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La nonviolenza e' in cammino. 269
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO
Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 269 del 26 ottobre 2001
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini, onora il padre e la madre
2. Benito D'Ippolito, una bambina di dieci anni
3. Alberto Capannini, chiamiamola MTI (macchina trituratrice di innocenti)
4. Francesco Comina, quando tutti saranno arrivati
5. Ali Rashid, fermate Sharon
6. Vandana Shiva, la scelta e' chiara
7. Rosa Luxemburg, la cosa principale
8. Severino Vardacampi, contro la guerra occorre lo sciopero generale
9. L'appello di Slai-Cobas, RdB e Cub per lo sciopero generale il 9 novembre
contro la guerra e la finanziaria
10. Il giornale di Emergency del 24 ottobre
11. "Chiama l'Africa news" del 25 ottobre
12. Letture: Augusto Cavadi, Le ideologie del Novecento
13. Letture: Domenico Massaro, L'arte di ragionare
14. Letture: Ruggero Valentini, Non si dara' pace. Obiettori, pacifisti e
nonviolenti
15. Tempi di fraternita': l'almanacco 2002 su religioni e diritti umani
16. Per studiare la globalizzazione: da Andre' e Magda Trocme' a David Maria
Turoldo
17. La "Carta" del Movimento Nonviolento
18. Per saperne di piu'
1. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: ONORA IL PADRE E LA MADRE
Questo vuol dire anche: rispetta ed ama chi ti ha messo al mondo; rispetta
ed ama l'umanita' che e' venuta prima di te e ti ha lasciato in eredita'
questo mondo da vivere.
E dunque vuol dire anche: non distruggere questo mondo, questo povero e
sofferente eppure maraviglioso e dolcissimo mondo umano; se lo facessi, o
permettessi ad altri di farlo, vanificheresti l'opera e l'amore grandi di
tutta l'umanita' che ti ha preceduto.
Distruggere il mondo, questo nostro mondo umano, la vivibilita' di questa
sottile pellicola del pianeta che chiamiamo biosfera, non distruggerebbe
solo il futuro, non cancella radicalmente solo l'esistenza delle generazioni
venture che mai piu' potranno venire; non distruggerebbe soltanto tra dolori
infiniti l'umanita' presente; annichilirebbe anche, annienterebbe
definitivamente, l'umanita' passata, che continua a vivere nella traccia
lasciata e nell'eredita' assunta dalle generazioni ulteriori.
E dunque la guerra nell'eta' atomica, la guerra che puo' distruggere intera
e per sempre la civilta' umana, essa, la guerra, e' il nemico piu' grande
dell'umanita', e contro di essa dovrebbero coalizzarsi tutti gli esseri
umani.
2. L'URLO. BENITO D'IPPOLITO: UNA BAMBINA DI DIECI ANNI
Saggi gli amici mi dicono, caro
rinuncia al volto aggrottato, se vuoi
altri persuadere all'impegno, all'impegno di pace
sii piu' sereno fin nei lineamenti: un volto
addolorato addolora.
Ma io che tanti anni fa un bambino in Palestina
ebbi in affidamento e cosi' da lontano, e che ogni giorno
che leggo sui giornali di nuove straziate
vittime mi chiedo se il nostro Muatez
ancora sia vivo o se le sue carni
rodano i viventi piu' piccini, e tremo
io che sono un omone che non ha avuto paura neppure della Paura
nascosta in agguato nei pressi del casolare dei miei nonni
ebbene, io tremo, come una foglia: mio povero figlio lontano.
E leggo oggi sul giornale "per vendetta
uccisa una bambina di dieci anni". Per vendetta
di che? per vendetta di chi? Una bambina
di dieci anni, figlia di Palestina, figlia di uomo e di donna, una
bambina.
Dell'antico maestro le antiche parole ricordo
dopo Sabra e Chatila, levo' la sua voce
ferma di testimone, ferma di giudice, terribile
perche' era un uomo benigno, chiese
le dimissioni di Begin, le dimissioni di Sharon.
Era la voce di Primo Levi, sembrava
di udire parlare Mose'.
Gli chiedeva il giornalista: "dottor Levi,
che cosa manda a dire ai governanti israeliani?".
E rispondeva Primo Levi, il saggio, il testimone, l'uomo
tra le cui braccia tutti ci siamo rifugiati quando il male
veniva come un'onda furiosa; l'uomo benevolo,
la persona buona Primo Levi rispondeva:
"Che si dimettano. Non ho altro messaggio, visto
che e' impossibile cambiar loro la testa.
Certo, so bene
che in un momento come questo anche chiedergli
di dimettersi e' velleitario. Pero',
se gli e' rimasto un barlume di ragione,
Sharon deve dimettersi". Era l'anno
millenovecentottantadue.
Una bambina di dieci anni, figliuolo mio Muatez, Primo
Levi da cui tutto ho imparato quello che so. Di dieci anni
una bambina ancora e' stata assassinata.
3. RIFLESSIONE. ALBERTO CAPANNINI: CHIAMIAMOLA MTI (MACCHINA TRITURATRICE DI
INNOCENTI)
[Alberto Capannini e' impegnato nell'Operazione Colomba, straordinaria
esperienza nonviolenta di solidarieta' nella condivisione con le vittime
della guerra. Per contatti: operazione.colomba@libero.it]
Sarebbe meglio non chiamarla guerra, dato che ci siamo abituati al termine e
non ci fa piu' nessuna impressione, un titolo come "Bush dichiara guerra al
terrorismo" lascia tutti freddi.
Chiamiamola MTI, macchina trituratrice di innocenti, don Milani la defini':
"una terribile macchina per far orfani e vedove"; io me la immagino grande
piu' o meno come una mietitrebbia, rossa, lucida; da una parte si
introducono i bambini, le vedove, gli anziani, i profughi, i malati, gli
handicappati, dall'altra escono belli e triturati, pronti per essere
fotografati o ripresi. In mezzo ai cadaveri di tanto in tanto capita anche
qualche militare, per lo piu' ragazzini, pochissimi graduati, quasi mai un
generale, mai un capo di stato.
Provate a sostituire al termine guerra questo e immaginate le notizie: Bush
utilizzera' la MTI per risolvere definitivamente il problema terrorismo,
Berlusconi dichiara che l'MTI in questi casi puo' rivelarsi molto utile, la
Chiesa approva l'uso della MTI ma solo per periodi brevi, destra e sinistra
convengono che sia un forte segno di responsabilita' utilizzare l'MTI per
risolvere la crisi del Golfo, del Kossovo e dell'Afganistan.
Ovviamente, come ogni grande invenzione, dall'aspirina all'automobile, anche
l'MTI ha qualche effetto collaterale: allunga la vita ai "Nemici pubblici"
(Saddam sta meglio di prima) e tende a triturare anche le opinioni di chi
prova a dire che forse si potrebbero utilizzare altri strumenti per
risolvere i conflitti.
I costruttori garantiscono che verra' utilizzata solo in casi estremi, ma
l'MTI si usa ormai (o forse dovrei dire da sempre) praticamente in ogni
situazione internazionale complessa: io sono sicuro che c'e' un motivo
logico giusto e coerente per utilizzarla cosi' spesso, ma purtroppo al
momento mi sfugge, non oso chiederlo a voce alta perche' mi vergogno a dire
che a me sapere della morte di tanti innocenti, tanti bambini come i miei,
tanti anziani come i miei nonni, triturati, mi gela, mi fa paura, mi fa
perdere il senso della vita, mi rende schifoso tutto il resto.
4. RIFLESSIONE. FRANCESCO COMINA: QUANDO TUTTI SARANNO ARRIVATI
[Francesco Comina, giornalista e saggista, e' impegnato nell'esperienza di
Pax Christi. Per contatti: f.comina@ilmattinobz.it. Questa meditazione
compare oggi su "Il mattino di Bolzano"]
"Ha la Bibbia nello stomaco" mi dice con compiacenza un amico sacerdote alla
fine dell'affascinante incontro con lo scrittore "non credente" Erri De
Luca, che si e' tenuto a Bolzano martedi scorso.
Le sue letture, le sue traduzioni, i suoi commenti alle Scritture non sono
sforzi intellettuali ma immersioni nel flusso storico delle generazioni che
hanno coltivato e vissuto la Parola. Una trasmigrazione dalla cittadella
universitaria al deserto. "Gli incontri veri - dice lo scrittore operaio
napoletano - non avvengono mai in piazza, ma fuori, lontano, nel deserto,
la' dove t'imbatti in un tuo prossimo e vivi con lui le fatiche, le
passioni, la memoria e la storia dell'uomo".
Mi e' piaciuto molto questo richiamo al deserto, non solo in senso fisico
(nel silenzio del deserto sono emersi grandi saggi da Charles de Foucault a
Carlo Carretto tanto per chiarirci), ma soprattutto in senso etico, morale,
culturale.
Viviamo una fase storica fra le piu' drammatiche di questo secolo. La
violenza sembra tracimare oltre ogni limite, le citta' sono come ripiegate
sotto il peso di una nevrosi collettiva, il caos pervade ogni spazio e
perfino la rete dei collegamenti fra i popoli sta precipitando come se
l'estasi edificatoria abbia superato ogni confine (la tragedia del tunnel
del San Gottardo non e' che l'ultimo episodio dell'implosione dell'ingegno
urbanistico che buca ogni spazio per velocizzare i tempi e accorciare gli
spazi), ma le parole non hanno piu' la forza di descrivere le cose.
Il tempo incalza, preme alle calcagna di ogni individuo, toglie il respiro e
ci getta nell'agone della fretta. Siamo centrati su un punto mobile come gli
automi di Montale che non si curano dei tempi e dei ritmi altrui. Questo e'
il delirio umano, sociale, civile dell'occidente.
Altra vita ribolle nel deserto, nella periferia del mondo, nelle spelonche
ai margini delle citta' bombardate. Il reporter polacco Ryszard Kapuscinski
dipinge nitidamente i ritmi del centro europeo e del deserto africano nel
suo straordinario volume Ebano (Feltrinelli): "L'europeo si sente schiavo
del tempo, ne e' condizionato, e' il suo suddito in tutto e per tutto. Ne
subisce i rigori, le esigenze e le norme. Tra l'uomo e il tempo esiste un
conflitto insolubile, che si conclude inevitabilmente con la sconfitta
dell'uomo: il tempo annienta l'uomo. Per gli africani, invece, il tempo e'
qualcosa che l'uomo puo' creare: l'esistenza del tempo si manifesta
attraverso gli eventi... Tradotto in pratica significa che se ci rechiamo in
un villaggio dove nel pomeriggio si deve tenere una riunione e sul luogo
stabilito non troviamo nessuno, non ha senso chiedere: Quando comincia la
riunione? La risposta e' scontata: Quando tutti saranno arrivati".
Nel deserto biblico del non credente De Luca il tempo recupera i ritmi della
vita, del sonno e del risveglio: "Ogni mattina mi sveglio dentro questo
racconto, non posso fare altrimenti. Tutto il resto non esiste. Non scrivo,
non penso, vivo dentro la memoria delle generazioni".
Credo che rompere con la frenesia del tempo "sincronico" sia rimasta l'unica
via di salvezza per l'occidente. Rallentare, sospendere, rinviare: queste
dovranno diventare sempre piu' le parole "liturgiche" della nostra vita.
D'altronde lo stesso Alex Langer lo aveva capito benissimo quando aveva
ribaltato il motto olimpionico della velocita' e della forza con uno slogan
opposto, vera bandiera dell'ambientalismo: "Lentius, profundius, suavius"
(piu' lenti, piu' profondi, piu' dolci). E lo aveva proclamato Langer,
questo motto, subito dopo la presa di coscienza del fallimento verde proprio
su questo punto di snodo della critica al sistema. E forse e' anche un po'
per questa prigione della scadenza che Alex non ha retto. Ne e'
testimonianza l'addio a Petra Kelly, la tedesca verde strozzata dallo stress
della corsa e dal tremolio della mano perennemente sudata: "Forse e' troppo
arduo essere individualmente dei "portatori di speranza": troppe le attese
che ci si sente addosso, troppo le inadempienze e le delusioni che
inevitabilmente si accumulano".
Quando sento le voci dei testimoni che ci richiamano al gusto dell'abbandono
nel tempo libero del deserto, mi verrebbe voglia di abbandonare il campo per
collegarmi su una nuova dimensione della vita "ignuda", com'era quella di
Gandhi, il Mahatma coperto di un sempolice lenzuolo.
E' una esigenza che sento anche nella dimensione dell'impegno orizzontale,
in mezzo ai nuovi movimenti della societa' civile incapaci anch'essi di
fermare tutto per recuperare il senso e la dignita' dell'azione. Oggi che la
nostra dimora Madre Terra e' diventata un campo di battaglia, siamo tutti
convocati nel deserto della riflessione per capire come riconsegnare alla
sapienza il suo ruolo di governo: "Nessuna meraviglia che la mobilita' sia
un segno della societa' moderna: milioni di turisti semplicemente vagano,
fanno gite... Un domicilio che non e' stato costruito dalla saggezza non e'
una dimora... la prima dimora della saggezza e' il nostro universo, il
nostro mondo, il nostro tempo e, ancor piu' concretamente, la madre terra"
(R. Panikkar, Saggezza stile di vita, 1993, pp. 17-18).
5. RIFLESSIONE. ALI RASHID: FERMATE SHARON
[Ali Rashid e' primo segretario della delegazione palestinese in Italia.
Fine intellettuale di profonda cultura, conoscitore minuzioso degli aspetti
storici, politici, economici e culturali della situazione nell'area
mediorientale, esperto di questioni internazionali, ed anche acuto
osservatore della vita italiana. E' figura di grande autorevolezza per
rigore intellettuale e morale, ed e' una delle piu' qualificate voci della
grande tradizione culturale laica palestinese. Suoi scritti appaiono sovente
nel nostro paese sui principali quotidiani democratici e sulle maggiori
riviste di cultura e politica.. Questo intervento e' comparso sul quotidiano
"Il manifesto" del 25 ottobre]
Nella campagna elettorale che lo porto' alla vittoria di febbraio e alla
testa del governo, Sharon e la destra israeliana presentarono un programma
molto chiaro e, a dispetto di chi nel mondo volle minimizzarlo e non
prendere sul serio le sue parole, lui non perse neanche un giorno per
metterlo in pratica. Il primo atto di quel programma fu la famosa
"passeggiata" sulla spianata delle moschee di Gerusalemme, per accentuare il
carattere religioso della sua battaglia e portare dalla sua parte i partiti
ortodossi seminando nel contempo divisioni nel campo laburista. D'altra
parte con la sua "passeggiata" Sharon volle offrire piu' argomenti, peso e
visibilita' alle organizzazioni di matrice islamica in campo palestinese.
Lo scenario israelo-palestinese attuale dimostra che quella operazione,
finora, e' riuscita. L'accanimento contro Betlemme e contro i sobborghi
cristiani di Gerusalemme fa parte di questo disegno e rende la situazione
ancora piu' confusa e intricata, cosi' da privilegiare le azioni militari di
repressione e accantonare a tempo indeterminato il processo di pace e gli
accordi di Oslo.
Per completare il quadro era necessario mettere in discussione la
credibilita' dell'Autorita' nazionale palestinese, e in modo particolare la
figura di Arafat. Per farlo Sharon ha usato tutti i mezzi a sua
disposizione: ha accusato Arafat di essere il diretto responsabile della
violenza e del terrorismo al punto da chiamarlo "il nostro bin Laden", ha
disposto il congelamento dei fondi palestinesi per mettere in difficolta'
l'amministrazione, ha ordinato la distruzione di sedi governative e caserme
delle forze di polizia palestinese nonche' la chiusura delle citta' per
paralizzare l'azione quotidiana di governo.
L'infuriata reazione del governo israeliano alle dichiarazioni, pur
generiche, dell'amministrazione americana sulla necessita' di creare uno
stato palestinese, non lascia dubbi sull'ostilita' del governo Sharon
all'idea della nascita di uno stato di Palestina come esito naturale di un
vero e serio processo di pace.
Ma il massacro in corso da ieri mattina a Bet-Rima, roccaforte della parte
piu' laica del movimento palestinese, mette in evidenza la totale
inaffidabilita' e la particolare malvagita' di Sharon e del suo governo.
Mentre il ministro degli esteri Shimon Peres e' al lavoro per, ed e'
riuscito ancora una volta ad attenuare la reazione americana all'arroganza e
alla prepotenza di Israele, lo stato ebraico si e' lanciato in una vera e
propria strage in cui non si contano piu' i morti e i feriti.
Con questo massacro Sharon ha voluto dare una spallata definitiva alle
residue speranze per la ripresa delle trattative e alla rianimazione del
moribondo processo di pace.
E' legittimo a questo punto domandarsi il significato del silenzio della
comunita' internazionale. Cosa deve ancora succedere perche' il mondo dica
basta a questo assassinio di massa, e perche' si smetta con la politica di
due pesi e due misure?
Oggi i palestinesi di Israele insieme al movimento pacifista israeliano
scenderanno nelle strade per manifestare contro il massacro e contro la
politica di guerra e di morte del governo Sharon. Rivolgo un appello a tutte
le forze democratiche e in modo particolare al movimento no-global perche'
facciano sentire la voce della (nuova) Europa della pace, contraria alla
guerra ed ai criminali di guerra; perche' sia ripresa la lotta in favore del
diritto e della legalita' internazionali; e perche', infine, sia rimessa al
centro del dibattito la pace da costruire in Palestina anziche' la guerra da
combattere in Afghanistan.
6. MAESTRE. VANDANA SHIVA: LA SCELTA E' CHIARA
[Da Vandana Siva, Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995,
p. 119.
Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti
istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni
Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa
dell'ambiente e delle culture native, è oggi tra i principali punti di
riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli,
di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia
di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti
pericolosissimi. Opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi,
Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995;
Biopirateria, Cuen 1999; Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, 2001]
La scelta e' chiara: proteggere le vita, oppure il profitto.
7. MAESTRE. ROSA LUXEMBURG: LA COSA PRINCIPALE
[Da Rosa Luxemburg, Lettere 1893-1919, Editori Riuniti, Roma 1979, pp.
212-213; e' un brano da una lettera dal carcere a Mathilde Wurm del 28
dicembre 1916.
Rosa Luxemburg, 1871-1919, e' una delle più limpide figure del movimento dei
lavoratori e dell'impegno contro la guerra e contro l'autoritarismo. Opere
di Rosa Luxemburg: segnaliamo almeno due fondamentali raccolte di scritti in
italiano: Scritti scelti, Einaudi; Scritti politici, Editori Riuniti (con
una ampia, fondamentale introduzione di Lelio Basso). Opere su Rosa
Luxemburg: cfr. almeno Lelio Basso (a cura di), Per conoscere Rosa
Luxemburg, Mondadori; Paul Frölich, Rosa Luxemburg, Rizzoli; P. J. Nettl,
Rosa Luxemburg, Il Saggiatore; Daniel Guérin, Rosa Luxemburg e la
spontaneità rivoluzionaria, Mursia; AA. VV., Rosa Luxemburg e lo sviluppo
del pensiero marxista, Mazzotta. Ovviamente si veda anche almeno il noto
saggio di Lukács, Rosa Luxemburg marxista, in György Lukács, Storia e
coscienza di classe, Sugar]
Procura allora di rimanere un essere umano. Rimanere un essere umano e' la
cosa principale. E questo vuol dire rimanere saldi e chiari e sereni, si'
sereni malgrado tutto, perche' lagnarsi e' segno di debolezza. Rimanere
umani significa gettare con gioia la propria vita "sulla grande bilancia del
destino", quando e' necessario farlo, ma nel contempo gioire di ogni giorno
di sole e di ogni bella nuvola; ah, non so scrivere una ricetta per esseri
umani; so soltanto come si e' umani e anche tu lo sapevi sempre, quando
andavamo a spasso per ore insieme nel Suedender Feld e sul grano si stendeva
la luce rossa del tramonto.
8. RIFLESSIONE. SEVERINO VARDACAMPI: CONTRO LA GUERRA OCCORRE LO SCIOPERO
GENERALE
"Quando i crimini si moltiplicano, diventano invisibili" deve aver scritto
da qualche parte Bertolt Brecht. Al crimine della guerra chi non si trova
sotto le bombe e' rapido ad assuefarsi. Ed occorre invece una volta di piu'
affermare che la guerra e' sempre omicidio di massa; che una strage che si
aggiunge a una strage non resuscita le prime vittime, ne aggiunge delle
altre.
Occorre un piu' intenso impegno contro il terrorismo e per la legalita', per
la difesa del diritto internazionale e della legalita' costituzionale, per
salvare i concreti esseri umani che sotto i bombardamenti stanno morendo.
Occorre l'azione diretta nonviolenta laddove e' possibile contrastare
operativamente la macchina stragista; occorre la disobbedienza civile ai
poteri fuorilegge che il terrorismo e la guerra praticano ed avallano;
occorre nel nostro paese un atto forte di presa di responsabilita' del
popolo italiano affinche' l'Italia faccia quanto in suo potere perche' la
guerra cessi, affinche' governo, parlamento e capo dello stato tornino al
rispetto della legalita' costituzionale che proibisce la partecipazione
italiana alla guerra in corso.
Occorre promuovere uno sciopero generale contro la guerra, esclusivamente
contro la guerra, in difesa della legalita' democratica, del diritto
internazionale, del diritto di ogni essere umano a vivere.
Uno sciopero generale contro la guerra e per la legalita', uno sciopero
generale in difesa dello stato di diritto e della vita umana.
Le organizzazioni sindacali tutte devono pronunciarsi su questo.
Senza strumentalizzazioni, senza furbizie, senza accatastare questioni
diverse alla questione decisiva della difesa della vita umana, della lotta
contro il terrorismo e la guerra, dell'impegno per impedire che si giunga
alla catastrofe della civilta' umana.
Uno sciopero generale per affermare che non esistono guerre giuste, che non
esistono uccisioni legittime.
Uno sciopero generale per dare una possibilita' alla pace.
9. DOCUMENTAZIONE. L'APPELLO DI SLAI-COBAS, RDB E CUB PER LO SCIOPERO
GENERALE IL 9 NOVEMBRE CONTRO LA GUERRA E LA FINANZIARIA
[Riceviamo il seguente appello; per contatti coi promotori: cobas@inwind.it]
L'annichilimento che ha preso il corpo sociale dopo gli attentati dell'11
settembre sta lentamente scemando. Con molta fatica nei luoghi di lavoro la
discussione si sta facendo piu' attenta, meno schiacciata dalle terribili
immagini delle Twin Towers.
Cresce la consapevolezza che l'avversario di classe, sta approfittando della
guerra e dell'orrore per affondare i suoi denti nelle carni del corpo
sociale.
La finanziaria di guerra, proposta dal governo dei ricchi rafforza
certamente il legame stretto tra il no alla guerra e l'ostinata difesa dei
diritti e delle conquiste dei lavoratori.
L'attacco, violentissimo, che il governo e i padroni stanno portando al
mondo del lavoro e' null'altro che la conseguenza delle scelte del G8, quel
G8 che in centinaia di migliaia abbiamo contestato a Genova e che ha segnato
l'inizio di una fase di repressione propedeutica alla criminalizzazione di
tutti coloro che osassero contestare ieri il G8, oggi la guerra, il WTO, la
finanziaria.
Lo scenario che si propone al mondo del lavoro e' davvero terribile. Si
combatte una guerra - che sta mietendo centinaia, forse migliaia di vittime
civili in Afghanistan che si vanno a sommare a quelle di New York - che
serve agli Stati Uniti a ridisegnare il proprio ruolo e la propria
collocazione geopolitica nell'Asia del petrolio, del gas e dei corridoi in
cui passano. Che nulla ha a che vedere con la ricerca e la punizione dei
colpevoli della strage dell'11 settembre quanto piuttosto a provare ad
utilizzare il vecchio ma collaudato metodo della guerra e quindi
dell'economia di guerra per uscire da una recessione e una crisi economica
molto simile a quella del '29. Crolli di borsa che coinvolgono i piccoli
risparmiatori, licenziamenti di massa a partire dalle compagnie aeree di
tutto il mondo ma che stanno gia' aggredendo i settori del turismo e delle
assicurazioni, cassa integrazione, sono solo le prime avvisaglie del costo
sociale di questa guerra.
La finanziaria per il 2002 si inserisce perfettamente in questo quadro.
Privatizzazioni ed esternalizzazioni di pezzi fondamentali delle tutele dei
cittadini, scippo dei patrimoni immobiliari degli enti previdenziali che,
con la scusa di sottrarli alla speculazione, vera, delle cooperative,
vengono regalati alla speculazione finanziaria, definitivo smantellamento
della previdenza pubblica, della scuola, della sanita' che dovranno lasciare
il passo al modernismo del privato, sgretolamento progressivo ed
inarrestabile della funzione della pubblica amministrazione intesa come
elemento di garanzia dei diritti uguali per tutti i cittadini su tutto il
territorio nazionale, blocco per l'intero 2002 di qualsiasi assunzione, che
non sia flessibile, interinale, a tempo ecc., nella pubblica amministrazione
con buona pace di centinaia di migliaia di LSU e precari a vario titolo che
da anni lavorano in nero negli uffici pubblici, attacco frontale
all'autonomia negoziale delle parti nei contratti di secondo livello e
stanziamenti da "pane e salame" per i contratti pubblici.
Scomparse le decantate riduzioni delle aliquote IRPEF, si riducono gli
stanziamenti per gli Enti Locali che dovranno pertanto inevitabilmente
ricorrere a nuove tasse e gabelle locali.
A questo poi si aggiunge il tentativo del governo, attraverso il libro
bianco di Maroni, di destrutturare e deregolamentare definitivamente il
quadro delle tutele del lavoro, gia' pesantemente compromesse dalla suicida
riforma "federalista" attuata dagli apprendisti stregoni del centro
sinistra.
Ci sono, ci sembra, mille buoni motivi per affrontare subito e con un
momento generale di lotta le questioni che la fase ci pone davanti.
Scegliere, di nuovo, di affrontarle separati, categorialmente, pensando che
sia giusto, nella fase mutata, lavorare a strappare pezzettini di garanzie
in piu' per il proprio settore nascondendo e nascondendosi cosi' la realta',
ci sembra infantile, inconcludente e, ci si lasci dire, "di segno moderato".
E' ipotizzabile che i lavoratori della sanita' siano oggi da soli in grado
di respingere il Patto di stabilita' del sistema sanitario varato dal
governo e che taglia 50.000 posti letto e 30.000 posti di lavoro? E'
ragionevole ipotizzare per i lavoratori del trasporto aereo una capacita'
categoriale di lotta tale da impedire i licenziamenti? Qualcuno puo' pensare
che spetti ai lavoratori dell'Inail o dell'Istat dare battaglia contro la
privatizzazione di questi enti che, si badi bene, si occupano di tutela
degli infortuni sul lavoro e di ricerca scientifica e non di pizza e fichi?
Riteniamo che compito delle organizzazioni sindacali oggi sia quello di
costruire il piu' vasto e forte movimento di risposta su questi terreni che
sono strettamente intrecciati con la critica di massa alla guerra. Vogliamo
dire con franchezza che riteniamo legittimi tutti gli scioperi che
attraverseranno queste prossime settimane, cosi' come francamente vogliamo
dire che uno sciopero della scuola che affronti il "suo" pezzo di
finanziaria, o quello della Fiom che rivendica una piattaforma tutta interna
alle compatibilita' del 23 luglio, o gli appelli all'unita' con quella
sinistra sindacale che ancora una volta sta dimostrando tutta la sua
subalternita' alle scelte concertative, tutt'oggi rivendicate da Cgil, Cisl
e Uil, ci sembrano un po' poca cosa di fronte alla pesantezza dell'attacco e
alla drammaticita' degli scenari di guerra.
Non c'e' da parte nostra, come pure qualcuno lascia affiorare tra le righe
dei tanti articoli pubblicati in questi giorni, voglia di egemonia o di
piegare altri alle nostre scelte e alle nostre esigenze.
La scelta del 9 novembre ci sembra corretta sia rispetto all'avvio della
discussione al Senato sulla Legge finanziaria, sia rispetto all'escalation
della guerra e all'appuntamento, che non abbiamo dimenticato, del WTO.
C'e' invece sicuramente la consapevolezza della necessita' di una risposta
alta e unitaria che abbiamo proposto a tutti ricevendo in cambio la conferma
degli scioperi categoriali e proposte di nuovi scioperi generali, turandosi
il naso sui compagni di viaggio, da tenersi nella seconda meta' di novembre
o a dicembre. Gli scioperi non sono come le ciliegie, una tira l'altra,
soprattutto in una fase delicata come questa. Se ce ne saranno le condizioni
politiche e la comprensione dei lavoratori non ci tireremo certo indietro,
oggi ci sentiamo pero' di rilanciare l'invito a tutti perche' il 9 novembre
diventi una grande giornata di lotta con lo sciopero generale e la
manifestazione nazionale a Roma - alla vigilia tra l'altro della parata
guerrafondaia indetta da Berlusconi per il 10 - che vorremmo fosse fatta
propria da tutti coloro che sono contro la guerra, la finanziaria, lo
smantellamento dei diritti dei lavoratori e dei cittadini.
Renzo Cavanesi, Slai-Cobas; Pierpaolo Leonardi, RdB; Piergiorgio Tiboni, Cub
10. INFORMAZIONE. IL GIORNALE DI EMERGENCY DEL 24 OTTOBRE
[Riceviamo e diffondiamo; per contatti: www.emergency.it]
Mercoledi 24 ottobre, fonte: ketty agnesani - mailto:ketty@emergency.it
Aggiornamenti dall'Afganistan
Abbiamo aggiornato "un altro Afganistan news" aggiungendo una sezione
dedicata alle vittime dei bombardamenti a Kabul. Grazie alla collaborazione
del nostro staff nella capitale stiamo raccogliendo i dati dei feriti:
l'intenzione non e' quella di fare un censimento, ma quella di dare un nome
alle vittime di questa guerra, di far sapere quali sono gli "effetti
collaterali" di quelli che si ostinano a chiamare "interventi chirurgici
mirati". Si tratta di un elenco parziale, che terremo costantemente
aggiornato. Nella sezione "parole" del sito, Gino Strada ci parla di cio'.
Oggi invece non abbiamo inserito news dal Panshir: un razzo lanciato sul
mercato di Charikar ha fatto decine di vittime e 24 di queste sono state
trasportate nel nostro ospedale: oggi i nostri chirurghi non hanno ancora
lasciato le sale operatorie.
*
Martedi 23 ottobre, fonte: ketty agnesani - mailto:ketty@emergency.it
A proposito di finanziamenti
Ci sono state richieste informazioni circa finanziamenti del Governo
italiano all'attivita' di Emergency in Afganistan. Questi finanziamenti
figurano nel bilancio di Emergency e sono esibiti dalla scritta posta
all'ingresso degli ospedali di Anabah e di Kabul. Sono anche ricordati in un
passaggio del film "Jung". Questo sostegno ha preso avvio nell'agosto 1999
con donazione di materiali per un valore stimato di 340 milioni. Mentre le
donazioni di materiale sono dirette, i finanziamenti sono avvenuti tramite
l'agenzia dell'Onu per progetti di sviluppo (Undp). Per tutte le proprie
attivita', Emergency compie rilevamenti e missioni conoscitive in proprio,
elabora, in assoluta autonomia, propri progetti. Solo a questo punto li
presenta ai possibili donatori. Abbiamo, in questo caso, presentato i nostri
progetti per l'Afganistan alla Cooperazione italiana (che e' nella
competenza del Ministero degli esteri) e a Undp (la citata agenzia
dell'Onu). La Cooperazione non ha rapporti finanziari diretti con Emergency;
ne ha con Undp. Attraverso questa agenzia il finanziamento arriva a
Emergency. E a questa agenzia, secondo rigide e rigorose procedure,
Emergency fornisce una costante, dettagliata rendicontazione. Dall'agosto
1999 al gennaio 2001, la Cooperazione Italiana (direttamente con materiali e
indirettamente con finanziamenti) ha contribuito al progetto Afganistan di
Emergency (Kabul e Panshir) per complessive lire 3.900.000.000 su un totale
di lire 7.550.000.000. La quota restante e' stata coperta attraverso
iniziative di raccolta fondi e da donazioni di privati cittadini. L'ultimo
stanziamento proveniente (tramite Undp) dalla Cooperazione italiana risale,
come si e' detto, al gennaio 2001, ed e' stata relativo al primo semestre
dell'anno in corso. Dal primo luglio i costi del progetto Afganistan sono
interamente a carico dell'associazione Emergency, in realta': dei suoi
sostenitori.
*
Mercoledi 24 ottobre, fonte: ketty agnesani - mailto:ketty@emergency.it
Premio WWW del "Sole 24 ore"
Ebbene si': abbiamo vinto anche quest'anno. Il prestigioso Premio WWW per il
miglior sito nella categoria Associazioni-Organizzazioni-Ordini e' stato
assegnato ad Emergency. Il presidente della giuria, Mattia Losi, ci ha
tenuto a sottolineare che il premio e' stato attribuito ad Emergency non per
quello che sta facendo in questo momento in Afganistan, ma perche' il sito
lo merita veramente. Grazie a tutti coloro che ci hanno votato,
permettendoci di entrare nei dieci finalisti. In questi giorni il nostro
sito ha mediamente 5.000 visitatori quotidiani, mentre in mailing list avete
superato quota 21.000. Grazie a tutti coloro che ci seguono cosi'
costantemente: e' anche questo un modo per sostenerci, soprattutto
moralmente.
*
Mercoledi 17 ottobre, fonte: ketty agnesani - mailto:ketty@emergency.it
Il cargo e' completo
Qualche giorno fa abbiamo chiesto del materiale da inviare nel Panshir, ed
e' arrivato tutto quello che ci serviva. I nostri sostenitori si sono mossi
velocemente e ora il cargo e' completo. Davvero grazie a tutti voi. La
prossima volta cercheremo di dare piu' tempo per reperire l'occorrente e
coordinate piu' precise per la consegna.
*
Martedi 23 ottobre, fonte: Paola Giacalone - mailto:giulia.giac@tin.it
Iniziative a Genova e dintorni
Emergency sara' presente con un banco informativo e i gadgets per la
raccolta fondi da sabato 20 a domenica 28 ottobre al Teatro Modena alle ore
21 ospiti dello spettacolo "La storia di Onehand Jack" di Stefano Benni con
Ugo Dighero. Ogni ultima domenica del mese a partire dal 28 ottobre
Emergency sara' presente con un banco informativo e di raccolta fondi al
mercatino dell'antiquariato sul lungomare di Genova Pegli.
*
Martedi 23 ottobre, fonte: Carlo Boffa - mailto:emergency@smn.sm
"Jung", Proiezione domenica 28 ottobre nella Repubblica di San Marino
Domenica 28 ottobre, alle ore 20,30, proiezione del film "Jung nella terra
dei mujaheddin" presso il Centro Sociale di Dogana in piazza M. Tini
(Repubblica di San Marino) nell'ambito della rassegna di film sulla guerra.
Seguira' un breve dibattito. L'ingresso e' libero. E' prevista la presenza
di un banchetto di Emergency. Per informazioni, tel. 3357330175.
*
Martedi 23 ottobre, fonte: Piero Larini - mailto:piefutu@katamail.com
Il 28 ottobre 2001 a Firenze, giornata per Emergency al Tenax
La citta' di Firenze, con il patrocinio della Regione, della Provincia, del
Comune, della Confesercenti e della CNA dara' la sua testimonianza in favore
di Emergency. Le manifestazioni, promosse da Controradio e dal Tenax,
sostenute da moltissimi negozi di Firenze, culmineranno in una giornata al
Tenax con la presenza di bambini nel pomeriggio e con la partecipazione di
noti personaggi del mondo dello spettacolo tra cui Piero Pelu', Banda
Bardo', Paola Turci, Andrea Muzzi, Paolo Hendel ed altri.
*
Lunedi 22 ottobre, fonte: Gianpaolo Concari - mailto:concserv@polaris.it
Seminario del corso di laurea in Politica ed Economia per la cooperazione e
lo sviluppo
Lunedi 29 ottobre alle ore 14.00 a Parma presso l'aula PDB (aula D del Parco
Ducale) si terra' il seminario "L'esperienza di Emergency: interventi
umanitari e progetti di sviluppo nel Kurdistan". L'incontro, anche se
rivolto principalmente agli studenti del corso di laurea, e' aperto a tutti.
*
Lunedi 22 ottobre, fonte: Damiano Furini - mailto:emergency.fe@libero.it
Emergency alla fiera di Mirabello (Ferrara) il 27 e 28 ottobre
Sabato 27 (pomeriggio) e domenica 28 (pomeriggio e sera) il gruppo Emergency
di Ferrara sara' presente alla Fiera di Mirabello (nella piazza del paese),
con un banchetto informativo e di raccolta fondi.
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Lunedi 22 ottobre, fonte: Daniela Merlo - mailto:danielamerlo@inwind.it
Emergency a Monza in fiera, a teatro e altro
Emergency sara' presente con un banchetto e una mostra fotografica presso la
fiera di Monza (Viale Stucchi, zona stadio) dal 27 ottobre al 4 novembre.
Nella stessa sede, dal primo al 4 novembre, si terra' la manifestazione
"libri in villa", ingresso libero.
Il 28 ottobre parteciperemo alla festa della castagna organizzata dal CAI di
Agrate Brianza, via Ferrario Gianmatteo.
Il 5 novembre saremo presenti allo spettacolo di Moni Ovadia "La bottiglia
vuota" rappresentato presso il teatro Villoresi di Monza alle ore 21.
*
Domenica 21 ottobre 2001, fonte: Piero Larini - mailto:piefutu@katamail.com
Emergency a Firenze
Dal 23 al 28 ottobre Emergency sara' presente al teatro Puccini di Firenze.
In occasione degli spettacoli teatrali di Anna Meacci "I monologhi della
vagina" Emergency sara' presente con un banchino per la diffusione dei
propri valori e per la raccolta fondi.
*
Sabato 20 ottobre, fonte: Maurizio Sella - mailto:emergency.vr@libero.it
Kamille va alla guerra, il 18 novembre a Cologna Veneta (VR)
Nell'ambito di tre giornate di dibattiti, spettacoli e mostre che si
terranno a Cologna Veneta il 16, 17 e 18 novembre prossimi, verra'
presentato lo spettacolo dedicato ad Emergency alle ore 21 di domenica 18
presso il Teatro Comunale. Sara' presente un banchetto di Emergency tenuto
dal gruppo di Verona.
*
Venerdi 19 ottobre, fonte: flavio lazzari -
mailto:flavioirishman@freedomland.it
Presenza a spettacoli di Zuzzurro e Gaspare nel mantovano
Saremo presenti con un banchetto informativo e di raccolta fondi durante la
commedia "La cena dei cretini" interpretata da Zuzzurro e Gaspare che si
terra' mercoledi 31 ottobre presso il teatro comunale di Guidizzolo (MN) e
giovedi primo novembre presso il teatro comunale di Pegognaga (MN).Gli
spettacoli inizieranno alle ore 21.
*
Venerdi 19 ottobre, fonte: flavio lazzari -
mailto:flavioirishman@freedomland.it
Proiezione del film Jung a Mantova
Venerdi 26 ottobre, presso il centro interculturale di Mantova in piazza
Sordello 43, verra' proiettato il film Jung. La serata organizzata dal
comitato mantovano contro le mine sara' dedicata ad Emergency. Saremo
presenti con banchetto per informazioni e raccolta fondi per gli ospedali in
Afganistan.
*
Giovedi 18 ottobre, fonte: Matteo Morandi - mailto:matte_13174@yahoo.it
Emergency al Teatro delle Passioni a Modena
Anche quest'anno saremo presenti col banchetto nell'atrio del Teatro delle
Passioni in via Sigonio per tutta la stagione teatrale. Vi aspettiamo prima
e dopo gli spettacoli con nuove informazioni, nuove iniziative e nuovi
gadgets.
*
Martedi 16 ottobre, fonte: Gianluca Liuzzi -
mailto:gianluca.liuzzi@emergency.it
Proiezione Jung a Pisa
Giovedi 25 ottobre alle ore 20,30, in collaborazione con il Comune di Pisa,
la Provincia di Pisa e l'Associazione Cinema Ragazzi, verra' proiettato
gratuitamente in flim-documentario su Emergency e l'Afganistan: "Jung, nella
terra dei Mujaheddin", presso il Centro per la Creativita' Lucignolo in via
Pietro Gori n.17. A seguito si terra' un dibattito a cui parteciperanno:
Paolo Busoni, collaboratore della rivista Emergency; Manola Guazzini,
Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Pisa; Bianca Storchi
Gorini, Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Pisa; Luigi
Puccini, Presidente dell'Associazione Cinema Ragazzi. Sara' presente un
banchetto di Emergency.
11. INFORMAZIONE. "CHIAMA L'AFRICA NEWS" DEL 25 OTTOBRE
[Riceviamo e volentieri diffondiamo. Per contatti: chiamafrica@domeus.it]
Repubblica democratica del Congo: giornata di preghiera per non dimenticare
Il 27 ottobre nella basilica di piazza SS. Apostoli a Roma, nel quinto
anniversario del martirio di mons. Chirstophe Munzihirwa, arcivescovo di
Bukavu (regione del Kivu, Repubblica Democratica del Congo). Ore 9,30
accoglienza; ore 9,45 presentazione della giornata; ore 10 presentazione
della situazione socio-politica nella Repubblica democratica del Congo e
prospettive future; ore 10,45 profilo di Mons. Cristophe Munzihirwa e
attualita' della sua profezia; ore 11,30 La Fondazione "Alleanza mondiale
per la pace" consegna un riconoscimento alla memoria del vescovo martire;
ore12 celebrazione eucaristica; ore 14 pranzo e condivisione fraterna.
Per informazioni: Rere pace per il Congo, strada Cavestro 14/A, Vicomero,
Parma, tel. 0521314263, e-mail: muungano@libero.it
*
La bomboniera della solidarieta' in tv a "Unomattina"
Due nuovi sposi fanesi, Giorgia Niro e Corrado Fehervari, unitisi in
matrimonio il 30 settembre nella chiesa di San Marco a Fano, sono stati
invitati dalla redazione di "Unomattina" lunedi 22 ottobre e sono stati
intervistati da Paola Saluzzi e Luca Giurato sulla iniziativa "Bomboniera
della Solidarieta'". Giorgia e Corrado infatti, aderendo all'iniziativa di
"Chiama l'Africa - Comitato di Fano" hanno fatto la scelta alternativa di
consegnare agli invitati una "pergamena della solidarieta'", devolvendo la
somma destinata alle bomboniere tradizionali al Progetto Rainbow, un
programma di aiuti umanitari a favore dei bambini di strada orfani dell'AIDS
in Zambia e Kenya. Con il ricavato delle "pergamene della Solidarieta'" il
comitato fanese di Chiama l'Africa ha gia' raggiunto la somma necessaria per
il funzionamento annuale (cibo, alloggio, cure mediche, istruzione) di due
Centri notturni di pronto soccorso nelle citta' di Ndola e Kytwe, in grado
di accogliere una settantina di bambini di strada che, nel tempo di due o
tre mesi, potranno essere reinseriti, con un aiuto sia economico che
psicologico, nella famiglia di origine o in mancanza di questa in una
famiglia affidataria. Per fortuna e' in costante crescita il numero di
coloro che desiderano vivere in modo piu' significativo momenti di festa
come battesimi, prime comunioni, cresime, matrimoni, feste di laurea e
anniversari, investendo parte delle spese in azioni solidali. Per
informazioni: tel. 0721865159, sito: www.chiamalafricafano.org
*
I martedi dell'Africa
Prossimo appuntamento: 6 novembre ore 18, Libreria Odradek, via dei Banchi
Vecchi 57, Roma: "L'altrAfrica: incontro con Serge Latouche". Per
informazioni: e-mail: info@chiamafrica.it, tel. 065430082, 066833451.
*
International reggae festival: cinque voci per la pace
Parte il 4 novembre il tour italiano dell'International Reggae Festival.
Cinque musicisti africani di diversa provenienza insieme a musicisti
italiani per promuovere una cultura della pace e della diversita'. "Chiama
l'Africa" sostiene questo progetto. I musicisti stanno definendo il loro
itinerario. Invitiamo tutti i gruppi che hanno la possibilita' di
organizzare una tappa della tournee nella propria citta', a contattare il
gruppo musicale per prendere accordi. Ely: 3338083079; Giuseppe: 065037542;
fax: 06490290; sito: www.gandharva.it
*
Matite africane. Seminari di aggiornamento per insegnanti
Bologna, Roma, Milano, Genova: dal 25 ottobre all'11 dicembre, percorsi di
sensibilizzazione ed avvicinamento a realta' africane a partire dalle arti
minori: il fumetto e la vignetta satirica, a cura della rivista "Africa e
Mediterraneo". Per informazioni: "Africa e Mediterraneo", tel. 051840166,
e-mail: progetti@africaemediterraneo.it, o anche
fad4462@iperbole.bologna.it; Cefa, tel. 051520285, e-mail:
cefa@iperbole.bologna.it
*
Milano: domenica 11 novembre alle ore 14 festa berbera
Per divertirsi e contemporaneamente conoscere gli usi e le tradizioni di un
popolo. Sala della parrocchia S. Gerolamo Emiliani, via don Calabria 36,
Milano.
12. LETTURE. AUGUSTO CAVADI: LE IDEOLOGIE DEL NOVECENTO
Augusto Cavadi, Le ideologie del Novecento, Rubbettino, Soveria Mannelli
2001, pp. 112 (con una tavola sinottica fuori testo), lire 12.000. Una utile
introduzione che particolarmente consigliamo a studenti e insegnanti.
13. LETTURE. DOMENICO MASSARO: L'ARTE DI RAGIONARE
Domenico Massaro, L'arte di ragionare, Paravia, Torino 1999, pp. 160, lire
20.000. Una "guida all'analisi e alla produzione di testi argomentativi"
particolarmente utile per gli insegnanti.
14. LETTURE. RUGGERO VALENTINI: NON SI DARA' PACE. OBIETTORI, PACIFISTI E
NONVIOLENTI
Ruggero Valentini, Non si dara' pace. Obiettori, pacifisti e nonviolenti,
Monti, Saronno 1999, pp. 96, lire 5.000. Un agile opuscolo sull'obiezione di
coscienza, con un contributo di Diego Cipriani.
15. MATERIALI. TEMPI DI FRATERNITA': L'ALMANACCO 2002 SU RELIGIONI E DIRITTI
UMANI
[Riceviamo e diffondiamo]
L'almanacco 2002, preferiamo chiamarlo cosi' invece di calendario, e' sul
tema dei diritti umani in rapporto al fenomeno religioso: piu' esattamente
"religioni e diritti umani", perche' i due temi si sono storicamente
intrecciati e condizionati a vicenda, non sempre in modo positivo.
Sono evidenziate le principali feste delle religioni piu' diffuse e sono
riportati testi e recensioni inerenti ai temi trattati nel titolo. Il tutto
e' poi arricchito da vignette e da dodici tavole illustrate che possono
essere considerate una piccola storia della religione, di tutte le
religioni.
E' possibile fare un regalo versando l'importo sul conto corrente postale
indicando, oltre al versante, anche il nominativo e l'indirizzo a cui
l'Editrice inviera' una copia dell'almanacco e una lettera con l'indicazione
di chi ha fatto il regalo.
Chi fa parte di gruppi ed associazioni ha una buona occasione per far
acquistare al gruppo di appartenenza una certa quantita' di almanacchi a
prezzo scontato (rivendendoli a prezzo pieno e' anche possibile
autofinanziarsi): il prezzo di una copia e' di lire 9.197, incluse le spese
di spedizione (dieci copie, lire 67.769; cento copie, lire 484.068). Per le
librerie contratto personalizzato da concordare. Per ordinazioni, telefonare
al numero 0141218291, fax: 02700519846, e-mail:
tempidifraternita@tempidifraternita.it
16. MATERIALI. PER STUDIARE LA GLOBALIZZAZIONE: DA ANDRE' E MAGDA TROCME' A
DAVID MARIA TUROLDO
* ANDRE' E MAGDA TROCME'
Profilo: animatori di una strordinaria esperienza di resistenza nonviolenta
al nazismo. "Andre' Trocme' ha svolto la sua missione evangelizzatrice come
pastore riformato a Le Chambon sur Lignon, un villaggio francese nelle
Chevennes, la cui popolazione durante l'ultima guerra ha salvato la vita a
migliaia di profughi anzitutto ebrei, tra i quali molti bambini. Le Chambon
sur Lignon ha avuto una lunga storia di persecuzioni: la sua popolazione
riformata, nel passato aveva sofferto molto per la sua fede. In questo
villaggio Andre' Trocme' e sua moglie Magda, una toscana, avevano fondato il
Collegio Cevenol, scuola internazionale di educazione alla pace, alla
comprensione di tutte le idee, razze, nazioni. Dopo la sconfitta della
Francia, sotto il governo di Vichy, in una notte scura di tempesta un'ebrea
austriaca, sfinita, bussa alla porta della casa pastorale di Le Chambon e
Magda Trocme' l'accoglie con amore. La domenica seguente il pastore Trocme'
predica sulle "citta' rifugio" descritte in Deuteronomio cap. XIX. Il
Concistoro si riunisce ed inizia ad organizzare la resistenza nonviolenta
contro la persecuzione dei profughi: migliaia di loro vengono ospitati dalle
famiglie, nella scuola, vengono nutriti, nascosti e poi condotti alla
frontiera. Molti sono i ragazzi, addirittura i bambini, del villaggio che
conoscono le stradine per le montagne e conducono i profughi. Al centro di
tutta la vicenda e' la famiglia pastorale: Andre' e Magda con i loro quattro
figli ancora giovanissimi, con la casa sempre piena di ospiti da nascondere.
E' una vera lotta nonviolenta condotta con amore e tenacia che dura degli
anni; solo dopo molto tempo vengono arrestati i pastori Trocme' e Theis, ma
grazie a Dio ritornano vivi. Purtroppo non succede cosi' per il cugino
Daniel Trocme'. Per molti anni Andre' Trocme' e' stato uno dei responsabili
del Movimento Internazionale della Riconciliazione" (Hedi Vaccaro). Opere di
André e Magda Trocmé: Magda e Andre' Trocme', Una scuola, un villaggio
contro il nazismo, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi (AQ) 2000: "Una
storia come quella narrata nelle pagine di questo libro dimostra se non
altro una cosa, elementare ma fondamentale: l'Evangelo della pace puo'
essere non solo predicato ma praticato, non solo prospettato ma vissuto.
Gia' in questo mondo e in questa vita la pace e' possibile perche' e'
possibile viverla non solo nel segreto della propria anima ma anche
nell'intreccio delicato (e spesso tormentato) dei rapporti umani, non solo
di quelli tra persone ma anche di quelli tra Stati, popoli, razze e culture.
Andre' Trocme' con sua moglie Magda s'e' forgiato come testimone della pace
e della nonviolenza negli anni bui della seconda guerra mondiale e della
guerra civile: in quel contesto di odio e di morte ha maturato la sua
vocazione pacifista, vissuta poi fino alla fine della sua vita. Leggere un
libro come questo significa apprendere una lezione di pace, e apprendere una
lezione di pace significa imparare la cosa piu' bella che ci sia, e cioe'
imparare a costruire il nuovo in questo vecchio mondo" (Paolo Ricca). Cfr.
anche Andre' Trocme', Gli asini e gli angeli (Racconti di Natale e di altri
tempi dell'anno), Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi (AQ) 2000. Questi
libri non si trovano in libreria perche' - avverte la casa editrice, una
delle piu' generose e qualificate dell'impegno nonviolento - non possiamo
affrontare i costi onerosi per una tale presenza. Vanno richiesti
direttamente a: Edizioni Qualevita, via Buonconsiglio 2, 67030 Torre dei
Nolfi (AQ), tel. 0349.5843946, e-mail: sudest@iol.it
* MARIA CHIARA TROPEA
Profilo: impegnata nei movimenti nonviolenti e nella promozione di una
cultura della pace; insieme ad Alvise Alba assicura un prezioso lavoro di
collegamento in particolare nel Movimento Internazionale della
Riconciliazione (MIR). Indirizzi utili: a.alba@areacom.it
* GIORGIO TRUCCHI
Profilo: medico, impegnato nella solidarieta' internazionale.
* FRANCOIS TRUFFAUT
Profilo: regista e critico cinematografico francese, nato a Parigi nel 1932
e scomparso nel 1984. Dopo un'infanzia ed una prima giovinezza difficili,
incontra André Bazin ("l'uomo di prima del peccato originale") e con Bazin i
"Cahiers du cinéma". Il suo cinema è di una tenerezza struggente. Opere di
François Truffaut: segnaliamo almeno i film dell'amore per i bambini: l'
autobiografico I quattrocento colpi (1959), Il ragazzo selvaggio (1969), Gli
anni in tasca (1976); e della difesa della cultura come libertà: Fahrenheit
451 (1966) dal romanzo di Bradbury. Tra i suoi libri segnaliamo almeno Il
cinema secondo Hitchcock, Pratiche; I film della mia vita, Marsilio; Il
piacere degli occhi, Marsilio; la selezione dell'epistolario, col titolo
Autoritratto, Einaudi. Qualche anno fa la casa editrice de "L'Unità" ha
avviato la pubblicazione dell'opera omnia cinematografica di Truffaut. Opere
su François Truffaut: Paola Malanga, Tutto il cinema di Truffaut, Baldini &
Castoldi; Alberto Barbera, Umberto Mosca, François Truffaut, Il Castoro
Cinema.
* FRANCESCO TULLIO
Profilo: psichiatra, impegnato nei movimenti nonviolenti, formatore alla
nonviolenza e peace-researcher.
* CHRISTOPH TUERCKE
Profilo: nato nel 1948, studi di filosofia e teologia, docente
universitario, energico critico delle ideologie Opere di Christoph Türcke:
Violenza e tabù, Garzanti, Milano.
* DAVID MARIA TUROLDO
Profilo: nato in Friuli nel 1916, ordinato sacerdote nel 1940, partecipò
alla Resistenza; collaboratore di don Zeno Saltini a Nomadelfia, fondatore
con padre Camillo De Piaz della "Corsia dei Servi", poi direttore del
"Centro di studi ecumenici Giovanni XXIII" a S. Egidio Sotto il Monte. Ha
pubblicato numerose opere di riflessione religiosa, di intervento civile, di
poesia. E' scomparso nel 1992. Opere di David Maria Turoldo: della sua
vastissima produzione segnaliamo particolarmente alcune raccolte di versi:
Il sesto angelo (poesie scelte - prima e dopo il 1968), Mondadori, Milano
1976; e O sensi miei (poesie 1948-1988), Rizzoli, Milano 1990, 1993; Ultime
poesie (1991-1992), Garzanti, Milano 1999; ed almeno la raccolta di testi in
prosa La parabola di Giobbe, Servitium, Sotto il Monte 1996. Per una
bibliografia più ampia: a) poesia: Io non ho mani, Bompiani, Milano 1948;
Udii una voce, Mondadori, Milano 1952; Gli occhi miei li vedranno,
Mondadori, Milano 1955; Preghiere tra una guerra e l'altra, Corsia dei
Servi, Milano 1955; Se tu non riappari, Mondadori, Milano 1963; Poesie, Neri
Pozza, Vicenza 1971; Fine dell'uomo?, Scheiwiller, Milano 1976; Il sesto
angelo, Mondadori, Milano 1976; Laudario alla Vergine, Dehoniane, Bologna
1980; Lo scandalo della speranza, Gianfranco Angelico Benvenuto, Napoli
1978, poi GEI, Milano 1984; Impossibile amarti impunemente, Quaderni del
Monte, Rovato 1982; Ritorniamo ai giorni del rischio, Cens, Liscate 1985; O
gente terra disperata, Paoline, Roma 1987; Il grande Male, Mondadori, Milano
1987; Come possiamo cantarti, o Madre?, Diakonia della theotokos, Arezzo
1988; Nel segno del Tau, Scheiwiller, Milano 1988; Cosa pensare., La Rosa
Bianca, Trento 1989; Canti ultimi, Carpena, Sarzana 1989, poi Garzanti,
Milano 1991; (con G. Ravasi), Opere e giorni del Signore, Paoline, Cinisello
Balsamo 1989; O sensi miei (poesie 1948-1988), Rizzoli, Milano 1990; Mie
notti con Qohelet, Garzanti, Milano 1992; Ultime poesie (1991-1992),
Garzanti, Milano 1999; b) teatro: La terra non sarà distrutta, Garzanti,
Milano 1951; Da una casa di fango (Job), La Scuola, Brescia 1951; La
passione di San Lorenzo, Morcelliana, Brescia 1961, poi Città Armoniosa,
Reggio Emilia 1978; Vigilia di Pentecoste, Giac (pro manuscripto), Milano
1963; Oratorio in memoria di frate Francesco, Messaggero, Padova 1981; Sul
monte la paura, Cens, Liscate 1983; La morte ha paura, Cens, Liscate 1983;
c) saggistica: Non hanno più vino, Mondadori, Milano 1957, poi Queriniana,
Brescia 1979; La parola di Gesù, La Locusta, Vicenza 1959; Tempo dello
Spirito, Gribaudi, Torino 1966; Uno solo è il Maestro, Signorelli, Milano
1972; Nell'anno del Signore, Palazzi, Milano 1973; Alla porta del bene e del
male, Mondadori, Milano 1978; Nuovo tempo dello Spirito, Queriniana, Brescia
1979; Mia terra addio, La Locusta, Vicenza 1980; Povero Sant'Antonio, La
Locusta, Vicenza 1980; (a cura di), Testimonianze dal carcere, Paoline, Roma
1980; Amare, Paoline, Roma 1982; Perché a te, Antonio?, Messaggero, Padova
1983; Ave Maria, Gei, Milano 1984; (con A. Levi, M .C. Bartolomei Derungs),
Dialogo sulla tenerezza, Cens, Liscate 1985; L'amore ci fa sovversivi,
Joannes, Milano 1987; Come i primi trovadori, Cens, Liscate 1988; Il diavolo
sul pinnacolo, Paoline, Cinisello Balsamo 1988; Il Vangelo di Giovanni,
Rusconi, Milano 1988; Per la morte (con due meditazioni di P. Mazzolari), La
Locusta, Vicenza 1989; Amar, traduzione portoghese, a cura di I. F. L.
Ferreira, Paulinas, São Paulo 1986; (con R. C. Moretti), Mani sulla vita,
Emi, Bologna 1990; La parabola di Giobbe, Servitium, Sotto il Monte 1996; Il
mio amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte 1997; d) traduzioni: I
Salmi, Dehoniane, Bologna 1973; Salterio Corale, Dehoniane, Bologna 1975;
Chiesa che canta, volumi I-VII, Dehoniane, Bologna 1981-1982; (con G.
Ravasi), «Lungo i fiumi.» - I Salmi, Paoline, Cinisello Balsamo 1987;
Ernesto Cardenal, Quetzalcoatl, Mondadori, Milano 1989; e) narrativa: ... E
poi la morte dell'ultimo teologo, Gribaudi, Torino 1969.
17. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.
18. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ;
per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta@sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben@libero.it ;
angelaebeppe@libero.it ; mir@peacelink.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per
contatti: info@peacelink.it
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO
Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac@tin.it
Numero 269 del 26 ottobre 2001