici.it
Manuale del risparmiatore etico e solidale
Cari amici, in tanti hanno richiesto il "Manuale del risparmiatore etico e
solidale".
Ecco come trovarlo: cliccate su
http://www.terre.it/altreconomia/botteghe.htmlper consultare l'elenco delle
botteghe del commercio equo che lo vendono; oppure spedite in busta chiusa
5 mila lire ad AltrEconomia, piazza Napoli 30/ 6, 20146 Milano, indicando
l'indirizzo e la persona cui mandare il libro; oppure fate un versamento di
5 mila lire sul c.c.p. 14008247 intestato a "Altra Economia ediz., piazza
Napoli 30/ 6, 20146 Milano", indicando la causale ("Manuale"). In questo
caso inviateci via fax (02-48.95.30.31) copia della ricevuta del versamento
con i vostri dati. (AltrEconomia)
PER UNA GIUSTIZIA GIUSTA
Lo scontro sull'amministrazione della giustizia in Italia, innestato
dall'ormai ex sottosegretario agli Interni Carlo Taormina e dal ministro
Guardasigilli Roberto Castelli, è arrivato a un punto assai delicato, tale
da mettere a repentaglio la salute delle Istituzioni. Le responsabilità di
questo stato di cose sono sotto gli occhi di tutti: la maggioranza, dopo
aver "dimissionato" il proprio viceministro, ha approvato a Palazzo Madama
una mozione che ricalca fedelmente le sue tesi e quelle del ministro
leghista, il quale ha pronunciato in aula l'ennesimo atto d'accusa contro i
"magistrati politicizzati". Tanto da spingere la giunta dell'Associazione
nazionale magistrati a un gesto senza precedenti: le dimissioni in blocco,
approvate all'unanimità. In una circostanza simile non possiamo che
sottoscrivere le parole pronunciate dal capo dello Stato Carlo Azeglio
Ciampi il 21 novembre scorso a Novara:
"(...)Cardine delle moderne democrazie è il principio della divisione dei
poteri, accolto e formulato, in modo esemplare, nella nostra Costituzione
repubblicana; è quindi, dovere di tutti rispettare il limite delle proprie
competenze. (...) Appartiene unicamente alla Magistratura la funzione
giurisdizionale, che si esercita interpretando e applicando la legge.
L'autonomia e l'indipendenza della Magistratura costituiscono valori
intangibili, consacrati come tali nella nostra Carta Costituzionale, che
vuole i giudici soggetti soltanto alla legge. (...) La giustizia è il
valore fondante di ogni società. E' dovere di tutti adoperarsi perché
prevalga sempre lo spirito di collaborazione istituzionale, così da
superare le difficoltà e risolvere i problemi".
Invitiamo quindi il popolo di internet, i visitatori di Margheritaonline e
chiunque abbia a cuore la giustizia e la democrazia di questo Paese a
inviare un segnale di solidarietà all'Associazione nazionale magistrati,
spedendo una e-mail attraverso il sito http://www.associazionemagistrati.it
TESTIMONI DI GENOVA
Vi informiamo che è uscito, on line da oggi, il nuovo dossier dell'Agenzia
nazionale d'informazione Testimoni di GeNova. I materiali sono ospitati nel
sito di Carta, nella sezione agenzia, e sono reperibili all'indirizzo:
http://www.carta.org/agenzia/testimoniGenova/index.htm, assieme ai
precedenti dossier.Ricordiamo anche che i materiali sono no copyright,
ovverto liberamente utilizzabili. Preghiamo solo, nel caso, di darcene
comunicazione (testimonidigenova@noprofit.org) e di citare fonte e autore.
OBIEZIONE FISCALE ALLA GUERRA
Cari amici, dopo aver lanciato l'appello "Dalla guerra non nasce
giustizia"[che trovate sulla rivista e sul sito di Carta:
http://www.carta.org/editoriali/dic101.htm], vi facciamo un'altra proposta:
alcuni lettori ci hanno chiesto come sottrarre una quota delle loro tasse
al finanziamento degli armamenti. Per questo, nel nuovo numero Carta in
edicola da oggi vi suggeriamo un percorso per fare l'obiezione fiscale alla
guerradirottando un contributo di lire 20 mila dal finanziamento degli
armamenti al finanziamento di Emergency, l'associazione fondata da Gino
Strada per sostenere le vittime delle guerre. La proposta la trovate sulla
rivista e "cliccando" su:
http://www.carta.org/campagne/pace/011206nobile.htm. .Vi chiediamo anche di
comunicarci [scrivendo a carta@carta.org] la vostra adesione e le vostre
considerazioni.
VUOI UN GOLDEN RETRIEVER?
Ciao ragazzi, c'è una cucciolata di 6 golden retriever. Chi ne prende uno?
Altrimenti i proprietari li fanno sopprimere entro la prossima settimana.
Anche se non lo prendete voi, spargete la voce, per favore. Per
informazioni rivolgersi a: savino.iacobone@sai.it .
RITORNA «AVVENIMENTI»
Vi segnaliamo l'uscita in edicola della nuova serie di AVVENIMENTI, il
settimanale dell'Altritalia, a sole millelire (il primo numero). I
successivi, in edicola settimanalmente dall'11 gennaio in poi, costeranno
3000 £ (1,55 euro). Direttore responsabile: Adalberto Minucci. Direttore
editoriale: Diego Novelli. E-mail: avvenimenti@yahoo.it
INVITO ALLA LETTURA
Vi invitiamo a leggere: "Non un passo indietro", storia delle Madres de
Plaza de Mayo. Editore "Studio G. Due" Milano. Costo £ 20.000.
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INFORMAZIONI, RIFLESSIONI & OPINIONI
"FORZA O.N.U." Ipotesi per un'istituzione nazionale dei diritti umani
Ad aprire la grande marcia da Perugia ad Assisi nell'ottobre scorso c'era
lo striscione "Forza Onu". Nei documenti accompagnatori della marcia di
Assisi e nel testo conclusivo della IV Assemblea "Onu dei popoli", è
evidente l'obiettivo di ridare all'ONU la sua centralità. Se i problemi
diventano globali, solo un organismo veramente globale può essere credibile
ed efficace espressione della comunità internazionale. Nonostante il
riconoscimento ottenuto con il Premio Nobel per la Pace 2001, l'ONU
risulta, però, a margini degli eventi drammatici che stanno sconvolgendo il
mondo. internazionale. La Carta dell'ONU del 1945 è ancora in gran parte
inapplicata. Nel dicembre 1998, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha
adottato la Dichiarazione "sul diritto e la responsabilità degli
individui, dei gruppi e degli organi della società di promuovere e
proteggere i diritti umani e le libertà fondamentali universalmente
riconosciuti". Può essere considerata la "Carta dei difensori dei diritti
umani". Molti articoli, in particolare il 12, invitano ad operare in modo
pubblico, istituzionalmente garantito, per la difesa dei diritti umani
nella vita quotidiana e planetaria. E' urgente esercitare la sovranità di
"cittadini delle Nazioni Unite" collegandosi a persone e a organizzazioni
attive nel campo della costruzione della pace e dei diritti umani. Tra
esse, nel Veneto, il Centro Studi e Formazione sui Diritti dell'Universià
di Padova, alcune realtà operanti presso l'Università di Verona, le scuole,
le associazioni, i movimenti. Nelle città venete, si sta concludendo un
corso su "Diritti umani, pace, sviluppo, interculturalità e solidarietà
nella scuola". E' stato anche presentato il progetto "Sensibilizzazione
degli studenti del Veneto in materia di diritti umani e cultura di pace",
preparato in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione,
dell'Università e della Ricerca (Direzione generale del Veneto), l'Unicef,
Amnesty International, Non c'è pace senza giustizia, Beati i costruttori di
pace, Medici senza frontiere. Può maturare l'idea di promuovere o favorire
iniziative per creare un' "istituzione nazionale dei diritti umani",
secondo il modello indicato dalle Nazioni Unite. Essa potrebbe realizzarsi
o tramite una legge di iniziativa popolare o per mezzo di una campagna di
in/formazione. Nella decade della diffusione della cultura della pace e
della nonviolenza, promossa dai Premi Nobel per la Pace e dall'ONU, è
importante porre, tra i tanti, un segnale. E' possibile collegarsi per dare
corpo a questa aspirazione? (Sergio Paronetto
paxchristi_paronetto@yahoo.com)
ALESSANDRO ZANOTELLI, PIETRO INGRAO ED ALTRI: DALLA GUERRA NON NASCE GIUSTIZIA
Dalla guerra non nasce giustizia Ogni vittima e' una parte di noi che
muore. Ogni vita strappata all'odio della guerra e' il nostro futuro che
sorge. Siamo uomini e donne che hanno un sogno in comune: un mondo piu'
giusto. Questa necessita' per l'umanita' si allontana ogni volta che la
comunita' internazionale si illude di risolvere i problemi di pace e di
sicurezza mettendo in campo la guerra e gli armamenti. La meta' dei soldi
usati per questo primo mese di guerra sull'Afghanistan avrebbero consentito
a 20 milioni di esseri umani di quel paese di vivere in prosperita' e
ricchezza per tutto il resto della loro vita. Con il 3 per cento dei fondi
destinati alla militarizzazione dei soli e delle stelle, il cosiddetto
scudo spaziale, potremmo dare acqua potabile a chi oggi vede preclusa
questa vitale possibilita'. La guerra non e' solo cio' che distrugge od
uccide con le armi: e' tanta intelligenza, tanta cultura scientifica, tante
risorse finanziarie bruciate per la morte anziche' per la vita. Il
terrorismo e' nostro nemico. Solo la pace puo' sconfiggerlo. Il terrorismo
e' nostro nemico. Esso si annida e si nutre nelle tante aree di sofferenza
prodotte da un sistema ingiusto. Esso e' protetto nei paradisi fiscali, nel
riciclaggio di denaro sporco, dai trafficanti di armi, dai rialzi e dai
crolli delle borse. Esso si e' istruito nelle principali scuole militari
dei paesi che contano, ha imparato a colpire con ferocia nelle tante guerre
per procura combattute per impedire la liberta' e la dignita' dei popoli.
Esso non teme la guerra; che ne e' il brodo di coltura. Teme l'edificazione
di un sistema di pace, dove la ricchezza del mondo sia distribuita piu'
equamente, dove la convivenza sia non solo possibile ma divenga l'essenza
stessa della comunita' umana. All'orrore dell'11 settembre non si puo'
rispondere con la sospensione dei diritti civili, con la restrizione delle
liberta' democratiche, con la riabilitazione della tortura e l'istituzione
di tribunali speciali senza diritto di difesa. La democrazia che snatura se
stessa per combattere i propri nemici, finisce per negare se stessa.
Fermiamo la fabbrica dell'odio, mobilitiamoci per la pace. Talebani ed
Alleanza del Nord, il rischio di cadere dalla padella alla brace e'
altissimo. In mezzo vi e' un popolo di profughi che viaggia senza meta, tra
campi pieni di mine e bande di armati e di sciacalli. E' a loro, che hanno
conosciuto venticinque anni di guerra, che va il nostro pensiero. E' alle
donne afghane, sepolte nel burqa e dall'oscurantismo, alle donne afghane
che resistono e si battono per la pace, i diritti, la democrazia, che va il
nostro sostegno e la nostra solidarieta'. E' alle organizzazioni
umanitarie, alle ong, ai tanti e alle tante che in condizioni difficili
difendono la dignita' dell'umanita' che va tutto il nostro appoggio. Di
loro c'e' bisogno. Non di portaerei, truppe e di altre armi. Contro ogni
guerra di civilta', difendiamo il valore della convivenza, i diritti dei
migranti e dei rifugiati, battiamoci perche' le nostre comunita' siano
accoglienti e libere da ogni forma di razzismo. Perche' il frutto della
pace sara' la giustizia. Quello della guerra, ancora altra guerra.
Mobilitiamoci per la pace. Il 10 dicembre, cinquantatreesimo anniversario
della Dichiarazione dei diritti umani, saremo a fianco di tutti quelli che
ogni giorno - e ovunque - si impegnano per i diritti umani. Come in
Palestina e in Israele, dove andremo a fine anno a sostenere chi si impegna
per la pace. E ricordiamo, inoltre, la scelta di chi il 14 dicembre,
rispondendo all'appello del papa, fara' una giornata di digiuno per
sostenere i valori della pace. Invitiamo tutti coloro che condividono
questo appello a incontrarsi il prossimo 17 dicembre a Roma, alla Facolta'
di Lettere dell'Universita' La Sapienza, per discutere come portare avanti
il nostro impegno per la pace e la giustizia.
Alex Zanotelli, Pietro Ingrao, Vittorio Agnoletto, Fulvia Bandoli, Riccardo
Barenghi, Tom Benetollo, Marco Bersani, Fausto Bertinotti, Luigi Bettazzi,
Luca Casarini, Luigi Ciotti, Alessandro Curzi, Tonio Dell'Olio, Nicoletta
Dentico, Domenico Gallo, Maurizio Gubbiotti, Fabio Lucchesi, Francesco
Martone, Giulio Marcon, Alessandra Mecozzi, Luisa Morgantini, Giorgio
Nebbia, Sabina Siniscalchi, Pierluigi Sullo.Per informazioni e adesioni:
tel. 0685355081, e-mail: icsuffroma@tin.it
L'ITALIA ANTIEUROPEA, TERRA D'ASILO DEI CRIMINALI E DEI TERRORISTI
Non so quanti di noi si siano davvero interrogati sulla gravità e sul
significato del veto del Governo italiano al mandato di cattura europeo. Su
15 Paesi, e con governi di diversi "colori politici", solo l'Italia si è
detta contraria alla proposta di un mandato di cattura europeo, cioè valido
in tutti i 15 Paesi aderenti: o meglio, l'Italia vorrebbe escludere
dall'efficacia di tale mandato una serie di reati inerenti la criminalità
organizzata. Insomma, siamo d'accordo per far arrestare i ladri di mele in
tutta Europa, ma i mafiosi e i corrotti no, quelli meritano garanzie e
tutele maggiori. Non so in questo momento come si sentono i tanti
cittadini, onesti, che hanno votato Forza Italia e il Polo di
centro-destra: non stiamo rasentando forse la vergogna nazionale?
Lascia allibiti anche la scarsa voglia di protestare che c'è nel Paese,
quasi che fossimo già rassegnati a vivere in uno Stato fuori dall'Europa, e
con regole a vantaggio dei più forti. Mi fermo qui. Volentieri vi riporto
qui di seguito anche un intervento al riguardo del Segretario nazionale del
Movimento Federalista Europeo. Un saluto a tutti. ((Marco Calandrino,
consigliere comunale de "i Democratici con Prodi" (Comune di Bologna)).
Il veto del Governo italiano all'ordine di cattura europeo ha umiliato gli
italiani che già si sentono cittadini europei. Con questa decisione il
Governo italiano si è schierato contro la civiltà del diritto, contro la
lotta al terrorismo internazionale e compromette la costruzione dell'Unione
federale europea, che dovrebbe invece rappresentare la sua principale
preoccupazione al Consiglio europeo di Laeken, come ha chiesto con voto
bipartisan il Parlamento. Il mandato di cattura europeo ha rappresentato la
pronta e giusta risposta dell'Europa agli attentati criminali dell'11
settembre. La lotta al terrorismo internazionale sarà efficace, nel lungo
periodo, solo se si affermeranno un diritto cosmopolitico ed una autorità
giuridica sovranazionale dotata dei poteri sufficienti per combattere la
criminalità organizzata su scala globale. Schierandosi contro il mandato di
cattura europeo, il Governo italiano fa dell'Italia una terra d'asilo dei
criminali e dei terroristi che si vogliono sottrarre alla giustizia
sovranazionale. Inoltre, il Governo italiano, ricorrendo al diritto di veto
alla vigilia del Consiglio europeo di Laeken, che dovrebbe prendere la
decisione di avviare un processo costituente europeo, difende l'Europa dei
veti nazionali che dovrà invece presto lasciar il posto ad un'Europa
fondata su una Costituzione europea e il principio delle decisioni a
maggioranza anche nel Consiglio europeo. I federalisti invitano tutte le
forze politiche e della società civile a manifestare, insieme a loro, a
Bruxelles-Laeken il 14 dicembre, per chiedere una Costituzione federale
europea che venga approvata e ratificata da tutti i paesi che la vogliono.
I federalisti italiani chiedono agli altri paesi europei di andare avanti
anche senza l'Italia. Solo se si farà la Federazione europea, l'Italia si
potrà salvare dalla crisi politica, civile e morale che la minaccia. (Guido
Montani, Segretario nazionale del Movimento Federalista Europeo)
LA LOGGIA DEGLI AFFARI
di Sergio Paronetto
Caro direttore, ragionando sul caso Taormina, Giuseppe D'Avanzo ("La
Repubblica" 6.12) si chiede quanto valga il destino processuale di Cesare
Previti. Alle sue valide argomentazioni riguardanti la "delegittimazione
della Magistratura" e lo "schiaffo alla Costituzione", vorrei aggiungere
una considerazione. L'attuale assalto governativo all'indipendenza della
Magistratura continua le iniziative sul falso in bilancio, sulle rogatorie
e sul rientro dei capitali (tra l'altro non previste dal programma del
Polo). Tutta l'operazione è di lunga data. E' orientata a demolire
l'ostacolo principale all'emersione della "loggia degli affari". Sto
pensando, ovviamente, alla famosa loggia massonica P2 o, meglio, alla sua
attuale clonazione governativa guidata da un uomo amnistiato per il reato
di falsa testimonianza sulla data della sua affiliazione piduista (C.A. di
Venezia sentenza n.97 del 1.10.1990) in base alla quale ha avuto
finanziamenti "al di là di ogni merito creditizio" (Relazione Anselmi,
1984, p.120). Su tali argomenti, la bibliografia è ampia. Tra tutti,
ricordo un bel libro di Gherardo Colombo, significativamente intitolato "Il
vizio della memoria". Un grande magistrato come Libero Mancuso, oggi nel
mirino del ministro Castelli per alcune dichiarazioni sui fatti del G8, in
un'intervista rilasciata nel 1993 all' "Europeo", rispondendo a domande
sulle similitudini tra il progetto di Forza Italia e il cosiddetto Piano di
Rinascita (teorizzato nel 1976 da Licio Gelli), così affermava:
"ricompaiono identiche strategie e persino i medesimi nomi di piduisti che
maggiore vantaggio hanno tratto, come rileva la commissione P2,
dall'intreccio tra sistema bancario, imprenditori di loggia colpiti da
improvvisa fortuna, occupazione capillare delle più decisive cariche
militari e politiche". Sempre nello stesso anno, egli aggiungeva:
"Berlusconi di libera impresa non deve neppure parlare, perché ha costruito
il suo impero sul favoritismo politico e godendo di crediti sproporzionati
da parte della BNL e del Monte dei Paschi di Siena, i cui vertici erano
iscritti come lui alla P2". (Verona 7.12.2001, Sergio Paronetto)
CONTRO IL TERRORISMO PIU' FORZA ALL'ONU
di Antonio Papisca (DIRETTORE DEL CENTRO DIRITTI UMANI DELL'UNIVERSITA' Di
PADOVA)
TRANNE CHE IN CASO DI AGGRESSIONE, POSSIAMO USARE LE ARMI SOLO IN
OPERAZIONI DELLA NATO, DELL'OSCE E DELLE NAZIONI UNITE. IN UN MONDO SEMPRE
PIù INTERDIPENDENTE OCCORRE RILANCIARE CON DECISIONE LE ISTITUZIONI
INTERNAZIONALI.
É inquietante la disinvoltura con cui, anche in ambienti istituzionali, si
disattende il Diritto internazionale adducendo il motivo della
inevitabilità della guerra. I principi fondamentali del nuovo Diritto
internazionale sono il rispetto della eguale dignità delle persone, il
rifiuto della guerra, il divieto dell'uso della forza per risolvere le
controversie internazionali, l'obbligo di risolverle per via pacifica. La
Carta delle Nazioni Unite stabilisce l'obbligo per gli Stati di destinare,
una volta per tutte, parte delle loro forze armate a una forza militare
permanente sotto autorità delle Nazioni Unite, addestrata a svolgere
funzioni che non possono che essere di polizia. La Costituzione della
Repubblica italiana, è bene ricordarlo, fu redatta quando la Carta delle
Nazioni Unite era già in vigore ed era in elaborazione il testo della
Dichiarazione universale dei diritti umani. L'Italia era un Paese
"sconfitto" e la sua Costituzione doveva anche servire a farla ammettere
all'Onu, cosa che avvenne nel 1955. Le affermazioni più significative della
Costituzione sono l'articolo 2 (riconoscimento e garanzia dei diritti
inviolabili della persona), l'articolo 10 (conformità dell'ordinamento
italiano «alle norme dei diritto intemazionale generalmente riconosciute»),
l'articolo 11 che cosi recita: «L'Italia ripudia la guerra come strumento
di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali; consente, in condizione di parità con gli
altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie a un ordinamento che
assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le
organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo». Il senso di
quest'ultimo articolo si spiega in relazione al modello di ordine mondiale
prefigurato dalla Carta dell'Onu, in particolare per quanto attiene alla
struttura e alle modalità di gestione del sistema di sicurezza collettiva.
In altri termini, l'uso del militare da parte dell'Italia, al di fuori
della "eccezione" del diritto di autotutela da esercitarsì "a caldo" per
respingere un atto di aggressione portato al proprio territorio da un altro
Stato, può avvenire legittimamente soltanto nel contesto di operazioni
intraprese dall'Onu, nonché dalla Nato, dalla Osce (Organizzazione per la
sicurezza e la cooperazione in Europa) e dall'Unione europea (in
prospettiva) in stretto coordinamento con le Nazioni Unite. Il
ritornello"siccome l'Onu è íncapace, facciamo per conto nostro" è falso e
pretestuoso. Che fare? In un mondo sempre più interdipendente e
vulnerabile, la via legale e ragionevole della governabilità passa
attraverso il rilancio delle istituzioni internazionali multilaterali, sedi
trasparenti del confronto politico e della cooperazione. Il terrorismo va
affrontato - represso, prevenuto - facendo funzionare gli attrezzi della
sicurezza collettiva. Devitalizzare le istituzioni multilaterali a
vantaggio di "vertici" per pochi e di "coalizioni belliche" sta facendo
correre il serio rischio di tornare alla barbarie del farsi giustizia da
sé. Per non rimanere intrappolati nella logica perversa della
"inevitabilità", occorre che gli Stati che più contano, e tra questi
l'Italia, facciano confluire la loro forza dentro l'Onu e ne asseriscano,
legittimamente, la democratizzazione e l'autorità. Tra gli obiettivi
prioritari di questa strategia c'è la rapida messa in funzione della Corte
penale internazionale, la costituzione di un corpo di polizia giudiziaria
(militare e civile) delle Nazioni Unite, la creazione di un'Assemblea
parlamentare delle medesime, la riforma del Consiglio di sicurezza, il
potenziamento dell'Unione europea e il sostegno delle attività delle
organizzazioni non governative indipendenti e solidariste. (fonte: Famiglia
Cristina)
Appello di don Luigi Ciotti. Solidarietà alla ANM e mobilitazione delle
coscienze. Per una giustizia che non sia a uso dei potentiSiamo in un clima
di drammatici e sanguinosi conflitti internazionali, dopo il punto di non
ritorno costituito dall'11 settembre, mentre è in corso una guerra in cui -
si cerchi di ricordarlo, per favore - è impegnato anche il nostro Paese,
con tutti i conseguenti rischi: in termini di pericolo fisico per i nostri
militari coinvolti e di responsabilità politica di chi ha deciso la loro
partecipazione nel teatro bellico, ora peraltro destinato a estendersi. Di
tutto dunque c'era bisogno, tranne che di una vera e propria crisi
istituzionale sui problemi della giustizia qual è quella che si è aperta in
questi giorni. Problemi annosi, agitati strumentalmente, e non da oggi,
come una clava. Usati per dividere e squassare, non per curare e
migliorare. Questo è l'intento evidente che ha portato nei giorni scorsi
alle esternazioni aggressive dell'ex sottosegretario Taormina, il cui
testimone viene ora ripreso direttamente dal ministro Guardasigilli. E' una
situazione di emergenza. Anzi di eccellenza. Perché non sfugge a nessuno
che i provvedimenti già presi e le proposte sul tappeto in materia di
giustizia e di processo sono obiettivamente tesi a salvaguardare posizioni
e poteri eccellenti dagli obblighi della legge. Legge che, a differenza di
quanto sta scritto (forse ancora per poco) sulle pareti delle aule di
tribunale, è sempre meno uguale per tutti. Come nel romanzo di Orwell,
ormai in Italia, c'è forse qualcuno più uguale degli altri. Qualcuno che si
ritiene al di sopra delle leggi e vuole tornare ai tempi delle Procure
della Repubblica intese come "Porti delle nebbie" in cui facilmente
insabbiare i procedimenti contro i potenti. Libera, con tutte le
associazioni che in questi anni hanno costruito cultura della legalità
nelle scuole e difesa della legalità sul territorio dice NO a tutto questo,
dice NO all'addomesticamento dei giudici, alle Procure del Principe. Lo
abbiamo sempre detto in passato, senza fare sconti a nessuno, senza
pregiudizi di parte. Lo ribadiamo ora. Non vogliamo rimanere spettatori
passivi in una situazione di gravità senza precedenti, né limitarci ad
esprimere tutta la nostra solidarietà alla Associazione nazionale
magistrati, che pure è doverosa e necessaria. Facciamo appello a tutta la
società civile organizzata e ai cittadini tutti per una mobilitazione delle
coscienze e per rendere visibile in tutti i modi possibili che esiste
un'altra Italia, che vuole un'altra giustizia. Una giustizia certo migliore
e più efficiente dell'attuale, ma che non sia debole coi forti e prepotente
con i poveri. (Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera)
GIOIRE PER LA CARNEFICINA
di Francesco Comina
Il godimento della guerra. Ecco il motivo che andavo cercando per
respingere al mittente ogni tentativo di dare un senso al bombardamento
delle citta', allo schieramento degli eserciti, alla giustificazione della
guerra come strumento per la soluzione dei problemi e delle minacce che
incombono sull'umanita'. Mi servivano le prove - supposte da sempre - che
in fin dei conti dietro ad ogni conflitto, com'e' anche questo
sull'Afghanistan, ci fosse un grande festino, un allegro party o una
domenica sportiva con le ragazze pon pon ad agitare mani e gambe per
festeggiare il punto messo a segno dalla squadra del cuore. Una studiosa
inglese oggi ne testimonia lo scandalo. Si chiama Joanna Bourke e ha appena
dato alle stampe un libro dal titolo quantomai rivelativo: "Le seduzioni
della guerra. Miti e storie di soldati in battaglia" (Carocci editore).
Consiglio ai "pacifisti relativi", che in questi giorni hanno dato il loro
consenso per la distruzione di Kabul e delle altre citta' afghane, di
leggersi qualche pagina del libro della Bourke per capire quale tremendo
sconquasso psicologico e culturale la guerra produce nelle coscienze degli
individui inviati al fronte a massacrare un nemico totale, un popolo scelto
(andrebbero molto bene le analisi di Rene' Girard) per condensare i furori
e le pulsioni vendicative dell'America. Il volume (369 pagine) si sofferma
soprattutto sulle guerre tecnologiche degli ultimi dieci anni, con
particolare insistenza sulla campagna "Desert Storm" contro Saddam Hussein
(prossimo bersaglio di Bush jr). Ma in un'intervista, apparsa mercoledi su
"Repubblica" la Bourke annota alcune esperienze relative anche alla guerra
in corso. Il pilota di un B52, di ritorno da una missione - ricorda
l'insegnante di storia moderna - cosi' ha descritto il suo volo: "Sono
molto fiero, e' stato come segnare una meta al Superbowl". Le cronache
dalla flotta americana nel Golfo Persico parlano di piloti dei vari caccia,
i quali, appena rientrati alla base dopo aver scaricato i loro carichi
omicidi si mettevano a correre davanti al video per rivendicare con gioia e
fierezza la paternita' degli obiettivi colpiti ("E' mio! Guarda la mia
bomba come ha centrato l'edificio!"). In questo modo il principio etico e
legale del "non uccidere" si ribalta in un disvalore, mentre diventa etica
e legale l'uccisione indiscriminata. Joanna Bourke spiega questo
stravolgimento del codice di condotta civile con le parole di un soldato
russo durante la campagna in Afghanistan: "Tu pensi che uccidere sia
spaventoso, sgradevole, ma presto ti rendi conto che cio' che veramente
trovi problematico e' uccidere qualcuno a bruciapelo. L'uccisione di massa,
compiuta in gruppo, e' eccitante e anche divertente". Non vedendo l'ucciso
negli occhi e non guardando il volto che rantola nel sangue, non c'e' senso
di responsabilita'. I piloti dei B52 non si sentono responsabili dei loro
disastri, semplicemente perche' non ne scorgono il fronte lavico di vita
che se ne esce a fontana dalle case rase al suolo, dalle fabbriche
distrutte, dagli ospedali sventrati. Loro se ne stanno in alto, vedono un
puntino, premono il bottoncino sulla cloche e sono gia' alla base. Ancora
la Bourke annota la frase di un pilota che ha partecipato alla distruzione
dell'esercito irakeno in fuga: "Ma noi non uccidevamo - afferma il soldato
- distruggevamo solo colonne di carri armati". Dall'alto non c'era nessuno
alla guida di quei carri: erano solo delle macchinine cingolate che stavano
per fuggire. La distanza fra l'atto e la responsabilita' di quell'atto
rende possibile la guerra. Per questo motivo - e non per altri - il grande
teologo impiccato a Flossenburg, Dietrich Bonhoeffer, ha parlato della
guerra come di una grande "Dummheit" (stupidita'). Non solo egli vedeva il
riso beffardo e inumano dei carnefici uccidere anzitempo le vittime
predestinate ad essere immolate sull'altare del non-senso politico, etico,
religioso e civile (i nazisti, a differenza dei piloti americani, vedevano
perfettamente quello che facevano), ma registrava con enorme sconforto
l'estrema banalita' del male come distacco dal senso di responsabilita' che
l'essere umano dovrebbe avere per il fratello che vive in ogni anfratto del
mondo. Di qui la sua presa di coscienza che una civilta' cristiana nascera'
solo se sapra' testimoniare la fede "etsi deus non daretur". Gioire per la
carneficina e' l'orrore culturale piu' tenebroso che sta alla radice di
ogni guerra. In quest'ottica va letto anche il conflitto in Afghanistan,
con le sue strategie, i suoi punti oscuri, con le sue stragi devastanti
(ultima il massacro terrificante di Mazar-i-Sharif), le sue vendette e le
sue fosche prospettive di riequilibrio di un ordine sociale di largo
respiro (gli Usa hanno fatto capire che a loro interessa solo far fuori Al
Qaida e le sue varie ramificazioni). Battere il terrorismo con l'entusiasmo
della potenza e' la "Dummheit" dell'occidente. Lo ha spiegato molto bene il
premio Nobel della letteratura Kenzaburo Oe (la lezione di Hiroshima fa
ancora il suo corso) in un'intervista a "La Stampa": "Anche se gli Stati
Uniti e la Gran Bretagna riuscissero ad uccidere Bin Laden o ad arrestarlo
non credo che una tale soluzione [la guerra - ndr -] sia efficace per
rimediare alla vulnerabilita' dei Paesi occidentali. Al contrario,
rischierebbe di suscitare una seconda e una terza ondata di terrorismo che
infilera' ancor piu' profondamente gli occidentali nel pantano della
battaglia ambigua che rischia di essere assai lunga". Ma queste sono parole
di uno scrittore. La', sulla Enterprise dove si gioca la partita bellica
contro il popolo afghano, si continua a colpire e vincere. Questo e' il
divertimento della guerra; cliccare un bottone e correre al video per dire:
"E' mio!". Oggi il grande circo si e' fermato a Kabul, ma gia' il proscenio
di Baghdad e' pronto per ritrasmettere lo "spettacolo" della notte oscura
dell'Irak, una notte che dura dieci anni di embargo e migliaia di vittime
innocenti.
? (senza parole)
Disco verde delle Acli alla revisione dell'articolo 18 sullo Statuto dei
Lavoratori''. Luigi Bobba, presidente delle Associazioni dei lavoratori
cristiani, si e' espresso in termini favorevoli alla riscrittura
dell'articolo sui licenziamenti ai microfoni di Radio Vaticana. ''Vorremmo
che si tornasse al tavolo della trattativa senza pregiudiziali. Lo sciopero
-ha detto- puo' essere un modo per far ripartire il dialogo, ma se e' un
modo per andare ad una rottura politica non ci stiamo''. ''L'importante e'
che l'articolo 18 dello Statuto venga riscritto dentro le nuove condizioni
del mercato del lavoro, diverse da 30 anni fa, cercando il consenso e
costruendo una proposta che tuteli i diritti dei lavoratori''. Bobba ha
ricordato come durante la precedente legislatura le parti sociali avessero
costruito un testo introducendo procedure di ''conciliazione ed arbitrato''
che di fatto ''portava se non ad una riscrittura, ad un cambiamento
dell'articolo 18 in termini pratici. Ma salto' tutto per colpa dei
rappresentanti delle imprese da un lato, della Cgil dall'altro''. Sulla
proclamazione di uno sciopero articolato, Bobba ha riconosciuto il peso
della Cisl nella mediazione, aggiungendo che ''e' bene che i lavoratori non
facciano scioperi politici ma che usino strumenti che siano appropriati
alla difesa dei loro diritti. Non spetta ai lavoratori far cadere i
governi''. ''Resta pero' il fatto che tutte le energie rischiano di andare
su questioni di bandiera, politiche, con scarsi effetti di incidere sul
mercato del lavoro. Da un lato e' incomprensibile -conclude Bobba-
l'atteggiamento del governo di forzare una questione di bandiera sindacale,
come rende perplessi la posizione di chi voleva uno sciopero generale piu'
duro, una richiesta che ritengo esagerata''.
Regione Veneto - Critiche al piano Gava sulla sanità
Confronto aperto, in Consiglio Regionale sulle linee programmatiche di
governo della sanità veneta per il prossimo anno. Dopo l'intervento
dell'assessore regionale alle politiche sanitarie Fabio Gava, che ha
disegnato lo scenario attuale della sanità veneta, hanno replicato le
opposizioni. Insieme per il veneto e DS hanno denunciato il mancato governo
della sanità veneta e il fallimento della gestione tecnico-aziendale che -
hanno detto - sta producendo un modello fondato sulla moltiplicazione
incontrollata di prestazioni e non più sulla continuità di cura. Secondo la
consigliera regionale di Insieme per il Veneto, Margherita Miotto, "la
relazione dell'assessore Gava non ha chiarito alcuna questione riguardante
le ragioni del disavanzo finanziario del comparto sanità in Veneto. Non ci
si può riparare dietro a comodi alibi nazionali", ha aggiunto, "per
nascondere le responsabilità regionali. In realtà, la Giunta Galan naviga a
vista, non ha alcuna strategia di governo del sistema ed è quasi rassegnata
di fronte a una spesa fuori controllo. E tutto questo ispira le proposte
ancora vaghe e dai contorni non definiti circa l'impatto che avranno sugli
equilibri finanziari di bilancio". "In sanità, nella nostra Regione manca
il governo del quotidiano - ha concluso Miotto - ma, soprattutto, mancano
il rigore e la coerenza programmatoria". "Se riduciamo i servizi erogati e
aumentiamo le tasse c'è qualcosa che non funziona" ha osservato Gustavo
Franchetto (IpV). "Non possiamo ridurci in Consiglio a piccole battaglie in
difesa di questo o quell'altro ospedale, in base agli interessi del proprio
collegio elettorale - ha osservato a sua volta Claudio Rizzato dei DS -.
Chiediamo che l'assessore e la Giunta ci facciano comprendere la logica di
fondo che guida le scelte ipotizzate". Il consigliere vicentino ha
denunciato il tentativo di "smantellare" il modello veneto, fondato su una
sanità pubblica di alta qualità, a favore del sistema a pagamento. (fonte:
L'Arena 1/12/01)
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ZOOM ASSOCIAZIONI
Immagini eMétissages
Cinema e confluenze interculturali, presso la Videoteca Pasinetti, S. Stae
1882, Venezia
Per informazioni: lacappe@hotmail.com
GENNAIO
MARTEDì 22
h 16.00 e 21.00
Le gone du Chaâba
di Christophe Ruggia. Francia. 1997. 96 min. Vers. franc.
MARTEDì 29
h.17.30
PRESENTAZIONE della RASSEGNAAuditorium S.MargheritaIngresso liberoCheb
di Rachid Bouchareb. Francia/Algeria. 1991. 82 min. Vers. franc.
Auditorium S.MargheritaIngresso libero
FEBBRAIO
MARTEDì 5
h.16.00 e 21.00
Carnet de notes à deux voix
di Rajae Essefiani e Frédéric Fichefet. Marocco/Belgio. 2000. 33 min. Vers.
franc. DOC.
Prends 10.000 balles et casse-toi
di Mahmoud Zemmouri. Francia. 1981. 90 min.
Vers. franc.
MERCOLEDì 13h.16.00 e 21.00
Tomándote
di Isabel Gardela. Spagna. 1999. 95 min. Vers. spagn.
MARTEDì 19
h.16.00 e 21.00
Aïd El Kébir
di Karin Albou. Algeria/Francia. 1998. 35 min. Vers. araba sott.franc.
Andalusian Encounters
di Bensalem Bouabdallah. Gran Bretagna. 2000. 45 min.
Vers. ingl. DOC.
MARTEDì 26
h.16.00 e 21.00
Le silence
di Safaa Fathy. Francia. 1996. 10 min.
100% Arabica
di Mahmoud Zemmouri. Francia/Belgio/Svizzera. 1997.
86 min. Vers. franc.
MARZO
MARTEDì 5
h.16.00 e 21.00
Flores de otro mundo
di Iciar Bollain. Spagna. 1999. 106 min.
Vers. spagn. sott. franc.
MARTEDì 12
h.16.00 e 21.00
Rue bleue
di Chad Chenouga. Algeria/Francia. 1997. 24 min. Vers. franc. sott. ingl.
Alger/Beyrouth, pour mémoire
di Merzak Allouache. Algeria/Francia. 1998. 90 min.
Vers. franc.
MARTEDì 19
h.16.00 e 21.00
Un été à La Goulette
di Férid Boughedir. Tunisia/Francia/Belgio. 1996. 89 min.
Vers. franc.
MARTEDì 26
h.16.00 e 21.00
Salam
di Souad el-Bouhati. Marocco/Francia. 1999.
30 min. Vers. franc.
D'ailleurs Derrida
di Safaa Fathy. Egitto/Francia. 2000. 68 min. Vers. franc.
DOC.
GREENPEACE: «VITTORIA: BANDITO IL TAGLIO DI MOGANO IN BRASILE!»
6 dicembre 2001 - Decisione storica per Greenpeace. E' stato emanato oggi
il decreto senza precedenti del governo brasiliano che bandisce ogni taglio
di mogano in Amazzonia e prevede misure per la tutela delle terre indigene.
Greenpeace aveva indagato nei mesi scorsi sui tagli illegali di mogano,
denunciando i rapporti tra la mafia locale e le multinazionali del legno.
La presentazione del rapporto "Partner nel crimine del mogano" aveva messo
in serio pericolo Paulo Adario, coordinatore della campagna per Greenpeace,
minacciato di morte e sottoposto di conseguenza a strette misure di
sicurezza. "L'agenzia ambientale brasiliana, Ibama, grazie alle nostre
segnalazioni, e' stata in grado di condurre un'operazione con l'aiuto degli
elicotteri della polizia che ha visto numerosi blitz nel cuore della
foresta- spiega Sergio Baffoni, responsabile della Campagna Foreste di
Greenpeace Italia e il maggior sequestro di mogano tagliato illegalmente
nella storia: 30.000 metri cubi di legname, 11 TIR, 5 bulldozers e multe
alle aziende per diversi milioni di dollari." Il governo brasiliano ha
escluso dal bando solamente le foreste che sono state certificate
indipendentemente o sono in corso di certificazione ed ha chiesto
l'adozione di questa misura per tutte le foreste in prossimita' delle terre
degli indios. "Le industrie del legname sono responsabili della distruzione
dell'Amazzonia. Sono state aperte illegalmente strade forestali per
migliaia di chilometri, aprendo ai bracconieri e al degrado la foresta
primaria- ha detto Paulo Adario, coordinatore di Greenpeace in Amazzonia
l'annuncio di oggi e' un messaggio chiaro alle industrie, o fermano il
taglio illegale e certificano la loro attivita' oppure sono fuori dal
mercato". Greenpeace prosegue, in tutto il mondo, la sua campagna per la
difesa delle 7 grandi aree forestali del pianeta, invitando tutti a
partecipare attivamente firmando una petizione ai rispettivi governi per
chiedere un bando all'importazione di legno dalle foreste primarie e una
certificazione indipendente del legno.
Per maggiori informazioni: La Campagna "Salva o Cancella":
http://www.greenpeace.it/salvaocancella
Il rapporto Mogano (in
inglese):http://www.greenpeace.org/~forests/forests_new/html/content/reports/Mah
oganyweb.pdf
VENEZIA PER LA RICERCA SULLA PACE
Nell'ambito delle attivita' della Fondazione Venezia per la Ricerca sulla
Pace, da tempo e' stata avviata la realizzazione del "progetto Iride",
formula tesa a racchiudere quelle attivita', iniziative e studi che piu'
direttamente si riferiscono alle diverse realta' ed anime che formano anche
in Italia e nel Veneto il "popolo della pace". Entro l'anno giungono a
conclusione due iniziative che si annunciano di grande rilievo: 1) la
pubblicazione del primo annuario di pace in Italia per l'editore Asterios
di Trieste (si tratta di un volume di oltre 400 pagine con cronologie,
studi e analisi redatto da un gruppo di studiosi e giornalisti italiani e
con la collaborazione di testate quali "Internazionale" e "Nigrizia"); 2)
la realizzazione del primo Salone dell'editoria di pace in Italia: il
"Fondaco di Venezia" che si è tenuto l'8 e 9 dicembre presso il Fondaco dei
Tedeschi a Rialto. Quest'ultima iniziativa e' possibile grazie alla
collaborazione di Poste Italiane e con il supporto tecnico di Veneziafiere.
L'Annuario sara' ovviamente presentato nella degna cornice del Fondaco di
Venezia. La Fondazione "Venezia per la ricerca sulla pace" e' un ente
istituito in base alla legge regionale 30 marzo 1988 n.18 successivamente
modificata dalla legge regionale 16 dicembre 1999, n. 55 "Interventi
regionali per la promozione dei diritti umani, la cultura di pace, la
cooperazione allo sviluppo e la solidarieta'". Figurano tra gli enti
fondatori della Fondazione, accanto alla Regione Veneto, alla Provincia e
al Comune di Venezia: la Fondazione Cini, la Fondazione Zancan di Padova,
la Societa' europea di cultura, la Societa' letteraria di Verona,
l'Istituto Veneto di scienze lettere ed arti, l'Istituto Gramsci,
l'Istituto culturale di scienze sociali Rezzara di Vicenza. Figurano
altresi' alcune espressioni della cultura religiosa come il Centro Studi
Maitreya per i buddisti, la Chiesa Luterana ed il Centro Germano Pattaro di
studi teologici. Della Fondazione fa anche parte l'Universita' di Venezia
e, recentemente, e' entrato a farne parte come socio ordinario l'Ateneo
Veneto. La legge regionale 55/1999 riconosce fra le proprie finalita' "la
pace e lo sviluppo quali diritti fondamentali della persona e dei popoli,
in coerenza con i principi della Costituzione italiana e del diritto
internazionale che sanciscono la promozione dei diritti dell'uomo e dei
popoli, delle liberta' democratiche e della cooperazione internazionale"
(art.1). Nell'ambito di queste finalita' si inserisce la stessa ragion
d'essere della Fondazione i cui obiettivi sono: la realizzazione di
attivita' di ricerca, anche in collaborazione con istituzioni nazionali e
internazionali, sulle questioni relative alla sicurezza, allo sviluppo e
alla pace e l'attuazione e la promozione di iniziative atte a divulgare i
risultati delle ricerche effettuate. (Informazioni: Giovanni Benzoni,
gbenzoni@tin.it)
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PAROLE IN LIBERTA'
di Vincenzo Andraous
(centrostampa@cdg.it - Tel. 0382 3814417)
Vincenzo Andraous è nato a Catania il 28-10-1954, una figlia Yelenia che
definisce la sua rivincita più grande, detenuto nel carcere di Pavia,
ristretto da ventotto anni e condannato all'ergastolo "FINE PENA MAI".Da
qualche tempo usufruisce di permessi premio e di lavoro esterno semilibertà
svolgendo attività di Tutor presso la Comunità "Casa Del Giovane "di Pavia.
E'impegnato in attività sociali e culturali con scuole, parrocchie,
associazioni e movimenti culturali. E'titolare di alcune rubriche mensili
su riviste e giornali, ha conseguito circa 80 premi letterari, pubblicando
libri di poesia, di saggistica sul carcere e la devianza, nonché la propria
autobiografia. Ha pubblicato: "Non mi inganno" edito da Ibiskos di Empoli;
"Per una Principessa in jeans" edito da Ibiskos di Empoli; "Samarcanda"
edito da Cultura 2000 di Siracusa; "Avrei voluto sedurre la luna" edito da
Vicolo del Pavone di Piacenza; "Carcere è società" edito da Vicolo del
Pavone di Piacenza; "Autobiografia di un assassino-dal buio alla rinascita"
edito da Liberal di Firenze; "Oltre il carcere" edito dal Centro Stampa
della "Casa del Giovane" di Pavia. "Oltre il carcere" è un libro che tenta
di camminare sull'esperienza dell'autore, senza per questo rimanere
prigioniero della presunzione di insegnare nulla a nessuno.Ci sono pagine
che raccontano quanto avviene e spesso non avviene all'interno del
perimetro carcerario. Atteggiamenti e gesti che vorrebbero provocare in
ognuno un cambiamento per raggiungere secondo le proprie capacità quella
necessaria consapevolezza per rimediare alle ferite inferte alla vita.
Avamposti della memoria per i più giovani, sui rischi della trasgressione,
nell'affidarsi ai valori estremi delle passioni estreme, votate
all'annientamento. C'è il progetto di un percorso comunitario che può
diventare stile di vita al servizio degli altri, apprendendo l'arte
dell'ascolto e della promozione umana, attraverso l'impiego del sapere e
del sentire, per una rielaborazione delle proprie esperienze vissute.PANE E
SPERANZALeggendo le notizie apparse sui quotidiani di questi giorni per
voce di autorevoli personaggi, pare che il mondo carcerario sia in
subbuglio, anzi alla frutta. Sarà così senz'altro, se si diluisce in un
unico propellente: il disagio degli Agenti di Polizia Penitenziaria, quello
dei Detenuti, e degli Operatori Penitenziari tutti. Eppure siamo entrati
nel terzo millennio. Eppure gran parte dell'umanità da questo nuovo secolo
molto attende...Eppure non avremo altro da raccogliere che quanto abbiamo
seminato...Ieri. Che cosa? Una sterminata sequenza di gestualità
dialettiche a pancia a terra, perché quella maturità raggiunta all'interno
di una prigione è stata relegata in una solitudine imposta dagli slogan e
dai tornaconti elettorali.Infatti ritornano sul palcoscenico penitenziario
copioni già scritti e recitati in altri tempi, in un passato che
inequivocabilmente appartiene all'era cretacea. Affiorano incredibilmente
antichissime pratiche, che sembravano trascorse e trapassate. Perché?
Sarebbe facile rispondere con una pseudo sociologia carceraria, sulle
ingiustizie che colpiscono gli Agenti di Polizia Penitenziaria, gli
Operatori, e infine l'anello più debole e cioè i Detenuti. Ben più
semplicemente, la verità sta nel fatto che il dibattito sulla Giustizia e
in questo caso sulla pena e sul carcere è costantemente avvelenato dal
flusso comunicazionale non sempre corretto e leale. Per cui il bene e il
giusto che si riesce a fare in una galera, premessa per ogni conquista di
coscienza; rimangono ultimi e dimenticati, rispetto al male commesso dai
pochi. Di conseguenza rivendicare la propria dignità, ognuno per sua parte
e nel proprio ruolo, sfugge a ogni regolamentazione giuridica e umana, ciò
per una politica contrapposta e distante che disgrega e annienta quei
"ponti di reciproco rispetto "a fatica costruiti insieme in questi anni di
riconciliazione. Con il risultato di dilatare la possibilità di un
ripensamento culturale che coinvolga tutti, e negando la speranza di
accorciare le distanze e sostituire alla parola paura la parola
informazione. Siamo davvero convinti che quel disagio espresso da tanti
autorevoli personaggi sia riconducibile solamente ai problemi endemici
dell'Organizzazione Penitenziaria? Oppure la non sensibilità Istituzionale
risente e soffre a causa di questa post-modernità che divora ideali
innovativi e legittime aspettative. A tal punto da sottolineare quella
differenza che separa l'umanità ristretta da quella libera, alimentando
quel disagio che è stigma e reiezione, e che in ogni momento può diventare
motivo per comprimere e quindi rispedire al mittente, le istanze di chi in
salita fatica ad affrontare la propria vita, appunto con più dignità.
Coinvolgendo chi in carcere lavora, come chi in carcere sconta la propria
condanna e tenta di riparare al male fatto agli altri. Per esperienza so
che strumentalizzazioni e sovraesposizioni non porteranno mai
gratificazioni né mete realizzanti ad alcuno. A questo punto e parlando a
me stesso che scrivo, ritengo che occorra consapevolezza di non ripiegare
nel passato, ma fermezza a saper guardare ai tanti ieri con occhi e sguardi
nuovi, per proiettarsi nel futuro, rimettendo al centro dell'attenzione,
accanto alla questione del cambiamento del carcere, anche e soprattutto il
cambiamento dell'uomo, perché davvero incombe su ciascuno la responsabilità
di ritrovare noi stessi. E questa volta senza distinzione di ruoli.
--===oooOOOooo===---Progetto Sorriso El Salvador«Progetto Sorriso» è
l'iniziativa di cooperazione con il Ser.Co.Ba di San Salvador avviata un
anno fa a San Bonifacio (VR). Obiettivo: fornire aiuti materiali alle
popolazioni terremotate del Salvador e, in particolare, finanziare la
fornitura di materiale sanitario (multivitaminici) e per l'igiene
personale. Per INFORMAZIONI: progettosorriso@infinito.it. Per versare il
proprio contributo ricordiamo che è possibile utilizzare il conto corrente
postale di "Progetto Sorriso - El Salvador": ccp numero 21008305 -
intestato a: Amedeo Tosi - Chiara Terlizzi. Indirizzo: località Praissola
74/b - 37047 San Bonifacio (Verona) - Causale del versamento: "Progetto
Sorriso". Progetto Sorriso invierà tempestivamente quanto raccolto al
gruppo di appoggio "Italia-Cuscatlan" di Turbigo (Milano), incaricato per
le operazioni bancarie.
--===oooOOOooo===---
SORRISI & CEFFONI
Leterina ala Morattti: Impara li talian!
Cara Le Tizia, ti ho vista ieri che uscivi il cane per pisciarlo, triste
triste. Capisco che ci hai il patè d'animo per la guerra, di fronte a 'stè
cosè restiamo tutti putrefatti, ma non vorrei che sodomizzassi il tutto;
capita anche a me di sentire come un dolore in mezzo allo sterco, come che
avessi fatto troppo bidi bolding, quando che sento parlare gli
ambientalisti islamici, e mi arrivano certe zampate di caldo... come sotto
i raggi ultraviolenti. Spesso ci si deve fermarsi e darsi una rifucilata,
come Tomba dopo che vinceva uno Slavo Gigante, e siccome che anche l'ottico
vuole la sua parte, (a proposito, ho saputo che da vicino ci vedi bene ma
da lontano sei lesbica) diciamo chiaramente che rispetto a questi arabi
siamo agli antilopi. Ora spezziamo un'arancia in favore della pace, è
inutile piangere sul latte macchiato, dobbiamo anzi unire l'utero al
dilettevole, evitando però di darci la zuppa sui piedi!!! Tu hai studiato
molto, ma io sai sono un'auto di latta, ho iniziato affliggendo i
manifesti, quando c'era peluria di operai, ma ora vivo bene, anche se non
ho le piume di stronzo per farmi aria. Da vecchio non voglio più essere di
sgombro a questo mondo, e quando che muoio mi faccio cromare.(dott.prof. X)
INTELLIGENZA IN POLITICA
Il presidente Berlusconi, in visita ufficiale in Inghilterra, viene
invitato dalla Regina Elisabetta. Durante l'incontro le chiede qual è la
sua filosofia di leadership e lei risponde che la risposta è nel
circondarsi di persone intelligenti. A questo punto Berlusconi le chiede
come fa a sapere se sono intelligenti. «Lo capisco facendo loro la domanda
giusta» risponde la Regina. «Mi permetta di dimostrarglielo». La regina
allora telefona a Tony Blair e dice: «Sig. Primo Ministro, la prego di
rispondere alla seguente domanda: sua madre ha un bambino, e suo padre ha
un bambino, e questo bambino non è né suo fratello né sua sorella. Chi è?».
Tony Blair risponde: «Ovviamente sono io!». «Corretto! Grazie e a
risentirci sir» dice la Regina. Sua Maestà attacca la cornetta e dice: «Ha
capito Mr.Berlusconi?» «Sicuro.Grazie mille. Farò senz'altro anch'io così!»
Al rientro a Roma decide di mettere alla prova il Presidente della Camera.
Fa quindi venire al Quirinale Pierferdinando Casini e gli chiede: «Ascolta,
Pierfi, mi chiedevo se potessi rispondere a una domanda». «Certamente
signor Presidente, cosa vuole sapere?». «Ehm, tua madre ha un bambino, e
tuo padre ha un bambino, e questo bambino non è né tuo fratello né tua
sorella. Chi è?». Casini ci pensa un pò e poi imbarazzato gli dice: «Posso
pensarci meglio e poi rispondere correttamente?» Berlusconi é d'accordo e
Casini se ne va. Appena uscito dal Quirinale, Casini organizza subito una
riunione con altri Senatori Forzisti i quali si lambiccano il cervello per
diverse ore, ma nessuno riesce a trovare la risposta giusta. A un certo
punto Casini decide di chiamare Buttiglione e gli spiega la situazione:
«Adesso ascolta la domanda: tua madre ha un bambino, e tuo padre ha un
bambino, e questo bambino non è né tuo fratello né tua sorella. Chi è?».
Buttiglione risponde subito: «Ovviamente sono io! Razza di deficienti!!».
Estremamente risollevato Casini corre al Quirinale e dice al Presidente:
«Presidente, so la risposta alla sua domanda! So chi è! E' Buttiglione!» E
Berlusconi risponde disgustato: «Sbagliato, è Tony Blair! Deficente!!!»
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Pensieri @ltri
Il contrario della violenza non e' la dolcezza. E' il pensiero.
(Etienne Baulieu, scrittore)
Uno e' al di fuori della storia quando e' al di fuori della propria umanita'.
(Adriana Zarri)
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