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DUE LETTERE APERTE A SAN FRANCESCO



Da "il Manifesto" di venerdì 12 ottobre 2001. Mi sembra che questa
"lettera" di don Andrea Gallo faccia il paio con quella (Caro Francesco)
scritta il 4 ottobre 2001, da don Renato Sacco di Pax Christi. Le invio
entrambe e le sottopongo tutte e due alla vostra riflessione. Con la
speranza che, non solo San Francesco, ma anche tutti voi possiate darmi una
mano a risolvere i tanti interrogativi che mi frullano in testa in questi
giorni. Grazie! Shalom a tutti, ma proprio a tutti...anche a quella parte
di gerarchia "...della nostra Amata Chiesa..."che ha avuto "...troppa
prudenza, nonostante le illuminazioni del papa...". Domenico Manaresi

Mitt. Domenico Manaresi - e-mail: bon4084@iperbole.bologna.it

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LETTERA A SAN FRANCESCO

Richiesta d'aiuto

contro la follia della guerra

DON ANDREA GALLO *

In occasione della Marcia Perugia-Assisi per la pace, il "cibo, l'acqua e
il lavoro per tutti" di domenica prossima, ho creduto di poter invitare,
tutte le donne e gli uomini di buon volontà, a partecipare a questa
manifestazione.

Lo faccio inviando una lettera a Francesco d'Assisi con l'intestazione
della sua "Preghiera Semplice","Oh Signore, fa di me uno strumento della
tua pace".

Caro Francesco, con questi tristi ultimi eventi, non sappiamo più che pesci
pigliare. Sale l'angoscia. L'ebbrezza di fare la guerra è più forte di ogni
altra emozione. Quasi tutti con l'elmetto in testa. Si è intrapreso un
cammino di giustizia o si è ansiosi di vendetta? Dove troveremo la pace? In
una crociata del Nord contro il Sud?

Tu, Francesco, te la sei sempre cavata: eri in pace con te stesso e
comunicavi anche con gli uccelli, col lupo di Gubbio... con tutta la
natura. Sei l'Uomo di Pace. Basta percorrere il tuo "Cantico delle
creature". C'è chi dice, che sei un bravo Santo, ma lasciatelo dire, non
sei adatto a ricoprire degnamente il Ministero della Difesa.

Dimmi, in confidenza, ti vanno queste frasi: "guerra umanitaria", polizia
internazionale, ingerenza umanitaria, guerra al terrorismo, libertà
duratura, giustizia infinita? Civiltà superiore? Credo proprio di no! A me
suonano come una strana danza. E' questa la strada migliore per fermare i
tremendi tragici crimini di bin Laden e dei suoi seguaci, adoratori del dio
dell'odio che distrugge le cose e uccide persone innocenti?

A proposito, che ne dici, Santo Francesco, della nostra Amata Chiesa?Ci
sono a Roma, in questi giorni, vescovi di tutto il mondo. Pregano (e ci sta
bene). Troppa prudenza, nonostante le illuminazioni del papa. Il "non
licet" alla guerra non è chiaro, non è perentorio.

Certamente avrai incontrato in Paradiso S. Ambrogio, Vescovo di Milano nel
quarto secolo, quando la sede dell'Impero era in quella città lombarda.
Alla notizia della strage di Tessalonica, il vescovo impedì all'Imperatore
Teodosio, cristiano, di partecipare alla messa in chiesa. Che segno limpido!

Dell'Ulivo è meglio che non te ne parli. E' solo equilibrismo, non politica.

Caro Francesco non sei abituato alle bugie, lo sappiamo. Senti questa, tra
le tante, è ufficiale: "la guerra è contro il terrorismo e si colpiranno
solo i terroristi in modo chirurgico senza vittime innocenti". Ce l'aveva
detto Don Milani, oltre trent'anni fa, che è una grossa bugia: "Lettera ai
Cappellani militari".

Il papa genovese Benedetto XV si sarà certamente ispirato a Te, caro
Francesco, quando nel 1917 scrisse all'Imperatore d'Austria e al Comando
Alleato definendo quel primo conflitto mondiale: "Inutile strage". Non fu
ascoltato. Le conseguenze della "Vittoria" le conosciamo tutti. Nazismo,
fascismo, seconda guerra mondiale.

Caro Francesco, sta succedendo una cosa molto triste e preoccupante per la
stessa democrazia. Chi è decisamente contro la guerra, proponendo
alternative a breve e a lungo termine, viene definito, da molti, in modo
dispregiativo: disfattista, terrorista, non patriota, folle. Non è degno di
essere ascoltato.

Per i migranti le conseguenze sono più tragiche. C'è chi ha anche scritto
sui muri: "clandestino-terrorista". Possibile, che nella tanto declamata
cultura occidentale, non si possano delineare percorsi faticosi, ma nuovi e
inediti? Ci vorrebbe il tuo amico padre Balducci con la sua Università
della Pace. A mons. Tonino Bello, vescovo, che non mancava mai alla
Perugia-Assisi con Pax Cristi, gli hanno fatto venire l'ulcera tanti
benpensanti. E' morto. Era andato nella bombardata Serajevo, senza armi, e
dialogò con musulmani, ortodossi e cristiani. E intanto l'Onu agonizzava.

Anche tu, Francesco, nel ducento ti sei recato, umile "rappresentante del
Dio Altissimo" a Damietta presso il sultano, che ti accolse con tutti gli
onori, per scongiurare la disfatta dei Crociati. Pensi che si voglia
nuovamente far risorgere uno scontro di civiltà?

Francesco, ci devi dare una mano, una mano forte, per essere forti nella
pace, nella giustizia, per denunciare, sconfiggere, isolare, "tutti" i
terrorismi del pianeta. E sono tanti.

Francesco, quale svolta epocale, quale terzo millennio ci attende? Tu lo
sai, spesso siamo stanchi di lottare, sovrastati dalla manipolazione della
comunicazione. Ci assale la paura. Ora, dopo l'attacco delle armate
sofisticate dell'impero d'occidente, pronto a colpire altri paesi, siamo
ancora più terrorizzati! Vogliamo ritrovare l'ottimismo storico e far
rinascere la speranza.

Ecco perché vogliamo salire tutti ad Assisi domenica prossima. Vorremmo
tornare alle nostre case con più chiarezza e con un'altra invocazione della
tua "Preghiera Semplice": "Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce". Ciao
Francesco.

Don Andrea Gallo

Comunità San Benedetto al Porto, Genova

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Cesara (Verbania) 4 ottobre 2001

Caro Francesco,

ho pensato a te in questa notte di vigilia della tua festa. Tu sei anche il
Patrono d'Italia. Mi sei venuto in mente perché - non offenderti - qui non
sappiamo più che pesci pigliare, e visto che tu te la sei cavata con gli
uccelli e col lupo, magari hai qualche suggerimento anche per i pesci...
Sì, perché qui siamo travolti da ondate sempre più forti di violenza, di
terrorismo e di guerra. Violenza che genera altra violenza. C'è la
sensazione che le parole non dicano più nulla, che la verità sia l'ultima
cosa che interessa, che l'ebbrezza di fare la guerra sia più forte di ogni
altra emozione. Altro che umiltà, povertà, semplicità e perfetta
letizia...E prende piede un po' anche la rassegnazione. Non sappiamo che
pesci pigliare.

Allora mi rivolgo a te che sei ricordato nel mondo come l'uomo della pace.
Anche la tua Assisi è città simbolo di pace: c'è stato qualche anno fa un
grande incontro di rappresentanti religiosi in preghiera per la Pace e tra
pochi giorni sarà meta di una grande marcia per la Pace.

Certo, il primo cruccio è proprio per la Chiesa, quella che tu hai voluto
ricostruire... Siamo in una situazione dove ci vorrebbe, forse, più
coraggio evangelico e invece prende piede la più realistica ‘prudenza
evangelica'. Un po' di anni fa la Chiesa italiana aveva invitato alla
scelta preferenziale per gli ultimi... Oggi, agli occhi di chi ci guarda,
non appare immediato l'entusiasmo di veder prendere in mano il Vangelo
‘sine glossa'. Tu sei stato un tipo deciso, hai scelto la povertà e i
poveri, la libertà da ogni potere e sei stato uomo di pace, per la Chiesa e
per il mondo. Certo, ti hanno preso per matto, per uno fuori di testa. Ma
non ti sei lasciato condizionare. Tu hai avuto anche qualche problemino col
Papa.

Noi oggi abbiamo, a dire il vero, un Papa coraggioso, che sulla guerra non
si stanca di ripetere che è ‘avventura senza ritorno'. che continua a
richiamare alla pace come unica via. Certo la sua voce è un po' fuori dal
coro,soprattutto in questi giorni in cui soffiano venti di guerra. Anche
chi gli sta intorno a volte è tentato di correggere un po' le sue
posizioni... come se avesse paura di prendere sul serio la logica
nonviolenta del Vangelo. Aiutaci a non perdere il coraggio della fede.
Anche se oggi nella Chiesa se ne sentono un po' di tutti i colori: c'è chi
dice che tu sarai anche un bravo santo, ma non sei adatto a fare il
Ministro della Difesa,come dire che la guerra... quando ci vuole ci
vuole.C'è chi è preoccupato se i cattolici si mescolano con quanti
denunciano, come in occasione del G8, le ingiustizie di questo mondo,
globalizzato solo nel denaro non nella solidarietà e nei diritti umani.
Come se i cattolici dovessero restare delle persone pie, slegate e non
inserite nel contesto reale e faticoso delle contraddizioni, vivendo
‘nel mondo'.

C'è chi, peraltro, ricopre anche gradi militari: abbiamo preti e Vescovi
con le stellette.E' di questi giorni anche la proposta di archiviazione del
caso di Emanuele

Scieri, il paracadutista trovato morto il 16 agosto 1999. Speriamo che si
faccia luce su questa tragedia avvenuta all'interno di una caserma, per
essere più credibili quando si vuole andare a fare luce su tragedie a
livello internazionale.

Tu, che sei l'uomo della semplicità, aiutaci a non accettare le
semplificazioni pericolose che oggi rischiano di andare per la maggiore,
come ad es. dire che "la guerra è contro il terrorismo e si colpiranno solo
i terroristi, in modo chirurgico senza vittime innocenti".Mi sembra una
grossa bugia! I recenti conflitti ci ricordano invece che la maggior parte
delle vittime sono proprio i civili, oltre il 90%. Anche per noi oggi c'è
il rischio di essere presi un po' per gente fuori di testa se diciamo di
essere contro la guerra e contro la violenza. Si rischia di essere
considerati ‘amici del nemico'. "Sei contro la guerra, allora sei con
i terroristi". E' faticoso dire il proprio sdegno e la propria condanna di
fronte a un criminale attentato terroristico e nello stesso tempo sostenere
che non si può combattere il terrorismo con la guerra.

Martin Luther King, grande testimone del nostro tempo, diceva "L'oscurità
non ci può far uscire dall'oscurità, soltanto la luce può farlo". E' stato
ucciso.

Anche un grande Vescovo, amico dei poveri e amante della Pace, è stato
preso un po' per matto: don Tonino Bello, un tuo grande ammiratore. Sulla
sua tomba non c'è scritto né Vescovo, né Presidente di Pax Christi, solo il
suo nome e "terziario francescano"Un bel riconoscimento alla tua figura. Ma
cosa non ne ha sentite anche lui, ai tempi della guerra del Golfo. Quante
critiche dai giornali, dai politici e anche da alcuni uomini di chiesa...Ha
sofferto molto... Gli è venuta l'ulcera, poi degenerata in tumore. Era lui,
con la passione che sempre aveva quando raccontava, a ricordarci - andando
a Sarajevo nel 92 - il tuo incontro con il sultano Melik el Kamil. Erano
tempi duri, c'erano le crociate, e tu hai voluto compiere un gesto folle,
disarmato e sei stato accolto con molta simpatia (più dal sultano che dai
crociati) e hai avuto modo di parlare non solo di Gesù Cristo, ma anche
della assurdità della guerra. Si, frate Francesco, ci devi proprio dare una
mano.

Oggi siamo un po' come quei pescatori di Galilea (li avrai certo incontrati
di persona in paradiso) che dopo una notte di fatica tornavano con le reti
vuote, anche loro non avevano saputo pigliare pesci; poi però Qualcuno (che
tu già conoscevi bene sulla terra e ora puoi incontrare faccia a faccia) ha
ridato loro speranza e, gettando di nuovo le reti, non sapevano più come
fare perché di pesci ne avevano presi troppi...

Grazie (piccolo) fratello Francesco ! Pace e bene.

don Renato Sacco

Consigliere Nazionale di Pax Christ - Parroco di Cesara - Vb

Via alla Chiesa, 20 - 28891 Cesara - Vb - 0323-827120

Pax Christi Italia - segreteria nazionale - Via Petronelli n.6
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