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La nonviolenza e' in cammino. 293
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO
Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 293 del 19 novembre 2001
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini, l'alternativa
2. Una lettera di Gerard Lutte
3. Elettra Deiana, gli aquiloni di Peshawar
4. Antonio Tabucchi, inseguiti dai nostri fantasmi
5. Benito D'Ippolito, d'improvviso
6. Calendario delle iniziative di pace
7. Per studiare la globalizzazione: da Donald Woods Winnicott a Virginia
Woolf
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
1. IL PUNTO. PEPPE SINI: L'ALTERNATIVA
Di una medesima natura sono la guerra e il terrorismo: recare a taluni la
morte, ad altri infondere una tale paura che li pietrifichi e li induca alla
sottomissione servile.
Le armi non solo strappano la luce del giorno alle loro vittime dirette, ma
negano altresi' la dignita' del pensare agli armigeri come ai sopravvissuti.
L'uso delle armi e' sempre denegazione di umanita'. E massime dopo Auschwitz
ed Hiroshima chi ancora adora le armi e l'arte dell'uccidere si fa con cio'
stesso nemico non solo di altri ma di se stesso, e sbrana l'umanita' propria
e l'umanita' intera.
Esiste un'alternativa, e solo essa puo' salvare il mondo: distruggere le
armi, promuovere la pace e la giustizia in necessario sinolo, costruire
diritto e diritti, riconoscimento di dignita' e solidarieta' operante nelle
relazioni tra i popoli come tra le persone.
Chiamiamo questa scelta nonviolenza.
2. TESTIMONI. UNA LETTERA DI GERARD LUTTE
[Gerard Lutte e' un maestro di pace e di solidarieta'; di origine belga, da
molti anni in Italia, docente universitario di psicologia dell'età
evolutiva, ha partecipato a Roma alla vita e alle lotte degli abitanti di
una borgata di baraccati e di un quartiere popolare e ad un lavoro sociale
con i giovani più emarginati; collabora con movimenti di solidarietà ed
esperienze di accoglienza; ha promosso iniziative mirate e concrete di
solidarietà internazionale dal basso e di auto-aiuto, con particolar
riferimento alla situazione centroamericana, di impegno di liberazione con i
giovani e soprattutto le bambine e i bambini di strada. Tra le opere di
Gérard Lutte: Quando gli adolescenti sono adulti. I giovani in Nicaragua,
Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Sopprimere l'adolescenza?, Edizioni
Gruppo Abele, Torino 1984; Psicologia degli adolescenti e dei giovani, Il
Mulino, Bologna 1987; Dalla religione al vangelo, Kappa, Roma 1989;
Cinquantanove ragazze e ragazzi di strada con G. L., Principesse e sognatori
nelle strade in Guatemala, Kappa, Roma 1994 (e' stata recentemente
pubblicata una seconda edizione aggiornata). Per contatti:
gerardlutte@tin.it]
Care amiche ed amici,
a quest'ora saro' gia' in viaggio verso il Guatemala e prima della partenza
volevo mandarvi un affettuoso saluto.
In Guatemala, da due anni sono tornati al potere gli assassini, i
responsabili del genocidio che e' costato la vita a piu' di duecentomila
persone.
I "soldati di razza", come Rai Due chiama i superkiller, addestrati in campi
di terroristi nello stato della Virginia, distruggevano in modo sistematico
tutto cio' che era vita, persone umane, animali, campi di mais. Circondavano
i villaggi indigeni, bruciavano vivi nelle scuole i bambini, violentavano le
donne e le ragazze, schiacciavano contro i muri i bambini piccoli,
strappavano dal ventre delle donne incinte il loro frutto perche' volevano
distruggere fino al seme della vita.
Dietro loro c'erano gli Stati Uniti e la complicita' dei paesi europei,
quelli che oggi si presentano come i difensori dei diritti umani.
Sabato, durante il dibattito sui bambini di strada svoltosi a Roma, Arturo
Paoli, splendida persona di quasi novant'anni, ci parlava della
contraddizione delle nostre societa' occidentali, cosi' civili e
democratiche ma il cui benessere deriva della morte di milioni di persone
nel Terzo Mondo non solo nelle guerre, ma anche per la fame. Gli assassini
sono al potere non solo in Guatemala, ma nel mondo intero. E con il nostro
comodo silenzio, la nostra rassegnazione, siamo complici, il nostro
benessere e' macchiato dal sangue degli innocenti, proclamiamo come Caino
che non siamo responsabili dei nostri fratelli.
Pero' nelle parole di Arturo Paoli e di Giulio Girardi sabato sera, nella
presenza di tanti giovani, nelle manifestazioni di Genova e di sabato scorso
contro la guerra, ci sono segni di speranza, di giusta e necessaria
ribellione, di amicizia con gli ultimi del pianeta.
Ed e' questo messaggio di amicizia che diro' da parte vostra alle ragazze e
ragazzi di strada, la vostra solidarieta' non e' una narcisistica elemosina,
perche' e' inserita in una lotta per costruire una societa' diversa che
rispetti i piu' deboli.
"Soldati di razza", superbombardieri e superbombe, tremende armi di
distruzione, non dimostrano la forza dell'occidente, ma la sua intrinseca
debolezza. La guerra, manifestazione dell'oppressione, e' il cancro che
porta alla morte la nostra civilta' di morte.
La vita e la speranza sono nell'amicizia, nei gruppi delle ragazze e ragazzi
di strada che vivono l'amicizia.
Ed io, entrato nell'anticamera della pensione che si chiama "fuori ruolo",
vorrei ricordare alle mie studentesse e studenti, la loro responsabilita'
oggi verso il pianeta, il loro dovere di opporsi a chi opprime e fa la
guerra.
Ricordo loro che la felicita' e' solo l'amicizia, non la carriera, i soldi,
il potere.
E' questo il mio augurio prima di partire per le strade del Guatemala. Un
abbraccio.
3. RIFLESSIONE. ELETTRA DEIANA: GLI AQUILONI DI PESHAWAR
[Elettra Deiana, parlamentare, ha recentemente incontrato in Pakistan le
organizzazioni democratiche ed umanitarie delle donne afghane. Per contatti
con Elettra Deiana: deiana_e@camera.it; questo intervento e' apparso sul
sito della rivista femminista "Marea" (www.marea.it) e su altri siti;
ringraziamo la direttrice di "Marea", Monica Lanfranco (mochena@village.it),
per avercelo trasmesso]
Il burqua e' una copertura totale, una sorta di tenda circolare e sigillata
montata sul corpo di una donna. Una fatwa dei Taleban ne rende obbligatorio
l'uso fuori di casa e le donne che non si attengono rigidamente
all'imposizione rischiano pene terribili e infamanti. Il re Zahir Shah, sul
trono dal 1933 al 1973, anno in cui venne deposto da un colpo di Stato di
militari filosovietici, aboli' l'obbligo del burqua. E' anche per questa
ragione non secondaria che le attiviste della Rawa (Revolutionary
Association of the Women of Afghanistan) e molte intellettuali afghane
impegnate in esilio nella resistenza contro il regime di Kabul, considerano
positivamente, sia pure tra molti distinguo, il fatto che all'ex re ormai in
eta' assai avanzata sia dato l'incarico di condurre la fase della
transizione post bellica.
Al di la' dell'ingombro e del fastidio che l'obbligo del burqua arreca
all'esistenza quotidiana delle donne, il significato simbolico di questo
abbigliamento e' inequivocabile, cosi' denso di suggestioni e riferimenti a
una rappresentazione del mondo dominata da una concezione patriarcale
misogina fino all'annientamento del genere femminile. Cosa che
nell'Afganistan dei Taleban non e' soltanto una metafora ma la condizione
materiale in cui e' vissuta, e continua a vivere anche sotto le bombe
occidentali, la parte femminile della societa' afghana.
Il burqua visualizza in modo estremo quella segregazione femminile che, in
forme piu' o meno accentuate, piu' o meno misogine e sessuofobiche, ha
segnato la storia dei sistemi sociali di tipo patriarcale. Il confinamento
delle donne in spazi separati, in luoghi domestici e privati, sottratti alla
vista esterna, la rigida divisione degli spazi interni da quelli esterni,
del "dentro" e del "fuori" della vita sociale e dunque la divisione sessuale
dei ruoli, il controllo maschile sui corpi femminili, la riduzione di quei
corpi a macchine fattrici di progenie maschili: a tutto questo allude il
burqua.
In Afghanistan le donne sono sempre prigioniere, murate e rese invisibili
nelle loro case, che devono avere le finestre oscurate. Gli uomini che non
provvedono adeguatamente a questo sono puniti. Il burqua porta all'esterno
la prigionia del "dentro", e' esso stesso un "dentro" estremo e totale, una
forma di cancellazione simbolica che traumatizza e ferisce l'umanita'
femminile. Ma, malgrado tutto, in Afghanistan non l'ha affatto annientata.
Molte donne in tutti questi anni, in condizione di clandestinita' nel
proprio Paese e a rischio continuo della propria vita nei campi profughi,
sulla frontiera col Pakistan, hanno costruito reti di resistenza, rapporti
di solidarieta' con altre donne, canali di trasmissione di un pensiero
critico e libero, rivolto in particolare alle bambine - il futuro di quel
Paese martoriato. Queste donne rappresentano oggi, sia pure nella indubbia
piccolezza numerica della loro esperienza, una delle parti piu' vive e
dinamiche della societa' afghana. In particolare le donne appartenenti al
gruppo politico Rawa, infaticabili attiviste della dignita' e della liberta'
femminile, impegnate da anni in una durissima resistenza contro il
fondamentalismo islamista e oggi in prima fila nel denunciare i danni
disastrosi che la guerra occidentale produce sul piano materiale e su quello
politico e culturale. In Afghanistan e nell'intera regione. Basti pensare
all'impatto negativo che la guerra degli USA potra' avere su un'intera
generazione di giovani maschi musulmani, in quella e in altre aree del
mondo, sui processi di formazione della loro identita' individuale e
collettiva, in societa' ancora cosi' segnate dalla preminenza del valore
simbolico dell'essere maschi, del virilismo guerriero, della suggestione
identitaria che l'appello islamista alla Jihad puo' suscitare di fronte a
una guerra cosi' violenta e disastrosa, cosi' egualmente segnata da una
speculare supponenza identitaria.
Ci sono luoghi in cui la globalizzazione produce contraddizioni acute ed
estreme, un intreccio, all'apparenza insensato, tra la potenza tecnologica
insita nell'ipermodernita' in cui viviamo e l'oscuro, ancestrale potere
patriarcale che si esercita sui corpi delle donne, sulle menti dei
fanciulli, su tutte le piu' diverse consuetudini sociali.
L'Afghanistan e' un luogo veramente estremo, ai confini del mondo. La' le
contraddizioni diventano esse stesse estreme, acuminate come punte di
pugnale e investono brutalmente l'esistenza quotidiana di donne e di uomini.
Anche di uomini, nelle pieghe piu' segrete, nei desideri piu' intimi.
L'Afghanistan e' abitato non soltanto da donne costrette a diventare
invisibili nel burqua ma anche da uomini che non possono radersi o tagliarsi
la barba e da bambini che non possono giocare con gli aquiloni. Una fatwa
imposta dal regime di Kabul lo vieta e impone la chiusura di tutti i negozi
che vendono aquiloni. Perche' volano in alto nel cielo, assecondano e
rappresentano aneliti di liberta', sogni infantili di felicita'. E in
Afghanistan non c'e' posto per la felicita'. Neanche per un'illusione di
felicita' racchiusa nel piccolo volo di un aquilone.
I Taleban dominano impugnando da veri guerrieri i kalashnikov d'ordinanza e
ostentano barba e copricapi confezionati secondo la legge islamista.
L'Islam, il Corano, la fede musulmana non hanno molto a che vedere con le
fatwa islamiste di Kabul. Non piu' di quanto crociate e conversioni forzate
ebbero a che vedere col Vangelo e la fede cristiana. Anche se va ricordata,
ancora una volta, la fulminante critica femminista a tutte le grandi
religioni monoteiste, fondate sulla "parola di Dio", sulla "rivelazione di
Dio agli uomini" e percio' stesso a rischio di suggestioni fondamentaliste.
Esse hanno infatti immanente il rischio della torsione integralista, del
diventare strumento di potere nelle mani di gruppi di uomini che riescono ad
arrogarsi il diritto esclusivo di parlare in nome del loro Dio per fini che
con la fede non hanno niente o hanno poco a che vedere.
Il fondamentalismo islamista e' il frutto appunto di un processo di questo
tipo, anch'esso pero' soprattutto un prodotto della modernizzazione e della
globalizzazione. E' un'ideologia che si impossessa su molti piani della
tradizione culturale e religiosa dell'Islam e la fa diventare un'arma
micidiale al servizio di progetti politici, strategie di egemonia, tattiche
di controllo del territorio di gruppi e elites che mirano a impossessarsi
del potere e competono per il potere. Basti pensare alla vicenda che ha
insanguinato l'Algeria nel decennio che abbiamo alle spalle, ai proclami di
guerra santa che si moltiplicano in Medio Oriente e non solo, alle
convulsioni dinastiche che incombono in molti Paesi arabi.
Foraggiato, alimentato, vezzeggiato dagli Usa e dai servizi segreti
occidentali al tempo della guerra fredda con l'Urss e dell'invasione
sovietica dell'Afghanistan, il fondamentalismo islamista ha assunto oggi una
propria autonomia politica e nei padrini di ieri ha individuato i nemici di
oggi, nelle sofferenze planetarie prodotte dal mercato globale la fonte di
legittimazione di tutte le proprie strategie e il camuffamento delle vere
intenzioni che presiedono alle loro azioni terroristiche.
La guerra spietata condotta dagli Stati Uniti e dal codazzo dei loro alleati
contro l'Afganistan, i bombardamenti che uccidono la popolazione inerme e
colpiscono obiettivi civili di fondamentale importanza per la sopravvivenza
di donne e bambini potranno avere ragione del regime dei Taleban, far piazza
pulita degli studenti guerrieri di Kabul, snidare il nemico numero uno
(oggi) degli Stati Uniti, quell'Osama Bin Laden, che i Taleban proteggono e
che ai Taleban ha offerto non pochi sostegni e aiuti di ogni tipo. Ma tutto
cio' non significhera' affatto il declino e men che meno la fine del
fondamentalismo islamista, che rischia di diventare - o e' gia' diventato -
l'altra faccia del Nuovo Ordine Mondiale voluto dagli Usa e dall'intero
Occidente. Faccia non meno ripugnante e altrettanto pericolosa, un
gigantesco ingombro frapposto ai processi di emancipazione e liberazione
umana, un alibi per misure liberticide che potranno far regredire, in tutto
il mondo, a cominciare da quell'Occidente che se ne fa vanto, ma dimentica
di quante lotte e sofferenze sociali esse siano il frutto, la coscienza e le
conquiste civili.
In quella piccola parte di societa' afghana che abbiamo incontrato nella
nostra missione in Pakistan, nei campi profughi nella zona di Peshawar, dove
e' radicata l'iniziativa di Rawa e di Hawca (Humanitarian Assistance for the
women and children of Afghanistan), una ong composta in maggioranza da
profughe afghane, la parola e l'agire di molte donne fa ordine. Un ordine
"altro", antitetico a quello imposto dal regime di Kabul, che scaturisce
proprio dall'esistenza di indicibili contraddizioni di genere - tra la parte
femminile e quella maschile dell'ordine sociale - e dalla scelta delle donne
di porsi consapevolmente al centro di esse per cercare di risolverle a
partire da se' e dalla solidarieta' col proprio genere.
Cosi' nel Paese dove le donne sono costrette al silenzio piu' totale - una
fatwa proibisce loro di indossare scarpe con i tacchi perche' i Taleban non
vogliono udirne il rumore - la parola di molte donne contro il regime
risuona tagliente come una lama e produce nuovi luoghi mentali, nuovi spazi
pratici di liberta' e autonomia. Anche per gli uomini ovviamente, non pochi
dei quali solidarizzano con le donne di Rawa e Hawca e le aiutano a fondo
nella loro impresa. O le appoggiano, come un mullah aperto al mondo, che e'
a capo del campo profughi di Nowshera e che ha permesso alla Rawa la
costituzione di un'intera scuola femminile, contrassegnata, nella sobria
poverta' dei luoghi e dei mezzi a disposizione, da una passione femminile
per l'apprendimento che lascia veramente di stucco.
Nel loro rischioso aprire piccole scuole clandestine in case private in
Afghanistan, nel battersi nei campi perche' le famiglie permettano alla
bambine di studiare, le donne hanno continuato a trasmettere la lingua, la
cultura, la storia del proprio Paese, l'amore per il proprio Paese. Hanno
compiuto opera di civilizzazione delle relazioni umane e sociali contro gli
effetti devastanti della furia fondamentalista. E' poco ma e' gia'
moltissimo, il segno concreto di un altro mondo possibile, come il movimento
no global va dicendo, dove le donne possono lasciare nell'armadio il burqua
e le bambine hanno diritto a essere curate e a imparare, dove tra i sessi
c'e' solidarieta', scambio, rispetto. E dove i bambini e le bambine possono
giocare con gli aquiloni. A Peshawar, una sera, il cielo ne era pieno e
dalle terrazze piccole mani ne guidavano il volo.
Allora ho capito il perche' di quella fatwa che a leggerla mi era sembrata
grottesca. Anche in Afghanistan i bambini giocano con gli aquiloni e
inseguono i loro sogni.
Che possano farlo in futuro dipende oggi molto dalle donne di quel Paese ma
certo anche da quanto la volonta' politica della parte pacifista
dell'Occidente incidera' nelle dinamiche politiche di questa fase storica.
4. RIFLESSIONE. ANTONIO TABUCCHI: INSEGUITI DAI NOSTRI FANTASMI
[Antonio Tabucchi e' scrittore e docente universitario. Questo intervento e'
apparso sul quotidiano "L'Unita'" del 12 novembre]
La fantascienza sembra avercela fatta: e' diventata realta'. Le immagini
degli aerei che si infilavano nelle Torri di New York non appartenevano a un
film catastrofista di effetti speciali, di cui il cinema hollywoodiano e'
stato prodigo, ma erano vere. Superarle, per quel tipo di cinema, d'ora in
poi sara' difficile. Ma la fantascienza pare essersi installata anche nella
politica, nella vita comune, nelle coscienze delle persone.
Esempio: gli Stati Uniti fabbricano mostri e poi pretendono che l'Europa li
aiuti a distruggerli. Nel suo gabinetto politico da dottor Caligari,
l'America del dopoguerra ha fabbricato vari Frankenstein in giro per il
mondo: Pinochet in Cile, i colonnelli in Grecia, Suharto in Indonesia, lo
Scia' in Iran che poi ha prodotto Khomeini, Saddam in Irak che era un utile
alleato contro Khomeini, i talebani in Afghanistan che erano utili contro
l'Unione Sovietica. Quando alcune di queste creature si rivoltano contro lo
scienziato, gli Stati Uniti le bombardano, come nel film di King Kong gli
aerei bombardano King Kong. Con la differenza che Bin Laden e' un prodotto
americano, e' un made in Usa esattamente come il McDonald e, ahime', pare
sia esportato un po' dappertutto nel globo. E del McDonald e' senz'altro
piu' nocivo, anche gli anti-global lo riconosceranno.
Bombardare l'Afghanistan, nascondiglio di Bin Laden, sara' la buona
soluzione contro il terrorismo o non sara' che dopo tante bombe e tante
vittime innocenti ce lo ritroveremo sano e salvo come Saddam Hussein? Se
l'Europa sembra non aver riflettuto a sufficienza su questo difficile
dilemma, l'Italia, dal canto suo, non ci ha pensato su' due volte. Il
governo italiano, munito anche delle credenziali delle massime istituzioni
dello Stato, tanto ha fatto e tanto ha brigato che e' riuscito a entrare in
una guerra per la quale non era stato richiesto il suo diretto intervento
militare.
E' un po' come se gli Stati Uniti avessero "esaudito" lo spasmodico
desiderio di Berlusconi di partire per il fronte. Ce l'abbiamo fatta, ci
hanno accettato in guerra!, sembrava dicessero i volti dei ministri che alla
Camera assistevano al risultato di una votazione pressoche' unanime. Il
Parlamento aveva votato compatto, come auspicava il presidente della
Repubblica: finalmente l'Italia in guerra.
Ma ho l'impressione che il sentimento degli italiani non corrisponda
esattamente alle scelte belliche del Parlamento. Le persone comuni sanno che
il terrorismo non si combatte con le guerre, ma con un'accorta politica
internazionale, con interventi di polizia, con la trasparenza finanziaria,
con i servizi di sicurezza. Mi chiedo: ma la Cia, che in questi ultimi
cinquant'anni quando ha voluto attuare ha attuato come le pareva, e' andata
in pensione? Quello che e' inquietante nel nostro Paese e' la rapidita' con
cui si e' imposto il pensiero unico dopo l'ascesa al potere di Berlusconi.
In Europa i cittadini discutono, manifestano, dissentono.
In Italia e' vietato: i dissidenti sono segnati a dito come negli "Achtung
banditi!" che apparivano nei bandi repubblichini. Del resto la matrice e'
quella. Se i politici della sinistra non sono capaci di dirlo, sara' bene
ricordarlo ai cittadini che sulla guerra nutrono piu' dubbi che sicurezze:
molti dei Soloni che vi accusano di vigliaccheria o di stare dalla parte del
nemico sono degli ex fascisti, o hanno vicende oscure e pendenze
giudiziarie, e sono difesi dall'immunita' parlamentare. Rispedite le accuse
al mittente.
La guerra e' un fatto antico, appartiene alla specie umana. Se volete
riflettere sulla guerra, sulle guerre, con la vostra testa, fatelo, e'
vostro fondamentale e sacrosanto diritto. Come si sa le guerre, che per
alcuni di solito producono degli svantaggi, per altri possono perfino essere
vantaggiose. Per esempio, calamitando l'attenzione dell'opinione pubblica,
possono risultare una vantaggiosa distrazione per un governo che abbia il
progetto di far passare una serie di leggi di discutibilissima correttezza
costituzionale, anzi, che della Costituzione si possono far beffe. Fatte,
approvate e controfirmate celermente mentre la guerra infuria e i cittadini
italiani guardano sul teleschermo le imprese belliche, le leggi la fanno in
barba, e il Tricolore sventola.
E a proposito del Tricolore, che e' una bandiera di cui personalmente vado
fiero, a me piacerebbe di piu' che nella situazione storica in cui si trova
questo Paese, piuttosto che fosse consigliato alle famiglie di tenere in
casa la nostra bandiera, si consigliasse di comprare due libri, il primo
grande e il secondo piccolo (di formato), ma entrambi grandi di contenuto:
"La Divina Commedia" e "La Costituzione Repubblicana". Ritengo che un'idea
di "italianita'", se cosi' posso dire, si trovi piu' in quei due testi che
in una bandiera, e la mia esperienza di professore universitario grazie alla
quale posso affermare che pochi (davvero pochi) studenti li hanno letti, mi
fa ritenere che siano ignoti a una buona parte dei cittadini italiani.
Forse un'educazione a un maggior sentimento dell'unita' nazionale, a
un'appartenenza storica, culturale e sociale comuni, potrebbe cominciare
proprio dalla lettura del poema che ha fondato l'Italia linguisticamente e
dagli articoli del popolo sovrano che l'hanno fondata come Paese finalmente
libero e democratico dopo alcuni secoli di spartizioni, divisioni,
occupazioni, dittature.
Analogamente, mi piacerebbe la proposta di un parlamentare di un qualche
partito consapevole, che a differenza di quell'esponente di Alleanza
Nazionale che vorrebbe che il governo regalasse a ogni neonato italiano il
Tricolore, proponesse di fargli spedire per posta una Costituzione, seppure
in un'edizione sobria e molto economica. A guisa di auspicio, di piccolo
vitalizio ideale e morale: benvenuto, bambino, che questo libriccino ti
accompagni nella vita, e' quanto di meglio istituzionalmente e politicamente
questo Paese ha saputo fare. E se non lo volesse fare il governo, potrebbe
incaricarsene lo Stato. Del resto sarebbe una spesa modesta: quanti bambini
possono mai nascere in Italia in un anno? In confronto alle spese di certi
uomini d'affari che per scendere in politica hanno inondato le famiglie
italiane con la loro lussuosa "biografia" a colori, sarebbe una spesa
irrisoria. Quanto al Tricolore e agli oltre duemila (per ora) volontari in
partenza per "missioni d'attacco", secondo l'espressione del ministro della
Difesa, ci auguriamo che non debba avvolgere nessuna bara di ritorno. Di
solito nelle guerre succede: e' la loro logica.
5. RIFLESSIONE. BENITO D'IPPOLITO: D'IMPROVVISO
[Benito D'Ippolito e' un collaboratore abituale di questo foglio]
L'uomo solo che d'improvviso la pioggia
coglie furiosa in un giorno scolorito
di freddo, nel fango che subito stende
il suo tappeto di botole e l'ombrello
non vale a ripararlo.
L'uomo solo che ha molto camminato
soffiandosi parole smozzicate
per allentare la fatica, la presa
a morsi nel petto della fatica, e la pioggia
come un'ombra infinita.
L'uomo solo che sente di lontano
il brontolio degli uccelli alto lucenti
che sul capo gli defecano la morte
e si chiede qualcosa che anch'io sento
ma non so dire se non come urlo e strazio.
L'uomo solo, le bombe dal cielo
il grande gioco delle folgori e del nulla
che odora di carne, di carne bruciata e la pioggia
la pioggia che stende quest'ombra infinita.
6. CALENDARIO DELLE INIZIATIVE DI PACE
[Ovviamente le iniziative di pace di seguito segnalate sono quelle di cui
siamo venuti a conoscenza e che ci sembrano caratterizzate da due scelte
precise: I. la nonviolenza; e II. la difesa dei diritti umani, del diritto
internazionale, della legalita' costituzionale]
Lunedi 19 novembre
- a Mestre (VE): tutti i giorni (salvo imprevisti) dalle 17.00 alle 19.30 in
piazza Ferretto, il Venezia social forum organizza un presidio permanente
avente lo scopo di informare e sensibilizzare l'opinione pubblica e
promuovere iniziative per la cessazione della guerra. Per contatti:
miriamsil@libero.it
- a Milano: alle ore 21, presso il Circolo della Stampa, Sala Bracco,
incontro su "media e guerre dimenticate"; intervengono i giornalisti: Maso
Notarianni (Afghanistan); Luca Vido (Tibet); Angelo Ferrari (Corno d'Africa
e Sudan); Enrico Fovanna (Kurdistan). La serata ha il patrocinio di
Emergency (presente in sala Teresa Strada), associazione a cui andranno i
proventi della serata benefica, a offerta libera, e quelli delle vendite dei
libri.
- a Roma: "Scritti d'Africa. Bibliografia cronologica della letteratura
africana edita in Italia dal 1913". Presentazione del volume pubblicato
dall'Isiao (Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente). Alle ore 19 presso
la Casa delle Culture, via di san Crisogono 45, a Roma. Una iniziativa di:
Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente, Casa delle culture e Gruppo
Scritti D'Africa. Info: 06328551.
- a Viterbo: alle ore 21,30 presso il circolo Arci "Il mulino", in via della
Molinella, riunione della "Rete no global" di Viterbo per preparare nuove
iniziative contro la guerra.
*
Martedi 20 novembre
- a Mestre (VE): tutti i giorni (salvo imprevisti) dalle 17.00 alle 19.30 in
piazza Ferretto, il Venezia social forum organizza un presidio permanente
avente lo scopo di informare e sensibilizzare l'opinione pubblica e
promuovere iniziative per la cessazione della guerra. Per contatti:
miriamsil@libero.it
- a Milano: incontro sull'Afghanistan, con Cristina Cattafesta, di
Emergency-Donne in Nero, di ritorno dal Pakistan; alle 20,30 presso la Casa
per la Pace, in via Marco d'Agrate 11 (tel. 0255230332, e-mail:
casapace@tiscalinet.it, sito: www.web.tiscali.it/casapace).
- a Viterbo: iniziativa del "Centro di ricerca per la pace".
*
Mercoledi 21 novembre
- a Bologna: presso lo Spazio Sociale Studentesco, via Belmeloro 1/e, alle
ore 21, riunione del Gruppo di lavoro Scuola e formazione del Bologna Social
Forum.
- a Fano: tutti i mercoledi dalle ore 18 alle ore 19, in piazza XX
settembre, iniziativa di Rete Lilliput e MIR contro la guerra. Per contatti:
lucben@libero.it
- a Genova: consueta manifestazione settimanale dalle ore 18 alle ore 19 in
silenzio sui gradini del palazzo Ducale. Per contatti: norma.b@libero.it
- a Mestre (VE): tutti i giorni (salvo imprevisti) dalle 17.00 alle 19.30 in
piazza Ferretto, il Venezia social forum organizza un presidio permanente
avente lo scopo di informare e sensibilizzare l'opinione pubblica e
promuovere iniziative per la cessazione della guerra. Per contatti:
miriamsil@libero.it
- a Padova: alle ore 20,30 presso la sala del Teatro Parrocchiale S. Carlo
in via Guarnieri (Arcella) incontro con il teatro palestinese "Inad". il
"Teatro Inad" e' un gruppo di attori professionisti palestinesi proveniente
da Beit Jala, citta' dei Territori Autonomi Palestinesi. Faranno una tournee
in varie parti d'Italia offrendo al pubblico italiano i loro spettacoli (uno
per ragazzi delle scuole elementari e medie ed uno per adulti) e la loro
esperienza cosi' importante e cosi' difficile. Per informazioni: tel.
0498755116, fax: 0498755714, e-mail: etimos@etimos.it, sito: www.etimos.it
- a Viterbo: aula 2 della Facolta' di Economia dell'Universita' degli Studi
della Tuscia, via del Paradiso 47, ore 17,30. L'impresa e la finanza etica.
Intervengono: Mario Persio, consulente aziendale, autore di Etica e impresa,
Franco Angeli; Pierre Di Toro, ordinario di Strategia e Politica aziendale,
facolta' di Economia dell'Universita' degli Studi della Tuscia; Giuseppe Di
Francesco, c.d.a. di Banca Popolare Etica. Promotore: Gruppo soci di Viterbo
della Banca Popolare Etica, c/o Caritas diocesana, piazza Dante 2, Viterbo,
tel. 0761303171 (mercoledi mattina).
*
Giovedi 22 novembre
- a Mestre (VE): tutti i giorni (salvo imprevisti) dalle 17.00 alle 19.30 in
piazza Ferretto, il Venezia social forum organizza un presidio permanente
avente lo scopo di informare e sensibilizzare l'opinione pubblica e
promuovere iniziative per la cessazione della guerra. Per contatti:
miriamsil@libero.it
- a Napoli: incontro per costituire un forum sociale universitario, presso
la Facolta' di Lettere e Filosofia, via Porta di Massa 1, alle ore 11,30.
Per ulteriori informazioni contattare: uniforum@libero.it
- a Oristano: alle ore 18 presso la Sala Consiliare del Comune di Oristano,
in Piazza Eleonora d'Arborea, tavola rotonda su "La pace nel mondo: ostacoli
e proposte per la sua costruzione con metodi nonviolenti", con Teresina
Andria (Missionaria Saveriana), Fawzi (dell'Associazione Sardegna-Palestina)
e un rappresentante di Emergency. Promuove il Forum per la pace di oristano,
per contatti: lapergamena@tiscalinet.it
- a Roma: tutti i giovedi il GSI (Gruppo di Solidarieta' Internazionale) e
la Comunita' di San Leone testimonieranno il proprio impegno contro al
guerra. Per contatti: via Boccea 60, 00167 Roma, tel. 066633448 (dalle ore
16,30), e-mail: grupposolidarietainternazionale@hotmail.com
- a Torino: presso il Centro Studi Domenico Sereno Regis, via Garibaldi 13,
alle ore 20,30: "La politica dell'azione nonviolenta secondo Gene Sharp:
teorie del potere", con Enrico Peyretti e Carla Toscano. Per informazioni:
tel. 011532824.
- a Viterbo: presso il centro sociale "Valle Faul" iniziativa contro il
razzismo, partecipano Dino Frisullo e rappresentanti delle comunita'
straniere in Italia.
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Venerdi 23 novembre
- a Cazzago S. Martino: alle 20,30 presso la biblioteca di Cazzago S.
Martino verra' presentato il libro curato da Francesco Ongaro per
l'associazione "Apassoduomo" con il patrocinio del Comune, che raccoglie
testimonianze sui giorni del g8 a Genova, dal titolo "Tra ancora e mai
piu'". Per informazioni: info@apassoduomo.org
- a Mestre (VE): tutti i giorni (salvo imprevisti) dalle 17.00 alle 19.30 in
piazza Ferretto, il Venezia social forum organizza un presidio permanente
avente lo scopo di informare e sensibilizzare l'opinione pubblica e
promuovere iniziative per la cessazione della guerra. Per contatti:
miriamsil@libero.it
- a Milano: alle ore 19-23 presso la Camera del lavoro in corso Porta
Vittoria 43, dibattito contro la guerra, verso Porto Alegre 2002.
Partecipano: Bernard Cassen (presidente Attac Francia, vicedirettore de "Le
monde diplomatique"), Toni Negri (filosofo), Mario Agostinelli (Cgil
Lombardia), Marco Bersani (Attac Italia), Jose' Luis Del Roio (Forum
Mondiale delle Alternative), Sabina Siniscalchi (segretaria di Mani Tese);
presiede: Nicola Nicolosi (segr. Cgil Lombardia); introduce: Giorgio Riolo
(Associazione Culturale Punto Rosso). Per informazioni e contatti:
puntorosso@puntorosso.it
- a Oristano: presso la Pinacoteca Comunale di Via S. Antonio, mostra sulle
cause e situazioni delle diverse aree mondiali afflitte da conflitti armati.
Ogni giorno dalle ore 16 alle ore 20.
- a Orte (VT): al liceo scientifico, con inizio alle ore 14, settimo
incontro del corso di educazione alla pace.
- a Parma: presso Teatro Due, ore 20,30, forum aperto su: "Informazione e
manipolazioni mediatiche"; partecipano: il regista Enrico Giardino,
Pierluigi Sullo (caporedattore di "Carta"), il fisico Marcello Cini e il
fotografo Carlo Cerchioli. L'iniziativa e' nell'ambito del Festival di
cinema scientifico Prix Leonardo - che dal 21 al 24 Novembre a Palazzo
Soragna, Parma, prevede la proiezione continua, a ingresso libero, di
filmati scientifici inediti provenienti da televisioni o laboratori o
registi indipendenti di tutto il mondo. Info: Fondazione Medikinale via
Gramsci 14, Parma, tel. 0521985886, e-mail: info@prixleonardo.org
- a Torino, all'Arsenale di pace, in piazza Borgo Dora 61, Where The Eagles
Fly, in collaborazione con Zonta Torino Due, promuove "donne di pace",
incontro inter-religioso con le piu' importanti rappresentanti femminili
delle diverse culture per imparare a condividere i profondi messaggi che
ogni religione ci insegna e per superare le barriere culturali e razziali.
Un lungo week-end di seminari esperienziali per capire come il messaggio
d'amore che porta in se' ogni credo puo' realizzarsi sul terreno comune
della solidarieta' attraverso l'impegno nel sociale. Questo incontro
interreligioso promosso da Where The Eagles Fly, contribuira' al
finanziamento della campagna Unicef-Zonta International per la vaccinazione
contro il tetano materno e neonatale in Nepal. Per informazioni:
www.siberianshamanism.com
- a Verbania: alle ore 21, a Palazzo Flaim, assemblea-dibattito sulla
proposta di legge per la formazione delle Forze dell'Ordine secondo i
principi e la prassi della nonviolenza. Introduce: on. Laura Cima, del
Gruppo Verdi alla Camera, membro della Commissione Esteri. Intervengono:
Davide Melodia, gia' Segretario del Movimento Nonviolento e della Lega per
il Disarmo Unilaterale; Gabriele Ghezzi, dirigente nazionale del S.I.U.L.P.;
Gianni Barbacetto della redazione del settimanale "diario". Per
informazioni: tel. 0323404220, 032380347, e-mail: paolo.caruso@libero.it,
verdi.verbano@virgilio.it
- a Viterbo: presso il centro sociale "Valle Faul" iniziativa contro le
manipolazioni genetiche, partecipa Andrea Ferrante.
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Sabato 24 novembre
- in tutta Italia: Il 24 novembre decine di associazioni e organizzazioni
non profit celebrano il Buy Nothing Day, la Giornata Mondiale del Non
Acquisto. Dal 1992 la Giornata vede coinvolte centinaia di migliaia di
persone in tutto il mondo nel piu' grande sciopero del consumo che la
societa' occidentale abbia mai conosciuto. Sono decine le associazioni e i
gruppi che quest'anno in Italia celebrano questa giornata.
Per informazioni: bnd2001italy@terre.it, www.terre.it/bnd2001italy,
www.retelilliput.it, www.unimondo.it/bilancidigiustizia. Portavoce: Umberto
Di Maria, Terre di mezzo, tel. 0248953031; Amalia Navoni, coordinamento Nord
Sud e Nodo di Milano Rete di Lilliput, amalia.navoni@rvm.inet.it; Silvia
Marastoni, gruppo consumo critico del Milano social forum, tel. 3487160563;
Caterina Azzoni, gruppo consumo critico del Milano social Forum, 3290834882;
Roberto Brambilla, coordinatore del gruppo di lavoro tematico (della Rete di
Lilliput Nazionale) "Impronta ecologica", r.brambilla@mclink.it, tel.
0396908533; Davide Barillari, associazione Tatavasco, tel. 029504678; don
Gianni Fazzini, Movimento Bilanci di Giustizia, tel. 0415381479.
- a Bologna: al teatro Arena del sole, via Indipendenza 44, inizio alle ore
9, prima giornata nazionale della finanza etica e solidale. Per contatti:
info@finanza-etica.org
- a Bologna: in occasione della Giornata del non acquisto, iniziativa in
piazza di Porta Ravegnana dalle 10,30 alle 17,30. Saranno distribuite anche
delle ricette per l'autoproduzione di detersivi, dolci, ecc. come
alternative all'acquisto. Info:
www.contropiani2000.org/bsf/cs/giornata_non_acquisto.htm
- a Brescia: in programma manifestazione nazionale per i diritti degli
immigrati.
- a Limonaia di Campi Bisenzio (FI): alle ore 16,30 incontro "Uniti per
difendere i nostri ideali di legalita', di soidarieta' e di democrazia",
presieduto da Antonino Caponnetto e Carla Pertini, partecipano: Giancarlo
Caselli, Felice Casson, Luigi Ciotti, Piero Grasso, Antonino Ingroia, Paolo
Sylos Labini, Mario Almerighi, Giorgio Bongiovanni, Salvatore Calleri,
Adriano Chini, Vannino Chiti, Michele Del Gaudio, Vitaliano Della Sala,
Alfredo Galasso, Peter Gomez, Giuseppe Lavorato, Vito Lo Cicero, Saverio
Lodato, Adriana Musella, Enza Panebianco, Luca Tescaroli, Marco Travaglio,
Elio Veltri, Nichi Vendola. Organizzato da: Associazione "Viva Jospin",
Comitato per la Costituzione "Piero Calamandrei", tel. 055244430, fax
0552342713.
- a Mestre (VE): tutti i giorni (salvo imprevisti) dalle 17.00 alle 19.30 in
piazza Ferretto, il Venezia social forum organizza un presidio permanente
avente lo scopo di informare e sensibilizzare l'opinione pubblica e
promuovere iniziative per la cessazione della guerra. Per contatti:
miriamsil@libero.it
- a Milano: alle ore 10-13,30 presso la Camera del lavoro in corso Porta
Vittoria 43, prosegue il dibattito contro la guerra, verso Porto Alegre
2002. Partecipano: Vittorio Agnoletto (Genoa Social Forum), Cristophe
Aguiton (Attac Francia), Carla Casalini ("il manifesto"), Giulietto Chiesa
(giornalista, saggista), Giorgio Cremaschi (Sinistra Sindacale-Fiom
Piemonte), Giulio Girardi (teologo della liberazione), Emilio Molinari
(Punto Rosso - Comitato italiano acqua). Per informazioni e contatti:
puntorosso@puntorosso.it
- a Oristano: presso la Pinacoteca Comunale di Via S. Antonio, mostra sulle
cause e situazioni delle diverse aree mondiali afflitte da conflitti armati.
Ogni giorno dalle ore 16 alle ore 20.
- a Rimini: training di formazione nonviolenta con le Peace Brigades
International. Colonia Stella Maris, via Regina Margherita, 18, Marebello di
Rimini. Il corso e' a numero chiuso (massimo 30 partecipanti), occorre dare
conferma al piu' presto a Daniele Aronne: tel. 0541751498, cell. 3494419638,
e-mail: operazione.colomba@libero.it
- a Torino: all'Arsenale di pace, in piazza Borgo Dora 61, prosegue
l'iniziativa "donne di pace".
- a Torino: alle ore 17,30 presso la libreria Abba, via Maddalene 46B,
"Afghanistan, paese di poesia": testi raccontati e interpretati da Claudio
Canal, audizione di musiche dall'Afghanistan; info: tel. 011531264, e-mail:
claunal@libero.it
- a Trento: Sala Video, Centro Santa Chiara, via Santa Croce 67, incontro su
"Dieci anni di cooperazione con il sud est Europa: bilancio, critiche,
prospettive". Programma della giornata: ore 9-9,30: introduzione e saluti;
9,30: Bilancio critico dei dieci anni di intervento non governativo:
esperienze, errori, lezioni (Mauro Cereghini, Osservatorio sui Balcani); ore
10: Tre casi studio: Pec-Peja, Mostar, Macedonia; ore 10,45 pausa; ore 11:
discussione (interventi preordinati e liberi); ore 13: pranzo; ore 14,30:
L'emergenza e oltre l'emergenza (Loris Defilippi, Medici Senza Frontiere);
Il rapporto tra comunita' e il ruolo della diplomazia popolare (Giulio
Marcon, Consorzio Italiano di Solidarieta'); Agire per l'autosviluppo locale
(Tonino Perna, Universita' di Messina); ore15,30: pausa; ore 15,45-17,30:
discussione (interventi preordinati e liberi); ore 17,30: conclusioni
(Michele Nardelli, Osservatorio sui Balcani). Per ulteriori informazioni:
tel. 0464424230, fax: 0464424299, e-mail:
segreteria@osservatoriobalcani.org, sito: www.osservatoriobalcani.org
- a Verona: con inizio alle ore 11 presso la casa della nonviolenza in via
Spagna 8, riunione dei collaboratori di "Azione nonviolenta". Per
informazioni: e-mail: azionenonviolenta@sis.it, sito: www.nonviolenti.org
- a Viterbo: presso il centro sociale "Valle Faul" iniziativa contro la
guerra, partecipano una rappresentante delle Donne in nero, Peppe Sini,
Giulio Vittorangeli.
*
Domenica 25 novembre
- In Italia: iniziativa di pace dell'Azione cattolica, settore giovani, con
raccolta di fondi per la riduzione del debito dei paesi impoveriti.
- a Mestre (VE): tutti i giorni (salvo imprevisti) dalle 17.00 alle 19.30 in
piazza Ferretto, il Venezia social forum organizza un presidio permanente
avente lo scopo di informare e sensibilizzare l'opinione pubblica e
promuovere iniziative per la cessazione della guerra. Per contatti:
miriamsil@libero.it
- a Oristano: presso la Pinacoteca Comunale di Via S. Antonio, mostra sulle
cause e situazioni delle diverse aree mondiali afflitte da conflitti armati.
Ogni giorno dalle ore 16 alle ore 20.
- a Rimini: training di formazione nonviolenta con le Peace Brigades
International. Colonia Stella Maris, via Regina Margherita, 18, Marebello di
Rimini. Il corso e' a numero chiuso (massimo 30 partecipanti), occorre dare
conferma al piu' presto a Daniele Aronne: tel. 0541751498, cell. 3494419638,
e-mail: operazione.colomba@libero.it
- a Torino: all'Arsenale di pace, in piazza Borgo Dora 61, si conclude
l'iniziativa "donne di pace".
- a Verona: con inizio alle ore 10,30 presso la casa della nonviolenza in
via Spagna 8, riunione del comitato di coordinamento del Movimento
Nonviolento. Per informazioni: e-mail: azionenonviolenta@sis.it, sito:
www.nonviolenti.org
- a Viterbo: presso il centro sociale "Valle Faul" alle ore 16 consueto
incontro settimanale di formazione alla nonviolenza.
*
Lunedi 26 novembre
- a Viterbo: alle ore 21,30 presso il circolo Arci "Il mulino", in via della
Molinella, riunione della "Rete no global" di Viterbo.
*
Mercoledi 28 novembre
- a Bologna: presso il TPO di Via Lenin, 3, alle ore 21, assemblea generale
del Bologna social forum. Info:
www.contropiani2000.org/bsf/assemblea/odg.php
- a Roma: "Ricerca archeologica e antropologica nella valle del Sankarani
(Mali), con Samou Camara (Universite' de Paris 1). Alle ore 17 presso il
Museo Civico di Zoologia, via Ulisse Aldovrandi 18, a cura dell'Istituto
Italiano per l'Africa e l'Oriente nell'ambito degli "Incontri con l'Africa".
*
Venerdi 30 novembre
- a Orte (VT): al liceo scientifico, con inizio alle ore 14, settimo
incontro del corso di educazione alla pace.
- a San Domenico di Fiesole (FI): ore 21, alla Badia Fiesolana: "La
nonviolenza non e' un'utopia", mons. Luigi Bettazzi. L'iniziativa e'
promossa dal Centro studi economico-sociali di Pax Christi e dalla
Fondazione Ernesto Balducci. Per informazioni e iscrizioni: tel/fax:
0552374505.
*
Sabato primo dicembre
- a Bracciano: dibattito sulla pace promosso da "Terra e liberta'". Info:
0699849054.
- a Sant'Anastasia (NA): manifestazione dedicata alla cultura africana e
raccolta fondi per la realizzazione di progetti in Africa. Per contatti:
a.tim@inwind.it
- a Tavarnuzze (FI): alla "Casa per la Pace", via Quintole per le
Rose,131/133: ore 9,30: saluto di mons. L. Bettazzi; ore10: "I diritti
minacciati tra situazione interna e internazionale", prof. U. Allegretti,
universita' di Firenze; ore 11: "I diritti del lavoro", prof. G.Ghezzi,
universita' di Bologna; ore12: discussione; pausa pranzo; ore 15: "I diritti
dei migranti", prof. C. Corsi, universita' di Firenze; ore16,30: "Le minacce
al diritto alla salute", prof. C. Pellicano', presidente Fondazione E.
Balducci. L'iniziativa e' promossa dal Centro studi economico-sociali di Pax
Christi e dalla Fondazione Ernesto Balducci. Per informazioni e iscrizioni:
tel/fax: 0552374505.
*
Domenica 2 dicembre
- a Bologna: alle ore 9,30, presso la Cisl Emilia Romagna, in via Milazzo
16, assemblea di "Chiama l'Africa". Per contatti: sito: www.chiamafrica.it,
e-mail: info@chiamafrica.it, tel. 065430082.
- a Sant'Anastasia (NA): si conclude la manifestazione dedicata alla cultura
africana e raccolta fondi per la realizzazione di progetti in Africa. Per
contatti: a.tim@inwind.it
- a Tavarnuzze (FI): alla "Casa per la Pace", a via Quintole per le
Rose,131/133: ore 9,30: "diritto alla cultura e all'educazione" (prof. G.
Codrignani); ore 10,30: discussione; ore 11,30: conclusioni, prof. U.
Allegretti. L'iniziativa e' promossa dal Centro studi economico-sociali di
Pax Christi e dalla Fondazione Ernesto Balducci. Per informazioni e
iscrizioni: tel/fax: 0552374505.
- a Viterbo: presso il centro sociale "Valle Faul" consueto incontro
settimanale di formazione alla nonviolenza.
*
Lunedi 3 dicembre
- a Viterbo: alle ore 21,30 presso il circolo Arci "Il mulino", in via della
Molinella, riunione della "Rete no global" di Viterbo.
*
Martedi 4 dicembre
- a Roma: prosegue il ciclo di incontri dei "Martedi dell'Africa" presso la
libreria Odradek.
*
Mercoledi 5 dicembre
- a Perugia: con la collaborazione del Comune, alle ore 17 nella Sala della
Biblioteca di Palazzo Penna, presentazione del libro di Pietro Polito,
L'eresia di Capitini, Stylos 2001. Del libro, di Capitini, della nonviolenza
nel mondo attuale discorreranno con i presenti l'autore (ricercatore del
Centro Sereno Regis di Torino), Enrico Peyretti (figura storica del
pacifismo cattolico italiano), e Mario Martini (docente di filosofia morale
nella Universita' di Perugia). Promuove l'iniziativa l'Associazione
nazionale amici di Aldo Capitini, capitini@tiscalinet.it
- a Viterbo: aula 2 della Facolta' di Economia dell'Universita' degli Studi
della Tuscia, via del Paradiso 47, ore 17. L'esperienza di Banca Etica e le
prospettive del terzo settore. Intervengono: Pierre Di Toro, Universita'
della Tuscia; Alessandro Messina, associazione Lunaria di Roma; Cesare
Frassineti, c.d.a. di Banca Popolare Etica. Partecipano rappresentanti del
terzo settore viterbese. Promotore: Gruppo soci di Viterbo della Banca
Popolare Etica, c/o Caritas diocesana, piazza Dante 2, Viterbo, tel.
0761303171 (mercoledi mattina).
*
Venerdi 7 dicembre
- a Parma: incontro sul tema "battere il terrorismo: c'e' un'alternativa
alla guerra", alle ore 21 nella sala convegni dell'Hotel Stendhal.
Interverranno Gianni Rinaldini, segretario CGIL Emilia-Romagna, F. Dradi,
segretario regionale Legambiente, Jacopo Venier, responsabile Esteri del
PdCI, Ali Rashid Khalil, della Delegazione palestinese in Italia.
All'assemblea hanno assicurato la loro presenza numerose Comunita'
d'immigrati. Per informazioni: pdcipr@libero.it
- a Orte (VT): al liceo scientifico, con inizio alle ore 14, ottavo incontro
del corso di educazione alla pace.
*
Mercoledi 12 dicembre
- a Roma: "Mersa Gawasis, Aaqiq e Adulis: tre approdi antichi lungo la costa
africana del Mar Rosso", con Rodolfo Fattowich (Istituto Universitario
Orientale). Alle ore 17 presso il Museo Civico di Zoologia, via Ulisse
Aldovrandi 18, a cura dell'Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente
nell'ambito degli "Incontri con l'Africa". Info: 06328551.
* Mercoledi 19 dicembre
- a Viterbo: aula 2 della Facolta' di Economia dell'Universita' degli Studi
della Tuscia, via del Paradiso 47, ore 17. L'esperienza della finanza
cooperativistica e solidale nella provincia di Viterbo. Promotore: Gruppo
soci di Viterbo della Banca Popolare Etica, c/o Caritas diocesana, piazza
Dante 2, Viterbo, tel. 0761303171 (mercoledi mattina).
7. MATERIALI. PER STUDIARE LA GLOBALIZZAZIONE: DA DONALD WOODS WINNICOTT A
VIRGINIA WOOLF
* DONALD WOODS WINNICOTT
Profilo: grande pediatra e psicoanalista infantile (1896-1971).
* CHRISTA WOLF
Profilo: nata nel 1929, è considerata la maggiore scrittrice tedesca
contemporanea; femminista e pacifista. Opere di Christa Wolf: segnaliamo
almeno Il cielo diviso, Edizioni e/o, poi Mondadori; Riflessioni su Christa
T., Mursia; Cassandra, Edizioni e/o; Premesse a Cassandra, Edizioni e/o.
* DONALD WOODS
Profilo: giornalista bianco sudafricano, amico e biografo di Steve Biko; a
sua volta perseguitato dal regime razzista cui sfuggì con un'avventurosa
fuga, esule, impegnato contro l'apartheid. Opere di Donald Woods: Biko,
Sperling & Kupfer, Milano 1988; In cerca di guai, Frassinelli, Milano 1988.
* STUART J. WOOLF
Profilo: storico inglese (e primo traduttore inglese delle opere di Primo
Levi). Opere di Stuart J. Woolf: (a cura di), Il fascismo in Europa,
Laterza, Roma-Bari 1984.
* VIRGINIA WOOLF
Profilo: scrittrice tra le più grandi del Novecento, nacque a Londra nel
1882, promotrice di esperienze culturali ed editoriali di grande rilievo,
oltre alle sue opere letterarie scrisse saggi di cui alcuni fondamentali per
una cultura della pace. Morì suicida nel 1941. Opere di Virginia Woolf: le
sue opere sono state tradotte da vari editori, un'edizione di Tutti i
romanzi (in due volumi, comprendenti La crociera, Notte e giorno, La camera
di Jacob, La signora Dalloway, Gita al faro, Orlando, Le onde, Gli anni, Tra
un atto e l'altro) è stata recentemente pubblicata in una collana
ultraeconomica dalla Newton Compton di Roma. Tra i saggi due sono
particolarmente importanti per una cultura della pace: Una stanza tutta per
sé, Newton Compton, Roma 1993; Le tre ghinee, Feltrinelli, Milano 1987. Oper
e su Virginia Woolf: fondamentale la biografia scritta da Quentin Bell,
Virginia Woolf, Garzanti, Milano 1974.
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.
9. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ;
per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta@sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben@libero.it ;
angelaebeppe@libero.it ; mir@peacelink.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per
contatti: info@peacelink.it
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO
Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 293 del 19 novembre 2001