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a Taranto e a Genova si è combattuta una guerra: 744 morti a Genova, e a Taranto?
Comunicato di PeaceLink
Taranto, città da cui si parte per la guerra, la "sua" guerra
l'ha già persa e non ha ancora fermato il suo "Bin Laden".
Andiamo a combattere in Afghanistan contro il "Nemico
Terrorismo" ma deve essere chiaro a tutti che un "Nemico"
senza barba e senza turbante è da anni fra noi e ci uccide con
progressione inarrestabile. Il "Nemico" che procura morte ai
tarantini è a Taranto.
Le associazioni e i cittadini che si battono per l'ambiente lottano per
la sicurezza di tutti, di quella sicurezza messa in pericolo non da una
minaccia armata esterna ma da una minaccia interna. Le armi che ci
difendono non sono missili o fucili ma la presa di coscienza collettiva
della città, quella presa di coscienza che si manifesterà domani con il
corteo nel quartiere Tamburi. Alla guerra persa si può reagire solo con
una riscossa di massa che metta da parte le ambiguità. Così come la lotta
al terrorismo non ammette ambiguità così pure la lotta all'inquinamento
cancerogeno che ci avvelena non ammette ambiguità di sorta.
In questo momento riceviamo dal consigliere comunale genovese Francesco
Barchi (1) dei dati sconvolgenti che confermano che a Genova (e anche a
Taranto) si è combattuta una guerra che ha lasciato sul campo centinaia
di morti.
Ci scrive Barchi, sulla base di dati recentissimi e inediti: "I
dati epidemiologici indicano, senza ombra di dubbio, che nel decennio
1986/1995, a Cornigliano, la mortalità per tutte le cause è
aumentata in modo statisticamente significativo. Per gli uomini è
aumentata del 23% rispetto a Genova, per le donne del 55%. Vale a dire
che nei dieci anni citati si sono riscontrati 744 decessi in più
rispetto all'atteso".
Sono i dati impressionanti del quartiere genovese di Cornigliano che
assumono particolare significatività alla vigilia della manifestazione
contro l'inquinamento nel quartiere Tamburi in quanto sono appunto
collegabili per gravità a quelli del quartiere Tamburi di Taranto.
Se di Taranto abbiamo un dato globale - ossia che la città ha visto
raddoppiare i tumori annui negli ultimi 30 anni - di Genova invece si
conoscono oggi dati più specifici. A Genova infatti il Presidio
Multizonale di Prevenzione funziona adeguatamente e i dati del
benzo-a-pirene cancerogeno sono misurati con più frequenza e regolarità
rispetto a Taranto. Sappiamo così che nel quartiere di Cornigliano il
valore guida del benzoapirene in passato è stato superato per grandezze
fino a 11 volte superiori rispetto al valore indicato dalla legge. In
parole semplici gli specialisti di oncologia hanno accertato che chi
abita nei pressi della cokeria si "fuma" l'equivamente di sette
sigarette al giorno. Tutti: anche bambini, anziani, donne in
gravidanza.
Grazie alla collaborazione che si è istituita fra ambientalisti della due
città dell'acciaio siamo ora in grado di conoscere in anteprima tale
notizia impressionante, ricavata dalle più recenti indagini
epidemiologiche: nel quartiere di Cornigliano a Genova vi sono stati -
dal 1986 al 1995 - 744 decessi in più rispetto alle "morti
attese". Questo dato è riferito ad un quartiere di 12 mila abitanti
paragonabile - in quanto sorge a ridosso della cokeria Ilva - al
quartiere Tamburi; è una dato che ci spinge a fare una precisa richiesta
e cioè: perché anche a Taranto non viene venga resa nota la quantità di
morti in più causati dall'inquinamento industriale nei Tamburi? Perché
non si compie un'indagine statistica sul registro dei decessi?
La metodologia statistica seguita a Genova, nell'ambito di un'indagine
della magistratura relativa alla cokeria, è la seguente:
- si è calcolata la percentuale di decessi sul totale della popolazione
genovese e si è applicata tale percentuale al totale degli abitanti del
quartiere di Cornigliano;
- con un semplice calcolo percentuale si è ricavata in tal modo la
quantità di "morti attese" a Cornigliano nel periodo
1986-1995;
- si è raffontata la quantità di decessi effettivi dal 1986 al 1995 con
la quantità di "morti attese" nello stesso periodo;
- si è fatta la differenza e si è potuto constatare che le morti
effettive nel decennio sono state stata superiori di 744 unità alle
"morti attese".
Perché non realizzare anche a Taranto questa indagine statistica che
anche uno studente di liceo saprebbe compiere? A Taranto ogni giorno
migliaia di studenti si applicano a studi matematici di ben più alta
complessità, ma poi chi è responsabile dei controlli sembra dimenticarsi
della matematica (i numeri sono pietre) e viviamo senza riscontri circa
quella che è una vera e propria guerra invisibile con stragi
impunite.
Come mai a Taranto abbiamo tanti illustri filosofi e letterati e così
pochi matematici?
Il "Nemico" senza barba e senza turbante ha piegato fino ad
ora Taranto: la manifestazione di Taranto dei Tamburi è l'occasione per
rialzare la testa, chiedere verità e reclamare giustizia.
Come pure il processo agli "indesiderati della palazzina lager"
in cui sono stati "confinati" 70 lavoratori "scomodi"
dell'Ilva - di cui oggi è iniziata la requisitoria - è un processo
simbolo per tutti coloro che ripudiano la violenza e difendono il valore
inalienabile della libertà.
Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink
www.peacelink.it
www.taras.it
(1) Il consigliere Francesco Barchi ci ha comunicato telefonicamente che
Riva ha cambiato tono e si dimostra più conciliante dopo aver proclamato
la sua contrarietà ad ogni collaborazione nel mettere in regola la
cokeria Ilva. Le affermazioni del tipo "licenzio tutti",
"non collaboro" appartengono ormai al passato. Infatti la
Cassazione ha dato torto al Gruppo Riva che aveva fatto ricorso
opponendosi al sequestro della cokeria. Più Riva si muove per sottrarsi
alla legge e più aumentano le indagini che lo pongono sotto controllo.
Pertanto anche a Taranto il bluff dei licenziamenti sarà destinato ad
essere messo da parte come a Genova: è solo una mossa propagandistica per
creare panico e guadagnare tempo.