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HRW sull'alleanza del nord in afghanistan



Un buon numero di dirigenti collegati  all'emergente coalizione delle forze
d'opposizione in Afghanistan ha un  passato  costellato di gravi violazioni
dei diritti umani, secondo quanto afferma  l'organizzaione Human Rights
Watch in un rapporto pubblicato oggi.

« Gli Stati Uniti e i loro alleati  non dovrebbero collaborare con dirigenti
che hanno  un passato di brutali violenze tale da far dubitare della loro
legittimità  in Afghanistan »  ha detto  Sidney Jones, direttore esecutivo
della sezione  Asia  di Human Rights Watch. « Qualunque  paese  dia il
proprio  aiuto all'opposizione  afghana dovrà essere considerato
responsabile  del modo in cui quell'aiuto potrà essere usato ».

Human Rights Watch ha particolarmente insistito affinché nessuna
collaborazione venga intrapresa con personaggi come Abdul Rashid Dostum,
capo delle milizie Junbish ; Haji Muhammad Muhaqqiq,  ufficiale superiore di
Hizb-i Wahdat ; Abdul Rasul Sayyaf, leader dell'ex Ittihad-i Islami ; Abdul
Malik Pahlawan, già alto dirigente della Junbish.



Le violazioni  registrate  fra il 1999 e il 2000 nelle aree controllate da
una fazione del Fronte Unito comprendono esecuzioni sommarie, incendi di
case e  saccheggi, principalmente diretti contro  l'etnia Pashtun e contro
chiunque fosse sospettato di  sostenere i Taliban.  Il Fronte Unito, come
gli stessi Taliban, ha inoltre reclutato  ragazzi di età anche inferiore ai
15 anni.

Le diverse formazioni che  compongono il Fronte Unito  hanno  peeraltro
commesso un gran numero di  violenze contro  la popolazione civile, nel
periodo fra la caduta  del regime di Najibullah nel 1992 e la conquista di
Kabul da parte dei Taliban nel 1996.

« Nessuno dei  capi  Afghani è mai stato  riconosciuto responsabile  di
violazioni  dei diritti umani - ha detto Jones -

ora è giunto il momento di  spezzare questo meccanismo di impunità, e spetta
agli Stati Uniti e ai loro alleati  riuscire a farlo ».



ASSISTENZA MILITARE ALL'OPPOSIZIONE AFGHANA

Per rispondere agli attacchi dell'11 settembre contro il World Trade Center
e il Pentagono, il governo degli Stati Uniti  ha  cominciato a organizzare
quel che definisce come  un'alleanza  contro il terrorismo.  In  tale
contesto, gli Stati Uniti hanno espresso  il loro sostegno  alla creazione
di una vasta coalizione da contrapporre ai Taliban, che attualmente
controllano  la maggior parte dell'Afghanistan.  Questa opposizione dovrebbe
includere forze che oggi  fanno parte del Fronte Unito - noto anche col
precedente nome di Alleanza del Nord - nonché ex-sostenitori dei Taliban.
Un certo numero di capi militari , già attivi nella guerriglia contro  l'
esercito  sovietico  fra il 1979 e il 1989 ed ora confluiti nel Fronte Unito
potrebbero esere inclusi  in questa vasta coalizione. Ma  molti di questi
capi, che siano ancor in funzione oppure no,  e che oggi  sono impazienti di
unirsi alla coalizione in progetto, hanno un pesante passato di violazioni
dei diritti umani in Afghanistan.

Human Rights Watch  nutre il fondato  timore  che un sostegno
incondizionato - militare, politico, diplomatico o finanziario - fornito
alla nuova coalizione  da cui potrebbe uscire il futuro governo dell'
Afghanistan possa incoraggiare altri  abusi.

Nel rispondere ai crimini contro l'umanità  commessi  lo scorso 11
settembre, gli Stati Uniti  non dovranno  aver ricorso a metodi che
contravvengano ai  fondamentali diritti  umani e alle leggi correnti, nè
fornire sostegno  a forze che  usino  quei  metodi.



APPOGGIO PER L'OPPOSIZIONE AFGHANA

Benché gli Stati Uniti affermino di non aver finora fornito armi all'
opposizione afghana,  recenti notizie di stampa fanno supporre  che si
apprestino a garantire  sostegno politico e  forse anche militare al Fronte
Unito  e ad altri gruppi armati  afghani.  Il segretario  americano alla
Difesa, Donald Rumsfeld, ha dichiarato lo scorso 30 settembre : « C'è molta
gente in Afghanistan, come certe tribù nel Sud  e l'Alleanza del Nord a
Nord, che  si oppone ai Taliban (sic).

Noi dobbiamo  riconoscere  l'importanza  del loro contributo all'azione
anti-terrorista, anti-Taliban, e  trovare il modo di  appoggiarli  ovunque
sia necessario. »  Il governo ha peraltro rifiutato ogni commento sulle
notizie secondo le quali  gli Stati Uniti  stavano già offrendo segretamente
sostegno economico al Fronte Unito.

Il Fronte Unito potrebbe usare eventuali  nuove risorse economiche per
rimpinguare  le  sue scorte comprando armi dalla Russia. Questa è stata
infatti, con l'Iran, fra i principali fornitori  di armi al Fronte Unito
negli ultimi anni.  Entrambi i paesi hanno  importanti interessi strategici
in Afghanistan e ancora pochi giorni or sono  hanno riaffermato il loro
sostegno al Fronte Unito. Il ministro russo della Difesa, Serghiei Ivanov,
ha dichiarato il 26 settembre che la Russia « ha fornito costante appoggio
all'Alleanza del Nord fin dal 1996 ». Il giorno prima, il presidente
Vladimir Putin aveva detto che  la Russia « si apprestava ad intensificare
la collaborazione con il governo afghano di Rabbani, internazionalmente
riconosciuto, e  intendeva  fornire al suo esercito  maggiore aiuto  sotto
forma di forniture di armi ».  Il presidente russo  faceva  qui riferimento
al braccio armato  del Fronte Unito, cioè allo Stato Islamico d'Afghanistan
guidato da Burhanuddin Rabbani, che  occupa il seggio dell'Afghanistan all'
ONU fin da  quando fu cacciato da Kabul, nel 1996.

In Iran,  il ministro della Difesa Ali Shamkhani ha dichiarato ai
giornalisti il 1.o ottobre : « Continuiamo a  sostenere l'Alleanza del Nord
come in passato »  e  ha risposto affermativamente a chi gli chiedeva se
questo  appoggio implicasse anche la fornitura di armi. La  misura e  il
tipo di  aiuto  militare  fornito in passato da Russia e Iran al Fronte
Unito sono descritti nei  particolari dal rapporto di Human Rights Watch dal
titolo « Crisi di impunità : il ruolo di Pakistan, Russia e Iran  nel
fomentare la guerra civile in Afghanistan »,  disponibile all'indirizzo
Http://www.hrv.org/reports/2001/afghan2



CHE COS'E' IL FRONTE UNITO/ALLEANZA DEL NORD ?

Nel 1996, quando i Taliban conquistarono la capitale Kabul,  i gruppi  a
loro avversi formarono un'alleanza  chiamata Fronte Nazionale Islamico Unito
per la Salvezza dell'Afghanistan, comunemente noto come Fronte Unito.
Questa formazione  sostiene il governo che era stato deposto dai  Taliban,
denominato  Stato Islamico d'Afghanistan (SIA). Il presidente del governo
deposto Burhanuddin Rabbani  resta  presidente dell'ISA e   leader
ufficiale del Fronte Unito.

Nell'ultimo anno la sua residenza ufficiale era  nella città di Faizabad,
nell'Afghanistan settentrionale.  Ma il vero potere era nelle mani  di Ahmad
Shah Massoud,  il  capo militare del Fronte Unito assassinato  lo scorso
settembre,  che ricopriva anche la carica di ministro della Difesa dell'ISA.

La  lista delle formazioni che compongono il Fronte Unito ha subito
frequenti cambiamenti,  ma include oggi : Jamiati Islami-yi Afghanistan (che
designeremo come Jamiat-i Islam) .

Jamiat-i Islami  è stato uno dei primi partiti islamici  afghani, fondato
negli anni '70 dagli studenti dell'Università di Kabul dove il suo leader,
Burhanuddin Rabbani, era docente alla Facoltà di Diritto Islamico.  Anche se
Rabbani è rimasto  il capo ufficiale di Jamiat-i Islami,  la figura più
prestigiosa del partito era  Ahmad Shah Massoud.

Rabbani e Massoud sono entrambi Tagiki (quindi musulmani  Sunniti di lingua
Persiana) anche se  originari di due aree diverse.  La base di potere  «
etnica »  di Massoud  è storicamente situata  nelle province nordorientali
di Parwan e Takhar, dove aveva  costituito  nei tardi anni '80 una struttura
amministrativa regionale,  il Supervisory Council of the North (SCN,
Shura-yi  Nazar-i Shamali). Le forze di Massoud  hanno  beneficiato di un
sostegno  anche militare proveniente soprattutto da Russia e Iran.



Hizb-i Wahdat-i Islami-yi Afghanistan
(Partito Islamico Unitario  dell'Afghanistan, che designeremo come Hizb-i
Wahdat)

Si tratta del maggiore partito Shiita afghano,  che trova appoggio
soprattutto  nella comunità etnica Hazara. Inizialmente, Hizb-i  Wahdat  era
stato creato da Abdul Ali Mazari per  unificare  otto partiti Shiiti  alla
vigilia  della caduta del governo comunista. Attualmente il suo leader è
Muhammad Karim Khalili.  Il capo del suo Concilio Esecutivo del Nord, Haji
Muhammad Muhaqqiq,  dirigeva  le forze del partito  a Mazar-i Sharif nel
1997. Hizb-i Wahdat ha ricevuto  sostanziali aiuti, anche militari, dall'
Iran, ma  i rapporti fra  il governo iraniano e i dirigenti del partito sono
sempre stati turbati  da conflitti di potere.  Un altro aiuto significativo
gli  viene dai  commercianti di etnia Hazara.

Junbish-i Milli-yi Islami-yi Afghanistan
(Movimento  Islamico Nazionale dell'Afghanistan, che designeremo come
Junbish)

Junbish ha  riunito  un certo numero di  formazioni del Nord,
prevalentemente di etnia Uzbeca, già attive come milizie del  governo
comunista e che si erano ribellate al presidente Najibullah nel 1992.  Ne
facevano parte  anche  numerosi ex-dirigenti e amministratori del precedente
regime, di lingua Persiana ma  appartenenti a  gruppi etnici diversi,
nonché alcuni  capi guerriglia  di etnia Uzbeca.  Nel 1988 aveva  perduto
ogni controllo territoriale , e da quel momento  un buon numero dei suoi
comandanti  era  passato nei ranghi dei Taliban.  Fondatore e principale
dirigente del Junbish  era stato  Abdul Rashid Dostum,  rapidamente salito
dalla funzione di guardia del corpo a leader della  più potente milizia del
presidente Najibullah. Uno dei principali  aiutanti di Dostum  era Abdel
Malik Pahlawan. Nel 1992 il gruppo assunse il controllo  dell'importante
città del nord Mazar-i Sharif, insieme con altre formazioni , e  resse anche
gran parte delle province di Samangan, Balkh, Jowzjan, Faryab e Baghlan.
Junbish, che è di fatto  una coalizione di  diverse milizie, ha
rappresentato la più importante forza  in campo nella regione del Nord fra
il 1992 e il 1997, pur essendo sempre dilaniata da conflitti interni. Dal
1998, data della caduta di Mazar, Junbish  è stata quasi completamente
inattiva, benché Dostum sia tornato nel Nord dell'Afghanistan lo scorso
aprile.

Harakat-i Islami-yi Afghanistan
(Movimento Islamico  dell'Afghanistan)

Si tratta di un partito Shiita che  non  ha mai voluto confluire nel Hizb-i
Wahdat, è diretto dall'Ayatollah Muhammad Asif Muhsini ed stato alleato  del
Jamiat-i Islami dal 1993 al 1995.  I suoi dirigenti sono  soprattutto Shiiti
non di etnia Hazara. Il  più importante dei suoi capi militari è il
Generale Anwari. Il sostegno a questo gruppo è  giunto dall'Iran.

Ittihad-i Islami Bara-yi Azadi Afghanistan
(Unione Islamica per la Liberazione dell'Afghanistan)

Questa formazione è diretta da  Abdul Rasul Sayyaf. Durante la guerra contro
i Sovietici, Sayyaf ottenne  considerevoli aiuti  dall'Arabia Saudita.
Numerosi volontari  arabi, finanziati da  imprenditori sauditi,
combatterono  con le forze di Sayyaf.



IL FRONTE UNITO E I DIRITTI DELL'UOMO

Durante tutto il periodo della  guerra civile in Afghanistan,  le maggiori
formazioni dei due opposti schieramenti  si sono ripetutamente macchiate  di
violazioni  dei diritti umani e delle norme umanitarie internazionali, fra
cui  assassinî, indiscriminati  bombardamenti  aerei e d'artiglieria ,
aggressioni dirette contro la popolazione civile, esecuzioni sommarie,
volenze carnali, persecuzioni  su base  etnica o religiosa, reclutamento e
impiego  di bambini nelle operazioni di combattimento, uso di bombe
antiuomo.  Molte di queste violazioni  risultano essere  state « molto
frequenti o sistematiche », un criterio che basta a connotarle come crimini
contro l'umanità.  Benché commesse nel contesto di un  conflitto  armato
interno , le violazioni che  implicano  attacchi indiscriminati o diretti
contro le popolazioni civili  sono sempre più chiaramente  riconosciute a
livello internazionale come equiparabili  ai crimini di guerra.

Le violazioni commesse da gruppi che fanno parte del Fronte Unito sono state
ampiamente documentate.  Molte di queste - descritte qui di seguito -
risalgono  al periodo 1996-1998, quando le forze del Fronte Unito
controllavano gran parte delle regioni settentrionali  ed erano  a distanza
di tiro (d'artiglieria) da Kabul. In seguito a una serie di rovesci
militari, le unità superstiti del Fronte Unito sono state respinte su
posizioni puramente difensive  nei loro ridotti d'origine, situati  nelle
zone nordorientali e centrali dell'Afghanistan. Vi sono comunque  state
numerose segnalazioni di  violazioni  anche in aree temporaneamente
occupate dalle diverse fazioni del Fronte unito : esecuzioni sommarie,
incendio di abitazioni civili e saccheggi, principalmente diretti contro  l'
etnia Pashtun e contro chiunque fosse sospetto di  sostenere i Taliban.
Ragazzi  di età inferiore ai 15 anni sono stati reclutati  come combattenti
e usati nelle operazioni contro  le unità armate dei Taliban. I vari gruppi
che compongono  il Fronte Unito hanno anche  un deplorevole curriculum di
aggressioni  alle popolazioni civili   attuate fra la caduta del regime di
Najibullah nel 1992 e  la conquista di Kabul da parte dei Taliban nel 1996.

Le violazioni della legge intenazionale sui diritti umani commesse dalle
varie fazioni  facenti parte del Fronte unito comprendono :

Fra la fine del 1999 e l'inizio del 2000 : fuggiaschi provenienti da
villaggi appartenenti o vicini al distretto di Sangcharak hanno riferito  di
esecuzioni sommarie, incendi di abitazioni e sistematici saccheggi avvenuti
nei  quattro mesi in cui  quell'area era  sotto il controllo del Fronte
Unito. Un certo numero di esecuzioni erano state eseguite  sotto gli occhi
dei famigliari delle vittime. Le aggressioni  erano essenzialmente dirette
contro  persone  di etnia Pashtun e, in alcuni casi, anche Tajik.

Fra il 20 e il 21 settembre 1998 : numerosi razzi d'artiglieria  furono
lanciati contro i quartieri settentrionali di Kabul ; uno  di loro colpì un
affollato mercato notturno. Le vittime furono, secondo le diverse fonti, da
75 a 180.  Gli attacchi  furono attribuiti alle forze di Massoud che a quel
tempo erano attestate  a circa 25 mioglia a nord di Kabul. Un portavoce del
comandante del Fronte Unito, Ahmad Shah Massoud,  negò che si fossero prese
di  mira  le popolazioni civili.  In un comunicato stampa del 23 settembre,
il Comitato Internazionale della Croce Rossa definì l 'attacco come
indiscriminato,  e il più sanguinoso registrato a Kabul negli ultimi tre
anni.

Fine maggio 1997 : circa  3'000 soldati  Taliban fatti prigionieri  furono
vittime di esecuzioni sommarie a Mazar-i Sharif e negli immediati dintorni,
ad opera delle forze Junbish  agli ordini del Gen. Abdul Malik Pahlawan.
Queste uccisioni  furono immediatamente successive  alla rescissione di una
breve alleanza con i Taliban e alla cattura dei combattenti  Taliban  che
erano rimasti intrappolati nella città.  Un certo numero di soldati Taliban
furono condotti nel deserto e  abbattuti, altri furono gettati  nei pozzi  e
dilaniati  con bombe a mano.

5 gennaio 1997 :  alcuni aerei del Junbish  scaricarono  bombe anti-uomo su
quartieri residenziali  di Kabul.Numerosi civili furono uccisi o feriti in
seguito a questo attacco indiscriminato, nel quale furono anche  usate bombe
di tipo convenzionale.

Marzo 1995 : forze della fazione  guidata dal Comandante Massoud, il
Jamiat-i Islami, commisero violenze carnali e saccheggi dopo la cattura del
quartiere di Karte Seh a Kabul, abitato prevelentemente da  gente di etnia
Hazara.  A conferma, un  rapporto pubblicato nel 1996 dal Dipartimento di
Stato americano sulle violazioni dei diritti umani affermava che  « le
truppe di Massoud  si abbandonarono  a saccheggi sistematici e a violenze
carnali sulle donne »

Nella notte dell'11 febbraio 1993, le forze del Jamiat-i Islami
congiuntamente a quelle della fazione Ittihad-i Islami diretta da Abdul
Rasul Sayyaf  attuarono un'incursione nei quartieri orientali di Kabul,
uccidendo,  « facendo scomparire »  gente di etnia Hazara e violentando  su
larga scala.  Il numero dei morti  fu  valutato fra 70 e 100.

In aggiunta a quanto già elencato,  i vari gruppi che compongono il Fronte
unito hanno commesso un gran numero di altre violazioni dei diritti umani
internazionalmente riconosciuti. Negli anni che precedettero  la presa del
potere da parte dei Taliban, quei gruppi  si erano spartiti  gran parte del
paese, continuando a battersi per il controllo  della capitale, Kabul.
Soltanto nel 1994, circa  25'000 persone furono uccise  a Kabul, in gran
parte  vittime civili degli attacchi  con razzi ed artiglieria.  Un terzo
della città fu ridotto in macerie, il resto subì danni enormi. Nelle aree
controllate dalle varie fazioni  non vi era  in pratica alcuna  norma di
legge.  Nella stessa Kabul, le forze del Jamiat-i Islami, dell'Ittihad e
dell'Hizb-i Wahdat  si macchiarono tutte indistintamente di  violenze
carnali, esecuzioni sommarie, arresti arbitrari, torture e « sparizioni ». A
Bamiyan, i comandanti  dell'Hizb-i Wahdat  praticavano correntemente la
tortura a scopo di estorsione.



RESPONSABILITA' O IMPUNITA'

A tutt'oggi, non un solo capo  Afghano  è stato chiamato a rispondere di
violazio ni delle leggi umanitarie internazionali.  Il Fronte Unito, in
particolare, non ha mostrato  alcuna intenzione  di mettere sotto accusa
alcuno dei suoi  comandanti con  un passato di  pesanti violazioni dei
diritti umani.  Anzi, il rappresentante dello Stato Islamico dell'
Afghanistan ( e del Fronte Unito) negli USA, Mohammed Eshaq, ha dichiarato
in risposta a una precisa domanda rivoltagli in una pubblica riunione a
Washington D.C. il 2 ottobre 2001 che  le atrocità commesse dal Fronte Unito
erano state « esagerate » e che  mentre « i criminali  saranno  processati,
non  si può  esigere che tutti i dirigenti del Fronte siano chiamati a
rispondere del loro operato »  poiché un simile  progetto  non sarebbe «
praticabile ».

Il fatto che il Fronte Unito  abbia  evitato di  chieder conto ai suoi
dirigenti militari  delle atrocità commesse in passato fa temere che  anche
in futuro  esso  possa  ricorrere agli stessi metodi se soltnto le
circostanze glielo consentiranno.

In seguito a una serie di  rovesci militari, il Fronte Unito  è stato
prticamente ridotto ad attestarsi , in questi ultimi anni, nei suoi
territori  « d'origine ». Ma se  le sue fortune politiche dovessero  mutare,
grazie all'appoggio degli Stati Uniti o di chiunque altro,  questo passato
di  sistematiche violazioni e di  perenne impunità  non potrà che
incoraggiare  i suoi capi a  persistere  nei loro comportamenti  criminali.
Human Rights Watch segnala  con particolare inquietudine il rischio che  le
varie fazioni del Fronte Unito cerchino  di vendicarsi sui Taliban - e sull'
etnia Pashtun in generale - il giorno in cui , ad esempio, il Fronte Unito
riuscisse a  riconquisare Mazar-i Sharif.

In queste condizioni,  fornire un incondizionato sostegno materiale e
politico senza  segnalare con chiarezza che  le violazioni dei diritti umani
non saranno tollerate, non potrà che incoraggiare  i suddetti capi militari
a  persistere nel loro comportamento.  Un simile sostegno  inevitabilmente
rafforzerà, invece di  spezzarlo, l'infernale  circolo  dell'impunità che
già ha inflitto  indicibili sofferenze al popolo afghano.

Per questa ragione gli Stati Uniti,  la Russia, l'Iran e qualsiasi altro
stato  che fornisca aiuto all'opposizione afghana devono  assumere ogni
responsabilità  per il modo in cui il loro appoggio potrà essere usato.  In
caso contrario essi  si faranno in qualche modo complici di ogni abuso
futuro e dovranno quindi  accettare la responsabilittà  di questi crimini.



LA LEGGE LEATHY

Negli Stati Uniti, la legge proibisce espresssamente di fornire  assistenza
a qualunque unità  di  forze di sicurezza straniere che abbiano  commesso
evidenti violazioni dei diritti umani. Nota come « Legge Leathy », questa
norma  comprende due clausole nell'emanazione legislativa dell'anno fiscale
2001. La legge Leathey  si applica  allo Stato Islamico dell'Afghanistan
(ISA)  e al suo braccio armato, il Fronte Unito, perché l'ISA continua ad
essere  il solo governo afghano internazionalmente riconosciuto. La Sezione
563 del  Foreign Operations Appropriations Act per l'anno fiscale 2001 vieta
la fornitura di fondi disponibili in base a quelle disposizioni « a
qualunque unità  delle forze di sicurezza di un paese  straniero se il
Segretario di Stato ha  prove attendibili che tali unità abbiano commesso
gravi violazioni dei diritti umani, a meno che il Segretario accerti e
segnali ai Committees for Appropriations  che il governo del paese in
questione ha intrapreso efficaci  misure volte a  sottoporre a giudizio  i
membri  responsabili di quelle unità  delle forze di sicurezza. »

Analogamente,  la sezione 8092(a) del Defense Appropriation Act per l'anno
fiscale 2001  vieta di fornire fondi  mobilitati  in virtù di quelle  stesse
disposizioni « per sostenere qualunque tipo di programma di addestramento
che coinvolga  unità delle forze di sicurezza di un paese straniero , ove il
Segretario  alla Difesa  abbia ricevuto informazioni attendibili  dal
Dipartimento di Stato  secondo cui le suddette unità abbiano commesso
patenti violazioni dei diritti umani,  a meno che siano state avviate tutte
le necessarie azioni  correttive. »

Da quest'ultimo provvedimento può essere derogato  in « circostanze
straordinarie ».



RACCOMANDAZIONI DI HUMAN RIGHTS WATCH

Per spezzare il  mortale circolo dell'impunità, Human Rights Watch  esorta
Stati Uniti, Russia, Iran, ed ogni altro Stato  che fornisca o intenda
fornire un qualche  sostegno diretto o indiretto, di ordine militare,
politico, diplomatico o finanziario, sulla base  di accordi bilaterali o
multilaterali,  alle fazioni che compongono il Fronte Unito o a qualunque
altro gruppo  armato  d'opposizione in Afghanistan alle seguenti azioni :

- scoraggiare attivamente e rifiutare  qualunque appoggio ad ogni gruppo o
coalizione che  annoveri dirigenti macchiatisi di serie violazioni degli
standard umanitari internazionali, inclusi - ma senza escludere altri -
Abdul Rashid Dostum, capo della milizia Uzbek nota col nome di Junbish ;
Haji Muhammad Muhaqqiq, alto dirigente dell'Hizb-i Wahdat ; Abdul Rasul
Sayyaf, leader dell'ex-Ittihad-i Islami ; e Abdul Malik Pahlawan, già alto
dirigente della Junbish.

porre come condizione a qualunque sostegno militare o finanziario per il
Fronte Unito , le sue varie fazioni o qualsiasi  altro gruppo armato dell'
opposizione afghana un chiaro impegno  a rispettare  le leggi internazionali
sui diritti umani, e a consentire ad osservatori delle Nazioni Unite  o di
organismi indipendenti  l'esercizio di  verifiche  sull'osservanza  delle
predette norme.  Segnalare con fermezza che  serie  violazioni di questi
termini  provocherebbero la cessazione di ogni aiuto.

porre come condizione  a qualunque  aiuto militare o finanziario per il
Fronte Unito , le sue varie fazioni e qualunque altro gruppo dell'oposizione
afghana un chiaro impegno a non usare  mine antiuomo.



in linea con  le disposizioni internazionalmente accettate, esigere che il
Fronte Unito cessi  ogni forma di reclutamento e di  impiego di  ragazzi
sotto i 18 anni come  soldati, e che provveda  immediatamente a smobilitare
i minori  attualmente in servizio.

-    fare pressione sul Fronte Unito affinché vengano portati in giudizio
tutti i suoi  membri, inclusi  gli ex-responsabili
militari, che siano stati coinvolti in  gravi violazioni dei diritti umani e
delle leggi umanitarie internazionali.



porre  come condizione ad ogni forma di aiuto  ai gruppi  armati dell'
opposizione afghana  la garanzia di accesso  per il Comitato Internazionale
della Croce Rossa a tutte le aree  controllate  da questi gruppi e  a tutte
le persone detenute sotto  il loro controllo.

-     evitare  ogni  forma di collaborazione che poss essere interpretata
dai violatori dei diritti umani  - e dalla popolazione -  come implicito
sostegno alle pratiche arbitrarie.



E  infine, si esortano particolarmente gli  Stati Uniti a :

applicare  la Legge Leathy con rigore e senza deroghe.

-          controllare  in modo seguito qualunque  tipo di  aiuto fornito al
Fronte Unito o  ad altri gruppi dell'opposizione afghana, e  riferire con
regolarità sul modo  in cui questo aiuto viene usato , accertando che questi
gruppi osservino sempre le norme  internazionali  sui diritti umani .


Nello

change the world before the world changes you

www.peacelink.it/tematiche/latina/latina.htm